Sono 9 i punti critici emersi in Puglia dal monitoraggio effettuato dal laboratorio mobile di Legambiente, quattro dei quali risultati fortemente inquinati. Sotto accusa foci dei fiumi, canali e scarichi non depurati. Massima allerta per il prelievo effettuato sul Lungomare di Trani che anche quest'anno desta serie preoccupazioni per gli altissimi livelli batteriologici riscontrati. Questo in sintesi è quanto emerso oggi in conferenza stampa a Bari dal monitoraggio scientifico di Goletta Verde, la popolare campagna itinerante di Legambiente, che ogni estate solca il mare italiano per monitorarne la qualità delle acque e dei litorali. Ad illustrare i dettagli della istantanea scattata dai tecnici di Legambiente sul livello di inquinamento microbiologico delle acque regionali, questa mattina erano presenti Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente, Francesco Tarantini, presidente Legambiente Puglia, Angela Barbanente, Assessore alla Qualità del Territorio della Regione Puglia, Giorgio Assennato, direttore Generale ARPA Puglia, Annalisa Perelli, responsabile relazioni esterne Novamont e Antonio Mastrostefano, direttore Strategie, Comunicazione e Sistemi del COOU. Nel capoluogo regionale come punto inquinato si riconferma per l'ennesima volta anche quest'anno, "Pane e Pomodoro", sul lungomare A. Perotti. Esaminando la zona di Brindisi e dei comuni della sua provincia, i biologi di Goletta Verde hanno evidenziato tre punti critici, di cui due sono risultati fortemente inquinati. Nel dettaglio, il primo dei due punti si trova nel comune di Fasano, in località La Forcatella, dove il prelievo effettuato nei pressi dello scarico del depuratore civile, ha indicato altissimi livelli di inquinamento microbiologico. Il secondo punto ad allarme rosso nella provincia brindisina insiste nel comune di San Vito dei Normanni, in località Torre Guaceto, dove il campione prelevato presso la Foce Canale Reale è risultato fortemente inquinato, a tutto danno dell'Area marina protetta. Il terzo campionamento realizzato nella città di Brindisi, presso il Canale Gianicola, è stato classificato come inquinato. Ancora guai nella provincia di Taranto. Nel comune di Massafra, nella Riserva forestale dello Stato, la Foce del fiume Patemisco è risultata fortemente inquinata. Sempre nel tarantino, le analisi compiute sul campione prelevato nei pressi del Canale dei Cupi, ricadente nel territorio del comune di Lizzano, hanno rilevato una significativa presenza di batteri fecali. Spostando il focus sulla provincia di Foggia, due foci campionate dai biologi di Goletta Verde sono risultate inquinate per i livelli batteriologici riscontrati: nel comune di Zapponeta la Foce Torrente Carapelle e la Foce Fortore, nel comune Serra Capriola in località Torre Mozza. Il prelievo pugliese che vince l'oscar dell'inquinamento è quello realizzato nel comune di Trani, dove il campionamento realizzato presso lo scarico di fogna che insiste sotto l'arco nei pressi della Villa Comunale riporta valori di inquinamento microbiologico talmente alti da risultare non quantificabili.
"Anche in Puglia non possiamo che evidenziare la situazione di inquinamento causata da alcune foci, indice di una mancata depurazione nell'entroterra, e da scarichi fognari non a norma o abusivi - dichiara Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente -. Un problema che purtroppo accomuna l'Italia intera. E' dal 1998 che il nostro Paese avrebbe dovuto mettersi in regola con i sistemi di depurazione delle acque reflue, come richiede la Direttiva Europea 1991/271/CE ma, ad oggi, la copertura del servizio in Italia arriva appena al 70% degli abitanti, lasciando una ampia parte della popolazione sprovvista di sistemi adeguati di trattamento delle acque. Il termine ultimo per adeguarsi - continua Ciafani - era stato fissato a fine Dicembre 2005, ma a molti anni di distanza il "Belpaese" si ritrova con un sistema ancora deficitario e con l'ennesima procedura d'infrazione europea aperta a suo carico. Secondo quanto riportato dalla Gazzetta Ufficiale europea del 29 gennaio 2011 sono 168 i Comuni che non si sono ancora conformati alla direttiva europea per il corretto trattamento dei reflui urbani. Oltre il danno economico dovuto all'infrazione, ci sono poi le gravi conseguenze ambientali e sanitarie: questa situazione incresciosa riguarda anche 12 comuni della Puglia censiti dalla Commissione Europea, che si affiancano ad altri abitati non ancora allacciati alla rete di fognatura e depurazione che scaricano abusivamente nell'ambiente. Chiediamo pertanto alle autorità competenti di sanare quanto prima per sanare queste situazioni". Il Monitoraggio scientifico I prelievi alla base delle nostre considerazioni, vengono eseguiti dalla squadra di tecnici di Legambiente, l'altra anima della Goletta Verde, che viaggia via terra a bordo di un laboratorio mobile grazie al quale è possibile effettuare le analisi chimiche direttamente in situ con l'ausilio di strumentazione da campo. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell'analisi, che avviene nei laboratori mobili lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura dell'acqua, pH, ossigeno disciolto, conducibilità / salinità).
I PUNTI CRITICI DELLA PUGLIA
LEGENDA Facendo riferimento ai valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) i giudizi si esprimono sulla base dello schema seguente: INQUINATO = Enterococchi intestinali maggiori di 200 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli maggiori di 500 UFC/100ml FORTEMENTE INQUINATO =Enterococchi intestinali maggiori di 400 UFC/100 ml e/o Escherica Coli maggiori di 1000 UFC/100 ml
Comunicati Stampa Goletta Verde di Legambiente presenta lo stato di salute del mare e delle coste in Puglia |