Colpi di fucile sono stati sparati la notte scorsa contro l’abitazione di Antonio Lecce, consigliere comunale del Pd di Lizzano (. L'esponente politico, capogruppo dei Democratici, non era in casa in quel momento. Si tratta del terzo attentato intimidatorio nei confronti di rappresentanti dei partiti di opposizione nel giro di pochi giorni.
Il 2 agosto scorso sconosciuti avevano sparato quattro colpi di fucile calibro 12 contro due portoncini d’ingresso di altrettante abitazioni in via Roma, a Lizzano, una delle quali è di proprietà dell’ex candidato sindaco e attuale consigliere comunale del Movimento Cinque Stelle Valerio Morelli. La notte precedente, invece, persone da identificare hanno dato fuoco all’auto di Pippo Donzello, coordinatore provinciale di Taranto del movimento 'Moderati in rivoluzionè (Mir), che risiede a Lizzano. L’incendio ha distrutto l’auto e danneggiato la tettoia dell’abitazione. Sui tre episodi indagano i carabinieri.
Proprio il capogruppo del Pd Antonio Lecce, destinatario dell’ultimo avvertimento, ha convocato per domani alle ore 19,30 presso la sede del partito tutti i rappresentanti politici della città. Il presidente del consiglio comunale ha convocato per questo pomeriggio i capigruppo per discutere dell’escalation di intimidazioni ai danni di politici, ma l’opposizione ha fatto sapere che non si presenterà in caso di assenza del sindaco Dario Macripò, a capo di una coalizione di centrodestra.
"Da quando hanno sparato contro l’abitazione del consigliere del Movimento Cinque Stelle Valerio Morelli non dormo più nel mio appartamento. Qui abbiamo paura e c'è chi cerca di minimizzare questi episodi". Lo dice Antonio Lecce, capogruppo del Pd al Comune di Lizzano, destinatario la notte scorsa di un atto intimidatorio. "Non ero in casa – dice – Mi hanno avvisato questa mattina. A Lizzano, evidentemente, qualcuno vuole eliminare i partiti di opposizione".
"Ero spaventato – sottolinea Antonio Lecce – quando ho appreso dell’avvertimento a Morelli e sono rimasto terrorizzato dopo le dichiarazioni del sindaco Dario Macripò, che aveva commentato i due episodi sostenendo che non vi fossero connessioni con l’attività politica. Peraltro io e gli altri due colleghi che abbiamo subito intimidazioni facciamo tutti parte di partiti di opposizione. Secondo me ci sono gli estremi per lo scioglimento del consiglio comunale".
Gazzetta del Mezzogiorno