In questi giorni, nelle case dei massafresi, stanno arrivando i bollettini della Tarsu, con cifre lievitate del 39,4%.
Un incremento notevole, che inizia a farsi sentire, dal momento che i contribuenti dovranno versare, entro il 31 ottobre, almeno la prima delle quattro rate della tassa sui rifiuti solidi urbani.
Certo, i cittadini da tempo sapevano che sarebbero arrivate bollette più alte ma questa consapevolezza non ha attutito più di tanto il “colpo”, magari sopraggiunto al ritorno da una mattinata di lavoro molto pesante o in un momento di eccessive spese o difficoltà economica per la famiglia.
Nel 2010, la tariffa su abitazioni private era di 2,08 euro per metro quadro, quest’anno è salita a 2,90. Stessa sorte per la categoria pizzerie, dai 6,36 euro del 2010 agli 8,87 euro per metro quadro di quest’anno.
Pagare da un minimo di 50 euro ad un massimo di 150 euro circa, in aggiunta a quanto si faceva lo scorso anno, non è cosa da poco.
In tanti si lamentano e pongono, anche a chi scrive, una serie di interrogativi. La domanda più ricorrente è questa: «Perché i cittadini di un paese che ospita una discarica di bacino ed un termovalorizzatore devono pagare una Tarsu così alta? In linea di principio dovrebbero esserne totalmente esonerati».
Per non parlare, poi, dei malcontenti per il mancato avvio della raccolta differenziata porta a porta. «È mai possibile che a Massafra non si riesca a fare una buona raccolta differenziata?», si domandano in molti.
Come dar loro torto? Sono bassissime le percentuali della raccolta differenziata dei rifiuti effettuata nella “Tebaide d’Italia”, per cui detiene la maglia nera.
L’auspicio, a breve termine, è che il progetto sperimentale preannunciato, di recente, dal sindaco Martino Tamburrano, «al 99% al via dal 1° novembre», possa produrre i primi effetti, per poi essere prorogato.
La differenziata potrebbe abbattere i costi del conferimento in discarica ed innescare un meccanismo virtuoso che consenta a ciascun cittadino di ottenere gli sconti in proporzione con il quantitativo di rifiuti prodotti.
Attualmente la Tarsu, a Massafra, è ancora calcolata prevalentemente sui metri quadrati delle abitazioni, un metodo un po’ discutibile. Capita anche che una persona anziana che vive da sola in una casa molto grande debba pagare una bolletta troppo alta in rapporto al quantitativo di rifiuti che produce, anche se ottiene la riduzione prevista dal Comune nei casi di unico occupante.
E dunque cosa fare? Il primo cittadino spera nel ristoro ambientale, mentre il capogruppo consiliare del Pd Vito Miccolis indica come strada la lotta all’evasione fiscale, lanciando il motto: «Pagare tutti per pagare meno».
Per il momento, ai massafresi non resta che sborsare i soldi dalle proprie tasche …
Francesca Piccolo- Corriere del Giorno