31 gennaio 2015
30 gennaio 2015
DIOSSINA, LA ASL DI TARANTO ORDINA L'ABBATTIMENTO DI 64 BOVINI D'ALLEVAMENTO A MASSAFRA
Entro il 5 febbraio prossimo, a causa del bio-accumulo di diossina e Pcb (policlorobifenili) nel latte vaccino a livelli superiori al consentito, saranno abbattuti 64 bovini dell'allevamento di Giuseppe Chiarelli, in contrada Orofino a Massafra, a 10 chilometri circa dall'Ilva di Taranto. L'allevamento è sotto vincolo sanitario dal settembre del 2013. L'ordinanza di abbattimento è stata emessa dall'Asl di Taranto sulla base delle indicazioni del Tavolo tecnico regionale.
La presenza di livelli di diossina e Pcb superiori al consentito nel latte vaccino dei bovini era stata già rilevata con gli esami eseguiti nel marzo dello scorso anno dall'Istituto zooprofilattico di Teramo. Al proprietario dell'allevamento la Regione Puglia anticiperà, in attesa che si individui la fonte di inquinamento, la somma di denaro (si parla di 90mila euro circa) corrispondente al valore degli animali abbattuti secondo una stima compiuta da un istituto specializzato. L'ordinanza ha provocato reazioni nel mondo politico.
Il Pd di Massafra, attraverso il suo capogruppo Vito Miccolis, ha chiesto la convocazione urgente del consiglio comunale, allargato ai vertici di Arpa Puglia, perché i cittadini siano informati sulla situazione ambientale della cittadina.
http://www.quotidianodipuglia.it/
Il Pd di Massafra, attraverso il suo capogruppo Vito Miccolis, ha chiesto la convocazione urgente del consiglio comunale, allargato ai vertici di Arpa Puglia, perché i cittadini siano informati sulla situazione ambientale della cittadina.
http://www.quotidianodipuglia.it/
29 gennaio 2015
Abbattimento bovini per diossina: ecco il documento dell'Assessore Donato Pentassuglia!
Il Partito Democratico di Massafra ha chiesto e ottenuto la convocazione di un Consiglio Comunale monotematico che si terrà mercoledì 4 febbraio 2015.
Di seguito la disposizione dell'Assessore Regionale alla Salute Donato Pentassuglia.
Di seguito la disposizione dell'Assessore Regionale alla Salute Donato Pentassuglia.
MAZZARANO: “SENZA INDOTTO NON ESISTE PIÙ NÉ ILVA, NÉ RISANAMENTO AMBIENTALE”
foto Ansa |
28 gennaio 2015
Mazzarano: Finalmente a Taranto i corsi di laurea in Aerospazio e Ambiente
«Esprimo grande soddisfazione per l’avvio dei corsi di laurea in Aerospazio e Ambiente che a breve verranno attivati dal Politecnico di Taranto».
Il messaggio giunge dal consigliere regionale del Pd Michele Mazzarano, in occasione della presentazione dei due corsi, che si è tenuto martedì 27 gennaio alle ore 16:00 nell'aula SR del Centro Interdipartimentale "Magna Grecia" alla presenza del Magnifico Rettore del Politecnico di Bari, prof. ing. Eugenio Di Sciascio.
«La presenza sul territorio jonico di un distretto aerospaziale – ha dichiarato Mazzarano – necessitava di un corso di formazione nell'ambito della logistica e dell'aerospazio, che potrà consentire ai giovani di specializzarsi in un ramo che rappresenta una nuova frontiera di lavoro e di sviluppo. Grazie ai significativi investimenti della Regione Puglia finalizzati al potenziamento infrastrutturale dell’aeroporto di Grottaglie e al progetto di farlo diventare il principale aeroporto industriale del Mediterraneo con la sperimentazione di innovazioni tecnologiche per la realizzazione dei velivoli a pilotaggio remoto (cd droni), è stata avviata, per il territorio jonico, la prospettiva di una vocazione che merita di essere supportata da processi formativi di eccellenza.
L'attivazione, inoltre, del corso di laurea in Ambiente, rappresenta l'ulteriore stimolo a fare dello sviluppo sostenibile la nuova leva per immaginare un futuro diverso per un territorio a lungo gravato da un apparato industriale a forte impatto ambientale.
Questa sfida parla ai figli di terra perché permetterà loro di contribuire alla crescita e allo sviluppo economico e sociale locale, consentendogli di poter restare nella loro terra».
«L’occasione della cerimonia del Politecnico alla presenza del Magnifico Rettore Di Sciascio non può non essere, inoltre, di riflessione e confronto – ha aggiunto Mazzarano – per sollecitare le istituzioni a cogliere l'opportunità del Decreto Taranto che ha l'ambizione non solo di risolvere la drammatica ed esplosiva vicenda Ilva, ma di immaginare un futuro diverso per la città rendendo ivi centrale il valore del suo capitale culturale e formativo».
Bari, 27 gennaio 2014
27 gennaio 2015
26 gennaio 2015
L'ANPI E IL "DE RUGGIERI" RICORDANO LE VITTIME DELLA SHOA
La Banalità del Male , solo dalla memoria rinasce il domani. E’ questa la prospettiva scelta dall'A.N.P.I. sezione di Massafra, in collaborazione con il liceo scientifico " DE RUGGIERI " per celebrare il ‘Giorno della Memoria’. Il GIORNO DELLA MEMORIA ricorre il 27 gennaio prossimo, a 70 anni dall’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, per ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione e la prigionia. Per questo , per non dimenticare , martedì alle ore 9,00 presso la sede centrale del Liceo si svolgerà un evento dedicato alla Shoan , Memoria , Liberazione.
Durante l'evento relazionerà il prof.Giuseppe Stea storico e Dirigente Provinciale dell'A.N.P.I di Taranto seguiranno poi dei contributi degli studenti del Liceo.
vivimassafra.it
Durante l'evento relazionerà il prof.Giuseppe Stea storico e Dirigente Provinciale dell'A.N.P.I di Taranto seguiranno poi dei contributi degli studenti del Liceo.
vivimassafra.it
25 gennaio 2015
LE NUOVE FRONTIERE DELL'AGRICOLTURA EUROPEA: INCONTRO CON I PRODUTTORI DI TERRA JONICA
Intervengono:
- Lucrezia LAFORGIA, segretario PD Laterza
- Lanfranco ROSSI, segreteria provinciale PD
- Antonella DEMARCO, segreteria provinciale PD
- Walter MUSILLO, segretario provinciale PD
- Michele MAZZARANO, consigliere regionale PD
- Gianluigi CESARI, esperto politiche agricole della Puglia
23 gennaio 2015
Ecotassa, Nicastro: “Io sono ben sveglio, ma c'è chi dorme dal 2011”
“Per tranquillità di tutti: sono ben sveglio. Al contrario c’è chi dorme dal 2011, anno in cui la nostra regione ha approvato la rimodulazione del tributo per il conferimento in discarica dell’indifferenziato, cullandosi dei rinvii di anno in anno che, lungi dal permettere a chi era in affanno di guadagnare terreno, sono serviti soltanto a rimandare il problema. Per ben tre volte l’applicazione della nuova rimodulazione è stata rinviata e, ciononostante, non si è riusciti a invertire la tendenza”. Così l’assessore Lorenzo Nicastro parlando dell’ecotassa.
“La sveglia ha sempre suonato a ridosso dell’entrata in vigore perché qualcuno chiedesse un nuovo rinvio. Ovviamente con una sfilza di doglianze dovute agli impianti, ai costi, ai fondi, alle progettazioni e a qualunque altra cosa potesse spostare la responsabilità da chi è chiamato a gestire i servizi di raccolta, sulla Regione, perché un nemico bisogna sempre individuarlo, è così che si vincono le campagne elettorali.
A chi si è svegliato adesso – prosegue Nicastro – e si è accorto che il Consiglio Regionale per il 2015 non ha approvato alcuna norma di differimento del tributo, chiarisco che la Regione non è il nemico. Non lo siamo e non lo siamo mai stati, abbiamo sempre assicurato tutto il supporto possibile ma è difficile programmare le attività e raggiungere gli obiettivi con chi lavora a rimandare le questioni sperando che qualcuno, dopo, trovi un rimedio”. “A coloro che si sono svegliati adesso dico, essendo vigile sul tema da lungo tempo, che siamo aperti a discutere su basi serie dei temi. Ma non si può farlo in termini elettoralistici. Tanto più che l’ecotassa è legge regionale approvata dal Consiglio e, quindi, qualora i consiglieri intendano recepire le istanze dei sindaci hanno piena facoltà di legiferare come meglio ritengono. Resta tuttavia da capire – conclude Nicastro – una volta spostato nuovamente il termine di applicazione dell’ecotassa, quale futuro i sindaci e i consiglieri regionali, che oggi gridano allo scandalo, immaginano per la nostra regione”.
A chi si è svegliato adesso – prosegue Nicastro – e si è accorto che il Consiglio Regionale per il 2015 non ha approvato alcuna norma di differimento del tributo, chiarisco che la Regione non è il nemico. Non lo siamo e non lo siamo mai stati, abbiamo sempre assicurato tutto il supporto possibile ma è difficile programmare le attività e raggiungere gli obiettivi con chi lavora a rimandare le questioni sperando che qualcuno, dopo, trovi un rimedio”. “A coloro che si sono svegliati adesso dico, essendo vigile sul tema da lungo tempo, che siamo aperti a discutere su basi serie dei temi. Ma non si può farlo in termini elettoralistici. Tanto più che l’ecotassa è legge regionale approvata dal Consiglio e, quindi, qualora i consiglieri intendano recepire le istanze dei sindaci hanno piena facoltà di legiferare come meglio ritengono. Resta tuttavia da capire – conclude Nicastro – una volta spostato nuovamente il termine di applicazione dell’ecotassa, quale futuro i sindaci e i consiglieri regionali, che oggi gridano allo scandalo, immaginano per la nostra regione”.
21 gennaio 2015
A Massafra l'ecotassa al massimo e la Regione Puglia commissaria anche l'ARO !!
Purtroppo avevamo ragione. I massafresi nel 2015 pagheranno l’ecotassa di euro 25,82 per ogni tonnellata di rifiuti solidi urbani trasportati in discarica.
È la fascia più alta prevista in Puglia. Per il 2014 il Comune di Massafra era inserito nella fascia di euro 7,50.
Un vero e proprio salasso per le tasche dei cittadini. Tale maxi stangata è arrivata perché la nostra città non ha raggiunto i criteri di premialità previsti dalla legge regionale. La tassazione poteva arrivare fino ad un minimo di euro 5,17 a tonnellata.
Il Comune di Massafra non ha superato la soglia del 40% di raccolta differenziata prevista per evitare la mega tassazione e non è stato capace di centrare nessuno degli altri quattro criteri di primalità che erano:
a) adeguamento entro sei mesi dalla data in vigore della legge, dei contratti di gestione del servizio di raccolta rifiuti che contempli il raggiungimento delle percentuali di RD così come previste dal D. Lgs. 152/2006 e la predisposizione del regolamento di assimilazione dei rifiuti speciali non pericolosi ai rifiuti urbani ai sensi dell’art.198, comma 2, lettera g) del D.Lgs. 152/2006;
b) elevata qualità della frazione organica raccolta in maniera separata;
c) elevata qualità di raccolta degli imballaggi, attraverso sistemi di raccolta di monomateriale;
d) elevata qualità del sistema di monitoraggio e controllo della raccolta anche mediante sistemi informativi territoriali.
Bastava raggiungere uno dei criteri di primalità ed i massafrese avrebbero ottenuto la riduzione dell’ecotassa. Purtroppo il nostro Comune è stato boccato su tutti i fronti ed a pagare saranno, come sempre, solo i cittadini.
La brutte notizie non sono finite. L’ARO 3 Ta non ha provveduto ad approvare gli atti propedeutici alla procedura di affidamento del servizio di raccolta, spazzamento e trasporto dei rifiuti solidi urbani e la Regione Puglia ha nominato commissario ad acta il dott. Carlo Latrofa. Il provvedimento è stato adottato con il fine di conformare l’Ambito di Raccolta Ottimale, che comprende i Comuni di Massafra, di Castellaneta, Ginosa e Palagiano, alle disposizioni normative regionali e nazionali.
Massafra 21.1.15
Vito Miccolis
Capogruppo del PD
20 gennaio 2015
Mercoledì 21 iniziativa PD su piano europeo sulla disoccupazione
Si terrà domani mercoledì 21 gennaio alle 17.00 presso la sede provinciale in via P. Amedeo, 378 a Taranto una iniziativa pubblica del PD sul tema: "Il piano europeo sulla disoccupazione giovanile".
All'incontro, che sarà introdotto da Luciano De Gregorio, responsabile provinciale formazione e lavoro del PD, parteciperanno Antonella De Marco, responsabile provinciale politiche europee del PD, Giuseppe Palmisano, responsabile Centro per l'Impiego di Massafra, Claudio Mauceri, esperto del settore formazione, Piero Bitetti, presidente del consiglio comunale di Taranto e Michele Mazzarano, consigliere regionale.
Le conclusioni saranno tratte da Walter Musillo, segretario provinciale del PD.
Mazzarano: Solidarietà ai dipendenti di “Blustar Tv”
«Ai lavoratori di “Blustar tv” giunga la mia solidarietà per il difficile momento che stanno attraversando».
Il messaggio arriva dal consigliere regionale del Pd Michele Mazzarano, in seguito alle vicende che vedono protagonista l’emittente televisiva tarantina che, in fase di chiusura, ha avviato le procedure di mobilità per tutti i suoi dipendenti. Proprio oggi si concludono le due giornate di sciopero indette dai lavoratori, con il sostegno delle organizzazioni sindacali.
«Sono vicino ai dipendenti di “Blustar tv” – ha evidenziato Mazzarano – che a causa della cessazione di attività dichiarata dall’azienda, rischiano di perdere il proprio posto di lavoro, in un momento di crisi economica che non solo la città di Taranto, ma tutto il nostro Paese sta attraversando. Una situazione aggravata dalla presenza di pendenze da parte dell’azienda nei confronti dei lavoratori, molti dei quali sono ancora in attesa del pagamento degli stipendi, di ricevere ratei di tredicesima non accordati e di vedersi riconosciuti gli arretrati».
La chiusura dell’emittente tv, non andrebbe a colpire solo i lavoratori, ma avrebbe anche una valenza di profondo impatto sociale.
«Lo spegnimento delle antenne di “Blustar tv” - ha detto il consigliere regionale – si andrebbe ad affiancare alla chiusura del quotidiano “Corriere del Giorno”, avvenuta la scorsa primavera, e di altre più piccole realtà editoriali joniche. Ogni volta che una emittente televisiva o una testata giornalistica cessano la loro attività, a risentirne è principalmente la pluralità dell’informazione».
«Spero che a breve – ha concluso Mazzarano – venga chiarita la situazione economica dell’azienda (beneficiaria dei contributi statali previsti dalla legge 448/98 a sostegno dell’emittenza radio-televisiva, che starebbero per essere erogati) e che si riesca a trovare un accordo affinché non si giunga alla effettiva chiusura dell’emittente. Per il raggiungimento di tale obiettivo mi rendo disponibile a sostenere ogni sforzo che l’azienda vorrà affrontare, per scongiurare la sciagurata ipotesi di cessazione dell’attività».
Bari, 18 gennaio 2015
17 gennaio 2015
Intervista di Michele Mazzarano su La Voce di Massafra del 17.01.2015
Alcuni segnali avvisano del gran fermento esistente nel mondo della politica. Le elezioni regionali sono il prossimo test elettorale. In verità già dai tempi dell’elezione del presidente della Provincia furono registrati sommovimenti.
Per saperne di più abbiamo ascoltato uno dei personaggi che a Massafra la politica la fa, la orienta e, spesso, la determina. Michele Mazzarano è consigliere regionale e si appresta a riproporre la propria candidatura.
Possiamo confermare la candidatura alla Regione? Si diceva infatti che avrebbe corso per l’elezione a Sindaco di questa città:
Per saperne di più abbiamo ascoltato uno dei personaggi che a Massafra la politica la fa, la orienta e, spesso, la determina. Michele Mazzarano è consigliere regionale e si appresta a riproporre la propria candidatura.
Possiamo confermare la candidatura alla Regione? Si diceva infatti che avrebbe corso per l’elezione a Sindaco di questa città:
La mia ossessione quotidiana è constatare che questa crisi sta creando masse di disperati. Cresce la povertà diffusa, si alimentano le incertezze sul domani. Il futuro è diventato un incubo. I giovani sono mortificati e umiliati anche quando hanno talento e capacità. Il mio assillo costante è che la società, pur così provata, non rinunci anche alla speranza. Ora, per chi concepisce così la politica, il problema non è inseguire una candidatura. Ma piuttosto decidere se rappresentare una comunità in un consesso legislativo come il Coniglio regionale è una opportunità o meno per quella comunità. Io penso che lo sia, ma lo decideranno gli elettori. Io ho in mente la bussola della centralità regionale e nazionale di Taranto, delle sue emergenze e delle sue potenzialità. La Regione del futuro dovrà avere un nuovo cuore. Il nuovo cuore strategico della Puglia è Taranto. Non lo dico io, lo dice Matteo Renzi. Devo anche dire che la cosa che mi fa più piacere è incontrare cittadini che mi chiedono di candidarmi a Sindaco di Massafra. Per chi fa politica, fare il sindaco della propria città è un grande privilegio. Mi hanno insegnato però che le decisioni politiche giuste prese in tempi sbagliati rischiano di essere decisioni politiche sbagliate.
L’alleanza con Tamburrano, pur senza rinunciare alla propria identità e ai propri valori, non potrà creare problemi quando si discuterà ancora una volta di inceneritore, di Tempa Rossa, di raccolta differenziata, di un certo tipo di gestione dell’amministrazione che nel passato avete contrastato?
E noi, secondo lei, dovremmo rinunciare alle nostre idee, quelle per le quali abbiamo fatto battaglie a viso aperto, solo perché abbiamo affermato la necessità di avere un governo condiviso della Provincia, Ente di secondo livello. Lei sa cosa significa alzarsi nell'Aula del Consiglio regionale e attaccare l'ENI? Lei ha presente cos'è l'ENI in questo Paese? Chi lo fa, e io l'ho fatto, lo fa per convinzione. E l'ho fatto per la mia idea di difesa del territorio, non certo per intransigenza ideologica. Spesso, con tutta la malafede del caso, si confonde la collaborazione istituzionale per gli interessi del territorio con il consociativismo. E spesso a farci la morale sull'inciucio sono proprio gli esperti dell'inciucio, quelli che l'inciucio lo hanno sempre fatto in modo strisciante e ruffiano. Noi sulle politiche e sulle scelte dell'Amministrazione comunale siamo stati e saremo opposizione semplicemente perché siamo fedeli al mandato ricevuto dagli elettori. Sulla raccolta differenziata abbiamo fatto, gli unici, una enorme manifestazione pubblica. Altri esponenti della "cittadinanza attiva" hanno persino edulcorato quello che noi consideriamo un vero e proprio fallimento.
Tamburrano sembra schierato con la classe imprenditoriale, il Pd, ma anche la sua storia personale, si collocano dall’altra parte?
E non ci raccontiamo che queste contrapposizioni non esistono più. La mia storia parla chiaro. La mia storia dice che quando si è trattato, in Consiglio Regionale, di difendere gli interessi della mia terra, ho fatto accordi e compromessi con i miei avversari: dalla salvaguardia del polo universitario e del Politecnico di Taranto, al reperimento di risorse finanziarie straordinarie per l'agricoltura, la cultura, l'ambiente, la soluzione di vertenze occupazionali importanti. Pertanto la comune responsabilità sancita con le recenti elezioni provinciali hanno questo obiettivo. Allo stesso modo hanno fatto in altre Province d'Italia ma a Taranto hanno gridato allo scandalo fino a ricredersi in corso d'opera quando hanno verificato, come noi avevamo sostenuto fino alla noia, che il bilancio della Provincia si vota con i 2/3, e che i Sindaci di tutti gli schieramenti politici lo hanno votato all'unanimità. Questa è stata la dimostrazione lampante che politicizzare quell'evento era del tutto strumentale e fuorviante. In verità un motivo c'è se hanno fatto tanto caos: quel passaggio ha sancito, per la prima volta in assoluto, che Massafra non è seconda a nessuno nello scacchiere politico jonico. Evidentemente questo spaventa molti. Se la mia città sale sugli scudi, io ne sono felice e anche orgoglioso.
C’è ancora quella pendenza giudiziaria che l’ha contrapposto al segretario regionale del suo partito? Come e quando pensa che si risolverà?
Quella vicenda mi ha contrapposto a tutti coloro che l'hanno utilizzata sperando di buttarmi fuori dalla scena politica. Quella stessa vicenda però non mi ha mai contrapposto ai cittadini che mi hanno attribuito sempre il consenso, evidentemente perché mi conoscono e si fidano di me. Ho atteso cinque anni per la conclusione dell'udienza preliminare, non ho molta fiducia sui tempi della giustizia. Io, in questi cinque anni, ho sofferto molto ma non ho mai perso il sonno, sono sempre stato sereno perché la mia coscienza è a posto. Sto affrontando un processo in cui dovrò dimostrare che chiedere un finanziamento per un concerto in una campagna elettorale in cui non ero neppure candidato, attraverso un assegno, tracciabilissimo, ad una SRL a socio unico, è lecito. Non è finanziamento illecito, è finanziamento lecito. Avendo svolto vari ruoli apicali in un grande partito, conosco a memoria la legge sul finanziamento pubblico ai partiti e l'ho sempre rispettata. Anche Michele Emiliano, con il tempo, ha compreso l'entità vera di questa vicenda. Il Pd ha un suo codice etico che regolamenta le candidature. E a quello bisogna tenere fede, come giustamente sostiene Emiliano.
Se il Pd dovesse andare al governo della città, quali segni dovrebbero distinguere la vostra gestione da quella di Tamburrano?
Noi abbiamo un'altra idea di Massafra. Noi siamo alternativi alla concezione dell'Amministrazione comunale così come si è manifestata ai cittadini in questi dieci anni. Spostare il cuore della città nel centro storico a partire dal rione Gesù Bambino. Realizzare strumenti urbanistici che mettano le ali allo sviluppo della città. L'attuale proposta di PUG va sostenuta con le prescrizioni richieste. Massafra merita di avere quello che non ha mai avuto, uno strumento urbanistico moderno di tutela del paesaggio e dell'ambiente ma al tempo stesso motore di crescita e di sviluppo. Lavoreremo in questa direzione.
Ritiene che ci sia un deficit di democrazia avvertibile nella assenza di partecipazione, di trasparenza, di comunicazione pubblica.
La partecipazione c'è quando la si sollecita. La trasparenza è imposta dalla legge. Il problema è un altro, a mio avviso: l'assenza di una spinta all'autodeterminazione della società civile. Vi è un eccesso della cultura della delega, o un approccio troppo assistenziale che annulla la capacità di critica anche costruttiva. Oggi si eccede nella demonizzazione irrazionale e sconclusionata della politica e dei politici, ma si deficita in proposte, idee, progetti da sottoporre alle istituzioni. Il nichilismo come ideologia di massa sta infettando la società civile rendendola sterile e passiva.
Il fenomeno della corruzione, piaga dell’Italia, non è presente a Massafra? Siamo un’isola felice?
Ritiene che ci sia un deficit di democrazia avvertibile nella assenza di partecipazione, di trasparenza, di comunicazione pubblica.
La partecipazione c'è quando la si sollecita. La trasparenza è imposta dalla legge. Il problema è un altro, a mio avviso: l'assenza di una spinta all'autodeterminazione della società civile. Vi è un eccesso della cultura della delega, o un approccio troppo assistenziale che annulla la capacità di critica anche costruttiva. Oggi si eccede nella demonizzazione irrazionale e sconclusionata della politica e dei politici, ma si deficita in proposte, idee, progetti da sottoporre alle istituzioni. Il nichilismo come ideologia di massa sta infettando la società civile rendendola sterile e passiva.
Il fenomeno della corruzione, piaga dell’Italia, non è presente a Massafra? Siamo un’isola felice?
La corruzione, l'assenza di trasparenza, l'abuso dei poteri non sono di esclusiva pertinenza di chi ha il dovere morale della denuncia politica o delle istituzioni che devono salvaguardare la legalità. Una società e una democrazia funzionano quando si creano gli equilibri, quando ci sono i pesi e i contrappesi, non solo tra chi governa e chi fa
l'opposizione. Una cittadinanza attiva che sia tale può svolgere un ruolo importante in questo. Le faccio un esempio per capirci: io sono consigliere regionale, sono stato eletto dal popolo e devo dare conto non solo di come esercito il ruolo istituzionale ma anche, io penso, del mio stile di vita. Spesso si parla degli stipendi dei politici, delle necessità di tagliarli, dei privilegi da eliminare. Quanti sanno che noi ci siamo tagliati di un terzo l'indennità, abbiamo eliminato tutti i benefit e praticamente azzerato la spesa dei gruppi? Lei sa quanto ho portato a rimborso al gruppo Pd per l'intero 2014? Zero. Quanti sanno che io ho rinunciato al vitalizio e che mi farò la pensione con il sistema contributivo? Noi abbiamo eliminato il vitalizio ma c'è ancora la possibilità di riscattarlo, come hanno fatto molti miei colleghi. Chi è informato di questo? E se non si è informati, dipende da me che non ho fatto il comunicato stampa o da una cittadinanza che deve saper vigilare smettendola di sparare nel mucchio e di fare di tutta l'erba un fascio?
l'opposizione. Una cittadinanza attiva che sia tale può svolgere un ruolo importante in questo. Le faccio un esempio per capirci: io sono consigliere regionale, sono stato eletto dal popolo e devo dare conto non solo di come esercito il ruolo istituzionale ma anche, io penso, del mio stile di vita. Spesso si parla degli stipendi dei politici, delle necessità di tagliarli, dei privilegi da eliminare. Quanti sanno che noi ci siamo tagliati di un terzo l'indennità, abbiamo eliminato tutti i benefit e praticamente azzerato la spesa dei gruppi? Lei sa quanto ho portato a rimborso al gruppo Pd per l'intero 2014? Zero. Quanti sanno che io ho rinunciato al vitalizio e che mi farò la pensione con il sistema contributivo? Noi abbiamo eliminato il vitalizio ma c'è ancora la possibilità di riscattarlo, come hanno fatto molti miei colleghi. Chi è informato di questo? E se non si è informati, dipende da me che non ho fatto il comunicato stampa o da una cittadinanza che deve saper vigilare smettendola di sparare nel mucchio e di fare di tutta l'erba un fascio?
Il Pd è impegnato nella grande problematica dell’Ilva. L’opinione pubblica e gli ambientalisti sono dall’altra parte. Preoccupa un poco questo stato di cose? Così anche per Tempa Rossa. Perché la volontà di un territorio non conta più niente?
Taranto, nelle intenzioni del governo nazionale, è una sfida nazionale. Attenzione, non più solo l'Ilva ma Taranto nella una complessità e nel suo capitale inespresso. Matteo Renzi ha deciso, come se fosse una sfida personale, di fare di Taranto quella che è stata Detroit per Barak Obama: il luogo simbolo della sperimentazione di un nuovo ruolo dello Stato per salvare e rilanciare un asset strategico fondamentale del Paese. A Detroit, nel 2009, fu l'industria automobilistica; oggi a Taranto è l'industria siderurgica. Dopo il Decreto Taranto, se lo si studia, se si comprende quanto valore si attribuisce al risanamento ambientale, se si coglie che per la prima volta un Governo nazionale valorizza la cultura, la tradizione, la città vecchia di Taranto, se si verifica che si investono risorse per le ferite ambientali e sanitarie del territorio, la storia cambia notevolmente e la discussione tra noi non può essere sempre la stessa. Qui siamo di fronte ad una prova grande per tutti, Matteo Renzi ci sta provando seriamente e noi dobbiamo fare di tutto perché il tentativo riesca.
Taranto, nelle intenzioni del governo nazionale, è una sfida nazionale. Attenzione, non più solo l'Ilva ma Taranto nella una complessità e nel suo capitale inespresso. Matteo Renzi ha deciso, come se fosse una sfida personale, di fare di Taranto quella che è stata Detroit per Barak Obama: il luogo simbolo della sperimentazione di un nuovo ruolo dello Stato per salvare e rilanciare un asset strategico fondamentale del Paese. A Detroit, nel 2009, fu l'industria automobilistica; oggi a Taranto è l'industria siderurgica. Dopo il Decreto Taranto, se lo si studia, se si comprende quanto valore si attribuisce al risanamento ambientale, se si coglie che per la prima volta un Governo nazionale valorizza la cultura, la tradizione, la città vecchia di Taranto, se si verifica che si investono risorse per le ferite ambientali e sanitarie del territorio, la storia cambia notevolmente e la discussione tra noi non può essere sempre la stessa. Qui siamo di fronte ad una prova grande per tutti, Matteo Renzi ci sta provando seriamente e noi dobbiamo fare di tutto perché il tentativo riesca.
Nel decreto Ilva, il settimo, si parla anche di cultura. Questo dice anche come l’acciaio non sia l’unica risposta per una comunità. Comunque riferendoci a Massafra perché non si fa qualcosa in più per questa città che offre risorse, opportunità, uomini di valore, lo stesso assessore sembra dotato della migliore buona volontà ma non possiamo parlare di politica culturale per il fatto che ogni tanto si presenti una nuova pubblicazione e che qualche uomo di cultura organizzi il suo convegno.
È una questione di impostazione. Ritenere che la cultura sia un orpello o ritenere che la cultura dia da mangiare. Io penso che la cultura può essere una straordinaria e moderna industria in grado di produrre ricchezza e lavoro. La cultura non è una nicchia di cui occuparsi una volta a settimana; una città che ha il patrimonio rupestre, artistico, paesaggistico, architettonico, un centro storico come Massafra, può fare della cultura un industria con una pianificazione progettuale in grado di migliorare di molto la fruizione. Dispiace che così non sia, al di la della buona volontà dei singoli, perché noi abbiamo una tradizione culturale da fare invidia all'intera regione.
I rifiuti, la loro raccolta, più o meno differenziata, sono uno dei grandi business. Chi rema contro il successo della differenziata?
Remano contro il successo della differenziata coloro che non la sanno organizzare e coloro che hanno costruito un appalto capestro sulla raccolta dei rifiuti. L'idea, che chi critica questo modello di raccolta differenziata sia generalmente contro la raccolta differenziata, suscita ilarità. La raccolta
differenziata è il più evidente segno di civiltà di una comunità. Questa convinzione è ormai di dominio pubblico. Se il modello produce la contrarietà dei cittadini, la città è sporca e non si abbattono i costi della tassazione, non è colpa dei cittadini incivili, è colpa di coloro che l'hanno pianificata e organizzata.
differenziata è il più evidente segno di civiltà di una comunità. Questa convinzione è ormai di dominio pubblico. Se il modello produce la contrarietà dei cittadini, la città è sporca e non si abbattono i costi della tassazione, non è colpa dei cittadini incivili, è colpa di coloro che l'hanno pianificata e organizzata.
Giovanni Matichecchia - La Voce di Massafra - 17.01.2015
Pptr, Mazzarano: “L'eccellenza delle Regione Puglia, firmata Barbanente”
Una nota del consigliere Michele Mazzarano (Pd)
Con la sottoscrizione del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR) della Puglia, avvenuta oggi a Roma, tra il Presidente della Regione Nichi Vendola, la Vicepresidente e assessore alla Qualità del Territorio Angela Barbanente e il Ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, la Puglia diviene la prima regione in Italia ad aver fatto suo uno strumento fondamentale per la salvaguardia del territorio e per la velocizzazione e la trasparenza delle autorizzazioni e dei diversi atti amministrativi. Un primato per la Puglia, che ispirerà emulazione da parte delle altre regioni italiane, che ad essa guarderanno per adeguarsi alle buone pratiche in campo paesaggistico. Il PPTR è stato sempre considerato dalla nostra Regione un’opportunità culturale che, con la sua valenza politica, facesse prendere coscienza del grande valore del paesaggio pugliese, affinché lo si potesse valorizzare e se ne potessero modificare i processi di crescita segnati dall’industrializzazione per poli e dall’urbanizzazione anomica. Un piano, quello della Regione Puglia, caratterizzato da tre punti rilevanti: - l’ampia partecipazione pubblica che ne ha accompagnato l’elaborazione; - la compresenza della disciplina di tutela dei beni paesaggistici ai sensi del Codice e di scenari, progetti e azioni di valorizzazione e riqualificazione paesistico-ambientale dell’intero territorio regionale; - la discontinuità rispetto a una concezione della pianificazione del paesaggio quale adempimento a disposizioni normative statali, ereditata dal piano paesaggistico precedente. Il cambio culturale, che ha portato ad intendere il paesaggio quale bene patrimoniale sul quale costruire, in prospettiva, uno sviluppo differente dell’intero territorio regionale, lo si deve, senza timore di smentita, al buon operato dell’assessore Barbanente. In dieci anni, Angela Barbanente ha saputo mettere in campo strumenti atti a salvaguardare il nostro territorio e a valorizzare i beni culturali ivi presenti. Il suo operato rappresenta l’espressione più evidente della capacità di innovazione che la Puglia ha saputo dimostrare. Angela Barbanene, con le sue qualità di assessore tecnico, è riuscita a rilanciare un settore strategico per il nostro territorio, ridando funzionalità ai suoi uffici nella massima trasparenza ed efficienza. Oggi davanti al Ministro dei beni culturali, si è materializzato un pezzo di eccellenza del grande patrimonio amministrativo di questi dieci anni di governo. Un pezzo che meriterebbe la massima continuità.
Con la sottoscrizione del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR) della Puglia, avvenuta oggi a Roma, tra il Presidente della Regione Nichi Vendola, la Vicepresidente e assessore alla Qualità del Territorio Angela Barbanente e il Ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, la Puglia diviene la prima regione in Italia ad aver fatto suo uno strumento fondamentale per la salvaguardia del territorio e per la velocizzazione e la trasparenza delle autorizzazioni e dei diversi atti amministrativi. Un primato per la Puglia, che ispirerà emulazione da parte delle altre regioni italiane, che ad essa guarderanno per adeguarsi alle buone pratiche in campo paesaggistico. Il PPTR è stato sempre considerato dalla nostra Regione un’opportunità culturale che, con la sua valenza politica, facesse prendere coscienza del grande valore del paesaggio pugliese, affinché lo si potesse valorizzare e se ne potessero modificare i processi di crescita segnati dall’industrializzazione per poli e dall’urbanizzazione anomica. Un piano, quello della Regione Puglia, caratterizzato da tre punti rilevanti: - l’ampia partecipazione pubblica che ne ha accompagnato l’elaborazione; - la compresenza della disciplina di tutela dei beni paesaggistici ai sensi del Codice e di scenari, progetti e azioni di valorizzazione e riqualificazione paesistico-ambientale dell’intero territorio regionale; - la discontinuità rispetto a una concezione della pianificazione del paesaggio quale adempimento a disposizioni normative statali, ereditata dal piano paesaggistico precedente. Il cambio culturale, che ha portato ad intendere il paesaggio quale bene patrimoniale sul quale costruire, in prospettiva, uno sviluppo differente dell’intero territorio regionale, lo si deve, senza timore di smentita, al buon operato dell’assessore Barbanente. In dieci anni, Angela Barbanente ha saputo mettere in campo strumenti atti a salvaguardare il nostro territorio e a valorizzare i beni culturali ivi presenti. Il suo operato rappresenta l’espressione più evidente della capacità di innovazione che la Puglia ha saputo dimostrare. Angela Barbanene, con le sue qualità di assessore tecnico, è riuscita a rilanciare un settore strategico per il nostro territorio, ridando funzionalità ai suoi uffici nella massima trasparenza ed efficienza. Oggi davanti al Ministro dei beni culturali, si è materializzato un pezzo di eccellenza del grande patrimonio amministrativo di questi dieci anni di governo. Un pezzo che meriterebbe la massima continuità.
11 gennaio 2015
06 gennaio 2015
RENZI:IL PRIMO DECRETO DELL'ANNO RIGUARDA TARANTO
Prima enews del 2015 e di cuore buon anno a tutti!
Sarà un anno ricco di difficoltà, certo. Ma anche di tante, tantissime cose da fare. E dunque sarà affascinante e entusiasmante continuare il lavoro che abbiamo iniziato per ridare all'Italia il coraggio che merita e agli italiani la speranza che deve contraddistinguerli.
Il primo decreto dell'anno, il numero 1/2015 riguarda Taranto. Questa città bella e disperata è il punto di partenza del nostro anno. Salvataggio di Ilva insieme al salvataggio dei tarantini e dei loro figli. Investimento industriale, pubblico, certo. Ma anche sanitario e culturale. è una sfida da far tremare i polsi. Ma rilanceremo Taranto salvando l'Ilva. Dopo anni di annunci e di occasioni sprecate abbiamo questa grande responsabilità e ce la prendiamo tutta, a viso aperto.
Il 2015 dell'Italia parte da Taranto .
Matteo Renzi
Il primo decreto dell'anno, il numero 1/2015 riguarda Taranto. Questa città bella e disperata è il punto di partenza del nostro anno. Salvataggio di Ilva insieme al salvataggio dei tarantini e dei loro figli. Investimento industriale, pubblico, certo. Ma anche sanitario e culturale. è una sfida da far tremare i polsi. Ma rilanceremo Taranto salvando l'Ilva. Dopo anni di annunci e di occasioni sprecate abbiamo questa grande responsabilità e ce la prendiamo tutta, a viso aperto.
Il 2015 dell'Italia parte da Taranto .
Matteo Renzi
RECENSIONE DI "SENZA IL VENTO DELLA STORIA. LA SINISTRA NELL'ERA DEL CAMBIAMENTO" DI FRANCO CASSANO
"Senza il vento della storia - La sinistra nell'era del cambiamento" di Franco Cassano
«…Antonio Gramsci è stato il pensatore marxista che per primo ha avvertito l’affanno della provvidenza rivoluzionaria, presagendo l’asperità di un tempo nel quale la rivoluzione sociale sembra essere tornata ad essere solo un progetto di minoranze».
È la “sinistra” che parla alla “sinistra” quella di Franco Cassano nel libro “Senza il vento della storia – La sinistra nell’era del cambiamento”: un libro che può aprire un dibattito utile, soprattutto dentro il Pd, sulla necessità di rinnovamento della sinistra, se capace di aderire al "movimento reale delle cose", come si direbbe con vocabolario marxista.
Franco Cassano offre una lettura impietosa della sinistra confinata sulla difensiva, se non sulla nostalgia di un mondo che non esiste più. Il "mondo" dei "trenta gloriosi" - ossia degli anni dello sviluppo economico e dell’espansione dei diritti dello “Stato sociale” (trentennio che va dal ’45 al ’75) - è soppiantato dall'egemonia del "capitale" a cui l'autore, con grande coraggio, attribuisce l'avvento di effetti benefici nei mutamenti economici mondiali, che vedono l'ascesa crescente di paesi come la Cina, l’India, l’Africa australe e l’America Latina. La globalizzazione, secondo l'autore, non è stata soltanto un gioco a somma zero tra due giocatori, ma un gioco a somma positiva nel quale, anche grazie alla finanza, sono intervenuti nuovi giocatori che si sono affacciati sulla scena della storia.
Non saprei se, come dice Cassano, vi sia qualcosa di benefico in questo gioco, penso altresì che il problema della asimmetria tra "cosmopolitismo dell'economia e nazionalismo della politica", denunciato da Gramsci già di fronte alla Grande Depressione, resti intatto.
Cassano ha ragione da vendere quando pone nettamente alla sinistra il problema, direi filosofico e culturale innanzitutto, di imparare a riorientarsi in questo mondo complesso, riconoscendo che il suo avversario ha saputo farlo meglio e prima, senza avere paura del futuro.
Egli si rivolge soprattutto a quella parte di sinistra arroccata sull’idea di una politica che si limita a voler garantire solo i diritti e le tutele di fasce sociali sempre più ristrette, ritenendo che così facendo si rischia di restare impantanati in una mentalità poco al passo coi tempi e lontani dalle necessità di un Mondo in continuo mutamento.
Nella mappa dei mutamenti, l'autore si cimenta su uno spartito poco tematizzato finora, che è la lotta dei diritti, figlia della universalità perduta. Taranto è il palcoscenico del più complesso tra i conflitti tra i diritti che la modernità ci ha violentemente scaraventato addosso.
Mentre i "trenta gloriosi" sono stati segnati dalla prevalenza della stabilità dell'occupazione e dall'affermarsi dei diritti sociali, già dalla fine degli anni settanta hanno iniziato ad affermarsi diritti come quello alla salvaguardia dell'ambiente naturale, che tutelano beni molto diversi e per certi versi in conflitto con quelli tradizionalmente tutelati dalla sinistra, fortemente ancorata al primato della cittadinanza sociale, al diritto al lavoro e all'espansione produttiva.
Cassano fa opportunamente riferimento al famoso testo "Il principio di responsabilità" di Hans Jonas che mette a tema il conflitto tra i diritti e la necessità di saldare diritti contrapposti fondata su una nuova etica della "responsabilità".
Mi sono soffermato su questo aspetto dell'analisi di Cassano, di cui lo ringrazio, perché continuo a pensare che Taranto e i suoi dilemmi siano non solo un grande sfida di Governo, ma un terreno di confronto culturale e politico soprattutto per la sinistra.
La riclassificazione di diritti precedentemente non considerati prevalenti, non è solo un esercizio teorico, ma una bussola di azione politica se si pensa a quali gruppi sociali e segmenti di essi possono essere favoriti o danneggiati dal prevalere di un diritto sull'altro.
I diritti accumulati nel corso dei “trenta gloriosi” devono essere rinegoziati e resi compatibili con le risorse che una realtà produce e di cui dispone. Lo dico da rappresentante della generazione dei "quaranta ingloriosi" (1975-2015): questo libro è una grande occasione di discussione ed è un motivo per incoraggiare e sostanziare il rinnovamento culturale e politico del Pd che deve coincidere con un'opera riformatrice, che l'Italia attende da anni.
Questo libro non è l'apologia del renzismo, ma è un colpo di frusta a tutti i riformisti affinché riscoprano senso della realtà e responsabilità.
È la “sinistra” che parla alla “sinistra” quella di Franco Cassano nel libro “Senza il vento della storia – La sinistra nell’era del cambiamento”: un libro che può aprire un dibattito utile, soprattutto dentro il Pd, sulla necessità di rinnovamento della sinistra, se capace di aderire al "movimento reale delle cose", come si direbbe con vocabolario marxista.
Franco Cassano offre una lettura impietosa della sinistra confinata sulla difensiva, se non sulla nostalgia di un mondo che non esiste più. Il "mondo" dei "trenta gloriosi" - ossia degli anni dello sviluppo economico e dell’espansione dei diritti dello “Stato sociale” (trentennio che va dal ’45 al ’75) - è soppiantato dall'egemonia del "capitale" a cui l'autore, con grande coraggio, attribuisce l'avvento di effetti benefici nei mutamenti economici mondiali, che vedono l'ascesa crescente di paesi come la Cina, l’India, l’Africa australe e l’America Latina. La globalizzazione, secondo l'autore, non è stata soltanto un gioco a somma zero tra due giocatori, ma un gioco a somma positiva nel quale, anche grazie alla finanza, sono intervenuti nuovi giocatori che si sono affacciati sulla scena della storia.
Non saprei se, come dice Cassano, vi sia qualcosa di benefico in questo gioco, penso altresì che il problema della asimmetria tra "cosmopolitismo dell'economia e nazionalismo della politica", denunciato da Gramsci già di fronte alla Grande Depressione, resti intatto.
Cassano ha ragione da vendere quando pone nettamente alla sinistra il problema, direi filosofico e culturale innanzitutto, di imparare a riorientarsi in questo mondo complesso, riconoscendo che il suo avversario ha saputo farlo meglio e prima, senza avere paura del futuro.
Egli si rivolge soprattutto a quella parte di sinistra arroccata sull’idea di una politica che si limita a voler garantire solo i diritti e le tutele di fasce sociali sempre più ristrette, ritenendo che così facendo si rischia di restare impantanati in una mentalità poco al passo coi tempi e lontani dalle necessità di un Mondo in continuo mutamento.
Nella mappa dei mutamenti, l'autore si cimenta su uno spartito poco tematizzato finora, che è la lotta dei diritti, figlia della universalità perduta. Taranto è il palcoscenico del più complesso tra i conflitti tra i diritti che la modernità ci ha violentemente scaraventato addosso.
Mentre i "trenta gloriosi" sono stati segnati dalla prevalenza della stabilità dell'occupazione e dall'affermarsi dei diritti sociali, già dalla fine degli anni settanta hanno iniziato ad affermarsi diritti come quello alla salvaguardia dell'ambiente naturale, che tutelano beni molto diversi e per certi versi in conflitto con quelli tradizionalmente tutelati dalla sinistra, fortemente ancorata al primato della cittadinanza sociale, al diritto al lavoro e all'espansione produttiva.
Cassano fa opportunamente riferimento al famoso testo "Il principio di responsabilità" di Hans Jonas che mette a tema il conflitto tra i diritti e la necessità di saldare diritti contrapposti fondata su una nuova etica della "responsabilità".
Mi sono soffermato su questo aspetto dell'analisi di Cassano, di cui lo ringrazio, perché continuo a pensare che Taranto e i suoi dilemmi siano non solo un grande sfida di Governo, ma un terreno di confronto culturale e politico soprattutto per la sinistra.
La riclassificazione di diritti precedentemente non considerati prevalenti, non è solo un esercizio teorico, ma una bussola di azione politica se si pensa a quali gruppi sociali e segmenti di essi possono essere favoriti o danneggiati dal prevalere di un diritto sull'altro.
I diritti accumulati nel corso dei “trenta gloriosi” devono essere rinegoziati e resi compatibili con le risorse che una realtà produce e di cui dispone. Lo dico da rappresentante della generazione dei "quaranta ingloriosi" (1975-2015): questo libro è una grande occasione di discussione ed è un motivo per incoraggiare e sostanziare il rinnovamento culturale e politico del Pd che deve coincidere con un'opera riformatrice, che l'Italia attende da anni.
Questo libro non è l'apologia del renzismo, ma è un colpo di frusta a tutti i riformisti affinché riscoprano senso della realtà e responsabilità.
Michele Mazzarano
Consigliere regionale Pd
02 gennaio 2015
"SENZA IL VENTO DELLA STORIA. LA SINISTRA NELL'ERA DEL CAMBIAMENTO" DI FRANCO CASSANO
Lunedì 5 gennaio alle ore 18.00 presso la libreria "Gilgamesh" in via Oberdan, 45 a Taranto sarà presentato l'ultimo libro di Franco Cassano "Senza il vento della storia. La sinistra nell'era del cambiamento".
All'iniziativa, che sarà introdotta da Alessandro Pensa, coordinatore provinciale di Lavoro&Welfare, parteciperanno Giovanni Battafarano, segretario nazionale di Lavoro&Welfare, Michele Mazzarano, consigliere regionale e Michele Pellillo, deputato.
Sarà presente l'autore on. Franco Cassano.
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