"Questa non è una tragedia solo per l'ambiente e la salute, ma anche per la sinistra". Michele Mazzarano, consigliere regionale Pd in Puglia, critica il suo partito sulla vicenda Ilva in un'intervista ad Affaritaliani.it: "Non sarà un operaismo romantico a salvarci. Non si è stati capaci di cambiare il vocabolario. Difendere il lavoro non significa difendere l'ideologia del profitto". Sull'attacco al gip Todisco: "Chi attacca la magistratura commette due errori: uno politico e uno deontologico. I giudici hanno la fiducia dei tarantini".Sull'operato del governo: "Da Passera e Clini mi aspetto fatti e non passerelle. Però c'era bisogno anche di Balduzzi. L'emergenza sanitaria viene sottovalutata". I 336 milioni stanziati dall'esecutivo "sono pochi, anzi pochissimi". Sull'azienda: "Si esce da questa situazione solo se dalla fase di obiezione si passa a quella propositiva. Delocalizzazione? Se si crede a Ferrante parrebbe di no. Ma vedremo i fatti". E su Fassina: "Lo stimo, ma da lui non mi sarei aspettato alcuni aggettivi sull'azione giudiziaria".
Michele Mazzarano, il suo partito, il Pd, sulla questione Ilva si è schierato al fianco del governo contro la chiusura dello stabilimento e non ha seguito invece la Fiom di Landini. Lei che ne pensa?
Io credo che la scelta di Landini di non schierare la Fiom negli scioperi di questi giorni sia molto significativa. C'è una crisi enorme ed evidentissima di rappresentanza politica e sociale in questa vicenda. E' molto evidente la crisi dei sindacati così come della politica. Landini dimostra che si può ripartire dai propri errori dopo aver fatto autocritica e avere una posizione nuova e diversa. L'ho molto apprezzato.
Come giudica allora l'operato del Pd?
Alla sinistra, al mio partito, dico che non sarà un operaismo romantico o un industrialismo di tipo novecentesco a salvarci da questa immane tragedia. Quello che sta accadendo è anche una grande tragedia per la sinistra perché non è stata capace di aggiornare il suo vocabolario e di codificare il valore del salute e dell'ambiente negli stessi termini in cui per decenni ha codificato il valore del lavoro. Difendere il lavoro non significa difendere l'ideologia del profitto, soprattutto quando questa la si esercita contro gli interessi generali della popolazione. Bisogna fare una profonda riflessione dentro la sinistra e dentro il Pd.
Sempre dal Pd sono arrivati anche degli attacchi alla magistratura e in particolare al gip Todisco...
Chi attacca contro la magistratura commette due errori. Primo, interferisce con le azioni legittime di un organo dello Stato che ha il dovere di far rispettare le leggi. Secondo, si indispettiscono i tanti cittadini tarantini che hanno riposto la loro fiducia nei giudici. C'è un errore deontologico e un errore politico negli attacchi ai giudici.
Come giudica l'operato della magistratura di Taranto?
Penso che stiano adottando, giustamente, una logica del rigore e della rigidità verso una situazione che ha provocato danni molto gravi sotto il profilo ambientale.
Il governo ha inviato i ministri Passera e Clini a Taranto. Lei che cosa si aspetta dal governo Monti?
Innanzitutto mi sarei aspettato che fosse presente anche il ministro Balduzzi. Questo non è solo un problema di sviluppo economico, di industria e di ambiente. C'è anche una gravissima emergenza sanitaria. Se qualcuno si fa due passi, anche solo per cinque minuti, si rende conto che siamo in una situazione insostenibile. Mi sembra che il tema sanitario sia molto sottovalutato. Da Passera e Clini mi aspetto che non ci siano passerelle o frasi fatte ma impegni concreti e immediati. E soprattutto spero che non ci sia un'interdizione verso la magistratura. Sarebbe gravissimo.
Però il governo sembra fare proprio questo. C'è anche l'ipotesi di un ricorso alla Consulta.
Guardi, io ho grande fiducia nel governo Monti. Soprattutto per come sta affrontando il risanamento economico. Vorrei avere la stessa fiducia per il modo in cui stanno affrontando il tema Taranto. Il governo sarà chiamato a rispondere di quello che fa perché l'Ilva non è un problema solo di Taranto ma dell'intero Paese. I cittadini valuteranno l'operato del governo in base alla concretezza e all'immediatezza delle sue azioni e dell'erogazione delle risorse.
I 336 milioni di cui si parla sono abbastanza?
Non credo, anche perché se si va a vedere di che cosa sono composti si scopre che tra vecchi investimenti e vecchi appostamenti le risorse destinate alle bonifiche sono davvero molto poche. Si tratta veramente di pochissimi milioni di euro.
Il governatore Vendola ha sempre fatto dell'ambiente una sua bandiera. Non le è sembrato un po' poco incisivo su questa vicenda?
Se riprendiamo la storia dei rapporti tra la Regione Puglia e l'Ilva negli ultimi 17 anni, cioè da quando c'è stata la privatizzazione, credo che Vendola sia l'unico che possa dire qualcosa. Ha fatto tre leggi, di cui una di carattere straordinario sull'abbattimento delle diossine. Questo ha cambiato la storia del rapporto tra azienda e assessorato all'Ambiente della Regione Puglia. E' chiaro che in questa vicenda tutta la politica rischia di essere delegittimata perché il suo spazio è stato coperto da altri. Però mi permetto da dire che se la sinistra è in fuorigioco su questo tema, la destra è seduta in tribuna.
L'atteggiamento dell'Ilva come lo vede, soprattutto dopo l'arrivo di Ferrante. Ci sono stati dei cambiamenti in positivo?
Un fatto significativo credo ci sia. Si è passati dal padrone delle ferriere a un uomo delle istituzioni molto serioe stimato. A misurare dalle sue parole dovrebbe portare discontinuità rispetto al passato. Fumo se n'è venduto tanto, ora siamo al momento dell'arrosto. La partita dipende anche dall'atteggiamento dell'azienda e dalla loro volontà o meno di investire significative risorse economiche per ambientalizzare la produzione.
C'è chi ha il dubbio che in realtà l'azienda voglia delocalizzare e andare a produrre all'estero. Anche lei avverte questo rischio?
Questo non lo so... Se si ascoltano le parole di Ferrante bisogna credere che l'azienda sia intenzionata a un impegno immediato, però vedremo alla prova dei fatti quello che succederà. Vorrei vedere dei cambiamenti. Per esempio, in questi anni si è sentita tante volte la frase: "E' impossibile coprire i parchi minerali che coprono un'area di 70 ettari". Ecco, io penso che una dichiarazione come questa non si possa più sentire. Chi fa un fatturato annuo di 20 miliardi di euro non può dire che è impossibile coprire i parchi minerali. E' possibile corprirli e bisogna farlo. Dalla fase di obiezioni, l'Ilva deve passare a una fase propositiva.
Come si esce da questa vicenda?
Se ne esce se tutti hanno senso di responsabilità. Gli attori in gioco sono tanti. Nell'immediato però dobbiamo valutare quello che fa l'azienda. Dall'operato dell'Ilva capiremo se davvero si è arrivati a una svolta utile per coniugare ambiente e lavoro oppure bisogna pensare a delle soluzioni più drastiche.
Il Pd l'ha delusa nella gestione di questa vicenda? Anche alcune dichiarazioni di Stefano Fassina hanno destato un po' di stupore. O no?
Ho molta stima di Fassina. Ma da lui ho ascoltato degli aggettivi che non mi sarei mai aspettato, soprattutto a riguardo dell'operato della magistratura. In questi utimi giorni in molti hanno riscoperto Taranto dopo averla trascurata a lungo. Parlo della politica ma anche dei mezzi di informazione. Ecco, credo che per capire davvero la situazione ci vorrebbe più prossimità alla città. Dire solo "lavoro" e "industria" non basta più. Bisogna aggiornare il proprio vocabolario.
di Lorenzo Lamperti --Affaritaliani.it