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30 giugno 2008

Massafra , nuova vita per l'ospedale


Il Piano Sanitario regionale ha rispettato la territorialità». Il direttore del presidio sanitario occidentale (Castellaneta-Mottola-Massafra), Mario Cetera si reputa soddisfatto per il risultato ottenuto dopo il varo, da parte della Giunta regionale , del nuovo Piano della Salute.
A Massafra, il Matteo Pagliari, risulta un ospedale di base e presto tornerà ad essere punto di riferimento per la parte ad ovest del comprensorio tarantino. «Certo, lo abbiamo sempre detto, per noi non è una novità: Massafra, per la sanità jonica, tornerà ad essere punto di riferimento importante. È un risultato - dice il dott. Cetera- che premia tutti i nostri sforzi. Siamo stati bravi nella preparazione strutturale, nonostante il pessimismo diffuso, strumentalmente creato da parte di qualche detrattore».
Col nuovo Piano, nella provincia di Taranto,si avrà una struttura d’eccellenza (il SS. Annunziata), tre ospedali intermedi (a Manduria, Martina Franca e Castellaneta) e due di base (Massafra e Grottaglie). A Mottola ci sarà il polo riabilitativo d’eccellenza (riabilitazione cardiologia, respiratoria e neuromotoria) . Attualmente Massafra può contare sui reparti di Medicina e Pediatria, oltre ai servizi (laboratori di analisi , radiologia , pronto soccorso, poliambulatori di day-ospitale dialisi). Appena il Piano della Salute diventerà operativo, al Pagliari saranno attivati i reparti Ortopedia , Chirurgia e Ostetricia. Il fiore all’occhiello , però , sarà rappresentato dalla presenza di tre sale operatorie.«Si tratta di un aspetto importante e qualificante . Soltanto grazie alle sale operatorie -aggiunge il dott. Mario Cetera - Massafra potrà essere ospedale di base. Struttura di base che per noi rappresenta soltanto un puntodi partenza. Puntiamo in alto. Se idee e volontà viaggeranno di pari passo, le attese della gente non saranno deluse».Tra le positività future c'è quella legata alle nascite: finalmente i bambini torneranno a nascere anche a Massafra .«Massafra tornerà ad essere un luogo di nascita. Anche questo è sicuramente una spetto importante legato ad una antica tradizione ospedaliera esistente sul territorio».Cosa non andava nel precedente Piano della Salute proposto da Fitto?«Era un progetto che non teneva assolutamente conto della territorialità. Un Piano realizzato a tavolino senza tener conto delle esigenze locali.Noi abbiamo insistito, affinché tutto potesse tornare in ordine e grazie alla volontà dei politici locali, del Presidente della Regione e del direttore generale, oggi finalmente possiamo parlare della rinascita del Matteo Pagliari».In tal senso, il ruolo del direttore generale dell’Asl tarantina,Domenico Colasanto,è stato determinante.«Colasanto è riuscito a trasformare in atti concreti la nostra idea. Alla base di tutto, comunque, c'è stato un buongioco di squadra».Una rinascita partita dalla base.«Sono stati i cittadini a dare l’impulso giusto all’inversione di rotta. Senza di loro difficilmente avremmo potuto manifestare il bisogno di salute del territorio. Una voce accolta nelle sedi deputate, grazie al pregevole apporto fornito dall’attuale vice coordinatore regionale del Pd, Michele Mazzarano».Giunto l’ok per il Piano di base, una volta riorganizzata la struttura, servirà la strumentazione e il personale.«Quelle delle risorse umane è un argomento che affronteremo in un secondo momento.Certo è che puntiamo alle migliori professionalità.Sulla questione strumentazione - conclude il dott. Cetera - sono già partite le gare d'appalto».

[[Antonello Piccolo , GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 29/06/2008]]

Oh , no , un'altra volta no

Silvio Berlusconi è in carica da quasi 50 giorni. Assistere allo spettacolo del suo nuovo governo in azione è un po' come mettersi a rivedere un vecchio e brutto film.
Quando il leader di Forza Italia si trovò per l'ultima volta al governo, dal 2001 al 2006, impiegò troppo tempo a confezionare leggi utili a proteggere se stesso dalle inchieste giudiziarie e troppo poco a varare riforme utili a stimolare l'economia italiana, che si trova in stato comatoso.
Naturalmente, é ancora troppo presto per dare un giudizio definitivo, ma l'ultimo saggio fornito dal governo ha già le caratteristiche di un nuovo spettacolo dell'orrore. Ancora una volta, il settantunenne primo ministro sta dedicando le sue energie politiche alla confezione di leggi che lo proteggano dalle inchieste dei pubblici ministeri.
Vuol far approvare una legge che sospenderebbe per un anno i processi in cui il reato presunto prevede una pena superiore ai 10 anni. Se questa legge dovesse passare, affonderebbe definitivamente un processo in programma il mese prossimo in cui Berlusconi é accusato per aver pagato 600.000 dollari al suo avvocato inglese David Mills. Ovviamente l'opposizione ha soprannominato l'emendamento "legge salva-premier".
Berlusconi non si limita a questo. Sta anche tentando di introdurre una legge che garantirebbe l'immunità alle alte cariche dello stato italiano, lui compreso. Una legge simile sarebbe impensabile nella quasi totalità degli stati occidentali e fu ritenuta incostituzionale dalla Corte costituzionale italiana, quando Berlusconi cercò di introdurla l'altra volta, nel 2004.
Adesso che è di nuovo al governo, Berlusconi ritenta. Il tutto potrebbe risultare di modesto interesse se Berlusconi dedicasse le stesse energie a riformare l'economia italiana, ormai in coma. Ma, anche qui, montano i timori. L'ultima volta che é stato al governo, uno degli errori più gravi commessi da Berlusconi fu quello di lasciare fuori controllo la spirale del deficit e del livello del debito.
E' lecito chiedersi se presto assisteremo al bis. La settimana scorsa il governo Berlusconi ha presentato un Documento di programmazione economico finanziaria che vede salire il deficit pubblico dall'1,9% del Pil del 2007 al 2,5% del 2008.
L'aumento può essere giustificato dal rallentamento della crescita economica ma, da parte di questo governo, non si vede ancora nessun indizio della volontà di esercitare una decisa stretta sulla spesa pubblica. Per il bene dell'Italia, le cose ora devono assolutamente migliorare. Il Paese ha un livello di crescita tra i più lenti della zona Euro. Ha bisogno di un governo serio e responsabile che faccia ripartire l'economia.
Mercoledì, Berlusconi ha detto che i pubblici ministeri italiani l'hanno sottoposto ad un interminabile "Calvario". Ma, in questa storia, l'unico vero Calvario é quello toccato all'Italia, che ha un disperato bisogno di dare una nuova direzione al proprio destino politico ed economico.

Editoriale del 26 giugno del Financial Times , intitolo "Oh no, not again" traduzione di Giulia Alliani http://www.osservatoriosullalegalita.org/

Le Vignette di Maramotti , 29 giugno 2008 da ''l'Unità''

29 giugno 2008

DA SETTEMBRE CONCORSI PER DIPLOMATI ALLA REGIONE PUGLIA


(Iscrizione dal 08-09-2008 - al 08-10-2008)
Concorso pubblico per esami per la copertura, con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, di n. 20 posti di categoria C - posizione economica C1 - area ambientale e del territorio.
Codice concorso: RP/C/AMB/08

(Iscrizione dal 08-09-2008 - al 08-10-2008)
Concorso pubblico per esami per la copertura, con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, di n. 4 posti di categoria C - posizione economica C1 - area socio assistenziale. Codice concorso: RP/C/SOC/08
(Iscrizione dal 08-09-2008 - al 08-10-2008)
Concorso pubblico per esami per la copertura, con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, di n. 22 posti di categoria C - posizione economica C1- area contabile.
Codice concorso: RP/C/CON/08

(Iscrizione dal 08-09-2008 - al 08-10-2008)
Concorso pubblico per esami per la copertura, con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, di n. 4 posti di categoria C - posizione economica C1- area informatica.
Codice concorso: RP/C/INF/08

28 giugno 2008

Maturità: ultimo atto


Per molti il peggio è passato ma, per tutti non è ancora finita. Dopo aver affrontato le tre prove scritte, per i maturandi massafresi sono iniziati in questi giorni gli orali che rappresentano l’ultimo ostacolo in questa tappa cruciale del percorso scolastico. Il faccia a faccia con i professori è senz’altro il momento della verità, temuto dai più ansiosi e atteso da tutti gli altri perché segna l’inizio delle meritate vacanze.
La prova orale inizia con la presentazione e la discussione di un argomento a scelta del candidato, la cosiddetta tesina, redatta nella forma prescelta - anche multimediale - per estendersi poi, ai vari argomenti di interesse pluridisciplinare attinenti al programma svolto durante l’intero anno scolastico. Il voto finale, espresso in centesimi, sarà il risultato dei punteggi attribuiti alle prove scritte e al colloquio e dei punti acquisiti durante la carriera scolastica. C’è poi un bonus che può essere assegnato dalla commissione al voto finale.
Anche per gli orali, così come per le prove scritte, molti i siti internet che offrono, oltre alle più svariate tesine, consigli ed esercizi per una ripassata veloce ed efficace; ma non mancano anche i suggerimenti sull’abbigliamento adatto per fare una buona impressione sulla commissione esaminatrice.
Si avvia così alla sua conclusione la maturità ’08 che verrà ricordata per i tanto discussi errori ed inesattezze che hanno caratterizzato le prove scritte, a partire dallo svarione sulla poesia di Montale presentata come ispirata ad una donna ma, in realtà dedicata ad un uomo fino ai diversi errori grammaticali presenti nella prova d’inglese.

LE NOTIFICHE DEL CONSORZIO DI BONIFICA VANNO RITIRATE

Bari, 28 Giugno 2008


Il caos è grande sotto il cielo. Nuove lettere starebbero per arrivare agli agricoltori per informarli che il costo per ettaro è non più di € 485 ma di €1.262 con soli 5 giorni di tempo per disdettare la superficie prenotata. Nell’ultimo Consiglio Regionale a seguito di un mio intervento di denuncia, ho invitato l’Esecutivo regionale a rivedere l’accordo di programma del 1999 con la Regione Basilicata, con la partecipazione del nuovo Governo.
Va sottolineato che questo accordo fu firmato il 5 Agosto 1999 a Roma tra la Regione Basilicata e la Regione Puglia amministrata dal centrodestra (Presidente Salvatore Di Staso). Le premesse di questa nuova piaga per l’agricoltura pugliese e jonica in particolare sono tutte lì. Il c.d. danno ambientale prima sostenuto dallo Stato era riversato ai Consorzi quindi da questi agli ignari agricoltori. E’ bene però sapere che in questi tre anni noi abbiamo impedito che questo costo si scaricasse sugli stessi.
Ora siamo ancora noi che mettiamo in discussione l’accordo e chiediamo una gestione che non penalizzi gli agricoltori pugliesi. Non si vede perché loro debbano pagare l’acqua 6, 7 volte di più di altri agricoltori. Ciò determina uno svantaggio competitivo che in questi tempi rende veramente le cose critiche. E non può arrivare sempre il centrosinistra a sanare situazioni incancrenite da anni.
Perciò la Regione si impegnerà a rivedere il contenuto dell’accordo, lo Stato deve fare la sua parte. il Commissario del Consorzio di Bonifica Stornara e Tara deve coordinare i suoi interventi con la nostra volontà politica e revocare le cartelle. Quindi sostenere per quanto possibile l’agricoltura e gli agricoltori. Non illudendoli, come ha fatto il centrodestra, ma rispettando sul serio il loro sacrificio fatto di levatacce mattutine e di continue tensioni sul loro reddito. Aggredito ora dalle intemperie, cui il precedente Governo Berlusconi toglie il modesto risarcimento tardivo dello Stato, ed ora da costi non più sopportabili. Cosa dovrebbero fare gli agricoltori? Fare come il recente accordo concesso ai camionisti per il prezzo del carburante? Trasferire immediatamente i costi al prezzo del prodotto? Così avremmo tutti alimentari più cari. Come potete constatare nel 1999 il Presidente Vendola non c’era, l’accordo fu firmato dal Governo regionale di centrodestra scaricando di fatto le nuove tariffe sugli agricoltori, in tre anni abbiamo impedito che la nuova tariffa venisse effettivamente applicata, ora il Presidente Vendola farà di tutto per chiedere la modifica.

Il Consigliere regionale del PD -Paolo Costantino-

Dietro Robin Hood, si nasconde lo sceriffo di Nottingham.


La demagogia della Robin Hood Tax è chiara già dal suo nome. E ammesso che favorisca pescatori e agricoltori, farà pagare ancora di più la benzina a tutti gli altri consumatori .

Secondo lo schema Robin Hood, il proposito dovrebbe essere quello di scremare un po' di grasso dai pingui bilanci dei petrolieri per trasferirlo a sollievo di coloro che sono i più colpiti dal caro-greggio. A parte le difficoltà tecniche di realizzare una simile manovra, chi l'ha concepita forse non ha ben presente quel capitolo delle nozioni elementari di scienza delle finanze che si intitola: traslazione delle imposte. Nel quale si illustra un meccanismo tipico delle economie di mercato in forza del quale ogni nuova o maggiore imposta tende ad essere trasferita, in tutto o in parte e talora perfino in eccesso, sul prezzo finale del bene in questione. In altre parole, magari Tremonti troverà pure il modo di spostare un po' di soldi dalle casse dei petrolieri alle tasche dei camionisti o dei pescatori, ma il risultato finale è che il prezzo di benzina e gasolio rischia seriamente di diventare ancora più elevato per tutti gli altri consumatori. A meno che, s'intende, il provvedimento sull'imposta straordinaria non sia accompagnato in parallelo da misure di intervento d'autorità sui prezzi, insomma da una militarizzazione economica del mercato dei carburanti. Esito francamente pessimo, comunque paradossale per chi non si stanca di celebrare le virtù del libero mercato.Un altro punto critico riguarda l'impatto di una simile sovrimposta sull'assetto del sistema tributario. Già con la detassazione dei redditi da lavoro straordinario il governo Berlusconi ha dato un fiero colpo al principio generale secondo cui tutti i contribuenti, in proporzione alla loro capacità reddituale, devono essere uguali di fronte all'Erario. Questa ulteriore segmentazione dell'imponibile, seppure sul versante delle aziende, introdurrebbe nuovi elementi di disparità, per giunta creando un pericoloso precedente tale da aprire la strada a un utilizzo occasionale o, peggio ancora, arbitrario dell'arma fiscale da parte di chi governa. Non sarebbe gradevole scoprire che, dietro i panni del sedicente Robin Hood, si nasconde in realtà lo sceriffo di Nottingham.
( Massimo Riva -L'Espresso-)

26 giugno 2008

Nasce ReD, idee per un programma riformista.


Al cinema Farnese, nel cuore di Roma , è stata presentata l'associazione ReD - acronimo di Riformisti e Democratici .

"ReD - recita il testo di presentazione, letto in sala da Paolo De Castro - è un luogo di dibattito, che ha lo scopo di contribuire alla crescita di una prospettiva riformista nel solco tracciato con la nascita del Pd. Una risorsa per lavorare nel medio periodo alla produzione di idee e traiettorie d'impegno entro cui avanzare nel difficile compito di costruire e radicare il nuovo soggetto politico. Una istituzione culturale, utile ad arricchire la realtà di un partito moderno, che ha l'obiettivo di promuovere i collegamenti con la società, il mondo scientifico, le componenti sociali ed economiche, che produrrà iniziative anche sui territori".Nata dall'iniziativa di alcune tra le personalità più di spicco del Partito Democratico, ReD si propone di proseguire ed affiancare l'opera cominciata e portata avanti negli ultimi dieci anni dalla Fondazione Italianieuropei. A presentarla, a fianco di Paolo De Castro, c'erano Massimo D'Alema - vero mentore dell'iniziativa - Pier Luigi Bersani e Livia Turco. Moltissime le personalità in sala, d'altronde all'associazione hanno già aderito 114 parlamentari del PD. Dei presenti, oltre a Gianni Pittella e ai promotori dell'iniziativa, sono intervenuti anche Ignazio Marino, Roberto Speranza, Barbara Pollastrini, Nicodemo Oliverio. Un minimo comune denominatore ha contraddistinto gli interventi di tutti: prima di definire che cosa fosse ReD, hanno messo bene in chiaro cosa non è e non vuole essere. Emblematiche, in questo senso, le parole di Massimo D'Alema: "Solo pigrizia e conformismo intellettuale fanno dire a qualcuno che questa è una corrente. Fare una corrente sarebbe stato molto più semplice e meno dispendioso. Noi - spiega l'ex vicepremier, che ha sostenuto la leadership di Walter Veltroni - non vogliamo rompere le scatole al Pd, ma anzi fornire al Pd stesso e alla politica in generale, un lavoro di dialogo, approfondimento e confronto. Questa iniziativa, nel suo complesso, ha l'ambizione di costruire un tipo nuovo di politica. Vogliamo che l'associazione sia un luogo di confronto tra la politica e la società, tra la politica e la cultura". Sulla stessa lunghezza d'onda Pier Luigi Bersani, ministro dell'Economia del Governo ombra del Pd: "L'associazione vuole lavorare per portare cultura politica nel partito, in modo aperto e partecipato".Che non si tratti di una corrente, d'altronde, lo si capisce sia dalla composizione e dalla storia politica delle persone che ne hanno sancito la nascita, sia dai primi argomenti emersi durante la presentazione. Ecco allora che Ignazio Marino parla di bioetica e sanità, Roberto Speranza di giovani e Mezzogiorno, Gianni Pittella di Europa e mescolanza politica, Livia Turco di alcune delle battaglie culturali più importanti del nostro tempo, tra cui spicca la lotta al conformismo e la costruzione di una nuova idea di società. Barbara Pollastrini assicura che la leadership di Veltroni non è in discussione e, citando Blair, Zapatero e Obama, invita tutto il mondo politico che ruota intorno al Pd a "costruire un pensiero nuovo, senza fare rinunce". Nicodemo Oliverio, che proviene dalla tradizione popolare e cristianodemocratica, spiega: "Abbiamo avvertito, tutti insieme, la grande esigenza di cercare di dare delle risposte alle domande che vengono fatte al nuovo riformismo. L'associazione è un luogo dove discutere, in amicizia". D'altronde, sottolinea Bersani, "dobbiamo portare avanti un'idea forte di politica, l'idea di un riformismo che non abbia paura delle parole sinistra e popolare. L'idea di un partito che sia liberale in economia, che abbia un'idea universalistica dei servizi alla persona, che porti avanti una fiscalità progressiva e redistributiva. Un partito organizzato e di popolo. I prossimi mesi saranno decisivi".

25 giugno 2008

IL PIANO SANITARIO REGIONALE E' UNA VITTORIA



IL PIANO SANITARIO REGIONALE E' UNA VITTORIA
PER IL TERRITORIO IONICO ,
UNA VITTORIA PER I CITTADINI

FARCI POPOLO

"Il PD è il nostro approdo. Siamo democratici, basta essere ex di qualcosa".
Così Walter Veltroni, segretario del Partito Democratico in chiusura dell’Assemblea Nazionale del PD. Tanti gli interventi che si sono succeduti nel corso della lunga giornata, che si è conclusa con la votazione della lista dei membri che andranno a formare la direzione del PD. Il segretario, prima di concludere il suo intervento finale, ha ribadito che ora “dobbiamo costruire ciò che è il nostro punto di approdo, che prima arriva e meglio sarà. Basta essere ex di qualcosa”. Poi ancora un riferimento al radicamento del PD sui territori: “Nella nostra gente questo è già successo e ora deve salire a partire dai comuni e dalle province. Oggi dobbiamo garantire ancora degli equilibri ma tra qualche mese dobbiamo poterci definire solo democratici, per quello che significa questa parola per noi".




Festa del Parito Democratico a Ginosa


"Festa del Partito Democratico "
a Ginosa dal 27 al 29 Giugno

per info : PD GINOSA

24 giugno 2008

"Un colpo alla scuola pubblica" : 150 mila posti in meno in 3 anni



Attacco alla scuola pubblica", "Scuola statale a rischio smantellamento" e "scelte pesantissime sulla scuola".

Sono i commenti dei leader sindacali della scuola sul cosiddetto decreto fiscale di cui si conosce una prima bozza attendibile. Per tagliare gli sprechi nella pubblica amministrazione e avviare il meccanismo virtuoso del merito il governo Berlusconi avrebbe previsto per la scuola una cura da cavallo. Nei prossimi tre anni dovrebbero saltare qualcosa come 150 mila posti di lavoro (100 mila cattedre e 47 mila posti di personale amministrativo, tecnico e ausiliario (Ata) per recuperare la cifra record di 8 miliardi di euro.
I tagli andrebbero sotto la voce "Disposizioni in materia di organizzazione scolastica" .
C'è poi la partita del personale Ata. Entro l'anno scolastico 2011/2012 è prevista una riduzione pari al 17 per cento della dotazione organica di bidelli, personale di segreteria e tecnici di laboratorio. Secondo questa ipotesi, le scuole avranno meno bidelli per vigilare gli alunni, meno addetti elle segreterie e meno tecnici presenti nei laboratori. Le reazioni. Francesco Scrima della Cisl scuola parla di governo che "decide all'ingrosso pesantissimi tagli del personale senza considerare le conseguenze sul piano della qualità dei servizi erogati". Parla si esecutivo che "non si interessa degli obiettivi che oggi la scuola deve ottenere, ma attacca semplicemente un pezzo di welfare". E continua: "Si taglia il futuro, si tagliano le radici su cui il Paese può crescere". "Tagliare altri 100 mila cattedre nel prossimo triennio - dichiara Rino Di Meglio, della Gilda degli insegnanti - significherebbe smantellare la scuola statale". Il perché è presto detto. "Sbaglia chi attribuisce alla scuola sprechi di denaro pubblico - spiega Di Meglio - basta vedere, per esempio, lo stato di fatiscenza in cui versa la maggior parte degli edifici scolastici, sovraffollati, a rischio sicurezza e carenti persino di banchi, sedie e gessi, e il rapporto docenti-alunni sempre più sproporzionato. Risultato: per investimenti nell'istruzione, l'Italia si trova agli ultimi posti nella classifica dei paesi sviluppati".
Si ipotizza, infatti, il ritorno al maestro unico nella scuola primaria e, nella secondaria, meno ore e meno materie per tutti, a partire dalle scuole tradizionalmente destinate ai ceti più popolari.
"Se la manovra venisse confermata - dichiara l'ex viceministro alla Pubblica istruzione, Mariangela Bastico (PD)- Non si tratta di azioni volte alla razionalizzazione e all'efficienza del sistema, come quelli messi in atto dal governo precedente. Si tratta di interventi volti allo scardinamento della scuola pubblica. I tagli in questione possono essere realizzati - continua - sono smantellando pezzi del sistema scuola". In che modo? "Utilizzare il rapporto alunni/docenti - spiega la Bastico - è improprio perché in Italia le anomalie cui fa cenno il governo attuale sono dovute, per esempio, alle politiche per l'integrazione dei disabili". "In Italia i posti determinati dalla integrazione dei disabili sono circa 150 mila, negli altri pesi o ci sono le scuole speciali o questi posti sono a carico delle Politiche sociali". E quali altri settori rischiano? "Il tempo pieno e il tempo prolungato alla scuola elementare - risponde l'ex inquilino di viale Trastevere - ma anche l'intera scuola dell'infanzia pubblica e l'istruzione degli adulti". Si potrebbe ritornare al maestro unico alla scuola elementare e si potrebbero ritoccare gli orari della scuola superiore. "
La cosa che mi meraviglia maggiormente è che il ministro Gelmini, nelle sue relazioni in Commissione, non ha accennato minimamente a politiche di riduzione così drastiche". E ancora, "la scuola non può reggere con un'assunzione ogni dieci pensionamenti", conclude. E per i 300 mila precari in attesa delle immissioni in ruolo il futuro si tinge di nero.

(di SALVO INTRAVAIA da "La Repubblica" 24 giugno 2008)

23 giugno 2008

MARTEDÌ 24 GIUGNO è convocato il Coordinamento Cittadino.

MARTEDÌ 24 GIUGNO
ore 20.00
presso la sede di via C.Poerio , 44
è convocato il Coordinamento Cittadino.


LA DESTRA MENTE A TUTTI , ANCHE AGLI AGRICOLTORI.


Dopo le dichiarazioni dell’ex ass. alle Att. Produttive accompagnate dall’ass. all’Agricoltura di Castellaneta Giuseppe Rochira


COSTANTINO (PD) : DA LOSPINUSO E ROCHIRA (AN) UNA IMPUDENZA SENZA LIMITI


BARI – Pagare chi ne ha diritto e farlo subito. La Destra invece di riflettere su ritardi e cifre interamente imputabili alle sue gestioni preferisce polemizzare e intorpidire le acque. Allora è bene ristabilire i fatti, carte alla mano.1) Castellaneta e gli altri Comuni ed Enti locali coinvolti farebbero bene a fare i massimi sforzi possibili per saldare subito le spettanze degli agricoltori. Castellaneta, oltre alla Provincia di Taranto e ai rimanenti Comuni jonici, ha ricevuto i fondi con Determina del Dirigente del Settore Agricoltura della Regione Puglia n°558 del 26 Marzo 2008.2) La politica del centrosinistra è diretta a favorire i cittadini e le piccole imprese, senza penalizzare le grandi. Il limite dei 10.000€ serve per evitare che le imprese incassino gli aiuti alla produzione, evadendo poi quanto da loro dovuto. Equitalia però deve sbloccare al più presto i pagamenti a chi ha debiti inferiori a detti limiti e a maggior ragione a chi ha saldato il suo debito con la maxiristrutturazione debiti INPS. Ricordo a tal proposito che il termine di Giugno per la corresponsione della integrazione PAC sta per scadere e la procedura di ristrutturazione si è chiusa il 25 Febbraio del 2008. Non si capisce ancora perché l’integrazione tardi ad essere versata.3) La Legge 185 del 1992 sui risarcimenti per le calamità, sulla quale si sta dibattendo e da cui gli agricoltori attendono il 21% dei danni lamentati, è stata cancellata da Berlusconi e Alemanno nel 2004. Obbligato dal 2005 in poi il ricorso alle assicurazioni private, dalle quali spesso non si ottiene nemmeno il riconoscimento del danno. Chi fa i controlli è spesso in evidente conflitto di interesse. A proposito, “meno male che Silvio c’è” possiede compagnie assicuratrici. E comunque bisogna fare domanda e pagare la polizza, un costo per le imprese agricole che prima non c’era.4) I risarcimenti, da quando esiste la Legge 185, cioè dal 1992, si sono sempre attestati su percentuali basse rispetto ai fabbisogni presentati dalle Province. Spesso non arrivavano a chi ne aveva davvero bisogno poiché chi aveva il giro giusto sapeva come compilare le domande e farle arrivare per tempo. Quindi il 21% con cui la Regione si è impegnata è assolutamente in linea con quanto si faceva prima. Con l’abitudine nostra a fare sul serio e non a sbandierare.5) La Provincia di Taranto ha fatto uno sforzo encomiabile per far arrivare agli agricoltori le somme ed i prestiti. Palagianello ad esempio ha già fatto sapere di aver liquidato il 5 Giugno scorso le spettanze del 2003, 9 giorni dopo aver ricevuto i soldi. Gli altri Comuni jonici, Ginosa e Castellaneta in testa facciano lo stesso invece di perdere tempo a coprire le bugie del centrodestra al Governo. Il quale nel 2004 con la storica crisi dell’agricoltura fece un miracoloso decreto per crisi di mercato e si scordò di finanziarlo facendolo decadere. Ora vedremo che succederà quando si tratterà di onorare l’impegno. Primo ed ultimo poiché dopo lo ripetiamo il Governo Berlusconi abroga quella Legge. Con buona pace degli agricoltori e con ben pochi oppositori a quel disegno.


Bari, 20 Giugno 2008
Il Consigliere regionale del PD Paolo Costantino

21 giugno 2008

Il Piano Regionale della Salute

Il Piano Regionale della Salute prevede:

  • Massafra riapre l'ospedale Matteo Pagliari , divenendo ospedale di Base , con quattro branche mediche : medicina, chirurgia, ortopedia e ginecologia. Previsto l'acquisto di una nuova TAC
  • Castellaneta passerà da ospedale di base a struttura intermedia con la riapertura della rianimazione
  • Mottola , è prevista la trasformazione in ospedale di riabilitazione

PROMESSA MANTENUTA!!


«Il Piano Salute non ci penalizza»


Pd smontano le polemicche del centro destra e presenta il PIANO SANITARIO REGIONALE per la Provincia Jonica Occidentale


Si è tenuta il 19 Giugno la conferenza stampa promossa dal consigliere regionale Paolo Costantino, che è anche componente della III commissione regionale sanità, per di fare chiarezza su come cambierà la sanità sul territorio ionico. “Se c’è una provincia pugliese - ha esordito - che non è stata penalizzata dal piano, questa è la nostra perché oltre a rivalutare molte delle strutture ospedaliere che oggi hanno seri problemi, il nostro territorio godrà dei benefici derivanti dalla realizzazione di tre dei dodici nuovi ospedali previsti per tutta la Puglia”. Dai sindaci del centrodestra era partito l’allarme per la perdita dei presìdi del versante che investe i territori da Massafra a Laterza. “Non è assolutamente vero” ha ribadito Costantino elencando quelli che dovrebbero essere gli interventi previsti nel piano. “Per la zona occidentale ionica non si perderà alcuna struttura ospedaliera - ha spiegato - per Mottola, come più volte detto, è prevista la trasformazione in ospedale di riabilitazione; Massafra verrà, invece, riaperto con le quattro branche di base, ovvero medicina, chirurgia, ortopedia e ginecologia; Castellaneta passerà da ospedale di base a struttura intermedia con la riapertura della rianimazione non appena la magistratura avrà completato le indagini e riaperto l’Utic. Per il versante orientale, invece, Manduria, oggi ospedale di base, diventerà ospedale intermedio. Quella struttura, oggi non adeguata, sarà sostituita da una nuova. L’ospedale della città messapica è, infatti, uno dei nuovi tre previsti. Ci sono poi il SS. Annunziata di Taranto che sarà a gestione pubblico privata con il San Raffaele di Milano, e l’ospedale di Martina Franca. Per Grottaglie, infine, il sindaco chiede che resti ospedale di base, ma è prevista l’aggregazione con Manduria. Verranno comunque fatte delle valutazioni. Il Moscati resta così com’è”. Con Costantino c’erano il vice segretario regionale Michele Mazzarano e i coordinatori dei circoli del Pd della zona occidentale. Tutti hanno sostenuto la validità del nuovo piano facendo, inoltre, notare che la Regione ha voluto incrementare il numero dei posti letto. “L’unico obiettivo - ha concluso il consigliere - è quello di migliorare le condizioni di una sanità che per troppo tempo ha penalizzato gli utenti”.


MARIA DE BARTOLOMEO -TARANTOSERA-

20 giugno 2008

19 giugno 2008

Rispunta il ticket sanitario


Un taglio secco di 6 miliardi dal 2009 al 2011. E il rischio di far rinascere fin dal prossimo anno i superticket da 10 euro su visite e analisi, ma in prospettiva anche l'obbligo per le Regioni con i conti in rosso di coprire i deficit con altri ticket regionali. Anche se il Governo frena: faremo un accordo con le Regioni, nessun nuovo superticket sulla specialistica.

Cala la scure del Governo sulla spesa sanitaria e tra le Regioni scatta subito l'allarme: «I Patti vanno rispettati». Fatto sta che il «Patto sulla salute» in vigore, quello di Prodi, Tremonti lo vuole riscrivere daccapo. La ricetta è pronta: meno posti letto negli ospedali, riduzione dei costi del personale, nuove tariffe, massicci controlli delle cartelle cliniche.

Misure che si accompagnano ad altre predisposte da Sacconi, a cominciare dalla stretta all'assistenza sanitaria agli immigrati neocomunitari che beneficiano di più servizi da parte del Ssn ripetto ai Paesi d'origine. Ma anche con la lotta alla burocrazia e riorganizzazione di enti e Agenzie sanitarie.Tra decreto legge, disegno di legge approvato ieri e prossimi collegati alla Finanziaria, il Governo conferma di voler mettere la museruola alla spesa di Asl e ospedali. Stop e sprechi e inefficienze, è la parola d'ordine. Che col federalismo fiscale imporrà sanzioni politiche agli amministratori "colpevoli" dei disavanzi.Intanto si parte dalla potatura secca nel triennio del Fondo sanitario nazionale. Che avrà questa scansione: 250 milioni in meno nel 2009 (ultimo anno del «Patto» in vigore), altri 2 miliardi nel 2010, e ancora 3 miliardi nel 2011. Ma attenzione: poiché il Governo al momento non rifinanzia la soppressione (vale 831 milioni) del ticket da 10 euro su visite e analisi varato nel 2007 da Turco-Prodi e poi congelato fino a tutto il 2008, per evitarlo le Regioni dovrebbero comunque applicare per la stessa quota altre compartecipazioni alla spesa. Altrimenti il superticket riscatterebbe dal 1 gennaio 2009. Come dire, appunto, che il taglio triennale sul Ssn vale 6 miliardi. Soluzioni alternative al superticket, è stato poi concordato in serata a palazzo Chigi, saranno individuate in un apposito tavolo Stato–Regioni. Ma le Regioni attaccano comunque e tengono alta la guardia: la rinascita del ticket sulla specialistica è «insostenibile», ha detto Vasco Errani, ricordando l'impegno in vigore per la copertura di «risorse aggiuntive», come appunto il superticket.Ma la strategia di razionalizzazione della spesa sanitaria è affidata soprattutto agli interventi «strutturali» che l'Economia ha in serbo anche con le misure di monitoraggio e controllo della spesa contenute nel decreto di ieri con cui vengono stretti i freni sui bilanci di Asl e ospedali, in particolare nei confronti delle Regioni sottoposte al piano di rientro dal disavanzo. Per le Regioni che non raggiungono gli obiettivi scatterebbe automaticamente anche l'obbligo di inasprire i ticket.Il nuovo «Patto» di Tremonti – che le Regioni chiedono però di discutere contestualmente alle risorse future – prevede così: la riduzione dello standard di dotazione dei posti letto negli ospedali; la diminuzione della spesa per il personale; la revisione nazionale delle tariffe (i Drg); lo stop ai privati convenzionati senza contratto. E ancora: l'aumento dal 2 al 10% dei controlli sulle cartelle cliniche con punte fino al 100% per alcuni interventi come la cardiochirurgia per pazienti ultra 75enni; i controlli delle false esenzioni per reddito con la tessera sanitaria.Dal ministro del Welfare ecco poi altre misure specifiche che seguono due direttrici di marcia: la semplificazione burocratica e la riorganizzazione di enti e organismi (Aifa, Ispesl, Iss, Croce Rossa, Istituti zooprofilattici, Lega per la lotta ai tumori) controllati dal Welfare.Per le semplificazioni vengono così rispolverate le misure di alcuni Ddl di Livia Turco della scorsa legislatura: abolizione di centinaia di certificazinoi sanitarie, semplificazioni di autorizzazioni amministrative e altre ancora da individuare in accordo con le Regioni. Tra i costi da tagliare, spunta poi la stretta alle prestazioni destinate ai cittadini comunitari neo immigrati che usufruiscono di prestazioni più favorevoli rispetto a quelle di cui anno diritto nei Paesi di provenienza.


di Roberto Turno dal Il Sole 24 Ore

Manovra Tremonti: solo tagli. Tornano i ticket e meno welfare


Via libera alla manovra triennale 2009-2011 e al Documento di programmazione economica e finanziaria da un Consiglio dei ministri lampo (appena 40 minuti di esame) per varare la Finanziaria anticipata da 34,8 miliardi in tre anni (13,1 l'anno prossimo, 7,1 nel 2010 e 14,6 nel 2011) fatta per gran parte di tagli alla sanità e al welfare con il protocollo dello scorso anno quasi cancellato.
Un intervento che consentirà al Paese di centrare l'obiettivo del pareggio di bilancio entro il 2011 come confermato dal premier, Silvio Berlusconi, e che è un «obiettivo ineludibile», ha aggiunto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti.

La manovra sarà articolata in un decreto legge e un disegno di legge e sarà fatta per 4 miliardi di entrate fiscali e il resto con riduzione della spesa pubblica.

Tremonti decide da solo «Ho controllato, la discussione è durata nove minuti e mezzo». Giulio Tremonti, ministro dell'Economia, riferisce con un malcelato orgoglio che la discussione su manovra e Dpef in Consiglio dei ministri è durata una manciata di minuti, contrariamente a quanto avviene solitamente, con «lunghe discussioni che cominciano a maggio e proseguono fino a settembre». Tremonti ha ribadito che l'approvazione definitiva avverrà «entro l'estate». E non perché gli altri ministri non protestassero per i tagli ai loro ministeri, ma perché il ministro dell'Economia ha carta bianca da Berlusconi.

Tagli alla Sanità e ripristino del ticket Potrebbero essere più pesanti del previsto i tagli per la sanità contenuti nella manovra economica, con il rischio di un ripristino del ticket già dal 2009: si tradurrebbe in 6 miliardi di tagli solo per il comparto sanità.

La sforbiciata in arrivo per il settore sanitario, secondo le ipotesi circolate nel corso degli incontri tecnico-politici tra governo e rappresentanti delle Regioni, dovrebbe essere di 6 miliardi nel 2009-2011 (il doppio rispetto ai 3 annunciati pochi giorni fa) e potrebbe portare, in assenza di coperture adeguate, alla reintroduzione del ticket, una tassa sospesa per tutto il 2008 dal Governo Prodi.

Ritorno il job on call Nell'incontro con Confindustria e sindacati è stato annunciato il ritorno del lavoro a chiamata: il cosidetto "job on call" (o lavoro intermittente) previsto dalla legge Biagi che era stato abolito con la legge che aveva recepito il protocollo sul welfare del governo Prodi. Secondo quanto risulta dalle ultime ipotesi nella manovra finanziaria sarebbe prevista per decreto un'abolizione dell'abolizione e quindi il ripristino di questo tipo di contratti.

Stop al tagli di Province e Comunità montane Stop temporaneo al taglio in finanziaria per provincie e comunità montane. Lo si apprende da alcuni partecipanti alla riunione in corso al ministero per i rapporti con le regioni tra governo, regioni e altre autonomie locali. Per gli eventuali nuovi provvedimenti se ne riparlerà a settembre - riferisce uno dei partecipanti - riprendendo il confronto sul complesso del codice delle autonomie.

Tav, tornano gli amichetti senza gara Sono abrogate le revoche delle concessioni stipulate da Tav spa con i contraenti generali in data 15 ottobre 1991 e i16 marzo 1992. I rapporti stipulati «continuano senza soluzione di continuità» con la Rfì. E' quanto prevede il decreto legge che verrà approvato dal Consiglio dei ministri. In pratica, si tratta delle revoche che nel 2007 erano state disposte dall'allora ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, perchè assegnate senza ricorso a bando di gara.

Bersani: demagogia e tagli «Un fritto misto» che unisce «misure di chiaro sapore demagogico», come l'operazione su banche e assicurazioni, e «prelude nella sostanza ad una traiettoria che va a colpire i servizi locali e la sanità senza andare al cuore della questione sociale». Il ministro ombra dell'Economia del Pd Pierluigi Bersani critica le prime notizie sulla manovra e pone un problema di metodo: «Non accetteremo strozzature nel dibattito parlamentare». «Mi sembra che siamo di fronte ad un fritto misto. C'è prima di tutto un problema di metodo: visto che abbiamo 40 giorni vogliamo capire da governo e dai presidenti delle Camere in che tempi e modi si pensa di discutere. Non accetteremo strozzature nel dibattito parlamentare e non vogliamo neanche sentir parlare di fiducia».

Sindacati fraddi, Cgil preoccupata Guglielmo Epifani, Luigi Angeletti e Raffaele Bonanni lamentano la mancanza del sostegno ai redditi più bassi soprattutto di dipendenti e pensionati. Il segretario della Cgil Guglielmo Epifani è «molto preoccupato, perchè vedo solo tagli». «La manovra - ha aggiunto - è tutta basata su tagli alla spesa. Sarebbe stato meglio se ci fosse stato un maggior apporto alla lotta all'elusione e all'evasione fiscale».

15 giugno 2008

D'Alema: "Per Berlusconi il Sud è una palla al piede"



Il Partito Democratico a confronto con le problematiche del Meridione. Oggi a Bari l’incontro regionale sul tema “il Pd e il Mezzogiorno”, cui hanno partecipato l’on. Massimo D’Alema, il Segretario regionale del Pd Puglia, Michele Emiliano, il Presidente della Provincia di Bari, Vincenzo Divella, il sen. Nicola Latorre, l’on. Michele Bordo e il Sindaco di Andria, Vincenzo Zaccaro.
Spazio ai saluti di Michele Emiliano e Vincenzo Divella, entrambi d’accordo sulle penalizzazioni del Governo Berlusconi nei confronti del Sud Italia. La revoca di 1.373 milioni di euro dalla finanziaria del 2007, oltre all’eliminazione del credito d’imposta per le imprese, determinano una netta preferenza nelle scelte politiche a vantaggio delle regioni del Nord. “In Puglia“, ha sottolineato il Segretario Emiliano, “ci sono città che costano molto meno all’erario dello Stato rispetto ad altre delle stesse dimensioni settentrionali”. Bari, ad esempio, pesa sulle casse nazionali il 30% in meno, se confrontata con capoluoghi del Nord. Si stima che l’intero corpo burocratico amministrativo barese costi la stessa spesa del corpo dei vigili urbani di Milano.
L’ex Ministro degli Esteri, di ritorno dalla Sicilia per un atto di solidarietà nei confronti dei sei operai morti nel depuratore di Mineo (Catania), ha esordito definendo “una tragedia meridionale” quella riguardante le vittime sul luogo di lavoro. “E’ un prezzo troppo alto, un dato di arretratezza”, ha sottolineato amareggiato. Poi, ha commenato le ultime operazioni del nuovo Esecutivo in chiave antimeridionale. “C’è una conferma chiara del fatto che il Governo rappresenta una svolta in senso nordista. Un copione già visto, mi sembra il classico atteggiamento di chi considera il Mezzogiorno una palla al piede”.
“E’ un copione già visto”, ha dichiarato D'Alema commentando le ultime operazioni del nuovo governo Berlusconi. Sotto accusa la volontà di tagliare i finanziamenti per le opere pubbliche nelle grandi regioni meridionali. Ma soprattutto, il credito d’imposta, inserito dallo stesso D’Alema. “Un fatto incomprensibile”, ha evidenziato, “perché è uno strumento non intermediato dalla politica e necessario per lo sviluppo delle imprese. Mi sembra il classico atteggiamento di chi considera il Mezzogiorno una palla al piede”.
Per quanto riguarda il Pd, D’Alema ha ribadito l’importanza dell’ Assemblea Nazionale che si terrà a Roma sabato e domenica prossimi, appuntamento determinante per il rilancio dell’azione politica in cui si definiranno gli Organi dirigenti del partito.
La sconfitta elettorale deve far riflettere. Certamente ha segnato un periodo di seria crisi della politica, che va oltre il confine italiano e vede una Europa impaurita di fronte alla sfida della globalizzazione. “C’è un bisogno diffuso di protezione e di sicurezza da parte della gente“, ha affermato D’Alema, “ecco perché è necessario impostare l’azione politica su diversi piani”. E’ necessario, dunque, riflettere sulla crisi politica degli ultimi 15 anni; trovare le ragioni di uno slancio dell’attività politica, di una seria opposizione, e marcare i punti che qualificano il confine tra Governo e Opposizione. Bene, quindi, il Governo Ombra, modello serio ed efficace per fare opposizione.
Sulla situazione attuale del Paese, “c’è una ondata di antimeridionalismo”, ha detto Massimo D’Alema, “ci vorrebbe una grande assemblea delle classi dirigenti del Sud, per misurare gli effetti e capire le cause e, di conseguenza, ci vorrebbe una forte opposizione con spirito meridionalista senza trascurare le grandi scelte nazionali”.
Sul tema dell’Europa, invece, è d’accordo con il Segretario Walter Veltroni. “Il Pd“, ha evidenziato, “non è un accampamento. La collocazione in Europa non può essere concepita come sfida identitaria, non può esserci una pretesa di annessione ai socialisti, per ragioni che attendono alla storia del nostro Partito. Lavoriamo per costruire qualcosa di nuovo, che tenga conto delle diversità”.

12 giugno 2008

EMILIANO : VENDOLA PRONTO ALL' APERTURA . MA PENTASSUGLIA DEVE RESTARE

Secondo me il presidente Vendola sta per fare un gesto di riconoscimento importante delle aspettative territoriali del Pd ionico. E lo farà prima del congresso di Rifondazione Comunista. Anche per questo mi sento di chiedere a Donato Pentassuglia di ritirare le sue dimissioni da segretario provinciale e di ritornare nella pienezza delle sue funzioni politiche”.Michele Emiliano, segretario regionale del Pd, getta acqua sul fuoco delle polemiche e cerca con tutta la forza del suo ragionamento politico e con l’autorevolezza del suo ruolo di ricondurre i mille e controversi fili del dibattito in corso in un ordito più lineare, in un percorso che privilegi la politica “alta”, la prospettiva sull’immediato e, soprattutto, la buona tenuta presente e futura di una coalizione che oggi governa la Regione, il Comune di Bari, la Provincia di Taranto e, con i doverosi distinguo e i necessari aggiustamenti, il Comune di Taranto. Emiliano sarà a Taranto nei prossimi giorni, riunirà i suoi e a loro farà proprio questo discorso di ricucitura, calandolo nel riconoscimento puntuale e non piagnone delle eclatanti peculiarità del caso-Taranto. “A Taranto – ci dice Emiliano –non è possibile parlare di politica politicante. Questa città ha pagato alla politica un prezzo spaventoso,era una sorta di fiore all’occhiello del metodo di governo nella Puglia “da bere” di Raffaele Fitto e Rossana Di Bello,come è andata a finire.A franare è stato tutto il sistema della destra. Ma non solo a Taranto, è ovvio. A Bari, per puntare su una città “tutta chiacchiere e distintivo” (citazione da cinefilo raffinato, è la frase di Robert De Niro-Al Capone ne “Gli Intoccabili”, n. d. r. ) hanno dilapidato la riserva-madre: c’era un avanzo di cassa di 200 miliardi di vecchie lire, quando mi sono insediato io ho trovato quella cifra praticamente azzerata, con aziende municipalizzate senza più quattrini, aziende multiservizi allo sbando, e via di questo passo. A Taranto c’è stato un dissesto di dimensioni eclatanti, ma il copione era lo stesso…”.
Anche per questo la gente ha votato Stefàno?
“Guardi, in situazione così estreme la gente non ha voglia di sentir parlare di partiti e di politica. La gente vuole sapere che cosa siamo capaci di fare per il bene comune, e come vogliamo farlo. Da questo punto di vista il nuovo governo della città di Taranto ha dato buoni risultati , ha dimostrato la possibilità di recuperare una forte tenuta morale e politica in una situazione catastrofica, riuscendo a ricucire un rapporto di fiducia fra l’istituzione e i cittadini. Nell’immaginario cittadino Stefàno non è stato eletto perché era di sinistra, è stato eletto perché è stato percepito come una persona per bene”.
Ma adesso a quella maggioranza non serve l’apporto del Pd?
“Per il bene comune servono tutte le energie disponibili che il sindaco crede siano utili per governare la meglio la città, ovviamente in uno schema politico compatibile e coerente”.
Come giudica le rivendicazioni del PD Jonico?
“Dico che sono rivendicazioni legittime e giuste, le omissioni del riconoscimento di un ruolo politico importante come quello del Pd di Taranto sono evidenti, e sono fermamente convinto che una persona dell’intelligenza politica di Vendola non può non considerare queste circostanze. Ma dico anche che quello della rivendicazione territoriale non può esaurire tutto il dibattito politico di Taranto, perché così rischiamo che la gente non ci capisca più. Il nostro sforzo politico deve essere quello di puntare ad alleanze ricostituite e rafforzate, senza concorrenze interne al centrosinistra, sia a Bari che a Taranto, fornendo anche noi come Pd un contributo forte al rilancio del ruolo e dell’immagine del presidente Vendola”.
Lei diceva che comunque Vendola è pronto a fare qualche concessione…
“Ne sono più che convinto, penso che il presidente farà chiarezza politica in tempi brevi, ne conosco l’intelligenza e la lealtà alla coalizione che lo sostiene, non ha alcun interesse a mettere in discussione o in crisi il Pd di Taranto. Per questo ribadisco che proprio ora il Pd ionico deve mostrare senso di responsabilità e travalicare ogni considerazione meramente legata agli assetti, aspettando con fiducia che gli eventi maturino”.
Ma lei a Pentassuglia che dice?
“Quello che penso: che lo considero una persona di grande cuore e di grande valore. Che sul piano personale lo comprendo benissimo e che probabilmente anch’io al suo posto avrei fatto la stessa cosa. Ma voglio anche fargli comprendere che ora il rischio da evitare è che la gente scambi il nostro dibattito interno come una mera questione di poltrone e di assessorati, mentre il nostro scopo è quello di tenere alta la pressione e il ragionamento politico del riconoscimento del ruolo del Pd di Taranto sia a Bari che al Comune. Gli chiedo di ritirare le dimissioni e verrò nelle prossime ore a Taranto per rinnovargli pubblicamente l’invito ”

[[MARCELLO COMMETTI -GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 12/06(08]]

11 giugno 2008

Le Vignette di Sergio Staino

Taranto, in sciopero l'Arsenale: 2400 a rischio

Sciopero generale all’ Arsenale della Marina di Taranto. Incrociano le braccia più della metà dei 2400 lavoratori che temono di perdere il posto. Parliamo della più grande attività produttiva della città, che impiega, tra dipendenti diretti e indiretti, più della stessa Ilva. Ma nei mesi scorsi diverse inchieste hanno svelato che numerosi bacini dove venivano trasportate le navi militari per la manutenzione, non rispettavano le elementari norme di sicurezza. Da qui, il sequestro. L’ultimo quello del bacino Brin, dove stazionava un sommergibile su cui si sarebbe dovuto lavorare. Perso anche quello. E per le migliaia di lavoratori si avvicina sempre di più lo spettro della disoccupazione.Da mesi minacciavano lo sciopero, nella speranza che il ministero della Difesa intervenisse direttamente nella questione. Ma il silenzio delle istituzioni ora li ha fatti decidere, anche perché le ipotesi del nuovo governo sulla privatizzazione del pubblico impiego hanno fatto aumentare le preoccupazioni. Per questo, Cgil, Cisl e Uil «chiedono al nuovo governo e, segnatamente al nuovo ministro della Difesa Ignazio La Russa, che i provvedimenti in atto, di riordino, ristrutturazione e soppressione di Enti e Comandi, ovvero le misure di razionalizzazione della spesa militare, non penalizzino ulteriormente l’attuale modello di difesa nazionale che ha visto, finora, l’ Arsenale di Taranto svolgere ruoli chiave quanto imprescindibili».In queste settimane, sul tavolo di La Russa è arrivata anche un’interrogazione: ha come primo firmatario il parlamentare Pd Ludovico Vico, ma è stata poi sottoscritta da una quarantina di esponenti tarantini del Pd e del Pdl. «Malgrado le confortevoli parole del Ministro La Russa – spiega Vico – è importante continuare a sollecitare il Ministero della Difesa affinché acceleri le procedure necessarie per riattivare l’impianto industriale». Insomma, «è urgente che seguano i fatti». La Russa ha risposto all’interrogazione assicurando l’accelerazione dei lavori per la messa a norma, e ha fatto sapere che sono già pronte due navi, la fregata Espero e il cacciatorpediniere de La Penne, da mandare in manutenzione a Taranto. Ma da allora, era il 16 maggio, non si è più saputo nulla. Tra meno di un mese, gli ispettori del Lavoro torneranno a Taranto per verificare se le opere prescritte per la messa in sicurezza dell’Arsenale sono state eseguite: «Noi – ammette con amarezza Luigi Pulpito, sindacalista Rdb/Cub all’Arsenale, tra i primi a far conoscere il problema – non abbiamo visto grandi lavori in corso».Ora, dopo l’interrogazione parlamentare e le numerose mobilitazioni messe in campo, si è finalmente ottenuta una convocazione dal ministro della Difesa che l’8 luglio incontrerà le organizzazioni sindacali di settore. «Siamo cautamente ottimisti – spiega Pulpito – ma aspettiamo di vedere cosa dirà La Russa, ma soprattutto cosa metterà per iscritto. Siamo stanchi delle chiacchiere».

Vico : Arsenale è tempo di atti concreti

Il parlamentare del PD, autore dell’interrogazione bipartisan al Ministro La Russa, conferma la sua vicinanza ai lavoratori. Assente – dice – per difendere alla Camera l’emendamento relativo alla soppressione dei fondi destinati al dissesto di Taranto.Ci sono atti formali e atti sostanziali. Oggi per l’Arsenale di Taranto e per la sezione distaccata di Brindisi è tempo di atti concreti e nessuna divisione e nessuna strumentalizzazione della protesta dei lavoratori e dei loro sindacati potrà essere accettata a fronte di una emergenza che ha bisogno di azioni condivise e non di fughe in avanti.E’ il promotore dell’interrogazione parlamentare bipartisan firmata da 40 parlamentari pugliesi del PD e del PDL, l’on. Ludovico Vico a confermare nel giorno dello sciopero generale, l’esigenza di un’azione corale da parte di tutti in favore della struttura arsenalizia tarantina.Lo sciopero di oggi di tutti i lavoratori dell’Arsenale e dei metalmeccanici è da registrare tra gli atti sostanziali che danno forza e spessore alle richieste di una intera collettività – dice Vico – così come danno forza e spessore le numerose adesioni istituzionali all’iniziativa di lotta.Adesioni che oggi purtroppo registrano la mia assenza in qualità di parlamentare – dichiara Ludovico Vico, impegnato proprio oggi alla Camera a difendere l’emendamento relativo alla soppressione dei fondi destinati al dissesto di Taranto.La mobilitazione ha il senso di smuovere le acque, perché malgrado le confortevoli parole del Ministro La Russa è importante continuare a sollecitare il Ministero della Difesa affinché acceleri le procedure necessarie per riattivare l’impianto industriale dell’Arsenale Militare Marittimo di Taranto a cominciare, - sostiene Vico - dal crono-programma delle iniziative e dal riavvio dei bacini attraverso l’utilizzazione del Genio Campale. Attività urgenti per consentire la conferma dei lavori sul naviglio già destinato all’impianto tarantino.E' evidente che la definizione dell’Autority e la ricostituzione del tavolo istituzionale sono anch'essi il nucleo fondamentale dell’adeguamento strutturale e del rilancio dell'Arsenale di Taranto – dice Vico - ed è per questo urgente che alla mobilitazione seguano i fatti. Nel bene – conclude il parlamentare del PD – del risultato comune che Taranto e la sezione distaccata di Brindisi, con la sua storia rappresentata dall’Arsenale deve poter pretendere e conseguire.
Taranto, 10 giugno 2008

10 giugno 2008

Il Partito Democratico e il Mezzogiorno


Venerdì 13 giugno alle ore 10 presso l'Hotel Excelsior di Bari si terrà un pubblico convegno sul tema: "Il Partito Democratico e il Mezzogiorno". Interveranno Michele Emiliano, Vincenzo Zaccaro, sindaco di Andria e l'onorevole Massimo D'Alema.

09 giugno 2008

Gruppo Consiliare del PD : Amministrazione a corto di idee sull' urbanistica


Piano Regolatore Generale, riqualificazione urbana delle aree ex 167, Piano di Chiatona e Piano Particolareggiato di Parco di Guerra. Sono i quattro temi presi in esame dal gruppo consiliare del Partito Democratico, rappresentato dal capogruppo Cosimo Fedele e dal consigliere Donato Lasigna.
Entrambi criticano l’operato dell’amministrazione attiva su queste problematiche, ritenendola "a corto di idee" sotto l’aspetto urbanistico: "L’urbanistica, che rappresenta il vero volano di sviluppo sociale ed economico di una comunità, è diventata la cenerentola del programma amministrativo di questa giunta". Criticano l’atteggiamento ’comunale’ a seguito della ’bocciatura’ del Prg da parte della Regione Puglia, "che - dicono - nonostante il Partito Democratico abbia più volte sollecitato un confronto con l’amministrazione comunale, con tutte le forze politiche, con la città e le forze sociali ed imprenditoriali, non ha prodotto ancora
risposte adeguate".
Altro punto, la riqualificazione urbana delle aree ex 167: "È bloccata da pseudo contenziosi giuridici, nonostante sentenze sull’espletamento delle gare già notificate ed esecutive; il ritardo degli atti consequenziali da parte dell’amministrazione comunale - continuano Fedele e Lasigna - compromette la vivibilità di quelle zone, trasformate nel frattempo in discariche a cielo aperto, in barba ad ogni buon proposito di ’riqualificazione’. Qualsiasi bega procedurale o di altro genere - aggiungono - non può ricadere sui cittadini che non vogliono quartieri ghetto, ma adeguati spazi di integrazione ed aggregazione sociale".
Poi Chiatona e il suo piano: "Più volte discusso in commissione urbanistica -affermano i due consiglieri del Pd - ha già riscosso l’approvazione delle forze politiche, ma giace ancora nei cassetti". E infine il Piano Particolareggiato di Parco di Guerra, considerato dai due rappresentanti del Pd ormai "un sogno nonostante decenni di proclami e di false promesse". Nonostante le critiche dal gruppo consigliare del Pd si dicono disposti a
collaborare: "Si tratta di problemi urgenti ed ormai non più procrastinabili, giacchè l’economia basata sugli artigiani, le piccole imprese, langue con pesanti ricadute sulle famiglie. Occorre un approccio diverso da parte dell’amministrazione Comunale. I cittadini aspettano che gli impegni programmatici assunti in campagna elettorale siano rispettati, così come immediati devono essere gli accertamenti sui mancati introiti degli oneri di urbanizzazione, per milioni di euro, invocati dal sindaco dai palchi ed in consiglio comunale, che possono adeguatamente rimpinguare le casse comunali, non certo floride per i milioni di euro da pagare per lo smaltimento dei rifiuti e per altri contenziosi".

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  • 07 giugno 2008

    RANDAGISMO : ALLARME ROSSO A MASSAFRA


    Allarme rosso per il randagismo.
    Dal 2007 ad oggi ben 41 cittadini hanno dovuto fare ricorso ai sanitari dell’Ospedale di Massafra dopo l’aggressione da cani randagi. A questi bisogna aggiungere coloro che, pur avendo subito lesioni, non sono andati al Pronto Soccorso locale. Ormai i cani randagi hanno invaso la città e diventano sempre più aggressivi. In alcuni casi vi sono stati persino dei danneggiamenti alle autovetture prese d’assalto da questi. E’ facile trovare i randagi nel recinto dell’Ospedale, in piazza Garibaldi davanti al Municipio, in via Vittorio Veneto innanzi al Comando della Polizia Municipale, in piazza Vittorio Emanuele (il salotto della città).
    In periferia l’ allarme è maggiore. Vi sono alcune strade dove ormai i randagi in branco controllano il territorio. La sera la situazione diventa insostenibile, si concentrano vicino i cassonetti della nettezza urbana ed i massafresi sono costretti ad usare la massima attenzione per depositare i rifiuti. Nella campagne vi sono grossi branchi di cani randagi che scorazzano liberamente. A Massafra tutti parlano del grave pericolo, dagli amministratori ai semplici cittadini, ma nessuno fino ad ora ha posto un freno al dilagare del fenomeno. Oltre al pericolo per le aggressioni vi sono problemi per l’ igiene pubblica. I randagi sporcano i luoghi che frequentano con i loro bisogni fisiologici, inoltre utilizzano le fontane pubbliche per potere bere. In piazza Vittorio Emanuele , il centro della città, spesso la fontanina esistente è utilizzata dai cani. Numerose sono le richieste di risarcimento danni per le lesioni subite che i cittadini rivolgono all’ASL ed al Comune, i quali si rimbalzano le responsabilità.
    Il Comune nei giudizi di richieste di risarcimento danni, presentanti innanzi alle autorità giudiziarie, si difende affermando che la normativa vigente impone all’ASL la cattura dei randagi. A sua volta l’Azienda Sanitaria accusa l’Amministrazione Comunale di non avere un canile dove allocare i cani. Infatti l’ASL mette in evidenza che solo la cattura spetta alla struttura sanitaria,mentre i rifugi , dove portare i randagi, sono di competenza delle amministrazioni locali. La conseguenza di tale “scaricabarile” è che entrambi vengono condannati al risarcimento dei danni subiti dai cittadini con aggravio di spese per la collettività.
    Il Partito Democratico chiede agli amministratori locali un immediato intervento. E’ impensabile continuare ad assistere allo svilupparsi del randagismo in città e non avere una politica per controllare almeno il fenomeno. Nell’immediato occorre bonificare i luoghi maggiormente frequentati. Piazza Vittorio Emanuele e le strade principali della città, dove i genitori portano a passeggiare i propri bambini, sono i primi luoghi da mettere in sicurezza, successivamente bisogna attuare un piano di intervento in tutto il territorio.
    Di certo non si può lasciare i cittadini in questa situazione di allarme rosso.

    Vito Miccolis
    Coordinatore del Partito Democratico

    05 giugno 2008

    Veltroni: «Governo in confusione»



    Federalismo, sicurezza e Alitalia. Walter Veltroni, segretario del Partito Democratico, dopo la riunione col Governo Ombra del PD, nella conferenza stampa a margine dell’incontro odierno, presente Sergio Chiamparino, ministro ombra per le Riforme e sindaco di Torino, torna di nuovo sui tre temi che in queste settimane stanno tenendo banco, proprio perché, come spiega lo stesso Veltroni, da parte del nuovo governo c’è grande confusione.''In poche settimane – ha detto Veltroni - il governo è precipitato in una generale confusione''. E precisa: “C'è confusione sul tema dell'immigrazione, su Alitalia e sul tema del federalismo''’.“Sull'immigrazione clandestina - ha osservato - non posso non prendere atto che il presidente del Consiglio si è detto contrario al reato perchè ingestibile e impraticabile, il suo intervento non può essere derubricato a posizione personale".Il leader del Pd ha poi aggiunto: poiché "anche noi siamo contrari al reato di immigrazione clandestina, siamo convinti che nel passaggio parlamentare questa norma cadrà".Poi c’è la questione Alitalia, su cui il PD da settimane ha chiesto risposte dal governo Berlusconi. Veltroni ribadisce che la situazione si fa ogni giorno “più drammatica per la compagnia nazionale" e dopo tutte le posizioni assunte, dalla cacciata di Air France al prestito-ponte l'esecutivo ha mostrato "grande confusione e approssimazione".''Si e' fatta andare via Air France - ripete Veltroni - si e' annunciata una cordata che non c'e', si e' affidata a una banca, di cui si era parlato di un interessamento per la cordata, il compito di fare l'advisor, e poi si e' detto che Air France poteva essere una soluzione. La questione Alitalia e' uno degli elementi che dimostra la generale confusione in cui è precipitato il governo in poche settimane''.Poi il segretario del PD tocca i temi delle riforme e del federalismo. Per le riforme si è anche incontrato in giornata con Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, al quale ha chiesto di ripartire dalla bozza Violante. ''Con Letta - ha aggiunto - abbiamo proseguito una discussione sulle riforme istituzionali per vedere di portare il pacchetto Violante il più rapidamente possibile in Parlamento e questo e' stato il cuore e il centro dell'incontro''.Sul federalismo Veltroni ha poi ribadito l’apertura al dialogo del PD ma prima è necessario fare alcuni chiarimenti e precisa stigmatizzando alcune posizione assunte di recente dalla Lega: "Vogliamo dal governo, e non dalla Lega, delle rassicurazioni impegnative per proseguire sulla strada del dialogo che noi auspichiamo ma che proseguirà se ci saranno dei chiarimenti". ''Esponenti della Lega - afferma Veltroni - fanno affermazioni che ci spingono a chiedere chiarimenti sul rapporto tra federalismo ed Europa, così come ci preoccupano le posizioni espresse sul 2 giugno e poi ci sono atteggiamenti inaccettabili, ad esempio a Venezia, dove si violano leggi dello Stato che vanno fatte rispettare''.Il PD è disponibile alle riforme, precisa Veltroni, ed è favorevole nei confronti di un “ federalismo che garantisca l'unità del paese”, contrario invece “ad un federalismo che è una secessione mascherata, che rompe l'unità nazionale e manifesta uno spirito antieuropeo". E in questo senso Veltroni sottolinea che “il documento approvato dalle Regioni, così come quello del precedente governo, è una buona cosa, un buon punto di partenza".Poi su un possibile invito del ministro per le Riforme Bossi, Veltroni ha risposto che finora non ha avuto “alcun contatto diretto” ma ribadisce la “massima disponibilità nel merito anche se prima viene la richiesta di chiarimento al governo su certe posizioni''.Anche Sergio Chiamparino, sindaco di Torino e ministro ombra del Pd per le Riforme, chiede chiarimenti sulle intenzioni del governo sulla riforma del federalismo fiscale. ''Noi restiamo per il dialogo ma bisogna capire a che cosa e' finalizzato”. E domanda se si sta parlando del ”federalismo disegnato dal governatore Draghi o di un federalismo che apra crepe nell'unita' del Paese'' Per il PD, aggiunge Chiamparino, la condizione imprescindibile e' che prima si parta dalla garanzia di livelli minimi di servizi per tutti i cittadini. Si parta da qui e poi si risalga, come nella costruzione di una casa, stabilendo quanta Iva e accise sia da pagare nelle diverse regioni. C'e' poi la questione del ruolo dei comuni: bisogna ridefinire l'autonomia in positivo dei comuni che traduca il federalismo in protagonismo dei comuni''Poi Veltroni ha annunciato l'incontro in programma domani con il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, dove, ha spiegato il segretario del PD si parlerà di sicurezza in vista della visita della delegazione democratica a Casal di Principe , in provincia di Caserta, programmata per sabato 8 giugno. "Andremo a Casal di Principe – ha aggiunto Veltroni - non solo per esprimere una naturale solidarietà alla popolazione impegnata contro la camorra e per la solidarietà alle forze dell'ordine e alla magistratura ma anche per presentare proposte e idee che illustreremo domani a Maroni.Poi ha precisato che “centrale sarà il tema del controllo del territorio in quella parte d'Italia, per garantire la sicurezza dei cittadini non ci devono essere aree del Paese in cui il territorio è controllato prevalentemente dalla camorra".


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    04 giugno 2008

    Decreto-legge 27 maggio 2008, n. 93


    Il Decreto - legge 27 maggio 2008, n. 93 del Governo Berlusconi continene "Disposizioni urgenti per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie" (ICI etc...) .
    Le misure contenute nel decreto-legge 93 sono deludenti perché determinano effetti marginali sulla distribuzione del reddito e sulla crescita lasciando sullo sfondo le vere priorità: il livello troppo basso dei salari e l'aumento dei prezzi.
    Le coperture del decreto inoltre infliggono un colpo molto duro al Mezzogiorno, al trasporto pubblico locale e alle politiche industriali, perché il decreto taglia drasticamente le risorse ad essi destinate dal Governo Prodi.
    Il metodo che il governo segue, molto complesso e discutibile, è quello di far confluire quasi tutte le riduzioni di spesa, provenienti dalla revoca o dalla diminuzione dei contributi, nel Fondo per gli interventi strutturali di politica economica. Non ci sono, infatti, aumenti di entrata.
    Le risorse che confluiscono nel fondo derivano da:
    - riduzioni di spesa varie in conto capitale e di parte corrente, tra le quali particolare rilevanza riveste il taglio delle risorse destinate alla viabilità secondaria di Sicilia e Calabria per 500 milioni in ciascun anno 2008 e 2009;
    - risorse derivanti dalla revoca per quasi 1,4 miliardi di euro finalizzate, dalla legge Finanziaria 2007, alle infrastrutture stradali in Sicilia e in Calabria e originariamente destinate al ponte sullo Stretto;
    - risorse derivanti dal taglio degli stanziamenti per spese in conto capitale dei ministeri (tab B della legge Finanziaria 2008).
    Appare immediatamente evidente come, a fronte di oneri di natura corrente, le coperture siano individuate in maniera rilevante in risorse in conto capitale fatte confluire nel Fondo, il cui utilizzo risulta, quindi, strumentale ad un indebolimento e superamento del vincolo contabile che non consente di coprire spese correnti con spese in conto capitale perché si verificherebbe una dequalificazione della spesa.
    Oltre alle risorse del Fondo, la copertura prevede l'utilizzo degli accantonamenti allocati dalla legge Finanziaria 2008 nella tabella A per spese di parte corrente dei ministeri per 170 milioni per il 2008 (più elevato, oltre, 450 milioni, a decorrere dal 2010) e un taglio lineare della tabella C, della medesima legge Finanziaria, dal 2010 molto sostanzioso perché pari a circa 1 miliardo di euro.
    Va ricordato che entrambe le tabelle sono parte integrante delle leggi finanziarie: nella tabella A sono indicate le risorse accantonate per ciascun ministero per far fronte alla legislazione di spesa di parte corrente nell'ambito della propria attività, mentre con la tabella C si determina per ciascun anno il finanziamento per le leggi di spesa permanenti la cui quantificazione è rinviata alla legge finanziaria (come ad esempio la dotazione per il Fondo per gli affitti e il Fondo per le politiche sociali).
    Sono annunciati in queste ore ulteriori interventi di particolare gravità: si tratterebbe di una vanificazione dei crediti d’imposta per la ricerca e di quelli della Visco-Sud e di norme regressive sui temi dell’evasione fiscale e del lavoro nero. Seguirà una ulteriore nota.


    Nota del Comitato economia e finanza del PD


    “Le Gravine del Parco non sono pattumiere!”,

    MASSAFRA - Erano partiti per ammirare le meraviglie della natura, ma sono tornati a casa delusi.
    Un gruppo di ragazzi della scuola elementare “De Amicis” ha effettuato un’escursione nella
    gravina di Colombato. Ma qui anzichè godere del suggestivo canyon hanno trovato solo rifiuti che soffocavano la rigogliosa vegetazione.
    “Le Gravine del Parco non sono pattumiere!”, i piccoli ed i loro docenti si ribellano e in una lettera indirizzata al sindaco Tamburrano ed all’assessore provinciale alle Aree Protette, Giacovelli, chiedono di riportare decoro e pulizia costituendo un gruppo.di vigilanza e di volontariato per la prevenzione erepressione di questi fenomeni.
    [[Taranto Sera]]

    Reato di clandestinità, il premier frena .La Lega insorge: così delude gli elettori


    Berlusconi: «Meglio non definirlo come reato, sia solo un'aggravante».
    Borghezio: «Sarebbe un tradimento»
    Veltroni: «Il premier dà ragione a noi»

    ROMA La clandestinità non sarà un reato, ma un’aggravante per gli immigrati illegali che compiono reati. Sul ddl sicurezza deciderà il Parlamento, ma Silvio Berlusconi dà la sua interpretazione della norma più discussa del pacchetto sicurezza, quella che ha sollevato le critiche di Onu e Vaticano.

    L'altolà del Cavaliere
    Il premier respinge gli attacchi, nega che ci sia alcuna condanna da parte delle Nazioni Unite . «Non si può perseguire qualcuno per il fatto della permanenza irrregolare arrivando a condannarlo con una pena», spiega il cavaliere. La clandestinità «può essere considerata -dice Berlusconi- un’aggravante per chi commette reati previsti dal codice penale». «Il Parlamento -assicura- deciderà secondo coscienza e secondo buonsenso». Quanto all’Onu, «non è giunto alcun monito», assicura.


    Veltroni: «Berlusconi ci dà ragione»
    Secondo Walter Veltroni, con le sue parole Berlusconi «dà ragione a quanto ha detto l’opposizione, e alle altre voci critiche che si erano levate, e contemporaneamente -rimarca il leader del Pd- dà torto a quanti nella sua maggioranza si erano intestarditi in questa formulazione». Sul tema Pd e Udc esprimono soddisfazione in una nota congiunta.


    Borghezio:«Berlusconi delude i nostri elettori»
    Critiche invece dalla Lega: così Berlusconi «delude gli elettori», rimarca Mario Borghezio. E il ministro dell’Interno Roberto Maroni si dice «stupito» dalle parole del premier, ribadendo di «non aver cambiato opinione» sull’opportunità del reato di clandestinità. Fini: «Legalità esigenza primaria del cittadino»Intanto il Vaticano insiste nella linea contro il ddl presentato dal governo. «È da rifiutare senza tentennamenti l’equivalenza che alcuni fanno tra immigrato irregolare e criminale», avverte anche oggi monsignor Agostino Marchetto, segretario del pontificio collegio per i migranti. Parole che fanno breccia in alcuni settori della maggioranza. Gianfranco Rotondi torna ad assicurare che «il Parlamento terrà conto delle posizioni espresse dal Vaticano».Tira dritto sulla strada del reato di clandestinità la Lega. Maroni è «un pò sorpreso» per le dichiarazioni del presidente del Consiglio «perchè l’aggravante c’è ed è già entrata in vigore, perchè è nel decreto legge», mentre «il reato di clandestinità è nel ddl che il consiglio dei ministri ha approvato due settimane fa all’unanimità». Provvedimento, rileva il titolare del Viminale «che porta come prima firma quella del presidente Berlusconi. La seconda è la mia». «Sono d’accordo con Berlusconi che il Parlamento è sovrano e potrà fare e decidere ciò che vuole. Ma io -ribadisce Maroni- rimango della mia opinione, dell’opinione del consiglio dei ministri che all’unanimità ha votato il disegno di legge». Borghezio: «Con queste parole Berlusconi delude i nostri elettori»«Rinunciare all’impostazione data dal ministro Maroni e dall’intero governo, dietro ai tentativi di intimidazione che sono arrivati soprattutto dall’estero, sarebbe -ammonisce Borghezio- un cedimento molto difficile da far comprendere ai nostri elettori, che non sono razzisti e xenofobi, ma hanno le idee molto chiare su quale sia la causa maggiore dell’insicurezza nelle nostre città e nei nostri paesi.»

    [[LA STAMPA]]