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18 settembre 2011

•Aumento della mensa, il Pd si oppone

Per fare cassa l’amministrazione comunale di centro destra ha deliberato un aumento quasi del 140 % della quota di contribuzione per il servizio di refezione scolastica.
Il sindaco Tamburranno continua a non dire la verità ai cittadini. Sulla stampa si vanta di non avere messo le mani nelle tasche dei massafresi, ma non è vero. Purtroppo dopo l’aumento del 40 % della tassa sulla raccolta dei rifiuti, alla apertura delle scuole i genitori hanno trovato il contributo per il servizio di refezione salito fino a 92 euro per 20 buoni pasto. Il 18 febbraio del 2010 il consiglio comunale aveva approvato, a maggioranza, di aumentare di cinque euro il costo della mensa. Nella delibera consiliare si legge che “al fine di aderire alle mutate condizioni economiche e organizzative del servizio viene determinata per l’anno 2010 la tariffa del servizio da un importo mensile di euro 32 ad euro 37 ” .
La nuova giunta Tamburrano, trai primi atti ,il 24 giugno nella delibera n.22, in cui venivano definiti i costi complessivi e le contribuzione dei servizi a domanda individuale per l’anno 2011, deliberava che per 20 buoni pasti la quota di contribuzione per il servizio della mensa saliva ad euro 45,00. Il 15 luglio il provvedimento è stato portato in consiglio comunale per la sua ratifica. Noi del Partito Democratico ritenevamo ingiustificato l’aumento previsto dalla giunta Tamburrano ma, nonostante la nostra opposizione, la maggioranza di centro destra confermava la delibera di giunta e la dichiarava immediatamente esecutiva.

Credevamo che l’atto era definitivo, ma dopo solo tredici giorni Tamburrano ed i suoi assessori sono tornati a discutere della refezione scolastica. Il 28 luglio la giunta di centro destra invece di rivedere l’aumento del 20%, perché le condizioni economiche dei cittadini sono notevolmente peggiorate per tutti i provvedimenti dalle varie finanziare, ha stabilito di aumentare i costi della mensa. Nel nuovo atto amministrativa si mette in evidenza che “l’attività didattica della scuola dell’obbligo, che prevede il tempo pieno è articolata su un orario giornaliero che comprende il momento del pasto, con la conseguenza che la fruizione della refezione diviene un elemento indispensabile per l’assolvimento dell’obbligo scolastico”. Inoltre i berlusconiani massafresi “scoprivano” che “a seguito dell’emanazione del Decreto Legislativo del 31 marzo 1998 n.109, successivamente modificato per effetto del D. Lgs n.130/2000, si legge testualmente nella delibera, le amministrazioni pubbliche devono adottare schemi tariffari e criteri di accesso per le prestazioni e per i servizi da esse erogate, non destinati alla generalità dei cittadini, basati sull’individuazione delle capacità economiche dei soggetti e dei familiari beneficiari o fruitori, con l’applicazione sperimentale della situazione economica equivalente (ISEE)”

In pratica stabilivano il contributo per la mensa con la creazione di tre fasce di reddito con l’applicazione dell’indicatore della situazione economica equivalente(ISEE) del nucleo familiare.
Così per un carnet di n.20 buoni pasto per la fascia di reddito Isee da 0 a 5.000 euro il contributo rimaneva di 45 euro, mentre da euro 5001 a 10.000 euro il costo veniva aumentato a 70 euro ed infine per oltre 10.001 euro i cittadini devono pagare la somma di 92 euro.
In delibera è scritto a chiare lettere che con questo nuovo metodo il sindaco ed i suoi collaboratori prevedono una maggiore entrata nelle casse comunali.
Ora il provvedimento deve essere ratificato nel consiglio comunale del 22 settembre ,ore 17,30.
Noi del Partito Democratico ci opporremo a questo nuovo aumento ed invitiamo quei consiglieri comunali di maggioranza, che sono sensibili ai veri bisogni della collettività, a bocciare questa ingiusta delibera di giunta. Per fare cassa ci sono tanti modi. Si potrebbe iniziare eliminando le spese superflue. Tamburrano ed i suoi collaboratori devono smetterla di mettere le mani sempre nelle tasche dei massafresi.

VITO MICCOLIS