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29 ottobre 2008

Manifestazione

A Massafra, il prossimo 30 Ottobre, in orario scolastico antimeridiano, gli studenti delle Scuole Secondarie di II grado dell’Arco Ionico occidentale (Massafra, Martina Franca, Mottola, Palagiano e Palagianello), uniranno il proprio “NO” a quello che nella stessa data si eleverà da tutte le scuole d’Italia nella circostanza delle manifestazioni contro la “Riforma Gelmini” e al D.L. 133/08.
Questa protesta – assolutamente apartitica - si esprimerà nella forma di un corteo autorizzato, che si snoderà da Via del Santuario a P.zza Vittorio Emanuele, non è vago “ribellismo contestatorio” o semplice occasione di astensione dalle attività scolastiche, ma intende proporre messaggi alternativi e propositivi per la risoluzione di alcune delle più impellenti questioni relative al mondo della Scuola e dell’Università in oggetto della s.d. Riforma. A questa manifestazione si aggiungeranno le voci delle Associazioni Universitarie, dei Sindacati di Massafra e del COMITATO 34 di Palagiano.

I RAPPRESENTANTI D’ISTITUTO
Liceo Scientifico Statale D. De Ruggieri

MAI VISTA UNA ADESIONE DEL GENERE….



Dopo lo straordinario successo della manifestazione nazionale del PD a Roma di sabato 25 ottobre riportiamo di seguito le impressioni ricavate dai tanti tarantini presenti e la consegna a Veltroni delle migliaia di firme raccolte contro il decreto Gelmini.Il 25 ottobre 2008 resterà una data indimenticabile per il Partito Democratico e per la democrazia italiana. Due milioni e mezzo di persone sono giunte a Roma da ogni parte d’Italia per manifestare il proprio disaccordo con le politiche del Governo di destra ed esprimere fiducia nei confronti del PD e di Walter Veltroni.”Quella di oggi”, ha detto Veltroni, accolto dal popolo del PD con lo sventolio di centinaia di migliaia di bandiere in un gremitissimo Circo Massimo, “è la prima grande manifestazione di massa del riformismo italiano, finalmente unito. Il Partito Democratico è davvero il più grande partito riformista che la storia d’Italia abbia mai conosciuto. Un italiano su tre si riconosce e crede nel disegno di un riformismo moderno ed è un fatto inedito nella lunga vicenda della storia nazionale. Oggi, in questo luogo splendido e immenso, nel quale nessun partito si era mai azzardato a venire, noi siamo in tanti perché vogliamo bene all’Italia e perché amiamo il nostro paese”.C’erano tutti i dirigenti del PD alla testa dei due cortei dove era presente anche uno striscione molto significativo, con una frase del compianto Vittorio Foa: “Pensare agli altri oltre che a se stessi, al futuro oltre che al presente”.
Una grande rappresentanza del Partito Democratico della Provincia di Taranto ha preso parte alla manifestazione. Quasi duemila aderenti al partito jonico hanno sfilato per le strade di Roma, partendo da Ostiense per poi giungere al Circo Massimo. La delegazione era organizzata con striscioni dei diversi paesi della provincia e dei circoli del capoluogo.Un corteo formato non solo da iscritti al partito, ma anche da gente che, in occasione di questa manifestazione, ha voluto avvicinarsi al PD dandogli fiducia affinché il nostro Paese possa ripartire. Tutti insieme, uniti dalla speranza che questo nuovo partito possa davvero cambiare le sorti di una Italia sempre più in declino.”L’Italia”, ha sottolineato Veltroni, “è un paese migliore della destra che lo governa in questo momento; l’Italia è un paese migliore della destra che lo ha già governato per sette lunghi e improduttivi anni: l’Italia è un paese che ama la democrazia e che non dimentica quanti hanno sofferto ed hanno dato la vita per la sua libertà. L’Italia è un paese antifascista!”"In tutti i paesi del mondo”, ha continuato il segretario nazionale, “ci sono i Governi. Ma solo in quelli democratici c’è l’opposizione. Coltivare la democrazia, farla vivere e crescere ogni giorno significa rispettare l’opposizione. Riconoscere la sua funzione democratica nelle aule del Parlamento come nelle piazze del Paese. Se non facessimo coesistere la durezza della denuncia con il coraggio della proposta, tradiremmo il nostro mandato, e per colpa nostra la democrazia italiana diventerebbe più debole”.Poi ha ricordato al Presidente del Consiglio che la democrazia, non è un consiglio d’amministrazione.”Guai, davvero guai” ha detto, “a chi pensa di ridurre solo minimamente la libertà di avanzare critiche, la libertà di dissentire, la libertà di protestare civilmente contro decisioni e scelte che non condivide”.Il segretario del PD, sostenuto da una platea entusiasta, riferendosi al Governo della destra ha aggiunto: “è totalmente inadeguato a fronteggiare la gravissima crisi che stiamo vivendo. E lo é per una ragione semplice: perché non ha nel cuore l’Italia che produce, l’Italia che lavora, l’Italia che soffre. Questo, è un Governo che si occupa di rassicurare i potenti di questo Paese, piuttosto che di combattere la drammatica situazione di imprese e lavoratori”.Il Partito Democratico ha sfilato cantando l’Inno Nazionale per dimostrare a chi vuole dividere l’Italia che il nostro è un Paese unito. E, alla fine del discorso di Walter Veltroni al Circo Massimo, questa straordinaria giornata si è conclusa cantando in centinaia di migliaia l’Inno Nazionale.Due i grandi valori in cui si è riconosciuto il popolo del PD: la democrazia e l’amore per il nostro Paese.

Salvare l'Italia. Con le proposte del PD

Protesta e proposta. Se il Circo Massimo sarà ricordato con gli occhi per le foto dei cortei e per il catino gremito, una volta smontato il palco restano le proposte che il segretario del PD ha presentato. Soluzioni ai problemi del Paese che la destra al governo non potrà ignorare.Proposte che interpretano la funzione del PD, come ha detto Veltroni citando il discorso del Lingotto “svincolato finalmente dai vecchi ideologismi, libero dall’obbligo di essere, di volta in volta, moderato o estremista per legittimare o cancellare la propria storia. Un partito libero, che non teme né di apparire moderato agli occhi di alcuni, né di sembrare estremista agli occhi di altri. Perché null’altro è che un grande partito riformista”.
Se si è scesi in piazza è perché il governo Berlusconi è totalmente inadeguato a fronteggiare la gravissima crisi che stiamo vivendo. Manca al suo cuore l’Italia che produce e che lavora, è teso a rassicurare i potenti ignorando imprese e lavoratori. È riecheggiato così nel Circo Massimo il “patto tra produttori” proposto dal PD fin dalla campagna elettorale, e Veltroni ha invitato il governo a riunirsi “anche di notte per fare invece un grande piano per i cittadini, per combattere la recessione e l’impoverimento della società italiana – e ha ricordato - dalla crisi del ’29 si uscì con il New Deal. Ora nel nostro Paese è tempo di un Piano organico per la crescita e la lotta alla povertà e alla precarietà”. E per stabilizzare la crisi finanziaria il PD ha proposto:- il sostegno con un fondo di garanzia alle micro e piccole imprese- un piano di investimenti in infrastruttureMeno tasse contro l’inflazione. Non può bastare ancora. Il carovita è l’emergenza sotto gli occhi di tutti, tranne che di quelli chiusi di Tremonti e Berlusconi così Veltroni ha suggerito due misure:- un intervento per aumentare i redditi da lavoro, i salari, gli stipendi, le pensioni degli italiani- la riduzione, partire dalla prossima tredicesima, il peso delle tasse sui lavoratori dipendenti e sui pensionati. Proponiamo di destinare a questa misura sei miliardi di euro, in un insieme di interventi che valgono lo 0,5 per cento del Pil.Poi ha ricordato. “Abbiamo sempre detto “pagare meno, pagare tutti”. E invece ora di pagare meno non c’è traccia e la lotta all’evasione fiscale è scomparsa dall’orizzonte. Il governo sta riproponendo la vecchia ricetta: aliquote alte, pochi controlli, evada chi può. Complimenti: è la strada maestra per andare tutti a fondo! E vorrei porre qui la domanda che si stanno facendo gli imprenditori e tutti gli italiani: dov’è finita la promessa di ridurre le tasse? Di portare la pressione fiscale sotto il 40 per cento? La verità è che le tasse le stanno aumentando”.E questo proprio in una fase di recessione, quando si dovrebbe consentire a chi ha redditi medi e bassi di poter aumentare i propri consumi.“spendere meno e spendere meglio”. Non “spendere meno” e basta, senza preoccuparsi di cosa ne sarà delle scuole, degli ospedali, della sicurezza dei cittadini. La pubblica amministrazione deve essere riformata. “Dunque va bene la lotta ai veri fannulloni – sferza Veltroni - chi lavora nel settore pubblico, a cominciare dai dirigenti, deve metterci il doppio e non la metà dell’impegno di chi lavora nel settore privato”.Una scuola dell’autonomia e del merito. Il segretario del PD nei giorni delle proteste contro i piani del ministro Gelmini non lascia spazio a dubbi: “Ogni posizione conservatrice sulla scuola e l’Università è sbagliata. Abbiamo bisogno della scuola dell’autonomia e del merito. Di una scuola che abbia fiducia nella capacità di scelta dei ragazzi. Di una scuola guidata da un progetto educativo moderno e capace di promuovere opportunità sociali e merito, in un contesto di permanente, indipendente, valutazione di qualità”. E ricorda chi è il vero conservatore: “chi si preoccupa di sistemare piccoli particolari, come il grembiule e il ripristino dei voti”. C’è bisogno invece di una riforma radicale per innovare non di tornare al maestro unico o di abolire il tempo pieno. Poi si rivolge alla destra: “Noi vi facciamo una proposta: il Governo ritiri o sospenda il decreto attualmente in discussione in Parlamento, modifichi con la Legge Finanziaria le scelte di bilancio fatte col decreto e avvii subito un confronto con tutti i soggetti interessati, giovani studenti, famiglie, docenti. Fissando un tempo al termine del quale è legittimo che le decisioni siano prese”.Fa anche autocritica: “Nella scuola e nell’Università italiana forse si spende male, ma certo si spende poco.” Ma il PD al governo farà quello che in questi giorni ha detto Nicolas Sarkozy, aumentando del 50% le risorse destinate all’università.L’ambiente fa bene all’Italia e alla sua economia. Attacca Berlusconi sulle polemiche con l’Europa sul piano 20/20/20 e invita a pensare in modo diverso: “Se le cose cambiano, va cambiato anche il modo di guardarle. Alla parola “costi” si deve sostituire la parola “investire”.E le proposte, a parte quella sul potenziamento del trasporto pubblico, arrivano dai confronti: “Non si capisce perché se la Germania è riuscita a creare, nel comparto delle fonti rinnovabili, duecentomila posti di lavoro negli ultimi dieci anni, da noi non possa avvenire qualcosa di simile. O perché non sia possibile seguire l’esempio della California, che puntando sull’efficienza energetica ne ha creati un milione e mezzo - inquinare meno aiutando le imprese - sarà giusto studiare momenti di flessibilità per venire incontro alle esigenze delle imprese nell’attuale situazione”. Proposte che richiamano tutte la frase di Vittorio Foa che campeggiava sul palco: “Pensare agli altri, oltre che a se stessi, e pensare al futuro, oltre che al presente”. E che riecheggiano la possibilità di un’altra Italia: della legalità, e non della furbizia. Della responsabilità, e non dell’esclusivo interesse personale. Del merito, e non dei favori. Della solidarietà, e non dell’egoismo. L’Italia dell’innovazione, e non della conservazione.

28 ottobre 2008

Un'altra Italia è possibile e la faremo insieme




Una piazza mai vista. Canta in coro Fratelli d'Italia con il cielo che volge al brutto oltre uno stormo di palloncini bianchi. Il segretario del Pd Walter Veltroni ha appena pronunciato le parole finali del suo intervento: «Un'altra Italia è possibile e la faremo insieme». Il Circo Massimo è stracolmo, gli organizzatori calcolano due milioni e mezzo di persone, qualcosa in meno dell'ultima volta che quell'enorme prato su cui un tempo correvano le bighe è stato riempito dalla Cgil di Cofferati. Mai nessun partito ha tentato l'impresa. Le bandiere del Pd sventolano sull'Inno di Mameli e la gente defluisce in fretta prima del buio. Quel buio che anche Veltroni evoca al termine del suo discorso per dire che non c'è n'è mai stato uno a cui poi non sia seguita una nuova luce.
L'ultima parte di quello che dice è la più applaudita. Parla di loro, del popolo del Pd che lo abbraccia, a un solo metro di distanza, perché Veltroni non parla dal palco dove hanno suonato i musicisti e dove è schierato il gruppo dirigente del partito. Come gli altri oratori parla da un terrapieno immerso nella gente, con solo un esile cordone di servizio d'ordine e un microfono. Uno schiaffo alla paura. E lui di questo in effetti parla. Dell'Italia della responsabilità, della tenacia, della solidarietà, dell'innovazione. Dell'Italia non si rassegna. «Dell'Italia che resta migliore». Migliore «della destra che la governa», «onesta e perbene», «antifascista», «che vuole un futuro per i propri bambini» e non vuole che i propri cervelli siano costretti a emigrare all'estero.
Un'Italia «inter-cultu-rale», scandisce Veltroni ricordando i vari episodi di razzismo, la mozione della Lega sulle classi differenziali per i bambini immigrati «che fa rabbrividire». Veltroni ringrazia Saviano e anche i poliziotti, i magistrati, gli imprenditori coraggiosi che si oppongono alla camorra e alle mafie, al malaffare. Così come all'inizio del discorso ha ricordato Vittorio Foa e l'Anpi che ha aderito alla manifestazione, «l'Italia che non dimentica». E Leopoldo Elia, il suo monito a continuare a «coltivare la democrazia, che significa riconoscere la funzione democratica dell'opposizione, tanto nelle aule del Parlamento come nelle piazze».
La piazza che lo ascolta è una piazza identitaria, di partito. Ma senza incrostazioni ideologiche, visto che anche le sparse bandiere magliette di Che Guevara si mischiano e convivono in un mare di simboli del Pd.
Il passaggio più applaudito e sbandierato del discorso del segretario è quello che contesta la cultura dell'apparire a quella dell'essere. «Non vi è un interesse per la scuola perchè per voi - dice alla fine rivolto a Berlusconi e al suo governo - la scuola è la televisione». I riformisti, come li chiama Veltroni, sulla scuola e l'università non hanno una posizione conservatrice, credono nell'autonomia e nel merito, in una perenne valutazione di qualità dell'insegnamento. Ma difendono il tempo pieno, credono che sia un settore strategico - «noi faremo come Sarkozy che vuole aumentare del 50 per cento proprio pensando alla competizione globale»- e difendono un modello educativo che «è tra i primi del mondo» e anche se può essere migliorato «non si può stravolgere a ogni cambio di governo».
Veltroni ricorda che l'opposizione riformista non è volta a demolire, ma a costruire qualcosa di diverso. Le proposte sono il ritiro del decreto Gelmini e dei tagli alla scuola e all'università e l'avvio di un confronto vero «con un tempo prima di decidere». Perché «non si cambia la scuola senza gli insegnanti, gli studenti e i genitori». Chiede che in questo settore, ricerca inclusa, sia investito lo 0,5 percento del Pil. Si può fare, «è sostenibile» e qui Veltroni riconosce un particolare tributo a Romano Prodi e alla sua opera di risanamento delle finanze pubbliche che viene accolto con un applauso e uno sbandieramento dalla piazza. E poi detassazioni delle prossime tredicesime e rimettere il voto di preferenza alle Europee, saranno queste le prossime battaglie del Pd in Parlamento.
Silvio Berlusconi da Pechino dove si trova, tra una barzelletta e l'altra all'orecchio dell'imbarazzato premier cinese, fa sapere di non essere spaventato dalla piazza piena del Pd. Si mostra solo infastidito. Ma c'è qualcosa di nuovo che nasce dopo il sabato del "Salva l'Italia". Ne è convita Rosy Bindi che, intervistata dietro al palco da Calabria Ora ammette che non si aspettava tanta partecipazione. Ed è convinta che ora le divisioni interne nel gruppo dirigente non sarebbero più capite. «Ci mancherebbe solo- dice l'ex ministra- che a questa gente tornassimo a farci vedere divisi».
Assediato dai molti che gli chiedono di autografare bandiere, cartelli, persino copie de l'Unità, Massimo D'Alema non è d'accordo con la Rosy. «Si capiva dalle iniziative preparatorie che sarebbe stata una grandissima manifestazione, che stava crescendo il clima». E poi anche sulle divisioni, «non siamo divisi, discutiamo, come è persino opportuno in un grande partito che ha il 33 percento dei voti».
È dunque un punto d'inizio questa manifestazione? «Diciamo che rimette le cose a posto - risponde D'Alema - rispetto alla sensazione che ci fosse un'opposizione sola, quella di Di Pietro». I sondaggi però dicono che Berlusconi sta toccando l'apice del consenso.. «Anche i sondaggi vanno letti - risponde D'Alema a l'Unità online - gli ultimi dicono che il 52 percento degli italiani hanno fiducia in Berlusconi ma mettiamo che siano veritieri, c'è un altro simpatico 48 percento». «E poi - riprende dopo un attimo - anche sul 52 vedremo nel corso dell'azione di governo, che appare sempre più deludente».
D'Alema le chiama «rappresentazioni effimere», Veltroni parla di «un mondo virtuale» contrapposto al mondo reale degli uomini e delle donne che sono fisicamente al Circo Massimo. E uno striscione sintetizza: «Avellino c'è». Anche lei

ASSEMBLEA

MARTEDÌ 28 OTTOBRE
ore 18.00
presso la sede in piazza Vittorio Emanuele II
è convocato il Coordinamento Cittadino.


Il "25 OTTOBRE " del PD fa il giro d´Europa

Il "Pd Day" fa il giro d'Europa: L'eco della manifestazione nazionale del Partito democratico a Roma ha fatto il giro di tutti i principali paesi europei. Le agenzie di stampa e i siti dei principali quotidiani del Vecchio continente hanno dato ampio spazio alle notizie che arrivavano dal Circo Massimo, , come poche volte, di centinaia di migliaia di manifestanti pacifici. Ecco i titoli delle più importanti testate:
Liberation. Il sito del quotidiano francese si è dimostrato il più attento alla manifestazione romana alla quale ha addirittura dedicato l'apertura del sito. "Mobilitazione massiccia a Roma contro Berlusconi", titola sotto a una foto a tutta pagina che ritrae manifestanti che sventolano centinaia di bandiere del Pd.
Le Figaro. "Colossale manifestazione della sinistra italiana", scrive il quotidiano conservatore francese, "Gli oppositori di Silvio Berlusconi hanno sfilato per le strade di Roma. Il partito democratico sostiene di avere raccolto più di due milioni di persone".
Le Monde. "Centinaia di migliaia di italiani sfilano contro Berlusconi", scrive l'autorevole giornale d'Oltralpe che sul suo sito pubblica una galleria delle foto più belle del corteo. Walter Veltroni reprend l'offensive contre Silvio Berlusconi - Le Monde
El Pais. "Salva l'Italia" approda anche sulla prima pagina del sito del principale quotidiano spagnolo che titola: "La sinistra italiana manifesta contro Berlusconi: protesta contro la politica economica, dell'istruzione e dell'immigrazione". La izquierda italiana sale a la calle contra Berlusconi - El Paìs
El Mundo. "In migliaia marciano contro Berlusconi", titola il giornale spagnolo.
Der Spiegel. "Centinaia di migliaia manifestano contro Berlusconi". Hunderttausende demonstrieren gegen Berlusconi - Spiegel
Tagesspiegel. "La piu' grande manifestazione degli ultimi anni contro Berlusconi". Berliner Zeitung. "Grande dimostrazione dell'opposizione contro Berlusconi".

SALVIAMO L'ITALIA

Erano moltissimi, una marea che ha riempito l'enorme Circo Massimo oltre ogni previsione. Il Partito Democratico, con appena un anno di vita, per giunta assai travagliata, a soli sei mesi da una sconfitta tremenda e in fondo a un tunnel di depressione, ha dimostrato, anzitutto a sé stesso, di poter mobilitare più persone di qualsiasi altra forza politica europea e forse occidentale. Per il Pd la giornata di ieri vale come l'atto fondante delle primarie e forse di più. E' il segnale forte dell'elettorato di andare avanti, magari con più coraggio. Molto più coraggio. E perché no? Con un po' d'allegria.
La piazza del 25 ottobre ha due soli paragoni possibili negli anni recenti. Con altre due piazze della capitale che hanno cambiato il corso della storia: la manifestazione della Cgil nel marzo del 2002 e il comizio di Berlusconi a Piazza San Giovanni nel dicembre del 2006.
Quella manifestazione, come questa, fu la risposta coraggiosa e vincente di una grande forza in grave difficoltà, la Cgil, scelta dal governo dell'epoca come capro espiatorio della crisi e martellata da una poderosa campagna mediatica. Il successo della giornata rovesciò il clima politico, decretò la fine della luna di miele governativa. Dimostrò la fragilità del decisionismo berlusconiano quando si tratta di passare dall'immagine, dalla facciata, alle azioni concrete e serie nel corpo sociale, come la sciagurata guerra sull'articolo 18. Walter Veltroni non ha oggi all'interno del suo campo la forza e l'ascendente del Berlusconi del 2003 e il suo avversario è assai più compatto e deciso.
Ma la folla del Circo Massimo gli ha fornito uno strumento formidabile per cambiare la storia. A patto di servirsene. I temi, le parole, gli slogan erano ieri davanti ai suoi occhi. Scritti sugli striscioni, urlati dalla gente, sottolineati dagli applausi ogni volta che il discorso dal palco li toccava o sfiorava. Là davanti. Non dietro, sul palco dov'era schierata la nomenclatura e dove da quindici anni si esaurisce il dibattito politico del centrosinistra. Ma fra le persone normali. Come nel 2002 il governo Berlusconi sta scivolando sulla buccia di banana di una battaglia ideologica. All'epoca fu l'attacco al sindacato, attraverso l'insensato (anche da un punto di vista economico) assalto all'articolo 18. Oggi il governo è partito alla guerra contro il mondo della scuola, considerato riserva di caccia della sinistra. Senza rendersi conto di aver creato in poche settimane un fronte di protesta assai più ampio e trasversale del previsto. Un fronte che va dagli studenti universitari ai professori, ai maestri, fino al cuore delle famiglie. Non è una lotta politicamente etichettata. Al Circo Massimo c'erano più giovani del solito ma sarebbe truffaldino sostenere che vi fossero masse di studenti, semmai molti insegnanti e genitori mobilitati in questi mesi contro i tagli scolastici. E tuttavia la protesta della scuola è politica, vera politica. Altrettanto politico è il disagio crescente di milioni d'italiani né di destra né di sinistra che si vedono ogni giorno scippare un pezzo di stato sociale pagato con le tasse, per finanziare improbabili ricette da vecchio capitalismo di stato, rottamazioni, salvataggi di banche, ponti in odore di mafia e oscure cordate tipo Alitalia. Basta ascoltare il disagio. "Ascoltare" è uno dei verbi più usati nei discorsi dell'idolo di Veltroni, Barack Obama. Non solo di Veltroni. "Obama, Obama" è il grido che ha salutato il bellissimo, appassionato discorso di Jean Renet Bilongo, un uomo del Camerun che vive a Castel Volturno. Il genio del senatore Barack Obama è stato l'aver ascoltato per anni il disagio del ceto medio e averlo tradotto in politica, riuscendo a far passare soprattutto un concetto, uno solo ma decisivo: l'inadeguatezza dei repubblicani ad amministrare la crisi economica. Ora, l'inadeguatezza di Berlusconi è un dato scontato in tutto il mondo, tranne che in Italia. Nella battuta più felice del discorso, Veltroni ha fatto notare che se Merkel, Sarkozy o Gordon Brown avessero detto le stesse follie sparse dal nostro premier lungo tutta la crisi, ci sarebbero state reazioni enormi all'estero. "Mentre se le dice Berlusconi non succede nulla, perché sanno chi è". Lo sa anche il quaranta per cento degli italiani. Bisogna convincere qualcun altro. Da oggi sarà un po' meno difficile. In ogni caso la risposta della piazza dice che non è impossibile.

PARTITO DEMOCRATICO : TANTI PER CAMBIARE


Diverse centinaia di migliaia di persone, confluite a Roma da ogni parte d'Italia, invadono simbolicamente il Circo Massimo capitolino. Per il segretario del Partito democratico un vero e proprio bagno di folla, già intono alle 13 quando Veltroni è stato accolto dai tanti militanti già presenti nel piazzale dei Partigiani. «Se erano due milioni per il Pdl a Piazza San Giovanni nel 2006, valutate voi», taglia corto il leader democratico. Ed in effetti le immagini parlano chiaro: Due i cortei, enormi, che confluiscono al Circo Massimo, uno partito da Piazza dei Partigiani e l'altro da Piazza San Giovanni.

«È molto meglio di come ci aspettassimo. È una manifestazione bella, democratica e pacifica». Striscioni, slogan e numerosissime bandiere rosse e verdi al vento. Tanti i leader presenti a Roma. Da Massimo D'alema a Cofferati, Bersani, Franceschini, Fassino, Fioroni, Di Pietro (con i banchetti per la raccolta firme per il lodo-Alfano) e tanti altri. E' un fiume in piena il leader Walter Veltroni parlando davanti al popolo democratico: «Il Parlamento non è un consiglio d'amministrazione di una azienda signor presidente del Consiglio». Il governo Berlusconi è totalmente inadeguato a guidare una gravissima crisi - ha urlato Veltroni, perchè un governo che si occupa di rassicurare i potenti è inadeguato. «Il governo ha sbagliato tutte le previsioni economiche, il governo ha sbagliato tutte le mosse, perchè prevedeva una crescita, invece c'è la crisi». Duro attacco sulla politica dell'istruzione. «Tutto il paese è contro una riforma sbagliata - ha detto Veltroni - è una rivolta di popolo e non di partito». Il governo invece sta togliendo l'aria alle università, sta togliendo ogni prospettiva ai giovani ricercatori di poter lavorare in Italia. «Avete camuffato i tagli sotto le spoglie di una "riformetta" - ha tuonato Veltroni - mortificando gli insegnanti. Non si può ad ogni cambio di ministro stravolgere la vita di famiglie e scuole».

26 ottobre 2008

Veltroni: democrazia non e' un Cda

'La democrazia, signor presidente del Consiglio, non e' un consiglio d'amministrazione', dice Walter Veltroni dal palco del Circo Massimo. Il segretario del Pd chiama direttamente in causa Berlusconi, rivendicando la natura 'democratica, serena e pacifica' della manifestazione di Roma .

Il Partito Democratico di Massafra , con una forza di ben 100 persone era presente a Roma per SALVA L'ITALIA.

24 ottobre 2008

25 OTTOBRE

Carissimi, queste sono le notizie utili per il 25 da comunicare ai responsabili dei pullman:
PARCHEGGI PULLMAN: Municipio Roma 12 – Zona EURVie: Viale Umanesimo ; Viale Oceano Atlantico; Viale Oceano Pacifico; Viale Oceano Atlantico (Palacisalfa);Via Primati Sportivi; Piazzale P. Nervi (Palalottomatica); Piazza F. Parri; Viale Oceano Indiano; Viale Egeo;Via Val Fiorita; Via delle Tre Fontane; Piazzale Industria; Viale Africa; Viale dell'Aeronautica

CONCENTRAMENTO PUGLIESIA : Piazzale dei Partigiani (Ostiense), alle ore 13,00.

N.B.: La Puglia avrà all'interno del corteo un proprio spazio aperto dallo striscione: Sveglia Italia: è MEZZOGIORNO. E' dunque fondamentale che tutti i Pugliesi si incontrino a Piazzale dei Partigiani alle 13,00 per organizzare la nostra presenza nel corteo.


Grazie per la collaborazione e per lo straordinario lavoro che stiamo facendo.
Pino Mellone

23 ottobre 2008

Il 25 ottobre il Pd Pugliese sarà in piazza a Roma, per raccontare un’Italia nuova e possibile'’.

Giovedì 23 ottobre alle ore 12.00 si è tenuta presso la sede regionale del Partito Democratico in via Piccinni, conferenza stampa della Segreteria Regionale del PD per illustrare ai colleghi giornalisti le modalità di partecipazione alla manifestazione del 25 ottobre. "Il partito Democratico di Puglia- afferma il segretario Michele Emiliano-dimostrerà il 25 ottobre ancora una volta una grande, civile partecipazione di popolo in cui, diversamente da quelle organizzate dalla destra appena due anni fa, non si parlerà né di regime né di libertà in pericolo né si insulteranno gli avversari politici. La nostra sarà una straordinaria iniziativa di democrazia propositiva per spiegare al Paese che un’altra Italia, più giusta e più coesa, è possibile". Dalla Puglia, quindi, una grande mobilitazione per la manifestazione nella capitale.Alla conferenza stampa parteciperanno il segretario regionale Michele Emiliano, il vice segretario Michele Mazzarano e il responsabile regionale della manifestazione del 25 ottobre, Corrado Tarantino.
Dalla Provincia di Taranto partiranno ben 10 pullman di cui 2 da Massafra.

22 ottobre 2008

TARANTO: A 13 ANNI AMMALATO DI CANCRO DA FUMATORE

Il medico che per primo ha diagnosticato la malattia è rimasto sorpreso: un bambino col cancro da fumatore. Caso unico della storia della medicina. E senza mai avere fumato. Ma purtroppo il bambino vive a Taranto, che ormai è diventata la città più inquinata dell'Europa occidentale, e sta diventano nota come "Toxic" Linfen in CIna e Copsa Mica in Romania, città note per il loro elevatissimo inquinamento. In particolare a Taranto si produce il 90% della diossina italiana e il 10% di quella europea. Ed è proprio questa ad avere provocato l'adenocarcinoma rinofageo al ragazzo di cui si parlava prima.
E a questo contribuiscono le leggi italiane. In teoria, secondo le leggi europee, andrebbero punite quelle fabbriche che producono più di 0,4 nanogrammi di diossina per metro cubo. Ma l'Italia, per aiutare l'ILVA, la principale produttrice di questa sostanza, ha elevato il limite a 100 nanogrammi, cioè 250 volte il limite europeo e 1000 volte quello della Germania. E così, la peggio l'hanno gli abitanti, che vengono sistematicamente avvelenati, al punto che le donne incinte producono spesso il latte con la diossina. Eppure ci sarebbe l'esempio di Trieste,dove le acciaierie Lucchetti producevano lo stesso livello di diossina. E' bastato un provvedimento regionale che intimasse all'azienda di ridurre le emissioni, pena la chiusura, e l'ostracismo degli austriaci, che la ditta in due anni è scesa a meno di 0,1 nanogrammi al metro cubo. Basterebbe fare lo stesso a Taranto, ma ci sono troppi interessi sotterranei e l'Albania non fa certo pressione.

21 ottobre 2008

MARTEDI' 21 ASSEMBLEA

MARTEDÌ 21 OTTOBRE
ore 20.00
presso la sede di via C.Poerio , 44
è convocato il Coordinamento Cittadino.
ORDINE DEL GIORNO:


Ocse, in Italia cresce il divario tra ricchi e poveri


Un abisso tra ricchi e poveri. L’Italia è tra i paesi dell’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico che racchiude 30 paesi del mondo, dove la differenza tra chi ha i soldi e chi no è più alta. Non si tratta di “fortune” che capitano alla nascita, ma di una precisa politica dei redditi che ha favorito il profitto a scapito del salario e che da tempo non utilizza strumenti redistributivi.La crescita economica, spiega lo studio Ocse, ha favorito chi era già ricco, e ha fatto sì che le disparità economiche aumentassero nel corso degli anni: «Le famiglie ricche - si legge nel rapporto Growing Unequal - hanno raggiunto risultati particolarmente positivi rispetto alla classe media e alle famiglie che si trovano ai livelli più bassi della scala sociale». Dagli anni Ottanta ad oggi, la disuguaglianza su redditi da lavoro, risparmi e capitale si è aggravata del 33 per cento. «Si tratta – rileva il rapporto – del più elevato aumento nei paesi Ocse, dove l’aumento medio è stato del 12 per cento». La classe media, insomma, è in via di estinzione: avanti di questo passo e nel nostro Paese avremo persone ricche sfondate e gente che tira a campare. Sono messi peggio di noi solo il Messico, dove le differenze sono in assoluto maggiori, la Turchia, il Portogallo, gli Usa e la Polonia. Non c’è invece questo divario economico e sociale così marcato in Danimarca, Svezia e Lussemburgo.Le conseguenze di questo gap, sono soprattutto sociali: «La crescente disuguaglianza - spiegano dall'Ocse - tende a dividere. Polarizza le società, crea divisioni regionali tra paesi e allarga la voragine tra ricchi e poveri. Impedisce la mobilità tra generazioni, rendendo più difficile per le persone di talento ottenere ciò che meritano». Finora, spiega ancora il rapporto, i governi hanno risposto a questo divario in crescita attraverso politiche fiscali e sociali, riconducendo soprattutto il problema al fatto che la popolazione invecchia velocemente e per questo si impoverisce. Ma secondo l’Ocse questa può essere solo una risposta «temporanea», significa «intervenire sui sintomi invece che sulla malattia». Per risolvere davvero la questione bisogna iniziare a preoccuparsi da prima: «L'unica via sostenibile per ridurre le disuguaglianze», spiega il rapporto, è assicurarsi che le persone siano in grado di trovare e mantenere un'occupazione. Questo significa che «i paesi sviluppati devono sforzarsi molto di più per inserire i cittadini nel mercato del lavoro piuttosto che sostenerli con indennità di disoccupazione o pensioni anticipate».

20 ottobre 2008

Riceviamo e pubblichiamo

Salve caro PD di Massafra, mi chiamo Cristiano Scalise e sono uno studente universitario di 23 anni. Ultimamente mi sono imbattuto nella scrittura di un articolo o, come meglio vogliamo chiamarlo, nota informativa su quella porcata che è il DL133. Vorrei inviarne una copia e sperare che possa essere messo in homepage per informare gli studenti di tutta Taranto su quello che aspetta noi ragazzi. Purtroppo viviamo in un paese dove il capitalismo sta diventando più importante del sapere e questo governo affonda le proprie radici nell'ignoranza. Ci vogliono ignoranti per poi ottenere i nostri voti futuri. Sono stanco di questo e mi piacerebbe poter far qualcosa per far capire alla gente che hanno votato per la loro rovina. Cordialmente.

Cristiano Scalise


Decreto Legge 133: La rovina della cultura italiana.

Cari colleghi, il governo Berlusconi ha lanciato ancora una volta una offensiva nei confronti della cultura italiana. Il decreto legge 133/08 (ex 112/08) ha passato l'iter burocratico ed è
diventato legge. Ma cos'è questo DL 133??

Il DL 133 è la nuova manovra economica
prevista per il quadriennio 2009-2013. Essa è una vera e propria minaccia per la cultura universitaria italiana e porta alla fine dell'università pubblica in Italia.
I principali punti del DL 133 sono:

  • riduzione dell'FFO (Fondo di Finanziamento Ordinario) del 20% entro i prossimi cinque anni: 1,5 miliardi di euro in meno alle università italiane;
  • tagli al personale docente e amministrativo di circa il 50% in cinque anni: nei
    prossimi due anni l'università potrà assumere una persona ogni cinque persone
    pensionate, e dal 2012 una ogni due persone pensionate;
  • possibilità per le università italiane di diventare fondazioni private: se i tagli
    all'FFO risulteranno incolmabili, gli atenei saranno costretti a trovare aziende
    private non solo che le finanzino, ma che entrino anche nella loro gestione
    amministrativa.


I Senati Accademici di molte università italiane prevedono entro i prossimi cinque anni di dover TRIPLICARE le tasse universitarie, non riuscendo altrimenti nemmeno a coprire gli stipendi del personale.
L'articolo 33 della costituzione italiana dice:

L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità,deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.
È prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale.
Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.


Con questo nuovo decreto legge questi principi fondamentali cesseranno d'esistere, le università non avendo più fondi statali dovranno necessariamente aumentare le tasse e aumentando le tasse non tutti potranno studiare. Si andranno a creare università di serie A e università di serie B e un conseguente dislivello tra nord e sud dell'Italia.

I rettori delle università italiane, in una nota della Crui, lanciano l'allarme: "Si renderà sempre più difficile l'ingresso nei ruoli di giovani di valore, peggiorerà il livello di funzionalità delle Università, anche in conseguenza dell'ulteriore mortificazione delle condizioni retributive del personale tecnico e amministrativo, diventerà sempre più difficile reggere alla concorrenza/collaborazione in atto a livello internazionale, si annullerà di fatto il fondamento stesso dell'autonomia universitaria basata sulla gestione responsabile dei budget". Motivi per cui la Crui, oltre a minacciare la sospensione dell'avvio del prossimo anno accademico, delle sessioni di esame e di quelle di laurea, chiede che nella Finanziaria 2009 vengano previste risorse adeguate al fabbisogno degli atenei, "a partire dalla copertura degli incrementi stipendiali quantomeno entro i limiti dell'inflazione programmata".

Ovviamente a Taranto non si parla di tutto questo, viviamo con i paraocchi, guardando solo quello che interessa a noi e campando alla giornata. Nessuno si interessa realmente del proprio futuro. L'informazione è una parte integrante della formazione di ogni membro della futura classe dirigente, perché è questo che saremo, ma da noi magicamente è latitante. Facciamo qualcosa per migliorare il nostro futuro e opponiamoci a tutto questo.

Tagli


19 ottobre 2008

TARANTO IN BILICO TRA BHOPAL E BILBAO

TARANTO – Nessuno pensa di chiudere l’ILVA nei prossimi anni ma il Gruppo Riva non può considerare Taranto come la Bophal d’Italia. Per chi non lo ricordasse nel 1984 uno stabilimento chimico uccise in India “ufficialmente” 1754 persone. Vent’anni dopo la contaminazione è ancora attiva. Oggi le 1.600 pecore da abbattere per la contaminazione di diossina dei terreni circostanti l’ILVA, domani la compromissione della zootecnia e dell’agricoltura ionica se è vero che la diossina è stata individuata anche a 10 Km agli stabilimenti siderurgici. Delle morti bianche sappiamo tutto, sempre frequenti gli incidenti sul lavoro, notevole l’incidenza di malattie respiratorie e dei tumori polmonari, malattie connesse all’inquinamento. Polveri sottili, diossine e PCB stanno compiendo una strage nemmeno tanto silenziosa. Ci chiediamo se corrisponda a verità che dopo la privatizzazione dell’Ilva gli strati filmanti (vernici ricoprente) non sono più applicati sui parchi minerari, che i filtri dei camini ILVA non sarebbero più sostituiti regolarmente? Che siamo di nuovo all’anno zero del trattamento fumi?
I dati pubblicati sul Bollettino Epidemiologico Regionale relativi a Lecce e Provincia dimostrano che non è quella jonica, la sola provincia disastrata. Anche il Salento paga direttamente i danni dell’aria dell’ILVA, i venti che spirano verso sud portano polveri sottili e cancerogene nonostante la provincia leccese abbia scelto una economia diversificata. Si prospetta un danno ambientale permanente per la Puglia con la possibilità, ancora una volta che sia lo Stato, cioè noi a pagare, una volta dismesso lo stabilimento. In uno Stato federalista che l’attuale Governo sta disegnando immagino che questi soldi li dovrebbero tirare fuori i Pugliesi, ovvero la Regione Puglia. Quindi profitti al Nord e inquinamento e sfruttamento al Sud: niente di nuovo sotto il sole. Uno sport ben praticato dal Gruppo Riva, il quale nel 1995 acquistò il siderurgico lasciando allo Stato i debiti contratti dalla precedente gestione. Film che si è rivisto con l’Alitalia al cui “salvataggio” ha partecipato lo stesso Riva. Anche lì lo stesso copione: aerei, slot e personale formato al privato, debiti a tutti noi. E’ arrivata l’ora che la città intera decida, non singole parti illuminate: Taranto si sprema le meningi e progetti da sola un nuovo futuro. Non glielo regalerà nessuno. Innanzitutto quindi creare un legame profondo con il suo territorio, con la sua Provincia. Si può sforare certo, ma non di anni. Se a Bari la data del 6 Dicembre è quella della riapertura del Petruzzelli, allora a Taranto si progetti l’esposizione completa e definitiva in un unico luogo di tutti i suoi formidabili reperti archeologici. Riva irrise chi voleva riprogettare la città. Sul principale quotidiano della città testuale disse: “siete in grado di assumere 13.000 bagnini”? Ora no, ma diversificando l’economia è possibile. Altre città come Bilbao l’hanno fatto. Il successo della riconversione ha attirato fin lì una delegazione di amministratori e imprenditori toscani. “Firenze nella competizione europea” questo il progetto. E Taranto? Vuole continuare ad essere la città dei fumi e delle polveri? Una cosa va detta chiaramente: il rilancio di Taranto è una questione nazionale. Questa città produce da cinquant’anni ormai acciaio e raffina petrolio. Tre anni di dialoghi senza un nulla di fatto, non possono rimanere senza sanzione. Senza contare che va esaminato tutto il pesante dossier del rispetto dei diritti dei lavoratori all’interno dello stabilimento. Il caso della Palazzina Laf e i ricatti occupazionali non saranno dimenticati.
Serve a poco essere la Provincia di Puglia con il più alto reddito pro-capite (19.726€).
Non voglio essere ripetitivo ma è il caso di studiare a fondo il modello Bilbao e lo faremo nei prossimi giorni per capire quali parti di quel progetto di rilancio possano essere da noi riutilizzate. Nel contempo evitare una nuova Bagnoli. Sono due casi di smantellamento di una economia basata sull’acciaio. Uno di successo, l’altro di stagnazione e declino. E’ una scommessa forte, che potrebbe anche non passare per la cessazione delle attività. Ma il tutto deve passare per limiti di emissione ferrei. Il Friuli Venezia Giulia ha adottato come Regione i limiti europei alla diossina, lo stesso può fare la Regione Puglia. L’Ilva fermi il suo ciclo e si adegui: la produzione continua non è un comandamento.
Al di là dei dati positivi del prodotto interno lordo pugliese, c’è una provincia che sopravvive sulle macerie di un progetto economico. In crisi l’agricoltura, militarizzato l’Ilva, ridotto a chiedere l’elemosina l’Arsenale, insufficiente e marginale il settore turistico, ancora da sviluppare l’indotto universitario. Uno scenario agghiacciante, soprattutto se si pensa al futuro. Al di là della immagine illusoria dei ristoranti pieni al sabato e del consistente mercato di beni di lusso non c’è strategia, non c’è idea di futuro. Serve un Piano Strategico a medio-lungo termine, sviluppo industriale sì ma sostenibile. Taranto non può più essere la pattumiera siderurgica d’Europa! La Regione Puglia non rimarrà inerte.
Taranto, 18 Ottobre 2008 Il Consigliere Regionale del PD
Paolo Costantino

17 ottobre 2008

1^ FESTA DEL PARTITO DEMOCRATICO

Calato il sipario della 1^ Festa del Partito Democratico possiamo dire di aver registrato un grosso successo.

Con eventi come questo, stiamo creando una nuova cultura di partecipazione cittadina, la nostra idea e quella di riportare la politica fra la gente, nelle piazze, nei circoli dove la discussione e la partecipazione possa far risvegliare il senso di appartenenza e la voglia di esserci attivamente alle scelte future di ognuno di noi.
Sono stati 4 giorni di dibattiti, socialità, divertimento, ma soprattutto di protagonismo per il popolo democratico, che ha trovato a Massafra il suo primo grande momento di contatto con i cittadini e le cittadine.
Con il lavoro e l’entusiasmo dei volontari, con la serena accoglienza della città, con l’impegno delle forze dell’ordine che hanno vigilato sulla nostra Festa, abbiamo saputo dar vita ad un’occasione di consolidamento e radicamento per il nostro partito, abbiamo coinvolto migliaia di giovani e riscoperto il valore dello stare insieme.
Oggi il Partito Democratico è più ricco, porta con sé un bagaglio di emozioni e sentimenti collezionati in una piazza in festa con le donne e gli uomini che hanno lavorato dentro agli stand, nell’organizzazione, prima e durante la Festa, con passione e generosità.
Di queste emozioni ciascuno di noi potrà beneficiare nei mesi che ci attendono di impegno politico, in cui sarà decisivo coniugare una visione moderna della società con la concretezza che ci richiedono i cittadini, per scrivere programmi elettorali che raccontino la nostra idea di governo locale.

Il Partito Democratico di Massafra è orgoglioso di aver contribuito a questo splendido risultato: è grazie ai volontari se lo abbiamo raggiunto e a loro va il nostro più sentito e caldo ringraziamento.

Grazie infine a Massafra e ai suoi cittadini.
Ci è piaciuto molto il modo in cui hanno vissuto la Festa: è anche merito loro se rimarrà indimenticabile.
Ancora Grazie


Il Segretario
Vito Miccolis

LA CURA GELMINI PER LA SCUOLA PUGLIESE? TAGLI PER PIÙ DI 5000 UNITÀ LAVORATIVE

Ecco le conseguenze dei provvedimenti del Governo e del Ministro Gelmini sulla scuola pugliese.
La FLC CGIL ha elaborato una simulazione delle ricadute che le varie norme approntate dal Governo avranno sia sul personale di ruolo che sui precari provincia per provincia e per i vari ordini di scuola.

La simulazione dei tagli è stata effettuata applicando ai vari ordini di scuola e al personale ATA le ipotesi contenute nelle prime anticipazioni del piano programmatico del MIUR in applicazione dei tagli previsti dall'Art. 64 del DL 112/08. Il calcolo dei soprannumerari deriva dalla differenza tra i posti che saranno disponibili nel 2009/10 (dopo i tagli) e il personale a tempo indeterminato (comprese le assunzioni di quest'anno e ipotizzando un trend di pensionamenti pari a quello di quest'anno (27.000). In sostanza, come previsto, nessun precario attuale avrà più la possibilità di lavorare.
Per la scuola dell'infanzia in quanto il piano non prevede espliciti tagli, ma l'azzeramento dell'attuale esperienza a tempo normale (8 ore) per trasformarlo in antimeridiano in modo da recuperare risorse per eventuali nuove istituzioni (sempre a tempo parziale): questa operazione, pur non producendo tagli a livello nazionale, perché in diverse regioni del Nord vi sono molte liste di attesa, avrà ripercussioni in Puglia sia sul personale che una forte ricaduta in termini di qualità del servizio e di risposta alle aspettative delle famiglie.

Paolo Peluso
Segr. Gen. FLC CGIL Puglia

Diamo un occhiata ai dati:
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16 ottobre 2008

Salva la scuola!


Oggi giovedì 16 ottobre, alle ore 18.00, presso il Salone degli Stemmi della Provincia di Taranto, il Partito Democratico provinciale presenterà il dibattito dal titolo "Salva la scuola!". All'iniziativa, introdotta da Anna Rita Lemma, parteciperanno, Michele Dentico, studente, Chiara Mastroserio, insegnante, Stefano Fabbiano, Vicepresidente della Provincia di Taranto, l'onorevole Ludovico Vico, deputato del PD e Donato Pentassuglia, Segretario Provinciale del PD. Le conclusioni saranno affidate all'onorevole Emanula Ghizzoni, capogruppo PD commissione Cultura e Pubblica Istruzione della Camera.

15 ottobre 2008

Bando Provinciale di gara per lavori stradali nel Comune di Massafra

COMUNICATO STAMPA
“ Bando di gara per lavori stradali nel Comune di Massafra, Misura 6.1, Finanziamento FESR - Fondi Por Puglia 2000/2006”

Nell’ambito della Pianificazione Strategica Territoriale di Area Vasta, lo scorso 23 settembre, la Provincia di Taranto, Ufficio Unico Pit 6, ha pubblicato un bando di gara per procedura aperta (ex D. Lgs. n° 163/2006) per la realizzazione, nel Comune di Massafra, di una strada di collegamento tra le zone produttive Pip - Zona artigianale - completa di illuminazione e rete fognaria.
L’importo complessivo dell’appalto è pari a 2.692.712,97 euro compresi gli oneri per l'attuazione dei piani della sicurezza non soggetti a ribasso (70.916,47 euro).
L’intervento prevede lavori stradali, impianti di pubblica illuminazione e impianto fognante da eseguirsi nel termine di 240 giorni decorrenti dalla data di consegna dei lavori.
Alla gara sono ammessi concorrenti costituiti da imprese singole o da imprese riunite o consorziate (ex artt. 95, 96 e 97 del Dpr n.554/1999), o da imprese che intendono riunirsi o consorziarsi (ai sensi dell’art. 37, co. 8 del D. Lgs. n°163/2006), nonché concorrenti con sedi in altri Stati membri dell’Unione Europea (ex art. 3, co. 7, del Dpr n° 34/2000).
Il termine ultimo per l’inoltro dei plichi contenenti l’offerta e la documentazione è fissato per le ore 12, del giorno 20 ottobre 2008.
Le offerte devono essere inviate a mezzo del servizio postale raccomandato o di agenzia di recapito autorizzata, alla Provincia di Taranto - Ufficio Unico Pit n. 6 - Via Anfiteatro n.4 - 74100 Taranto.
Il bando, il disciplinare di gara e la domanda di ammissione sono visibili presso l’Ufficio Ripartizione dei Lavori Pubblici, sito in via Traversa di Viale Magna Grecia, tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle 12 oppure sul Sito Internet ufficiale della Provincia di Taranto: www.provincia.taranto.it
Partito Democratico Massafra

Per 15 milioni di italiani è emergenza povertà

Il 13% della popolazione italiana vive con meno di metà del reddito medio italiano, ossia con 500-600 euro al mese. E' uno dei dati contenuti del rapporto sulla povertà e l'esclusione sociale in Italia presentato oggi a Roma dalla Caritas Italiana-Fondazione Zancan .

Il 30% delle famiglie con 3 o più figli e il 48,9% di queste famiglie vive nel mezzogiorno. "Si tratta di percentuali molto elevate, commentano gli osservatori.
Non solo, ma i "quasi poveri" ossia persone che sono al di sopra della soglia di povertà per una somma esigua, che va dai 10 ai 50 euro al mese, in Italia raggiungono una delle percentuali più alte rispetto all'Europa dei 15.
Il dato è in controtendenza con il resto del paese: dal 2005 al 2006 l'incidenza di povertà relativa in persone sole con 65 anni e più è passata da un valore di 5,8 a un valore di 8,2.
Dulcis in fundo: "Insieme alla Grecia e all'Ungheria siamo in Europa l'unico Paese non dotato di misure basilari di intervento" contro la povertà".
E sui dati interviente il segretario del Pd Walter Veltroni: «Questi dati rivelano che è un problema che riguarda anche le classi medie che stanno precipitando verso la soglia di povertà. Il dramma è che - afferma Veltroni - nelle mense della Caritas ci va chi prima faceva il tecnico e l'operaio...questa è l'Italia reale, non quella del Bagaglino ed è urgente che il governo intervenga».
«L' ottavo "Rapporto sulla povertà” della Caritas Italiana – Fondazione Zancan - ha dichiarato Gian Luca Lioni, responsabile Associazionismo e Terzo settore del Partito Democratico - rappresenta un’utile sfida alla politica, suggerendo nuove strategie e proposte concrete per la lotta alla povertà e all’esclusione. Va raccolta l’indicazione di puntare meno sui trasferimenti monetari e più sui servizi e sulle prestazioni. Il Partito Democratico deve mettere al centro della propria attenzione e della propria iniziativa questo tema, per proporre un’idea di Italia in cui solidarietà, inclusione e coesione sociale siano la migliore risposta allo smarrimento e al senso di incertezza che attraversano il nostro tempo. Serve una visione organica nella lotta alla povertà. Siamo uno dei pochissimi paesi a non avere una legge in tal senso: la mozione presentata da Livia Turco andava in questa direzione.
C’è rammarico, dunque, per l’inspiegabile latitanza di esponenti del governo all’importante appuntamento di oggi. »

13 ottobre 2008

REPORT

La puntata di "Report" andata in onda ieri sera su Raitre ha proposto un interessante inchiesta su Alitalia , intitolata: "L'intesa", di Giovanna Boursier.

Una cronologia dei fatti dal 2006 fino ad oggi, per capire se per l'interesse nazionale era l’unico affare possibile.
Report ha messo in luce quanto l’accordo raggiunto sia fragile, condizionato da decisioni che ancora debbono essere prese, in particolare in sede europea.
Davvero un bel esempio di servizio pubblico.


Per chi se lo fosse perso, qui , è disponibile l'intera puntata.

Buona visione !

12 ottobre 2008

Cani randagi, in Puglia record di animali liberi


In Puglia ci sono circa 120 canili più o meno censiti, distribuiti equamente nelle varie province a parte quella di Lecce che ne ha meno, con una media di 330 cani a testa.
I cani randagi ancora liberi e circolanti sono oltre 150.000, che producono circa 50.000 cuccioli ogni anno, di cui mediamente 35.000 muoiono prematuramente, i restanti 15.000 vanno ad incrementare quelli liberi e randagi o sostituiscono i vecchi che muoiono. In Puglia si spendono ogni anno oltre 35 milioni solo per alimentare circa 40.000 cani tenuti, più o meno bene, nei vari canili sparsi in tutto il territorio. In Italia, invece, si spendono circa 500 milioni; guardando la spesa della sola Puglia e facendo le debite proporzioni si noterà che la situazione è davvero preoccupante, le cifre sono calcolate per difetto. Naturalmente a spendere questi soldi sono soprattutto i Comuni con oltre il 90%, il resto lo spendono i cittadini attraverso donazioni o provvedendo direttamente loro al mantenimento dei cani o gatti accuditi. A queste cifre vanno aggiunte quelle dei canili considerati privati il cui numero dei cani detenuti varia da 5 a 50 per almeno altre 200 unità.
La Gazzetta del Mezzogiorno

Il Partito Democratico di Massafra , aveva già esposto alla cittadinanza il problemadel RANDAGISMO a Giugno!
guarda QUI !

11 ottobre 2008

SALVA L'ITALIA

Il Partito Democratico dii Massafra stà organizzando un pulman per andare a Roma alla grande manifestazione ''SALVA L'ITALIA''.


SE VUOI PARTECIARE CONTATTACI SU pdmassafra@gmail.com OPPURE VIENI A TROVARCI AL CIRCOLO IN VIA C.POERIO 44.



Domenica 5 Ottobre è stato l’ultimo giorno della Festa Democratica di Massafra , una giornata ricca di eventi. La mattina alle 11 si è tenuto un dibattito su tema : ‘’SALVA L'ITALIA’’ hanno partecipato il parlamentare PD Ludovico Vico , il dirigente regionale PD Fabiano Amati , il Consigliere Regionale PD Michele Pelillo e il Consigliere Comunale PD Cosimo Fedele. La manifestazione incentrata sui temi caldi dell’ economia , del lavoro e sulle Proposte del Partito Democratico ai tanti problemi i reali dell’Italia , è stata coordinata da Lanfranco Rossi . In serata alale 19, 30 , Pierangelo Putzolu ( del Quotidiano) ha svolta, in una Piazza Vittorio Emanuele gremita di gente un intervista pubblica al vice segretario regionale PD Michele Mazzarano e al coordinatore cittadino PD Vito Miccolis .

Poi alle 21 l’atteso concerto live dei Neri per Caso , che ha raccolto la folla delle grandi occasioni e che ha chiuso la prima festa democratica massafrese.

«La buona riuscita della festa ,- ha affermato Vito Miccolis - , è segno della bontà del progetto messo in campo a Massafra come nelle altre realtà joniche dal Partito Democratico . Qui da noi si avverte un esigenza diffusa di cambiamento e di inversione di rotta rispetto ai problemi che la comunità vive . In particolare, siamo impegnati a dare sostanza ai progetti di sviluppo a dare risposte (come nel caso della sanità ) alla gente . »

(Foto Francesco Palmisano)

09 ottobre 2008

TERZO GIORNO DELLA FESTA DEMOCRATICA



''IL PIANO REGIONALE DELLA SALUTE 2008-2010'' questo era il tema della terza giornata della Festa democratica di Massafra.Il Partito Democratico ha portato tra la gente le motivazioni che hanno consentito all'ospedale ''Matteo Pagliari '' di essere riconosciuto nel Piano della Salute della Regione ospedale di base.
Un ospedale che potrà contare su Medicina , Pediatria , Ortopedia , Chirurgia ,Ostetricia e tre nuove Sale Operatorie , in aggiunta ai servizi di Pronto Soccorso, poliambulatorio , radiologia , laboratorio di analisi , dialisi e day-ospital .
Alla serata sono intervenuti assessore alle sanità della Regione Puglia , Alberto Tedesco , il direttore generale dell'Asl di Taranto Domenico Colasanto e il Consigliere Regionale PD ,Paolo Costantino. La serata è stata coordinata da Cosimo Marino
A seguire si è tenuto un concerto di musica rock di due band emergenti di Massafra e la band regge Rebel Soul Band .

07 ottobre 2008

SECONDA GIORNO DELLA FESTA DEMOCATICA

Nella seconda giornata della Festa Democratica l’argomento più scottante toccato durante il dibattito, al quale hanno presenziato il presidente della Provincia di Taranto Gianni Florido e il segretario provinciale del Pd Donato Pentassuglia, è la questione candidature. Qualcuno non accetta Florido come candidato presidente alle prossime elezioni provinciali? Allora chi è di questa idea si faccia avanti. È il messaggio del segretario che va dritto alla questione e dà l’ultimatum: “Giovedì il tempo è finito. Non mi farò tirare per la giacca da nessuno. Se qualcuno ha da proporre delle candidature per il Pd venga avanti”.
Critica la provincia tarantina paragonandola alle altre, e afferma: “Mentre nelle altre Province si sta già pensando a lavorare per il voto a Taranto siamo autolesionisti. Se viene fuori il candidato allora si facciano le primarie, ma entro il 10 novembre, perché subito dopo faremo la manifestazione e partirà la campagna elettorale”.
Pentassuglia non ha nessuna intenzione di perdere tempo.
Non vuole commettere gli stessi errori che si sono commessi negli ultimi anni, con un centrosinistra ancora diviso e occupato a perdere tempo prezioso per sciogliere il nodo candidature. Naturalmente d’accordo il presidente Gianni Florido: “Una coalizione che ha governato senza mai spaccarsi una volta deve restare unita. Chi ha governato insieme e ha lavorato uniti ha il dovere di ripresentarsi uniti alle elezioni”.
Vede nell’unità del centrosinistra tarantino “una necessità”, in un sistema elettorale in cui o si vota centrodestra o si vota centrosinistra: “L’alternativa non è un altro di centrosinistra, ma la vittoria del centrodestra. Un centrodestra – continua Florido – per la verità molto diviso, con almeno 15 possibili candidati”.
È proprio su questo che il Pd punterà nelle prossime elezioni provinciali. Approfittare delle possibili diatribe interne del centrodestra per guadagnare terreno che per gli avversi potrebbe risultare difficile recuperare. Tanti altri i temi sviscerati durante la serata, nei vari interventi, sia da parte dei giornalisti presenti in ‘salotto’ (Michele Cristella per il Corriere del Giorno, Michele Mascellaro per il Tarantosera e Walter Baldacconi per Studio 100, con quest’ultimo che ha moderato la serata) sia da parte di alcuni cittadini a cui è stata data la possibilità di dire la propria. Tra i tanti argomenti quello del Ponte Cernera e quello della inguaribile statale Appia, che non solo inquina Massafra e intossica tutti i passanti, creando enormi problemi alla viabilità, ma è piena di ostacoli che nascondono le bellezze della città massafrese. Florido risponde: “Stiamo pensando di deviare il traffico pesante sulla 106”. Sarebbe un primo piccolissimo passo verso la decongestione di quell’area.
Toccato anche il tema del Parco delle Gravine, che potrebbe essere uno dei cavalli di battaglia della prossima campagna elettorale, essendo il Parco uno delle possibili future risorse del territorio, non solo dal punto di vista ambientale ma soprattutto da quello turistico ed economico. Così il presidente spiega i ritardi: “27mila ettari da perimetrare, da Ginosa a San Marzano. La
legge ci obbliga a perimetrali e a tabellarli per consentire un uso adeguato del Parco e delle sue aree. Il problema sta proprio nella legge. Ci siamo dovuti fermare perché questa consente a chiunque di decidere di fare parte o non fare parte del Parco. Così bisogna attendere al termine previsto per questo tipo di richiesta. Al momento ci sono 3mila richieste di uscita dal Parco, ma sono convinto che tutti torneranno a chiederci di rientrare. Di sicuro il Parco sarà un punto di orgoglio del centrosinistra. Abbiamo già le risorse che ci ha dato la Regione e la perimetrazione ci darà la possibilità di costituire l’ente Parco”.
Importante anche il tema riguardante l’ambiente e il monitoraggio di aria, terra e acqua nella zona tarantina, colpita dall’inquinamento: “Abbiamo l’Arpa che sarà una macchina che nel Mezzogiorno d’Italia non ha nessuno e che controllerà acqua, terra ed aria.Stiamo portando avanti una seria battaglia per l’ambiente.Nell’Ilva si stanno costruendo degli impianti che serviranno ad abbattere il benzene, uno dei veri problemi”.
Infine una nota politica per i prossimi appuntamenti elettorali:“Il punto, per il centrosinistra – chiude Florido – è come arrivare al Governo e rimanerci. Se eravamo uniti a quest’ora Berlusconi se ne starebbe ancora a casa sua”.


[[Graziano Fonsino -CORRIERE DEL GIORNO]]
[[Foto:Vincenzo Russo]]

05 ottobre 2008

Stand! Art alla Festa Democrtatica 2008

Vi proponiamo le foto dell stend dei giovani artisti pugliesi , ribattezzato STAND!ART.
Hanno esposto , durante la Festa Democrtica 2008 di Massafra : Sonia ''Sosò'' Ippolito , Marco Tondo , Francesco Arnese ,Marika Lippolis , Mariacarmela Palmitesta e Daniela Pricci.
(foto Francesco Palmisano e Vincenzo Russo)


03 ottobre 2008

Il Primo giorno della Festa Democratica




Giovedì 2 Ottobre ha avuto inizio la Festa Democratica di Massafra.
Già dalla mattina si è iniziato a lavorare per la buona riuscita della festa , con l'aiuto di tanti giovani e non pronti a dare una mano.
La ''villa'' ha cambiato faccia divenendo il centro di tutte le attività della festa , con stend di gastronomia semplice e nella tradizione delle feste popolari (panini con salsiccia), uno stand a disposizione di un gruppo di artisti pugliesi , uno stend per raccogliere le firme per SALVA L'ITALIA e una petizione contro la RIFORMA GELMINI , un piccola ''agorà'' per ospitare i dibattiti.
Alle 19,00 c'è stata il primo dibattito sul tema I SEVIZI SOCIALI E IL TERRITORIO , sono intervenuti Elena Gentile (assessore regionale alle politiche sociali) , Stefano Fabiano (assessore provinciale alle politiche sociali) , Nicola Andria (responsabile ufficio Piani di Zona ), i commissari IPAB di Massafra :Andrea Adamo (per l'istituto Mondelli), Giovanna Semeraro (per San Benedetto) e Clelia Stramaglia ( per il De Carlo).L'evento è stato coordinato da Vito Dinoia .
Il Partito Democratico di Massafra ha voluto iniziare la sua prima Festa Democratica , dando spazio agli ultimi a tutti quei concittadini svantaggiati che vivono al disotto della soglia di povertà ( un massafrese su cinque) e a chi lavora nell' assistenza e nei servizi sociali .

Dopo il dibattito politico , si sarebbe dovuto tenere uno spettacolo di Danze Popolari del Mondo con Gianni Labate e la sua Associazione , ma un improvvisa pioggia non ha permesso lo svolgimento.


Lettera di WALTER VELTRONI

Riportiamo la lettera scritta da Walter Veltroni , dedicata al FESTA DEMOCRATICA di Massafra.
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Il Granaio delle Feste

Riportiamo di seguito , articolo sulla Festa Democratica di Massafra, apparso sul sito nazionale delle Feste democratiche d'Italia : http://www.festademocratica.it/ .Un caloroso ringrazia mento va a Giovanni Belfiori, per la disponibilità. Ecco a voi il testo ,che potete anche trovare qui

La Puglia continua a proporre appuntamenti con le feste del PD. Quella di Bari è in svolgimento all'Arena della Vittoria, quella provinciale di Taranto è terminata la settimana scorsa, si sono moltiplicati gli appuntamenti locali, e oggi il taglio del nastro è per Massafra.
Comune del tarantino, Massafra il 14 ottobre dello scorso anno registrò l'affluenza regionale più alta alle Primarie: 1.800 votanti su circa 31 mila persone che risiedono nel comune. Questa forte adesione al PD, nonostante l'amministrazione comunale sia targata centro destra, si è riflessa anche nell’organizzazione di Festa Democratica: da oggi al 5 ottobre, un bel programma politico, la raccolta di firme per la manifestazione nazionale Salva l’Italia del 25 ottobre, un cartellone spettacoli che ha la sua punta di diamante nel concerto dei Neri Per Caso (domenica 5, ore 20,30), gastronomia semplice e nella tradizione delle feste popolari (panini con salsiccia), uno stand a disposizione di un gruppo di artisti pugliesi e tanti giovani a dare una mano.

«Gli stessi giovani -spiega Vito Miccolis, coordinatore del circolo cittadino del PD- che lo scorso 7 aprile realizzarono il grande striscione che accompagnò la manifestazione a Taranto con Veltroni e che oggi sarà collocato sotto il palco, proprio per dare un senso di continuità al lavoro che il PD sta facendo».Per Miccolis è la prima festa: «Arrivo nel Pd dall’area socialista e il mio impegno è quello di cercare di coinvolgere quante più persone possibili. Qui a Massafra abbiamo tante idee e la cosa più bella è vedere l’ impegno dei giovani, anche di quelli che non si interessano di politica, magari prima studiano all’università e poi fanno il giro ad affiggere i manifesti della festa».
Uno di quei giovani è Angelo Notaristefano: è suo il merito se Massafra ha un sito web curato, aggiornato e per di più molto visitato.

01 ottobre 2008

«L’ospedale ora è salvo»

MASSAFRA – “L’ospedale Pagliari ora è salvo”. Parola del direttore del polo sanitario occidentale, Mario Cetera, che comprende i nosocomi di Massafra, Castellaneta e Mottola. La sua è un’analisi del piano della salute, quello appena approvato dalla giunta regionale all’indomani del piano Fitto che, “invece – osserva – voleva separare il polo medico da quello chirurgico. Un’assurdità!. “Nel nuovo piano della Salute – ci chiarisce – Massafra sarà ospedale di base”. Come fa a dirlo? “Non è scritto, ma il Pagliari ha tutti i requisiti per esserlo, ha cioè le 4 specialità previste ovvero la medicina, la chirurgia, l’ortopedia e la ginecologia”. Ma l’ortopedia e la chirurgia erano state spostate a Castellaneta? “E’ così, perché questo predisposte Fitto. Ora, invece, torneranno a Massafra dove, per la sua posizione logistica, è più giusto quanto logico che ci sia un ospedale di base”. Ed a Castellaneta? “Castellaneta sarà ospedale intermedio. Ma ci sarà un collegamento con Massafra. L’obiettivo è quello di creare un unico percorso della salute, dalla prevenzione alla terapia, alla riabilitazione”. Come? “A Castellaneta presto sarà riattivato l’Utic, poi avrà la pediatria ed infine altre specialità urgenti per il territorio, ad esempio la nefrologia o la gastroenterologia. Infine c’è il ruolo dell’ospedale di Mottola. Dove è prevista la realizzazione un polo riabilitativo di eccellenza”.

[[Maria De Bartolomeo- TARANTO SERA]]

L'ospedale è Salvo Video e foto

Vi segnaliamo che su TeleSud dall' 1 al 5 ottobre , in concomitanza con la FESTA DEMOCRATICA , verrà trasmessa l'Assemblea Pubblica congiunta del Partito Democratico e di Rifondazione Comunista , in cui si è illustrato alla cittadinanza il Piano Regionale della Salute , approvato dalla Giunta Vendola , e che prevede la riapertura dell' Ospedale Matteo Pagliari di Massafra. Gli orari della messa in onda sono:

  • 1 Ottobre ore 21.00

  • 2 Ottobre ore 15,00
  • 3 Ottobre ore 22,00

  • 4 Ottobre ore 15,00

  • 5 Ottobre ore 09,00

Sul sito , nella sezione Immagini , è attiva una nuova sezione con le immagini relative all' assemblea di martedì 23 settembre.Si ringraziano per le foto Valentina Fedele , Vincenzo Russo e Francesco Palmisano.