“Le aziende che si macchiano di tale vergogna non possono fregiarsi del marchio Terra Jonica”.
Così l’assessore provinciale al Lavoro, Vito Miccolis durante il V Congresso della Flai Cgil. La dichiarazione è seguita alla visione del video prodotto dal sindacato sul racconto di due braccianti agricoli, testimoni della presenza del fenomeno del caporalato in terra jonica.
“Una cosa è parlarne - afferma Miccolis - un’altra è ascoltare dalla diretta testimonianza dei lavoratori le storie di questo triste fenomeno. Quel video mi ha colpito molto. In quel momento ho pensato che il marchio comunitario Terra Jonica, voluto dalla Provincia, non può essere infangato da storie come quelle. Che il rosso dei nostri pomodori o il color oro della nostra uva non devono identificarsi con lo sfruttamento della manodopera in agricoltura”.
Una denuncia forte e precisa che l’assessore intende portare avanti.
“Nei prossimi giorni incontrerò l’assessore provinciale all’Agricoltura, Luigi Albisinni - fa sapere - per sottoporgli questa proposta di esclusione dalla licenza d’uso del marchio per tutte quelle aziende che non rispettano le regole in fatto di caporalato”.
Ma come individuarle?
“Attraverso un lavoro sinergico con i sindacati. Saranno loro a segnalarci i casi esistenti”.
Il fenomeno è diffuso nella nostra provincia?
“Certamente esiste, soprattutto nella parte orientale del territorio ionico, ma anche nel versante opposto i pulmini dei caporali ci sono. Questa situazione di sfruttamento bracciantile deve finire. E’ un fatto soprattutto culturale e bisogna pertanto far capire che così non va”. Quale una possibile ricetta?
“Riattivare il servizio di trasporto pubblico per portare i lavoratori nei campi”.
Perchè è cessato?
“In passato era già stato istituito grazie a fondi specifici che oggi non ci sono più. Ma è una proposta che sottoporrò presto al tavolo”.
TARANTOSERA - Maria De Bartolomeo