Non voleva ricandidarsi, non voleva presentare la deroga. Poi, è stato
il partito, leggi Pier Luigi Bersani, a chiederle di non fare passi
indietro. Anna Finocchiaro, capogruppo uscente al Senato, candidata a
Taranto, dove ieri ha passato l’intera giornata tra Taranto e Massafra
Una campagna elettorale lampo, in una città che non è la sua città e al centro del dibattito politico. Come ci si sente?
«Mi sento benissimo, perché questa è una città con problemi
complessi, per i quali abbiamo lavorato molto in Parlamento. Ma oggi
Taranto è una città di frontiera per ciò che riguarda il Sud, l’Italia e
l’Europa. Per me, donna del Mezzogiorno, è una sfida importante».
Politiche industriali, ferme da troppi anni: uno dei punti del
programma del Pd. Non le sembra una sfida da far tremare i polsi?
«Questo è un territorio, come tante altre realtà del
Mezzogiorno, che dipende da un’unica risorsa industriale che nel momento
della crisi diventa un limite pesantissimo, per quanto riguarda la
salute, l’economia, lo sviluppo. La prima riflessione da fare è sulle
politiche industriali che vogliamo portare avanti per il Paese. Il Pd ne
ha fatto un punto qualificante del suo programma di governo legandolo
all’altra grande questione del terzo Millennio che riguarda non solo il
nostro Paese: lo sviluppo e la crescita in sintonia con la tutela della
salute e dell’ambiente».
Bersani proprio pensando a lavoro, diritti e equità critica
l’agenda Monti. Eppure sembra riscuotere ampio consenso l’ipotetica
lista del professore. Una candidatura insidiosa per il Pd?
«Intanto non c’è ancora nulla di concreto sulla lista o sulle
candidature. Questo conferma che l’unica forza che è stata ed è al
centro della politica italiana, saldamente e concretamente presente nel
Paese, è il Pd. Non c’è dubbio, però, che se crescesse questa esperienza
del centrismo montiano, se il panorama politico italiano fosse in grado
si spazzare via il berlusconismo e questo centrodestra, sarebbe un bene
per il Paese».
Non cambia i rapporti di forza del Pd la comparsa la candidatura di Monti?
«Il Pd è il più grande partito italiano e senza il partito democratico nessuna forza politica andrà da nessuna parte».
Ma a questo punto il Professore diventa un avversario politico. O no?
«Questo lo sa benissimo anche Monti. La nostra lealtà non è mai
mancata ma dal momento in cui si candida è un nostro avversario
politico anche se la competizione sarà seria e rigorosa, non siamo
partito da colpi bassi. Sarà competizione vera, però».
L’altra notizia è la candidatura del Procuratore Pietro Grasso
con il Pd. Oltre a Pietro Ingroia.
Magistrati in politica, che ne pensa
lei è che è stata un magistrato?
«Sono molto soddisfatta del fatto che Grasso abbia accettato la
nostra candidatura, è un’ottima notizia. Non ci vedo nulla di strano
nel fatto che i magistrati decidano di fare politica, purché facciano di
questo impegno la loro unica occupazione».
Lei non voleva candidarsi, poi cosa è successo?
«È successo che il partito mi ha chiesto di ricandidarmi. Io ho
accettato ma a una condizione: di fare le primarie. E così eccomi qua, a
Taranto per una campagna elettorale lampo ma non per questo meno
vissuta».