Articolo di Lanfranco Rossi pubblicato sull'ultimo numero della rivista "Lavoro&Welfare" sulle prospettive dell'ILVA, dell'ambiente e dello sviluppo a Taranto, dopo la legge approvata nei giorni scorsi.
Taranto da quasi tre anni, ha una vertenza aperta, sulle questioni ambientali è del suo sviluppo, per i prossimi dieci anni.
Taranto da quasi tre anni, ha una vertenza aperta, sulle questioni ambientali è del suo sviluppo, per i prossimi dieci anni.
Con il settimo decreto su ILVA, la città di Taranto ha la possibilità, di mettere in moto il suo futuro, in quanto nel Dl sono stati individuati i provvedimenti per dare energie per lo sviluppo, del suo porto, del suo museo, dell’aree ex demaniali ormai dismesse della Marina, del patrimonio abitativo della città vecchia e del suo recupero, integrando l’isola al corpo della città e del borgo facendola rivivere un nuovo modello di sviluppo urbano, dandole un giusto equilibrio tra cultura, turismo e vivibilità della città tra i due lungomare, quello del mar grande e quello del mar piccolo.
Con l’utilizzo della ex banchina torpediniere come approdo di navi da crociera, con l’integrazione delle aree dismesse della Marina come luogo per incrementare la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie, dando una vera svolta all’insediamento della propria sede dell’Universitaria di Bari, con gli istituendi corsi Universitari di Ingegneria Ambientale ed Aeronautica.
Con una nuova dimensione della città che deve vedere l’armonizzazione del suo museo con il palazzo degli uffici, il talassografico, la sua splendida villa Peripato, ex Ospedale militare, il Palazzo dell’Arsenale militare in fondo a Via Di Palma con l’utilizzo delle isole Cheradi San Pietro e Palo, come luogo di ricerca e innovazione.
Taranto città strategica, nel mezzo del Mediterraneo con le sue Industrie, le sue bellezze storiche ed architettoniche ed il suo territorio urbano. Con il suo porto che con il raddoppio del canale di Suez ed un Mediterraneo mare di pace e non di morte e di venti di guerra, deve rappresentare la più importante porta dei traffici dal Sud al Nord e viceversa.
Taranto nuova frontiera di una Italia che sappia ridare fiducia alle popolazioni del Sud fortemente provate dalla crisi.
Taranto capace di dare risposte alle migliaia di disoccupati ed di giovani, che hanno manifestato il disappunto per le mancate politiche di sviluppo e di ambientalizzazione.
Con il Dl in discussione al Senato che vedrà la sua approvazione nei prossimi giorni si aprono nuovi orizzonti per la nostra città ed il suo territorio ed il nostro Sud.
Ma andiamo per ordine ad analizzare il decreto:
1) Con il decreto l'Ilva è passata in amministrazione straordinaria ex legge Marzano dal 21
gennaio 2015.
Si è aperto un nuovo scontro con i vecchi proprietari Riva e la magistratura milanese, la quale sta cercando di riportare in Italia i soldi che sono stati sequestrati alla famiglia, quasi 1.200 milioni di Euro, e attualmente depositati nella banca Svizzera UBS di Zurigo.
Questi denari sono destinati all’applicazione dell’AIA che ha come data finale Giugno 2016, ribadita con l’approvazione del DL che è legge dello stato con il DCPM, approvato nel maggio del 2014, dove è prevista una spesa complessiva di 1.900 milioni di Euro.
Questi capitali rappresentano una importante risorsa per il risanamento ambientale del gruppo siderurgico. Con l’approvazione del decreto si andranno a mettere a disposizione del Fondo adeguamento giustizia (Fug) i seguenti milioni di EURO: 1200 milioni che già il Gip di Milano D’Arcangelo ha sentenziato di mettere a disposizione; 100 milioni della sentenza con la quale i Riva sono stati condannati per Frode Fiscale.
Altri milioni di Euro sono stati assegnati a Fug per inadempienze commesse dalla stessa famiglia. La procura di Milano nell’audizioni presso la commissione industria del Senato, ha denunciato, che sono stati congelati altri 700 milioni che fanno capo ad Adriano Riva, fratello di Emilio deceduto lo scorso aprile, attualmente nelle banche del principato di Montecarlo e nei trust dell’isola di Jersey. Un ultimo filone di indagini riguardano le relazioni tra Ilva e Riva Fire (la quale è stata liquidata nei giorni scorsi). Il Rapporto tra le società era regolato da un contratto che prevedeva un’erogazione di circa 150milioni annui alla controllante Riva Fire, che lo stesso Bondi definiva la “tassa del califfo”.
Il DL mette la Magistratura di Milano nelle condizioni di recuperare questi ingenti somme di denaro, sottoscrivendo obbligazioni Ilva emesse dalla procedura assegnando loro la prededucibilità.
2) Venerdì 13 febbraio a Roma è stato messo un ulteriore punto fermo alla soluzione della vertenza Taranto – ambiente e sviluppo, in quanto con le riunioni alla Presidenza del Consiglio svoltasi in due momenti differenti, il primo con il presidente del Consiglio Matteo Renzi con il suo consigliere Andrea Guerra, il vice ministro allo sviluppo economico Claudio Devincenti e i relatori del Dl, per il Senato Salvatore Tomaselli, e per la Camera dei Deputati On. Michele Pelillo, e nel pomeriggio il governo con Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio, il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi, con la sottosegretaria al Lavoro Teresa Bellanova, con i rappresentanti degli enti locali – Il sindaco di Taranto ed il Presidente della Provincia con i rappresentanti sindacali, il presidente degli industriali di Taranto Enzo Cesareo per dare un ulteriore risposta in particolare per i problemi creati dalla crisi Ilva all’indotto.
Il Governo, confermando la convinzione che il nuovo assetto dell’Ilva, sarà a vantaggio dei dipendenti Ilva e dell’indotto, sta lavorando a diverse misure.
La messa a disposizione delle risorse, per risolvere il tema dei fornitori del gruppo, riattivando alcuni affidamenti bancari, le risorse rivenienti da Fintecna, ed un finanziamento ponte di 400 milioni che erogherà la Cassa Depositi e prestiti, con la garanzia dello Stato. Al Ministero dell’Economia e Finanze sarà istituito un fondo a copertura della garanzia statale. Per l’indotto e i trasportatori.
In merito alle questioni, che ormai da 36 mesi la città di Taranto, insieme al suo complesso territorio vive, con la volontà di difendere il bene comune, che è la realizzazione del progetto dell’ AMBIENTALIZZAZIONE e INDUSTRIALIZZAZIONE e lo sviluppo della economia del nostro territorio, capace di ridare speranza e fiducia nelle Istituzioni e nella politica, quest’ultima che ha commesso degli errori, ma che da tre anni sta cercando con tutte le sue forze di ridare dignità e moralità ad una città provata, che mai si è arresa, che cerca con la propria forza di volontà di rialzare la testa con il concorso di tutti i suoi uomini, che credono in un futuro migliore, degno di essere raccontato a tutti.
Lanfranco Rossi
Responsabile Provinciale Pd Taranto – Ambiente e sviluppo e tutele del territorio.