Le polemiche dall'acre sapore razzistico che stanno accompagnando la visita dei bambini di Gaza a Grottaglie chiamano in causa tutti noi, il nostro essere terra aperta e solidale, e ci spingono a dare il nostro piccolo contributo alla pace. Gaza non è un angolo di mondo qualsiasi. Il conflitto israelo-palestinese non è un conflitto tra i tanti aperti sulla scena mediterranea e mediorientale. La condizione del popolo palestinese, la lotta per la propria autoderminazione, il sogno di vivere in uno Stato sovrano, rappresenta il più importante crocevia per la costruzione di un mediterraneo e di un mondo di pace. La Striscia di Gaza è un lembo di terra lungo 40 km e largo 10 km in cui abitano un milione e mezzo di Palestinesi. E' una prigione a cielo aperto, chiusa da un muro di acciaio, filo spinato e da valichi, Ha'aretz e Rafah, difficilmente accessibili: è il luogo in cui più acuta è la sofferenza del popolo palestinese; Gaza è quel fazzoletto di terra dove la destra religiosa israeliana, estremista e ortodossa, pensa di poter chiudere tutti i Palestinesi ed esaudire così il loro desiderio di sovranità e autodeterminazione. Violenza, vessazioni, oppressione, fame, costituiscono un brodo di cultura che alimenta altra violenza, estremismi, fodamentalismi, vocazioni terroristiche. La visita dei bambini di Gaza cade in un momento di drammatico stallo delle prospettive di pace, di grave distrazione e disinteresse della Comunità internazionale, nonostante il fermento libertario e riformatore provocato da uno straordinario movimento giovanile in altri Paesi del bacino mediterraneo. Le reazioni scomposte di Stati Uniti e Israele al riconoscimento della Basilica di Betlemme come patrimonio Unesco sono la cifra della attuale inadeguatezza alla sfida della pace, della incapacità ad incentivare quel sentimento di riconoscimento reciproco tra Israeliani e Palestinesi che è alla base di qualsiasi tentativo di negoziato e di compromesso per giungere alla soluzione di “due Popoli due Stati”. Noi abbiamo il dovere di far crescere uno spirito di solidarietà, di integrazione e di vicinanza, dobbiamo fronteggiare, con le nostre azioni, ogni rigurgito razzista e intollerante. Noi dobbiamo accogliere i bimbi di Gaza, dimostrando sostegno al Comune di Grottaglie che, da anni, è protagonista di questa iniziativa encomiabile. Chiedo al Presidente Onofrio Introna, di accogliere i bimbi di Jabalya nell'aula del Consiglio Regionale. Perchè comprendano che il mondo non gli è ostile, perchè imparino, nella crudele vita che hanno davanti, a maneggiare le armi del dialogo e della pace e non quelle del terrore e della guerra. La Puglia è una grande regione del Mediterraneo che deve, tutti i giorni, lavorare per la pace.
Il Consigliere regionale
Michele Mazzarano