tag foto 1 tag foto 2 tag foto 3 tag foto 4 tag foto 5

20 ottobre 2008

Riceviamo e pubblichiamo

Salve caro PD di Massafra, mi chiamo Cristiano Scalise e sono uno studente universitario di 23 anni. Ultimamente mi sono imbattuto nella scrittura di un articolo o, come meglio vogliamo chiamarlo, nota informativa su quella porcata che è il DL133. Vorrei inviarne una copia e sperare che possa essere messo in homepage per informare gli studenti di tutta Taranto su quello che aspetta noi ragazzi. Purtroppo viviamo in un paese dove il capitalismo sta diventando più importante del sapere e questo governo affonda le proprie radici nell'ignoranza. Ci vogliono ignoranti per poi ottenere i nostri voti futuri. Sono stanco di questo e mi piacerebbe poter far qualcosa per far capire alla gente che hanno votato per la loro rovina. Cordialmente.

Cristiano Scalise


Decreto Legge 133: La rovina della cultura italiana.

Cari colleghi, il governo Berlusconi ha lanciato ancora una volta una offensiva nei confronti della cultura italiana. Il decreto legge 133/08 (ex 112/08) ha passato l'iter burocratico ed è
diventato legge. Ma cos'è questo DL 133??

Il DL 133 è la nuova manovra economica
prevista per il quadriennio 2009-2013. Essa è una vera e propria minaccia per la cultura universitaria italiana e porta alla fine dell'università pubblica in Italia.
I principali punti del DL 133 sono:

  • riduzione dell'FFO (Fondo di Finanziamento Ordinario) del 20% entro i prossimi cinque anni: 1,5 miliardi di euro in meno alle università italiane;
  • tagli al personale docente e amministrativo di circa il 50% in cinque anni: nei
    prossimi due anni l'università potrà assumere una persona ogni cinque persone
    pensionate, e dal 2012 una ogni due persone pensionate;
  • possibilità per le università italiane di diventare fondazioni private: se i tagli
    all'FFO risulteranno incolmabili, gli atenei saranno costretti a trovare aziende
    private non solo che le finanzino, ma che entrino anche nella loro gestione
    amministrativa.


I Senati Accademici di molte università italiane prevedono entro i prossimi cinque anni di dover TRIPLICARE le tasse universitarie, non riuscendo altrimenti nemmeno a coprire gli stipendi del personale.
L'articolo 33 della costituzione italiana dice:

L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità,deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.
È prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale.
Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.


Con questo nuovo decreto legge questi principi fondamentali cesseranno d'esistere, le università non avendo più fondi statali dovranno necessariamente aumentare le tasse e aumentando le tasse non tutti potranno studiare. Si andranno a creare università di serie A e università di serie B e un conseguente dislivello tra nord e sud dell'Italia.

I rettori delle università italiane, in una nota della Crui, lanciano l'allarme: "Si renderà sempre più difficile l'ingresso nei ruoli di giovani di valore, peggiorerà il livello di funzionalità delle Università, anche in conseguenza dell'ulteriore mortificazione delle condizioni retributive del personale tecnico e amministrativo, diventerà sempre più difficile reggere alla concorrenza/collaborazione in atto a livello internazionale, si annullerà di fatto il fondamento stesso dell'autonomia universitaria basata sulla gestione responsabile dei budget". Motivi per cui la Crui, oltre a minacciare la sospensione dell'avvio del prossimo anno accademico, delle sessioni di esame e di quelle di laurea, chiede che nella Finanziaria 2009 vengano previste risorse adeguate al fabbisogno degli atenei, "a partire dalla copertura degli incrementi stipendiali quantomeno entro i limiti dell'inflazione programmata".

Ovviamente a Taranto non si parla di tutto questo, viviamo con i paraocchi, guardando solo quello che interessa a noi e campando alla giornata. Nessuno si interessa realmente del proprio futuro. L'informazione è una parte integrante della formazione di ogni membro della futura classe dirigente, perché è questo che saremo, ma da noi magicamente è latitante. Facciamo qualcosa per migliorare il nostro futuro e opponiamoci a tutto questo.