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03 aprile 2010

•Porti, ecco la triplice allenza

I maggiori porti di transhipment italiani hanno deciso di fare squadra. E’ infatti nata “Imeta”, l’Associazione italiana dei porti di transhipment del Mediterraneo, che unisce gli scali di Cagliari, Gioia Tauro e Taranto.
“L’obiettivo - spiega l’autorita’ portuale di Gioia Tauro con un comunicato - e’ quello di mantenere e promuovere nel tempo la propria leadership nel circuito dei traffici internazionali del Mediterraneo, attraverso un sistema di offerta integrata.
Del resto, dalle finalita’ associative traspare, immediatamente, la volonta’ delle tre Autorita’ Portuali di mettere in campo ogni possibile strumento e risorsa per uscire dalla crisi economica di settore con una posizione di forza, generata dalla cooperazione reciproca attraverso azioni sinergiche che fanno rete”.
L’intento di Giovanni Grimaldi, presidente dell’Autorita’ Portuale di Gioia Tauro, di Paolo Fadda presidente dell’Autorita’ Portuale di Cagliari e di Salvatore Giuffre’ commissario dell’Autorita’ Portuale di Taranto, spiega il docuemnto “e’ quello di mettere in campo, anche per il futuro, azioni comuni per definire una posizione stabile che faccia sentire la propria voce alle istituzioni e, di conseguenza, al mercato”.
Dalla lettura dello statuto, tra le finalita’, emerge la volonta’ istitutiva “di lavorare insieme per il potenziamento dell’offerta portuale hub del transhipment nazionale in forma organica ed integrata fra i 3 porti”.
Partendo dall’analisi dettagliata dell’evoluzione del mercato e dell’emergere di una nuova agguerrita offerta, rappresentata dagli scali del Nord Africa, i porti di Gioia Tauro, Cagliari e Taranto “riconoscono la necessita’ di agire per il potenziamento integrato dell’offerta portuale. Tra le azioni mirate a perseguire questo obiettivo sono state previste una serie programmatica di operazioni comuni. Tra queste vi e’ l’aggiornamento periodico a livello internazionale dell’evoluzione dei traffici e dell’organizzazione dell’offerta portuale e marittima.
Non potra’ mancare l’analisi delle possibili forme di organizzazione gestionale degli scali dei 3 porti in forma integrata. A tutto questo si aggiunge la definizione dell’integrazione del sistema dei servizi di feederaggio e logistica, ma anche la delineazione di un programma congiunto per la gestione dei containers. E, non ultimo, l’adozione comune di programmi di formazione del personale”.