La decisione del Tribunale di Milano di sbloccare le risorse finanziarie, sottoposte a sequestro preventivo, per il risanamento ambientale dell'Ilva di Taranto rappresenta un fatto eccezionale dal punto di vista giuridico e sancisce in modo evidente l'applicazione del sacrosanto principio secondo cui "chi inquina paga".
Il tribunale spiega con chiarezza che nel conflitto tra i diritti proprietari e gli interessi costituzionalmente rilevanti al diritto all'ambiente salubre, al lavoro e alla salute, i secondi primeggiano sui primi.
Siamo di fronte ad una decisione di grande rilievo giuridico resa possibile dalla forza legislativa dei provvedimenti che i Governi Letta e Renzi hanno messo in fila e dal lavoro correttivo svolto dal parlamento e in modo particolare dai parlamentari del Pd.
Lo sblocco dei 1.2 miliardi di Euro di risorse viene accolto con un grande sospiro di sollievo. Una decisione diversa avrebbe fatto ripiombare Taranto in una drammatica spirale che avrebbe messo in angoscia migliaia di famiglie di lavoratori e azzerato le speranze di chi crede che si possa conciliare produzione e salute.
Ora bisogna accelerare sulla strada del risanamento ambientale dello stabilimento e della rigorosa ottemperanza, in un cronoprogramma certo, delle prescrizioni dell'AIA.
Non ci sono più alibi. Non c'è più tempo da perdere.
Bari, 29 ottobre 2014
Michele Mazzarano
Consigliere regionale Pd