tag foto 1 tag foto 2 tag foto 3 tag foto 4 tag foto 5

09 ottobre 2009

• Bersani vince il Congresso, ma a decidere saranno le primarie

Pier Luigi Bersani ha vinto il congresso del Pd al termine del voto nei circoli. Su 467mila votanti, l'ex ministro ha ottenuto il 55,13%, mentre Dario Franceschini ha il 36,95% e Ignazio Marino raggiunge il 7,92%. Sono questi i dati definitivi dei congressi diffusi dal Pd. Per Franceschini "nulla da aggiungere, i dati sono gli stessi della scorsa settimana". Bersani si dice fiducioso per "la prova delle primarie", che decideranno chi dovrà avere la leadership del partito.
I dati - Nei 7.221 congressi hanno votato 466.573 iscritti, pari al 56,40 per cento degli iscritti aventi diritto. Pier Luigi Bersani ha ottenuto 255.189 voti, pari al 55,13 %, Dario Franceschini 171.041 voti pari al 36,95 % e Ignazio Marino 36.674 voti pari al 7,92 %. "Una straordinaria partecipazione di tante iscritte e iscritti diffusa su tutto il territorio nazionale e la trasparenza e la qualità del dibattito che ha visto migliaia di persone prendere la parola per dare il proprio contributo", questo il commento dei componenti della Commissione Nazionale che nel Pd sta organizzando il cammino verso le primarie del 25 ottobre.
Le prossime tappe - La
Convenzione Nazionale si terrà domenica a Roma presso l'Hotel Marriot. Bersani, Franceschini e Marino presenteranno ai mille delegati le rispettive mozioni. Poi l'attenzione si sposterà sulle primarie indette per il 25 ottobre. E' in quella sede che i franceschiniani cercheranno di ribaltare il risultato che per ora li vede sconfitti. Infatti se ai congressi di circolo hanno partecipato solo gli iscritti, alle primarie potranno votare anche i semplici elettori. Il vincitore sarà colui in grado di mobilitare il maggior numero di persone. Questo perchè la sovranità nel Pd appartiene al "popolo delle primarie". Un meccanismo che seppur previsto dallo Statuto non è stato esente da critiche.
Ma anche la conta delle primarie potrebbe non essere sufficiente per eleggere il segretario. Ciò può accadere se nessuno dei tre candidati otterrà la maggioranza assoluta dei voti validi. In quel caso toccherà all'Assemblea Nazionale, eletta sempre il 25, scegliere l'11 novembre il nuovo segretario del Pd.
(La Repubblica)