Ci sono date che la
Storia ricorda come tali da segnare una svolta nella vita politica di un Paese.
Date che segnano l'inizio di un nuovo corso, portatore di nuove idee sulla
direzione da intraprendere e di nuovi protagonisti che si incaricano di
attuarle. Date che giungono nei momenti di maggiore sfiducia, quando la società
è pervasa da una crisi profonda, al contempo economica, sociale e morale, e che
danno il senso di una ripartenza, di una speranza. L'8 dicembre 2013 può essere
una di queste date. Può essere il giorno in cui tutti gli elettori, iscritti e
non iscritti al Partito Democratico, decidano di scegliere Matteo Renzi come
nuovo leader della sinistra italiana.
Il Sindaco di
Firenze è l'uomo che in questo momento di crisi della politica e di declino del
nostro Paese sta rappresentando per moltissimi italiani l'ultima speranza affinché si affermi finalmente un cambiamento reale
per l'Italia, un rinnovamento delle Istituzioni, del modo di fare politica e
dei volti che la animano.
E' un cambiamento
che non si presenta come vana promessa vuota di contenuti, ma all'insegna della
concretezza, rispecchiando peraltro in tal modo la personalità del suo
promotore.
Renzi rappresenta
la volontà di capire i bisogni in tempo reale e tradurli in proposta politica.
Rappresenta l'apertura del Partito Democratico oltre i confini della sua
tradizionale rappresentanza, senza rinnegare la sua identità, ma al contrario
riscoprendo, e dando finalmente concretezza. a quel concetto di vocazione
maggioritaria invocato invano al momento della fondazione.
Con la sua candidatura
il PD chiede indietro, con forza, i consensi perduti negli anni e andati a chi
ha saputo approfittare degli errori e dell'immobilismo del gruppo dirigente. A
chi ha sfruttato la delusione e la rabbia per soffiare sul vento della
protesta, ma senza essere in grado di offrire una proposta di governo. Il
Sindaco di Firenze offre a tutti i delusi un partito che abbandona ogni
reticenza sul tema del taglio dei costi della politica, della riduzione del
numero dei parlamentari, dell'abolizione degli enti inutili. E lo fa non in
nome della ricerca del facile consenso, ma perché è su questi temi che si
misura oggi agli occhi degli elettori la rilegittimazione della politica, il
recupero della sua autorevolezza e credibilità.
Per la prima volta
in vent'anni, un candidato alla segreteria del più grande partito della
sinistra non solo guarda ai più deboli, proponendo fra l'altro l'introduzione
di un contributo di solidarietà sulle pensioni d'oro in nome dell'equità
intergenerazionale, ponendo al centro della sua attenzione il tema degli asili
nido e dei servizi alla collettività, giusto per citare alcune delle tante
proposte. Ma dice anche con chiarezza che la riduzione delle tasse, nel Paese
che, secondo molti studi, ha la pressione fiscale più alta d'Europa, non può
essere un tabù per la sinistra, bensì una necessità. Per la prima volta un
leader del PD sottrae alla destra il tema su cui ha costruito il proprio
illusorio consenso per venti anni, lasciando sul campo solo delusioni e
macerie, abbattendo in tal modo la tradizionale diffidenza che ha tenuto spesso
lontani dal nostro Partito il ceto medio, i piccoli imprenditori, gli
artigiani. Gente che lavora e produce e che è stata colpita drammaticamente da
questa crisi.
Il Partito
Democratico di Massafra ha ancora una volta sfatato il luogo comune di un Sud
politicamente arretrato e arroccato su posizioni conservatrici e ostili
all'innovazione, che si accoda passivamente ai cambiamenti, invece di
rendersene protagonista. Il nostro Circolo ha deciso invece di partecipare
attivamente al processo di rinnovamento in atto, consegnando alla lista
collegata a Matteo Renzi ben l'86% dei voti in occasione delle elezioni per la
Convenzione, ponendosi così all'avanguardia dei risultati, pur lusinghieri,
registrati a favore del sindaco di Firenze in tutta la terra jonica.
Adesso tocca agli
elettori massafresi non essere da meno l'8 dicembre, perché tutti possono
andare a votare, iscritti e non iscritti al Partito Democratico. Ora occorre
alzarsi e decidere di rendersi protagonisti del cambiamento, perché la
passività e la rassegnazione, lo stare fermi in attesa di qualcosa deciso da
altri, non hanno mai portato, e non potranno mai portare, ad alcun risultato
utile per il nostro futuro.
L'8 dicembre occorre
andare a votare per Matteo Renzi nella sede del Partito Democratico di Corso Regina
Margherita, per prendere in mano il nostro destino e dare una nuova speranza
all'Italia.
Marcello
Barletta
Circolo PD Massafra