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13 novembre 2011

•Massafra, le braccianti tolgono il blocco alla Geagri: «Ma devono ridarci il posto di lavoro»

La protesta, per il momento, è stata sospesa, in attesa del tavolo della Prefettura, convocato per lunedì.
Le 35 donne alle quali la Geagri non ha rinnovato il contratto di lavoro a tempo determinato, sostituendole con lavoratori interinali reclutati da un’agenzia, ieri mattina, hanno sciolto il presidio, mantenuto anche di notte.
Agguerrite, unite e compatte, le braccianti, davanti al cancello dell’azienda, sino alle 11 circa, hanno “difeso” il loro posto di lavoro, impedendo l’accesso ai mezzi di carico e scarico delle merci e ai nuovi lavoratori. Accanto alle operaie, sin da quanto è scoppiata la protesta, il segretario della Flai – Cgil Mimmo Stasi che parla di «forti contrapposizioni» emerse da due incontri tenutisi nella mattinata di ieri con i vertici aziendali (da Torino è giunto anche il dottor Luca Battaglio).
«Non è condivisibile per noi la posizione dell’azienda – dichiara Stasi -, che dice ai lavoratori di iscriversi all’agenzia. Ci sono normative contrattuali che non obbligano al trasferimento di tutti i lavoratori presso l’agenzia ma, al limite, come previsto dall’articolo 19 del contratto nazionale dei lavoratori agricoli, che un’impresa, se ha bisogno di ulteriore forza lavoro, può attingere dai lavoratori somministrati non più del 15% rispetto alla forza lavoro già esistente».
E annuncia: «Dopo la discussione di lunedì al tavolo della Prefettura, decideremo cosa fare. Abbiamo tolto il presidio ma non è detto che dalla prossima settimana non si ricominci da capo. Sicuramente non abbandoneremo ad un destino amaro le lavoratrici. La soluzione migliore per quanto ci riguarda è il ripristino del rapporto di lavoro».
Intanto, alle 33 braccianti stanno giungendo messaggi di solidarietà da diversi esponenti politici. L’assemblea congressuale provinciale del Pd, in una nota, definisce il provvedimento della Geagri «che licenzia e passa ad agenzia interinale la gestione della forza lavoro, inaccettabile in quanto trattasi di un’azienda non in crisi, che riceve finanziamenti europei e statali, che prova a scaricare di fatto sulle lavoratrici i costi di una crisi più generale del Paese».
A recarsi sul posto, per manifestare vicinanza e appoggio al nutrito gruppo di donne rimaste senza occupazione, i capigruppo del Pd e dell’Udc nel Consiglio comunale di Massafra Vito Miccolis (accompagnato da una delegazione del partito) e Vita Massaro. Miccolis, che ha anche partecipato ad uno dei primi incontri, ha esortato l’azienda ad «avere rispetto per il territorio e ad ascoltare le istanze delle lavoratrici». «Ho dato disponibilità personali – rende invece noto la Massaro – affinché il mio compenso mensile di novembre di consigliere sia devoluto per aiutare le lavoratrici nella loro lotta in difesa della loro dignità e del loro diritto al lavoro. Inoltre ho dato il mio totale appoggio politico a qualunque iniziativa che le organizzazioni sindacali unitarie dovessero intraprendere in difesa dei lavoratori».
La Massaro chiede al presidente del Consiglio e al sindaco di «indire con urgenza (la prossima settimana) un Consiglio monotematico per discutere con le lavoratrici e i loro rappresentanti sindacali, individuando con le istituzioni, iniziative forti per far recedere l’azienda dai licenziamenti attuati ingiustamente» e crede che, a favore del comparto agricolo, sia «inderogabile l’intervento di tutti i parlamentari e consiglieri regionali dell’arco ionico per chiedere al prefetto un intervento energico come autorità delegato del governo».
Una nota di vicinanza arriva anche dal capogruppo di Sel Maurizio Baccaro che scrive: «Riteniamo giuste e condivisibili le proteste messe in atto contro i licenziamenti e il passaggio all’utilizzo di contratti di lavoro somministrato, attraverso le agenzie interinali, deciso dall’azienda … Saremo fino in fondo al fianco delle lavoratrici in questa vertenza e ci adopereremo in tutte le sedi istituzionali competenti per garantire la tutela dei loro diritti».
E l’assessore comunale al Lavoro Raffaele Gentile, interpellato dal “Corriere”, auspica: «Mi auguro che l’azienda possa ragionare su questa scelta e sul mantenimento dei livelli occupazionali».

Francesca Piccolo
Corriere del Giorno