Si fa sempre più acceso il clima nella maggioranza sul piano di rientro illustrato nei giorni scorsi dal governatore Nichi Vendola. E oggi, mentre l’assessore Tommaso Fiore avvierà la discussione al tavolo tecnico con il ministero sulla bozza, il Pd riunirà parlamentari e consiglieri regionali attorno al segretario regionale per decidere la linea. Linea che, per ora, sembra non corrispondere affatto a quella tracciata dal presidente della Regione.
Dopo i moniti lanciati nei giorni scorsi dai Democratici, alza il tiro anche Michele Mazzarano: «La Puglia, con il piano anti-deficit, rischia di allinearsi al modello liberista imposto dal governo, che acuisce le sofferenze umane della crisi. Puntare tutto sul taglio dell’ospedalizzazione impropria, spesso effetto di servizi inefficienti, senza aver dato vita ad un sistema organico alternativo di offerta di cura e salute, produrrà - sottolinea il consigliere del gruppo Misto - gravi violazioni dei diritti dei cittadini. Aver accantonato il piano regionale della salute che conteneva un nuovo modello di organizzazione integrata da offrire al malato in tutte le fasi della cura, sostituito da un piano di tagli che non introduce una visione nuova di sistema della salute e di welfare, rischia di diventare un vicolo cieco». Per l’ex segretario dei Ds quello che non ha funzionato è il metodo adottato dal governo: dopo un mese di indiscrezioni sui tagli, il confronto in extremis con la maggioranza sul piatto pronto - amaro da digerire - della cura dimagrante su ospedali e farmaci. Il tutto, questo il leit-motiv che rieccheggia tra i mal di pancia dei Democratici, senza passare dai territori, pronti a scendere in piazza se vedranno tagliarsi l’ospedale sotto casa. «Non servono tentazioni giacobine né approcci iper-realistici. Serve un opera corale e un coinvolgimento pieno di tutti gli attori istituzionali, politici e sociali. Serve - scandisce Mazzarano - un confronto e siamo ancora in tempo per farlo».
b. mart. Gazzetta del Mezzogiorno