Cominciano ad arrivare nelle case le bollette della Tarsu lievitate del 40%.
I discussi aumenti disposti dall’amministrazione comunale iniziano a farsi sentire sulle tasche dei contribuenti che entro fine mese dovranno versare almeno la prima rata della tassa sulla spazzatura.
Una scadenza che riaccende la polemica innescata dai gruppi di opposizione dopo che, in bilancio, sono stati inseriti i famigerati aumenti.
Aumenti che, insiste il capogruppo del Pd, Vito Miccolis, potevano essere evitati. “Bastava la volontà politica per farlo!”.
Miccolis cita alcuni esempio che avrebbero potuto portare ad un risparmio di spesa nelle casse comunali con cui, invece, si sarebbe potuto coprire i costi per la gestione dei rifiuti in città.
“Innanzitutto - spiega - andava potenziato l’ufficio tributi che, con un semplice incrocio di dati tra chi paga e le iscrizioni in catasto può verificare se esistono casi di evasione. Pagare tutti per pagare meno doveva essere il motto, invece il sindaco ha preferito mettere mano alle tasche dei cittadini, smentendo se stesso che, in campagna elettorale, invece, prometteva di non aumentare la pressione fiscale.
Oggi le sue bugie sono sotto gli occhi di tutti”.
“Nell’ottobre del 2010 - insiste il democratico - il consiglio comunale deliberò in favore dell’abbattimento dei costi della politica. Abbattimento che non è mai avvenuto ed eccoci quindi a pagare quel 40% in più sulla Tarsu che, per il 2012 prevede altri aumenti (13%)”. Ma la lotta all’evasione, per Miccolis, non è l’unico modo per riuscire ad abbattere l’aumento della Tarsu. “Ci sono altri interventi che si possono adottare” chiosa suggerendo ad esempio di far pagare l’utilizzo delle strutture pubbliche.
“L’assessore al bilancio - osserva - è stato il primo a denunciare il fatto che per l’uso del campo sportivo si registra un’entrata di appena 200 euro a fronte di costi che raggiungono i 140mila euro annui. Lo stesso vale per il mercato coperto dove le entrate sono di 500 euro all’anno.
Lo stesso dicasi per le uscite. Anzichè affidare i lavori sempre alle stesse imprese si dovrebbe censire l’intervento tra più offerte per valutare quella meno esosa e più conveniente per le casse comunali. Ma, come dicevo prima, è la volontà che manca!”.