Ho sempre troppo rispetto per le posizioni altrui per banalizzarle, sia quando sono espresse da compagni e amici, sia da avversari politici.
Se il collega Lospinuso avesse imparato questa banalissima regola della democrazia, avrebbe più attentamente letto quanto da me dichiarato in merito alle posizioni espresse, nel recente convegno promosso dalla UIL, su progetto Tempa Rossa e fabbisogno petrolifero del Paese.
Ma evidentemente, la frenesia di dover assurgere a ruolo di avvocato d'ufficio, porta il collega a dimenticare che, a proposito di divergenze interne ai partiti, il coordinatore del Partito di Lospinuso, l'On Gianfranco Chiarelli ha espresso posizioni, su Tempa Rossa, contrarie ad un investimento senza il rispetto del territorio.
La teoria della desertificazione e la becera e volgare strumentalizzazione dei nuovi drammatici dati sulla povertà, vengono usati come una clava per abbattere ogni valutazione sulla sostenibilità del progetto in questione.
Gli argomenti utilizzati rientrano nel novero del racconto populistico per rappresentare un mondo diviso in due: coloro (Lospinuso) che vogliono lo sviluppo e coloro (Mazzarano) che lo ostacolano; coloro che vogliono il lavoro e coloro che sono disposti a sacrificarlo sull'altare di un irrazionale e intransigente ambientalismo. In questo caso si tratterebbe, tra l'altro, di un progetto che non prevede, come si allude, centinaia di posti di lavoro, ma una trentina.
Si ha poco rispetto per la cultura di governo del Pd se si pensa di stringerci nell'angolo della irresponsabilità.
Allora è il caso di ripetersi perché sia chiaro anche al collega Lospinuso: concordo con il Governo Renzi sul valore strategico nazionale di Tempa Rossa ma aggiungo che le popolazioni devono essere rassicurate sui rischi e risarcite con compensazioni ed investimenti che siano il segno tangibile del rispetto del territorio. Finora, va ricordato, ciò non è accaduto. Anzi, si è agito in spregio del territorio, raggirando e mortificando l'interlocuzione delle amministrazioni locali.
Mi chiedo e chiedo: si potrà mai discutere, nel nostro territorio, di una prospettiva di sviluppo senza farsi bloccare dalle catene ideologiche dei SI o dei NO a prescindere?
Si potrà mai evitare di farsi ingabbiare dal conflitto lavoro-salute e provare invece a tenere assieme le due cose?
Cosa ci ha insegnato la vicenda Ilva se si continua imperterriti con l'approccio che è la causa dell'esplosione del conflitto tra lavoro e ambiente?
Perché le principali istituzioni del territorio si stanno contrapponendo tra di loro su questo argomento anziché provare ad essere unite, e così più forti, nel rivendicare il rispetto del territorio?
Mi sono permesso di sollevare queste mie obiezioni non per suscitare la reazione stizzita di qualche avvocato d'ufficio ma solo per segnalare che, forse, c'è un altro modo per affrontare queste delicate questioni.
Bari, 11 dicembre 2014
Michele Mazzarano
Consigliere Regionale Pd