Ci sono questioni per le quali non è mai utile abbassare la guardia o perdere di vista il suo percorso di soluzione.
IL COORDINAMENTO DONNE DEMOCRATICHE invita a non smettere di porgere attenzione al tema del femminicidio, anche alla luce dei costi economici e non solo sociali del fenomeno. L’indagine nazionale “Quanto costa il silenzio?” realizzata da Intervita onlus (con il patrocinio del dipartimento per le pari opportunità) rivela che sono 17 miliardi di euro i costi sociali ed economici della violenza contro le donne.
Questa cifra conferma la dimensione immensa e preoccupante di un problema che mina la salute e l’identità delle donne, limita la libertà personale, condiziona la crescita del sistema economico e sociale del Paese.
Per questi motivi le DONNE DEMOCRATICHE vogliono ribadire che in Italia il DECRETO LEGGE 14 agosto 2013 n.93 convertito in legge il 15 ottobre 2013, legge n.119, prevede nuove norme per il contrasto della violenza di genere che ha l’obiettivo di prevenire il femminicidio e proteggere le vittime.
Obiettivi della legge contro il femminicidio sono:
1) PREVENIRE la violenza di genere
2) PROTEGGERE le vittime;
3) PUNIRE i colpevoli e rieducare.
Rieducare è un aspetto della normativa, quindi da non trascurare, e riguarda la PRESA IN CARICO DEGLI UOMINI AUTORI DI VIOLENZA.
La legge intende promuovere lo sviluppo e l’attivazione di metodologie di recupero e di accompagnamento dei soggetti responsabili di atti di violenza al fine di favorire il recupero e limitare la recidiva.
Tuttavia, questa normativa contro il femminicidio, che rappresenta sicuramente un passo avanti nella lotta contro la violenza di genere, ha ricevuto alcune critiche e presenta qualche lacuna.
Infatti, secondo alcuni questa legge trascura il fatto che si tratta di un fenomeno culturale, politico e strutturale, che va combattuto con la formazione, allo scopo di prevenirlo. Formazione che non è solo educazione al rispetto della parità dei sessi ma è anche formazione di tutti gli operatori ed i soggetti coinvolti che accolgono, sostengono e soccorrono le donne vittime di abusi.
Come ha detto L’assessore Elena Gentile “la nostra è stata una Regione decisamente virtuosa.
In Puglia esistono 15 Centri antiviolenza autorizzati e 6 Case rifugio, resta però il problema della presa in carico delle vittime, della creazione di equipe multidisciplinari integrate tra servizi sociali e sanitari.
Alla luce di quanto sottolineato quindi le Donne Democratiche continueranno ad impegnarsi attivamente offrendo sostegno e impegno per aumentare in maniera mirata la gamma e l’efficacia delle azioni politiche da mettere in campo; stimolando, inoltre, una rilettura delle priorità di investimento pubblico e di spesa e comprendere sempre meglio il percorso di soluzione della violenza sulla vita delle donne.
Massafra, lì 18 dicembre 2013
Il Coordinamento delle Donne Democratiche di Massafra