E’ trascorso solo un mese e mezzo da quando la nuova giunta provinciale si è insediata, ma è già tempo di bilanci per il neo assessore alle Politiche del Lavoro e Formazione Professionale, Vito Miccolis. In un documento ha voluto sintetizzare la situazione occupazionale dell’area ionica ed il dato è preoccupante.
“La situazione è di allarme rosso. Perché ci sono più di duemila persone in cassa integrazione straordinaria guadagni”.
Entri nel dettaglio.
“Ci sono 79 aziende, tra Taranto e provincia, che hanno messo in cigs in deroga ben 1.741 dipendenti. E la preoccupazione cresce se si tiene conto che la scadenza della cassa è al 31 dicembre 2009. Altre 25 imprese hanno, poi, 996 operai in cassa integrazione straordinaria con scadenza ai primi del 2010. E 500 persone sono in mobilità. Senza considerare i cassintegrati dell’Ilva, i disoccupati del settore edile, i braccianti che per via della crisi non riescono a trovare lavoro e i disoccupati cronici”.
Dati in crescita rispetto al passato. Come lo spiega?
“E’ sicuramente l’effetto della crisi internazionale. Ci sono aziende che per evitare la cassa integrazione stanno usando il sistema delle ferie forzate, ma il rischio è di ritrovarci con più di tremila persone senza lavoro”.
La Provincia cosa può fare?
“Per ora stiamo puntando sulla formazione. Oltre al bando per gli ex Miroglio ci sono altri bandi in arrivo. Contiamo di finanziare formazione professionale per circa nove milioni di euro entro la fine di dicembre”.
Per gli ex Miroglio c’è un progetto che avete già presentato al Ministero qualche mese fa...
“Sì, è così. Siamo stati gli unici in quella occasione a portare qualcosa di concreto e che ora stiamo per attuare. A giorni sarà deciso chi porterà avanti il progetto che mira essenzialmente a dare un po’ di respiro economico alle famiglie. I lavoratori avranno, infatti, una piccola diaria giornaliera. Poi tutto dipenderà dal progetto Intini al vaglio del Ministero”.
Ci sono altri progetti in itinere?
“Guardiamo alle fasce deboli con l’assunzione degli invalidi all’Asl, alla Provincia ed al Comune”.
Maria De Bartolomeo