Mazzarano: “Il Mondo fermi i nazisti del Medioriente”
Il martoriato Medioriente e' di nuovo in fiamme.
Il popolo palestinese e' nuovamente sotto il barbaro attacco di un crudele terrorismo di stato.
Bombe su Gaza come spot elettorali, uccisioni mirate e massacro di bambini e di civili come esibizione muscolare per convincere gli estremisti israeliani a votare Bibi Netanyahu.
Nulla di più incomprensibile, nulla di più inaccettabile.
Israele continua a macchiarsi di violazioni del diritto internazionale e a calpestare con violenza inaudita i diritti umani di un popolo indifeso.
Israele continua a mascherare sotto una presunta lotta al terrorismo palestinese una vergognosa doppiezza politico-militare.
Le autorità israeliane hanno, con una cosiddetta operazione chirurgica spettacolare, colpito a morte Ahmed Al-Jaabari, capo militare di Hamas nella Striscia di Gaza e responsabile del sequestro del soldato israeliano Gilad Shalit. Sarebbe il caso di ricordare che, qualche mese fa, Shalit fu liberato in seguito ad un compromesso tra Israeliani e Hamas che ha portato alla liberazione di centinaia pluriergastolani militanti di Hamas; l'ennesima operazione, da parte israeliana, che ha avuto l'effetto di rafforzare le fila di Hamas nella Striscia.
E' pertanto presumibile che i servizi segreti israeliani dello Shin Bet e del Mossad sapevano dove Al-Jaabari viveva, dove dormiva, e dove continuamente si spostava. E' evidente che la esibizione bellica della uccisione di Jaabari e' un gigantesco spot elettorale e il colpo inaugurale di una escalation di violenza e di guerriglia che può far esplodere l'intera regione. Così come e' evidente la doppia strategia della destra israeliana di voler far primeggiare, con operazioni occulte, gli estremisti di Hamas a discapito di Fatah e del Presidente Abu Mazen, sempre più deboli nella sofferente società palestinese, per evitare la strada del dialogo e del negoziato, e avere, alla bisogna, un nemico da combattere con cui giustificare dimostrazioni di forza militare come in questo caso.
Si tratta di una orribile e disumana strategia di doppiopesismo che alimenta sofferenza, morte e ingiustizie, e allontana, in modo siderale, la prospettiva del negoziato, della convivenza e della pace.
Peraltro, il rischio di un concatenarsi di eventi e focolai, questa volta, può far letteralmente esplodere il Medioriente dopo le Primavere arabe. La guerra in Siria e un possibile coinvolgimento di Libano e Giordania, i programmi nucleari iraniani, diventano un temibile ingrediente per una propagazione dei conflitti nell'intera area.
Ma il nuovo crocevia di questa drammatica vicenda e' rappresentato dal nuovo Egitto del dopo Piazza Tahrir, governato dai Fratelli Musulmani di Mohamed Morsi, più propensi alla solidarietà' con Hamas che al disinvolto compromesso con Israele, come accadeva in epoca di Mubarak.
La cornice di questo contesto e' rappresentato da quello che accade in tutti i paesi, anche del Maghreb, alle prese con la fase post ribellioni della Primavera, in cui si va sempre più saldando un dialogo tra movimenti civici e giovanili e organizzazioni radicali ed islamiche intorno all'odio contro Israele al grido "Uniti per la liberazione di al-Quds (Gerusalemme)".
Israele rischia perciò di vedere progressivamente più isolata la sua posizione e complicarsi i suoi rapporti di buon vicinato, faticosamente costruiti negli anni.
Pertanto urge più che mai una decisa iniziativa della comunità internazionale per fermare una incomprensibile e terribile guerra. E' legittimo attendersi una netta presa di posizione del neoeletto Presidente Obama che, dal discorso all'Università del Cairo, non ha mai dato segnali di discontinuità dai suoi predecessori nel rapporto con i Palestinesi.
Così come e' legittimo attendersi che l'Europa dia segnali di vita nelle relazioni diplomatiche e si adoperi per fronteggiare il peggio.
Il mondo fermi il massacro del popolo palestinese.
Israele rischia di infliggere ad altri le sofferenze che il suo popolo ha patito nella più grande tragedia della storia.
Michele Mazzarano
Consigliere Regionale Pd