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19 febbraio 2013

• Taranto, allarme Politecnico Vertice a Bari per il no alla chiusura


TARANTO - Taranto ospita dal 1990 la II facoltà d’Ingegneria del Politecnico di Bari la quale, tramite appositi curricula didattici, forma professionisti con rilevanti competenze nel settore ambientale, industriale ed elettronico. Spesso, a giusta ragione, si sottolinea l’assenza di un legame tra formazione e mondo lavoro in questo territorio. Se però vengono eliminate anche le precondizioni, questo territorio rischia davvero il collasso.
Non ci si fa mancare nulla, insomma. Il futuro della sede decentrata di Taranto è a serio rischio: nella prossima riunione del Senato Accademico, prevista per il 27 febbraio, si discuterà della possibilità di una parziale o totale chiusura.

Nel decreto 47/2013 è emersa la necessità di ridurre, di tagliare.
 La scure è probabile si abbatta sul politecnico a Taranto come già successo a Foggia: dapprima sensibilmente limitato, da quest’anno scomparso del tutto.

Qui ci sono tre corsi magistrali e altrettanti triennali. Il problema è l’interesse economico che gira intorno al polo ionico e le associazioni studentesche si muovono per non ridurre la formazione accademica a un mero ritorno di soldi.

“Studenti per Taranto”, “CSJ” e “Cinetyk” dubitano fortemente sulla riconferma dell’offerta didattica presso la sede tarantina a causa delle drastiche riduzioni dei finanziamenti dovuti ai noti tagli ministeriali presenti nelle ultime riforme, di una non rinnovata volontà politica locale, delle disposizioni ministeriali sempre più stringenti e dei sentimenti “anti sedi decentrate” (manifestati, in più occasioni, da alcuni componenti del Senato Accademico del Politecnico di Bari).
Il giorno 27 si deciderà al Senato Accademico. Già oggi, però, Francesco Todaro di “Studenti per Taranto” e altri rappresentanti saranno a Bari per discutere col Rettore di alcune possibili soluzioni. E se non ci saranno novità positive, non si escludono forme di proteste più pesanti al politecnico di Taranto.

Sulla questione è intervenuto ieri anche l’onorevole Ludovico Vico che ha incontrato una delegazione di studenti, «Il rischio di una chiusura - ha detto Vico agli stidenti - della sede di Taranto del Politecnico di Bari va scongiurato con tutte le forze, proseguendo sino a giugno con la soluzione “interclasse” e subito dopo impegnando il nuovo Governo nazionale in sintonia con la Regione Puglia lungo una determinazione che rappresenti un “piano speciale” per Taranto che mai come oggi ha bisogno di queste menti e questi ricercatori in special modo nel settore di ingegneria ambientale e del territorio».
Secondo Vico «la preoccupazione di questi ragazzi deve essere la preoccupazione di una intera comunità perché il taglio dei crediti formativi che potrebbe essere assunta, secondo la linea del Governo Monti, dalla prossima riunione del Senato Accademico prevista per il 27 febbraio rappresenta di fatto la chiusura di Taranto e delle competenze che sia nel campo ambientale, ma anche in quello industriale ed elettronico lì si sono formate».
Il deputato del Pd fa chiaramente riferimento ai recenti provvedimenti posti dal Governo uscente circa l’indirizzo politico di procedere alla chiusura di tutte le sedi decentrate nelle università italiane.
«Ma questo indirizzo non può e non deve valere per Taranto – commenta Vico – territorio già fortemente compromesso che non può permettersi il lusso di una perdita ulteriore di cervelli e identità sane. Il nuovo Governo non potrà non tenerne conto».

di Alessio PIGNATELLI   Il Quotidiano