“Massima e permanente attenzione del Pd per le problematiche vive dell’Ilva di Taranto. Una sfida nella più ampia sfida per il Mezzogiorno. Problematiche che ci esortano a ripensare i percorsi partecipativi e lo stesso modo di fare politica”. Il Coordinatore del Forum sulle Politiche ambientali, Sergio Gentili ha aperto con queste parole il seminario di studi “Il risanamento ambientale dell’Ilva e le prospettive di sviluppo del territorio” svoltosi all'Hotel Appia di Massafra. All’appuntamento era presente tutto il Pd tarantino. L’impegno profuso dal responsabile per lo Sviluppo Economico tarantino, Lanfranco Rossi, non è stato vano. Si sono ritrovati intorno allo stesso tavolo la sen. Laura Puppato, presidente del Forum sulle Politiche Ambientali, Gentili, il segretario regionale Pd, Sergio Blasi e il sub commissario per il risanamento ambientale dell’Ilva, Edo Ronchi. Nel dibattito sono intervenuti il sen. Salvatore Tommaselli, capogruppo Pd nella Commissione Industria, il prof. Giorgio Assennato, Michele Mazzarano, Giampiero Mancarelli, il sen. Michele Pelillo e Luigi Campanale, Ecodem Puglia.
La relazione è stata di Edo Ronchi. “Molto lavoro è già stato avviato – ha esordito Ronchi -. L’obiettivo immediato è stato quello di abbattere le emissioni mentre si realizzano i grandi interventi. Sono ferme sei cokerie su dieci. Sono stati fatti 13 kilometri di copertura nastri. Abbiamo optato per i nastri più vicini al perimetro dello stabilimento, quelli che possono portare polveri all’esterno. Il minerale, il carbon fossile stoccato è dimezzato. La linea dei parchi è stata arretrata dal perimetro di ottanta metri. Sono stati bagnati, filmati e usati i fog cannon per ridurre le polveri. Adesso abbiamo un buon sistema di centraline, in particolare ai Tamburi, i dati sulle polveri sottili sono molto buoni. Per gli Ipa e il benzo(a)pirene, aspettiamo la validazione dell’Arpa, ma i dati in nostro possesso sono molto positivi. Gli interventi registrano ritardi che in verità sono stati accumulati in precedenza e che costituiscono la ragione del commissariamento. Comunque staremo nel trentasei mesi previsti dall’Aia. Le Bat, migliori tecnologie disponibili, che stanno alla base dell’Aia rivista del novembre dell’anno scorso, sono nuove tecnologie introdotte a livello europeo da adottare entro il dicembre 2016. Noi le attueremo entro il giugno del 2016. Dovremmo farcela salvo problemi legati alle autorizzazioni, così come mi auguro che non nascano problemi per il reperimento delle risorse. Un impegno, quello dei finanziamenti, che sta conducendo egregiamente il commissario Bondi. Una tale ingente spesa, fatta dai commissari senza il coinvolgimento della proprietà, è impegnativa. Certo, c’è chi pensa che non è possibile risolvere i problemi dell’Ilva e punta solo alla chiusura. Ritengo che la chiusura sia una scorciatoia con dei costi sociali drammatici. Dal momento che siamo consumatori di acciaio l’unica strada possibile è quella di continuare a produrlo in maniera pulita. Dal momento che produrre in maniera pulita è possibile, bisognerà impegnarsi di più. La chiusura dello stabilimento farebbe mancare ogni risorsa per realizzare le opere di risanamento. Non è pensabile che si chiude e si risani. Si chiude e basta. Quindi la chiusura è per me una scelta sbagliata. Ritengo tuttavia che le voci critiche siano sempre state utili. Temo di più il conformismo o chi non è leale nel confronto. La risposta alle voci critiche potrà venire solo dai fatti. Per quel che riguarda poi il modello Duisburg, in quella città troviamo un impianto siderurgico molto simile a quello di Taranto. Ha lo stesso processo, i parchi minerali, cokeria agglomerato, acciaierie ed è inoltre vicino ad un centro abitato. La differenza? A Duisburg sono stati fatti notevoli interventi spendendo un po’ di soldi. Si calcola che siano stati spesi mediamente 370 milioni ogni anno, solo per ambientalizzare. Noi pensiamo di fare l’adeguamento impiantistico dell’Ilva sul modello Duisburg. Più o meno con le stesse tecnologie e direi anche con qualche miglioramento. Loro i parchi minerali continuano ad averli scoperti, li hanno realizzati in un avvallamento in verità, però sono scoperti, mentre noi li copriremo. I nastri trasportatori a Duisburg sono parzialmente coperti. Noi li copriremo tutti. Per Michele Mazzarano l’impegno della Federazione Pd di Taranto sulla sfida dell’ambientalizzazione “Siamo in una fase indubbiamente delicata con l’avvio della progettazione e dei lavori che dovrebbero consentire allo stabilimenti siderurgico più grande d’Europa di produrre e non inquinare. Quella odierna è stata una buona occasione per confrontarsi con il sub commissario Ronchi e con numerosi dirigenti nazionali del Pd impegnati nella problematica. L’Ilva non è più una questione di Taranto o della Puglia ma un problema nazionale. Se fallisce la possibilità di tenere insieme il diritto al lavoro e il diritto alla vita, viene meno uno dei capisaldi della moderna civiltà. I primi a dover beneficiare di questi diritti sono i lavoratori all’interno dello stabilimento insieme a quelli che si trovano all’esterno che non devono rischiare malattie e morte. Ritengo che questa sia la sola strada che consenta all’Italia di affermarsi come Paese moderno”. A concludere è stata Laura Puppato: “Ritengo che l’art. 41 della Costituzione non è semplicemente la descrizione della libera impresa in Italia – che sicuramente va tutelata e garantita e direi anche promozionata in questo momento di crisi -, ma che deve esserci una relazione fatta di serietà, di correttezza e non solo di benessere interno all’azienda così come di efficacia e di benessere all’esterno all’azienda. Un chiaro dettato di questo come di altri articoli della Costituzione. Il secondo e terzo comma sono stati gli elementi che hanno portato alla nascita della legge 207/12 (decreto Clini) e che hanno portato poi alle scelte succedutesi a seguito dell’intervento della magistratura – cui dobbiamo tutti dire grazie -, perché la politica è stata troppo tiepida, aveva troppo timore, in qualche caso ci sono state delle connivenze. Quando sono venuta due anni fa come presidente del Forum, visitando il quartiere Tamburi sono rimasta impressionata. Penso che non sia necessaria neanche un’indagine epidemiologica o almeno in questo caso possiamo darle valore suppletivo rispetto ai dati di fatto anche semplicemente visivi: alberi rossi, un fumo persistente, una terra malata, un ambiente spaventosamente pesante proprio dal punto di vista della respirazione rispetto alla straordinaria qualità dell’aria della Puglia. Tutto questo non poteva essere tollerato. Non era pensabile che il lavoro potesse uccidere le persone, ammazzare l’ambiente, cancellare il futuro. Ritengo che da un anno a questa parte sia stata iniziata un’altra storia. Apprezziamo molto l’impegno del subcommissario Ronchi di cui ho una straordinaria stima, ed invito i tarantini ad averne; forse è l’unica persona che può occuparsi con competenza, cognizione di causa, dimostrata capacità e mentalità protesa alla concretezza attuativa.
Corriere del Giorno