31 dicembre 2014
29 dicembre 2014
PRODI:"Salvare l’ILVA non basta: indirizzare cervello, cuore e portafoglio verso nuovi settori, nuovi prodotti e nuove imprese Politica industriale – Il salvataggio dell’ILVA come punto di partenza"
Articolo di Romano Prodi su Il Messaggero del 28 dicembre 2014
Da anni assistiamo all’arretramento delle grandi imprese italiane, sia di quelle originate dalle privatizzazioni di aziende pubbliche, sia di quelle nate e cresciute come imprese private. Si sono assottigliati, fino a scomparire, gli eredi della Montedison e dell’Olivetti, si è ridotta ad un quarto la produzione nazionale della Fiat (mentre la sua cittadinanza diventava angloamericana) e si è dissolta la presenza multinazionale della Telecom. L’elenco potrebbe continuare ma ce la caviamo più in fretta dicendo che di grandi aziende italiane abbiamo solo l’Eni, l’Enel e le due maggiori banche. Un numero ridicolo per un paese come l’Italia che, pur con i suoi limiti e con la caduta precipitosa degli ultimi anni, resta il secondo paese industriale d’Europa, distanziando di molte lunghezze sia la Francia che la Gran Bretagna.
Da un paio d’anni è appesa a un filo anche la vita del più grande impianto della nostra siderurgia, lo stabilimento dell’ILVA di Taranto. Non solo il maggiore stabilimento siderurgico d’Europa, ma il più efficiente di tutti, anche se, negli ultimi tempi, l’efficienza è crollata a causa delle sempre più frequenti interruzioni della produzione, dovute ad una prolungata mancanza di manutenzione e alle conseguenze negative delle tensioni che hanno accompagnato l’incertezza circa la sorte dell’impresa. Incertezza originata dalle inadempienze di carattere ambientale alle quali si è fatto fronte con misure politiche e giudiziarie totalmente inadeguate a raggiungere l’obiettivo di rendere compatibile il futuro dell’azienda con il necessario adeguamento delle strutture produttive alle regole di salvaguardia della salute dei lavoratori e dei cittadini. Si è trattato di una controversia senza fine e senza un dialogo costruttivo fra autorità giudiziarie, autorità politiche e responsabili dell’impresa che il governo è stato infine costretto a commissariare. Un vero e proprio manuale di come non devono essere i rapporti fra magistratura e politica per rendere compatibili le esigenze della salute e dell’economia. Il mondo politico è rimasto paralizzato dal potere della magistratura che, a sua volta, ha brandito i codici come uno strumento da applicare in modo del tutto indifferente rispetto alle conseguenze delle decisioni stesse a alla loro concreta applicabilità. Questo, tuttavia, riguarda il passato. Negli ultimi mesi il Commissario Gnudi ha ridato viabilità all’azienda, ne ha ridotto le perdite ma si è trovato a doverne disegnare il futuro nell’incertezza del quadro giuridico quotidiano e senza le necessarie risorse finanziarie. I potenziali compratori si sono presentati con i nomi credibili di alcune delle maggiori imprese multinazionali ( aiutate dalla presenza di partner italiani) ma le trattative sono finite come dovevano finire. Pur attribuendo un giudizio lusinghiero alla struttura attuale e alle potenzialità futura dell’impianto, i potenziali acquirenti non sono stati in grado di fare un’offerta accettabile per un impianto riguardo al quale le incertezze giuridiche e politiche impediscono di stabilire quale è il giusto prezzo. Non restava perciò altra via che quella scelta dal governo, cioè di intervenire con capitale pubblico per il periodo di tempo necessario a fare chiarezza e a impedire la svendita del più grande complesso siderurgico europeo. Occorre ora trovare il tempo necessario per risolvere i rapporti con la magistratura e reperire le risorse per l’indispensabile piano di risanamento ambientale. Nessun imprenditore privato potrebbe infatti ragionevolmente affrontare i rischi della situazione esistente. Molti hanno gridato allo scandalo per il conseguente processo di pur temporanea pubblicizzazione ma scandalo vi sarebbe se si fosse svenduta l’ILVA. Altri temono il veto dei funzionari europei, attenti a colpire qualsiasi traccia di aiuto di stato. Ad essi conviene tuttavia ricordare le quantità di denaro che il governo spagnolo ha versato alla sua industria dell’auto e le ingenti risorse finanziarie che la Francia e altri paesi hanno dedicato al sostegno delle imprese nazionali. Naturalmente è chiaro che le resistenze europee potranno essere vinte solo se l’Italia si presenterà a Bruxelles unita, come si sono presentati uniti gli altri paesi che, in situazioni di difficoltà, hanno unanimemente sostenuto l’industria nazionale con misure non diverse da quelle che il presidente Obama ha adottato per salvare la sua industria automobilistica. Per dare coraggio alla città di Taranto e lanciare un messaggio a tutto il Mezzogiorno bisogna anche mettere in atto l’impegno preso dal governo riguardo al rilancio del porto, dando immediato impiego al previsto stanziamento di ottocento milioni di euro. Più di un decennio fa ci siamo impegnati a fare di Gioia Tauro e Taranto i più grandi porti del Mediterraneo. Il primo è stato soffocato dalla forza dell’illegalità e il secondo da una paralisi burocratica che ha impedito i necessari investimenti, per cui gli armatori asiatici che avevano creduto in noi ci hanno progressivamente abbandonato facendo di Algesiras e del Pireo i loro punti di approdo verso l’Europa.
Difendiamo quindi l’acciaieria di Taranto ma nella chiara convinzione che non si può sempre e solo giocare in difesa. Proprio quando diventa sempre più necessario costruire il nuovo, la crisi ha infatti spinto la politica industriale italiana in direzione di un’ esclusiva difesa dell’esistente. Gli oltre centoquaranta tavoli di crisi stanno esaurendo le energie finanziarie ed intellettuali di tutto il governo. Eppure proprio nel momento in cui doverosamente ci occupiamo dell’ILVA dobbiamo capire che questo sforzo non basta, che occorre indirizzare cervello, cuore e portafoglio verso nuovi settori, nuovi prodotti e nuove imprese. Salvare Taranto significa solo impedire un ulteriore arretramento del nostro sistema economico. Per non morire abbiamo invece bisogno di andare avanti. Solo una politica industriale innovativa può infatti preparare un futuro per i nostri giovani che, se vogliono legarsi al mondo nuovo, hanno oggi di fronte soltanto la via dell’emigrazione.
Da anni assistiamo all’arretramento delle grandi imprese italiane, sia di quelle originate dalle privatizzazioni di aziende pubbliche, sia di quelle nate e cresciute come imprese private. Si sono assottigliati, fino a scomparire, gli eredi della Montedison e dell’Olivetti, si è ridotta ad un quarto la produzione nazionale della Fiat (mentre la sua cittadinanza diventava angloamericana) e si è dissolta la presenza multinazionale della Telecom. L’elenco potrebbe continuare ma ce la caviamo più in fretta dicendo che di grandi aziende italiane abbiamo solo l’Eni, l’Enel e le due maggiori banche. Un numero ridicolo per un paese come l’Italia che, pur con i suoi limiti e con la caduta precipitosa degli ultimi anni, resta il secondo paese industriale d’Europa, distanziando di molte lunghezze sia la Francia che la Gran Bretagna.
Da un paio d’anni è appesa a un filo anche la vita del più grande impianto della nostra siderurgia, lo stabilimento dell’ILVA di Taranto. Non solo il maggiore stabilimento siderurgico d’Europa, ma il più efficiente di tutti, anche se, negli ultimi tempi, l’efficienza è crollata a causa delle sempre più frequenti interruzioni della produzione, dovute ad una prolungata mancanza di manutenzione e alle conseguenze negative delle tensioni che hanno accompagnato l’incertezza circa la sorte dell’impresa. Incertezza originata dalle inadempienze di carattere ambientale alle quali si è fatto fronte con misure politiche e giudiziarie totalmente inadeguate a raggiungere l’obiettivo di rendere compatibile il futuro dell’azienda con il necessario adeguamento delle strutture produttive alle regole di salvaguardia della salute dei lavoratori e dei cittadini. Si è trattato di una controversia senza fine e senza un dialogo costruttivo fra autorità giudiziarie, autorità politiche e responsabili dell’impresa che il governo è stato infine costretto a commissariare. Un vero e proprio manuale di come non devono essere i rapporti fra magistratura e politica per rendere compatibili le esigenze della salute e dell’economia. Il mondo politico è rimasto paralizzato dal potere della magistratura che, a sua volta, ha brandito i codici come uno strumento da applicare in modo del tutto indifferente rispetto alle conseguenze delle decisioni stesse a alla loro concreta applicabilità. Questo, tuttavia, riguarda il passato. Negli ultimi mesi il Commissario Gnudi ha ridato viabilità all’azienda, ne ha ridotto le perdite ma si è trovato a doverne disegnare il futuro nell’incertezza del quadro giuridico quotidiano e senza le necessarie risorse finanziarie. I potenziali compratori si sono presentati con i nomi credibili di alcune delle maggiori imprese multinazionali ( aiutate dalla presenza di partner italiani) ma le trattative sono finite come dovevano finire. Pur attribuendo un giudizio lusinghiero alla struttura attuale e alle potenzialità futura dell’impianto, i potenziali acquirenti non sono stati in grado di fare un’offerta accettabile per un impianto riguardo al quale le incertezze giuridiche e politiche impediscono di stabilire quale è il giusto prezzo. Non restava perciò altra via che quella scelta dal governo, cioè di intervenire con capitale pubblico per il periodo di tempo necessario a fare chiarezza e a impedire la svendita del più grande complesso siderurgico europeo. Occorre ora trovare il tempo necessario per risolvere i rapporti con la magistratura e reperire le risorse per l’indispensabile piano di risanamento ambientale. Nessun imprenditore privato potrebbe infatti ragionevolmente affrontare i rischi della situazione esistente. Molti hanno gridato allo scandalo per il conseguente processo di pur temporanea pubblicizzazione ma scandalo vi sarebbe se si fosse svenduta l’ILVA. Altri temono il veto dei funzionari europei, attenti a colpire qualsiasi traccia di aiuto di stato. Ad essi conviene tuttavia ricordare le quantità di denaro che il governo spagnolo ha versato alla sua industria dell’auto e le ingenti risorse finanziarie che la Francia e altri paesi hanno dedicato al sostegno delle imprese nazionali. Naturalmente è chiaro che le resistenze europee potranno essere vinte solo se l’Italia si presenterà a Bruxelles unita, come si sono presentati uniti gli altri paesi che, in situazioni di difficoltà, hanno unanimemente sostenuto l’industria nazionale con misure non diverse da quelle che il presidente Obama ha adottato per salvare la sua industria automobilistica. Per dare coraggio alla città di Taranto e lanciare un messaggio a tutto il Mezzogiorno bisogna anche mettere in atto l’impegno preso dal governo riguardo al rilancio del porto, dando immediato impiego al previsto stanziamento di ottocento milioni di euro. Più di un decennio fa ci siamo impegnati a fare di Gioia Tauro e Taranto i più grandi porti del Mediterraneo. Il primo è stato soffocato dalla forza dell’illegalità e il secondo da una paralisi burocratica che ha impedito i necessari investimenti, per cui gli armatori asiatici che avevano creduto in noi ci hanno progressivamente abbandonato facendo di Algesiras e del Pireo i loro punti di approdo verso l’Europa.
Difendiamo quindi l’acciaieria di Taranto ma nella chiara convinzione che non si può sempre e solo giocare in difesa. Proprio quando diventa sempre più necessario costruire il nuovo, la crisi ha infatti spinto la politica industriale italiana in direzione di un’ esclusiva difesa dell’esistente. Gli oltre centoquaranta tavoli di crisi stanno esaurendo le energie finanziarie ed intellettuali di tutto il governo. Eppure proprio nel momento in cui doverosamente ci occupiamo dell’ILVA dobbiamo capire che questo sforzo non basta, che occorre indirizzare cervello, cuore e portafoglio verso nuovi settori, nuovi prodotti e nuove imprese. Salvare Taranto significa solo impedire un ulteriore arretramento del nostro sistema economico. Per non morire abbiamo invece bisogno di andare avanti. Solo una politica industriale innovativa può infatti preparare un futuro per i nostri giovani che, se vogliono legarsi al mondo nuovo, hanno oggi di fronte soltanto la via dell’emigrazione.
28 dicembre 2014
Renzi, progetto Taranto non è solo Ilva
(ANSA) - ROMA, 27 DIC - "Il progetto è serio ed è un progetto Taranto (cultura, porto, bonifiche, ospedale). Non solo Ilva".
Lo scrive su twitter il premier Matteo Renzi. Della vicenda Renzi se ne occupa anche in un altro tweet rispondendo ad una sua follower che lamentava "l'ennesima beffa dello Stato" che da' "ospedali senza eliminare le fonti di inquinamento". "Interveniamo pesanti - è la precisazione del premier - anche sul risanamento ambientale".
24 dicembre 2014
NOTARISTEFANO(GD): I DUE MILIARDI PER TARANTO, SONO LA GARANZIA DI RENZI PER IL DIRITTO ALLA SALUTE E AL LAVORO
Un altro Natale , dopo quello del 1968 con Papa Paolo VI che celebra la messa nell'acciaieria dell’allora Italsider, riporta Taranto al centro dell’Italia .
Questa volta è il premier /segretario Matteo Renzi a fare un gradito regalo ai tarantini . Ci sarà un grande investimento dello Stato per Taranto , circa due miliardi per investimenti e l'ambientalizzazione. I fondi proveranno da FINTECNA ma anche dalle somme sequestrate ai Riva e saranno destinate all'adempimento delle prescrizione Aia, saranno vincolati al risanamento ambientale .Questa è una grande garanzia per la salvaguardia del diritto alla salute e del diritto al lavoro .
Una grande battagli a che ha visto in prima file tutto il Partito Democratico jonico e la Giovanile. L’altro aspetto fondamentale che esce dal consiglio dei ministri è che Taranto non è solo ILVA , nel decreto ci sono quattro grandi voci: aspetti culturali, sblocco di alcuni lavori come porto e bonifiche e trenta milioni di per programmi di riqualificazione dell'ospedale e la creazione di una ricerca ad hoc sui tumori. Questa è la grande scommessa per sviluppo di Taranto e dell’intera Puglia.
Angelo Notaristefano
Responsabile Lavoro GD Puglia
MAZZARANO(PD): ILVA, APPUNTAMENTO CON LA STORIA, GRAZIE MATTEO
Le decisioni del Consiglio dei Ministri di oggi rappresentano un fatto storico.
Lo Stato avoca a se il risanamento ambientale dell'Ilva, si investono risorse per curare le ferite ambientali e sanitarie della nostra terra, non si dimenticano le altre vocazioni del territorio come il porto e la cultura.
Con la giornata di oggi si apre un nuova storia di attenzione e sensibilità della politica verso Taranto.
Oggi Taranto è tornata ad essere capitale del Mezzogiorno che vuole vincere la sfida di una industria moderna in cui il lavoro e la vita si devono poter conciliare perfettamente. Grazie Matteo.
Michele Mazzarano
Consigliere regionale Pd
Oggi Taranto è tornata ad essere capitale del Mezzogiorno che vuole vincere la sfida di una industria moderna in cui il lavoro e la vita si devono poter conciliare perfettamente. Grazie Matteo.
Michele Mazzarano
Consigliere regionale Pd
TARANTO MERITA INTERVENTO DIRETTO DELLO STATO
Sarà un investimento complessivo su Taranto di 2 miliardi di euro". Trenta milioni vanno a fronteggiare il cancro, in particolare dei bambini. Tra porto e infrastrutture, sono stati sbloccati e sono pronti da spendere qualcosa come 800 milioni di euro. L'autorizzazione ambientale e il risanamento valgono, stimati in modo superficiale, oltre un miliardo di euro. "È Stato l'atto più emozionante del Consiglio dei ministri. La responsabilità ci chiama, e noi rispondiamo prendendo in faccia il vento che serve. Su di noi ricade di rimediare agli errori fatti in quella città che merita un grande investimento dello Stato italiano che sarà di massimo tre anni per risanare e rilanciare l'Ilva". Così Matteo Renzi annuncia in Conferenza stampa l'intervento deciso dal Governo nel Consiglio dei ministri di oggi a favore della città Pugliese. "Così vogliamo dare il buon Natale ai cittadini di una città che è stata ignorata e umiliata dalla politica". Ci sono quattro grandi voci: aspetti culturali; sblocco di alcuni lavori come porto e bonifiche; fino a 30 milioni di euro alla regione Puglia per programmi di riqualificazione dell'ospedale e la creazione di una ricerca ad hoc sui tumori.
"L'Ilva andrà in amministrazione straordinaria a gennaio: avremo la possibilità di usare la Marzano come fu per Alitalia nel 2008, spero con risultati migliori. Nomineremo tre commissari che gestiranno il rilancio dell'azienda e il risanamento ambientale, accompagnati da un investimento pubblico che avrà successo se avrà un tempo limitato ragionevolmente tra un minimo di 18 a un massimo di 36 mesi". "Ci sono momenti in cui l'intervento pubblico è fondamentale per salvare le sorti di un polo industriale. È la grande scommessa di sviluppo di quell'aerea". "Sarà un investimento complessivo su Taranto di 2 miliardi di euro". Trenta milioni vanno a fronteggiare il cancro, in particolare dei bambini. Tra porto e infrastrutture, sono stati sbloccati e sono pronti da spendere qualcosa come 800 milioni di euro. L'autorizzazione ambientale e il risanamento valgono, stimati in modo superficiale, oltre un miliardo di euro".
1000 Cantieri per lo sport, per il rilancio degli impianti sportivi
Dal 24 novembre 2014 è partito il
progetto “1000 Cantieri per lo Sport” del Governo Renzi, in collaborazione con
l’Istituto per il Credito Sportivo e l’Associazione Nazionale Comuni Italiani e
Unione delle Province d’Italia.
Si tratta di un piano per
incentivare gli interventi di manutenzione, ristrutturazione o costruzione
ex-novo di impianti sportivi di base. Mutui a tasso zero, per un totale di 150
milioni di euro più 44 milioni per l’abbattimento degli interessi, destinati
a 500 spazi sportivi scolastici e 500
impianti sportivi di base pubblici e privati.Il Partito Democratico di Massafra, che ha già depositato tutta la documentazione presso l’ufficio competente, invita l’Amministrazione Comunale ad attivarsi al più presto per presentare progetti di ristrutturazione e riqualificazione per colmare il gap evidente di inadeguatezza in cui si trovano alcuni impianti sportivi scolastici.
Dopo le misure per l’edilizia scolastica (di cui il Comune di Massafra sta già usufruendo) e per i cantieri da concludere inseriti nello Sblocca Italia, il Governo Renzi continua a dare opportunità agli enti pubblici e privati di rispondere concretamente alle numerose richieste di giovani e famiglie. Risorse economiche importanti che, investite negli impianti sportivi di base e scolastici, mettono in circolo risorse umane e di solidarietà.
Il primo progetto è rivolto ai primi 500 interventi negli impianti sportivi scolastici.
L’Istituto per il Credito Sportivo ha destinato agli Enti locali 75 milioni di euro con mutui a tasso zero. L’importo massimo per ogni intervento è di 150 mila euro erogato come mutuo di durata massima di 15 anni da contrarre con l’Istituto.
Gli enti locali proprietari delle scuole potranno: attuare interventi relativi a spazi ed impianti sportivi scolastici esistenti (come ristrutturazioni, ammodernamento, ampliamento, completamento, riconversione, adeguamento tecnologico, manutenzione straordinaria, bonifica dell’amianto, adeguamento delle normative sulla sicurezza e sull’abbattimento delle barriere architettoniche, efficientamento energetico, attrezzatura), ovvero realizzare nuovi spazi ed impianti sportivi scolastici.
L’amministrazione comunale non si
lasci sfuggire questa possibilità e ricordiamo che a gennaio 2015 partirà il
secondo progetto rivolto agli altri 500 interventi negli impianti sportivi
destinatari di ulteriori 75 milioni di euro con mutui a tasso zero.
I mutui
saranno richiedibili dagli Enti Locali e dai soggetti privati (società ed
associazioni sportive, parrocchie ed enti morali, ecc.) che vogliano
ristrutturare o costruire spazi ed impianti sportivi di base.
Imma Semeraro Vito Miccolis
23 dicembre 2014
20 dicembre 2014
Consiglio Comunale di martedì 22 dicembre
Il Consiglio Comunale è stato convocato in seconda per lunedì 22 dicembre 2014, alle ore 16,00, sempre presso la Sala Consiliare di Piazza Garibaldi, per discutere i seguenti argomenti:
- Sdemanializzazione ed alienazione aree comunali in Zona Canonico e Forcellara San Sergio;
- Realizzazione di una nuova strada nella lottizzazione denominata "Mastronuzzi".
- Cessione aree - compensazione superfici oggetto di cessione;
- Ratifiche Delibere di Giunta Comunale aventi ad oggetto variazioni al bilancio di previsione per: spese personale, cofinanziamento interventi edilizia scolastica, varie esigenze;
- Riconoscimento debiti fuori bilancio per: fornitura di energia periodo 1.6.2013 – 30.06.2013 impianti di pubblica illuminazione; sentenze esecutive Giudice di Pace.
13 dicembre 2014
Aggiornamenti riguardanti l'Ilva di Taranto
Domani sabato 13 dicembre alle ore 11.00 presso la sede provinciale del Partito Democratico in via Principe Amedeo, 378 a Taranto si terrà una conferenza stampa che avrà come oggetto aggiornamenti riguardanti l'Ilva di Taranto.
All'incontro con i giornalisti prenderanno parte l'on. Michele Pelillo, deputato del PD, il segretario provinciale del PD di Taranto Walter Musillo, il consigliere regionale Michele Mazzarano e il responsabile ambiente e territorio del PD ionico Lanfranco Rossi.
12 dicembre 2014
Mazzarano: Tempa Rossa, l'Eni non si merita un avvocato come Lospinuso
Ho sempre troppo rispetto per le posizioni altrui per banalizzarle, sia quando sono espresse da compagni e amici, sia da avversari politici.
Se il collega Lospinuso avesse imparato questa banalissima regola della democrazia, avrebbe più attentamente letto quanto da me dichiarato in merito alle posizioni espresse, nel recente convegno promosso dalla UIL, su progetto Tempa Rossa e fabbisogno petrolifero del Paese.
Ma evidentemente, la frenesia di dover assurgere a ruolo di avvocato d'ufficio, porta il collega a dimenticare che, a proposito di divergenze interne ai partiti, il coordinatore del Partito di Lospinuso, l'On Gianfranco Chiarelli ha espresso posizioni, su Tempa Rossa, contrarie ad un investimento senza il rispetto del territorio.
La teoria della desertificazione e la becera e volgare strumentalizzazione dei nuovi drammatici dati sulla povertà, vengono usati come una clava per abbattere ogni valutazione sulla sostenibilità del progetto in questione.
Gli argomenti utilizzati rientrano nel novero del racconto populistico per rappresentare un mondo diviso in due: coloro (Lospinuso) che vogliono lo sviluppo e coloro (Mazzarano) che lo ostacolano; coloro che vogliono il lavoro e coloro che sono disposti a sacrificarlo sull'altare di un irrazionale e intransigente ambientalismo. In questo caso si tratterebbe, tra l'altro, di un progetto che non prevede, come si allude, centinaia di posti di lavoro, ma una trentina.
Si ha poco rispetto per la cultura di governo del Pd se si pensa di stringerci nell'angolo della irresponsabilità.
Allora è il caso di ripetersi perché sia chiaro anche al collega Lospinuso: concordo con il Governo Renzi sul valore strategico nazionale di Tempa Rossa ma aggiungo che le popolazioni devono essere rassicurate sui rischi e risarcite con compensazioni ed investimenti che siano il segno tangibile del rispetto del territorio. Finora, va ricordato, ciò non è accaduto. Anzi, si è agito in spregio del territorio, raggirando e mortificando l'interlocuzione delle amministrazioni locali.
Mi chiedo e chiedo: si potrà mai discutere, nel nostro territorio, di una prospettiva di sviluppo senza farsi bloccare dalle catene ideologiche dei SI o dei NO a prescindere?
Si potrà mai evitare di farsi ingabbiare dal conflitto lavoro-salute e provare invece a tenere assieme le due cose?
Cosa ci ha insegnato la vicenda Ilva se si continua imperterriti con l'approccio che è la causa dell'esplosione del conflitto tra lavoro e ambiente?
Perché le principali istituzioni del territorio si stanno contrapponendo tra di loro su questo argomento anziché provare ad essere unite, e così più forti, nel rivendicare il rispetto del territorio?
Mi sono permesso di sollevare queste mie obiezioni non per suscitare la reazione stizzita di qualche avvocato d'ufficio ma solo per segnalare che, forse, c'è un altro modo per affrontare queste delicate questioni.
Bari, 11 dicembre 2014
Michele Mazzarano
Consigliere Regionale Pd
11 dicembre 2014
Mazzarano: Tempa Rossa, non ci serve una Provincia tifosa dell'ENI
Uno degli errori che, a mio avviso, non bisognerebbe commettere, nel grave momento che attraversa il territorio jonico, soprattutto se si discute di progetti ad alta sensibilità ambientale, è quello di schierare le Istituzioni del territorio, come tifoserie contrapposte, a sostegno a priori di un semplice "SI" o di un semplice "NO".
Il dibattito sul progetto Tempa Rossa e il conflitto tra Provincia e Comune va a discapito della prerogativa principale delle istituzioni locali che è la difesa del territorio e la rivendicazione della propria dignità.
Mi preme, a questo proposito ricordare che molti procedimenti amministrativi e atti deliberativi, che, sin dal 2010, hanno interessato gli enti locali su Tempa Rossa, brillano per l'assenza sistematica di prescrizioni richieste, quali uno studio accurato sul "rischio di incidente rilevante", sulla diffusione di inquinanti odorigeni, sulla "valutazione del danno sanitario".
Rispettare un territorio non può significare brandire la clava del ricatto occupazionale ma rassicurarlo sui rischi ambientali, investire in compensazioni ambientali e destinare ingenti risorse finanziarie per lo sviluppo del porto interessato, come accade, ad esempio, per il porto di Trieste.
Di tutto questo, qui non vi è traccia. Come è del tutto illusorio far credere che tale investimento produrrebbe occupazione di massa.
La scelta del Comune di Taranto di intervenire sul Piano regolatore portuale è un segnale forte di richiesta di rispetto e difesa del territorio di fronte alla reiterata approssimazione con cui ENI prima, e le compagnie petrolifere poi, hanno affrontato l'interlocuzione con le amministrazioni locali. In questo quadro considero un segnale negativo vedere la Provincia di Taranto arroccata nella posizione della difesa aprioristica del progetto in questione.
Se Tempa Rossa, come ci dice il Governo, è un investimento strategico per il Paese, è giusto che venga percepito come tale innanzitutto dalle popolazioni che devono avere una chiara ed inequivocabile sicurezza degli effetti sull'ambiente e sulla loro salute.
Perché ciò accada servono istituzioni molto esigenti e poco indulgenti.
Bari, 10 dicembre 2014
Michele Mazzarano
Consigliere regionale Pd
10 dicembre 2014
Mazzarano: con Renzi Taranto torna strategica per l'Italia
"Con il Governo di Matteo Renzi, Taranto torna ad essere strategica per l'Italia. Strategica per il suo tessuto industriale, per la sua competitività, per un rinnovato ruolo dello stato nella crisi, per la necessità di coniugare produzione, ambiente e salute".
Lo dichiara il consigliere regionale del Pd Michele Mazzarano all'avvio di una settimana fondamentale per il futuro dell'Ilva, di migliaia di lavoratori e del sistema produttivo jonico.
"Di fronte ad una vicenda così complicata – continua Mazzarano - è arduo pronosticare un esito chiaro e certo. Eppure, con il settimo decreto in arrivo, si ha la conferma che il Governo ce la voglia mettere tutta. Per la prima volta dopo tanti anni di distrazioni e indifferenza, Taranto è tornata strategica per l'Italia. Affrontare l'emergenza della crisi di liquidità finanziaria dell'azienda, intravedere un piano strategico della Cassa Depositi e Prestiti per un intervento pubblico a tempo determinato evitando che i limiti delle offerte dei potenziali acquirenti possano compromettere l'intera operazione, provare a dare slancio ad una funzione commissariale che sia più vincolata a tali nuovi obiettivi: sono queste le assolute priorità di un governo e di un premier realmente intenzionati a risolvere il principale dossier della vita economica del Paese".
"Renzi - conclude il Consigliere regionale del Pd - sta dimostrando di avere a cuore l'industria italiana, la competitività del Paese, ma soprattutto di fare di Taranto una piattaforma strategica per il futuro dell'Italia".
Bari, 9 dicembre 2014
02 dicembre 2014
MAZZARANO: “TAVOLO ISTITUZIONALE PER SVILUPPO DELLA FORMAZIONE AEROSPAZIALE E LOGISTICA”
A partire dal prossimo anno accademico il Politecnico di Bari potrebbe
attivare a Taranto l’indirizzo aerospaziale della facoltà di Ingegneria.
«Sono lieto – ha evidenziato il consigliere regionale del Pd Michele Mazzarano – che la proposta di istituire la facoltà di Ingegneria Aerospaziale abbia trovato realizzazione nelle scelte attuate dal Politecnico di Bari. Con l’indirizzo aerospaziale della facoltà di Ingegneria, si da il via sul territorio jonico, ad un’attività formativa nell'ambito della logistica e dell'aerospazio, che potrà consentire quella specializzazione in grado di fare fronte a questa nuova frontiera di lavoro e di sviluppo. Un indirizzo che, grazie ai grossi investimenti regionali per il potenziamento infrastrutturale dell’aeroporto di Grottaglie e il progetto di farlo diventare il principale aeroporto industriale del Mediterraneo con la sperimentazione di innovazioni tecnologiche per la realizzazione dei velivoli a pilotaggio remoto (cd droni), ha aperto per il nostro territorio la prospettiva di una vocazione che merita di essere supportata da processi formativi di eccellenza. Tale prospettiva potrebbe consentire ai nostri giovani, di predisporsi ad una sfida di crescita e di sviluppo di grande valore e dai significativi risvolti economici e sociali».
«L’apertura avviata dal Politecnico di Bari – ha aggiunto Mazzarano – dovrebbe sollecitare sul territorio le istituzioni affinché anche gli istituti scolastici superiori possano provvedere a dare vita ad indirizzi con specializzazione sia nell’ambito della logistica che dell’aerospazio. Solo così si potrà connettere il sistema formativo locale, con l’offerta occupazionale avanzata dalle aziende che operano nel settore aerospaziale e della logistica, già insediate o che si stabiliranno nell’area aeroportuale di Grottaglie».
«A tal fine – ha concluso il consigliere regionale del Pd – si rende necessario istituire un Tavolo Istituzionale al quale chiamare gli assessorati regionali competenti, l’Istituto scolastico regionale, la Provincia di Taranto e il Comune di Grottaglie. Un tavolo che possa avviare una fase di concertazione e discussione, attraverso la quale dar vita ad un centro formativo, su Grottaglie, che faccia dell’aerospazio e della logistica un reale polo di sviluppo per il nostro territorio a trecentosessanta gradi».
«Sono lieto – ha evidenziato il consigliere regionale del Pd Michele Mazzarano – che la proposta di istituire la facoltà di Ingegneria Aerospaziale abbia trovato realizzazione nelle scelte attuate dal Politecnico di Bari. Con l’indirizzo aerospaziale della facoltà di Ingegneria, si da il via sul territorio jonico, ad un’attività formativa nell'ambito della logistica e dell'aerospazio, che potrà consentire quella specializzazione in grado di fare fronte a questa nuova frontiera di lavoro e di sviluppo. Un indirizzo che, grazie ai grossi investimenti regionali per il potenziamento infrastrutturale dell’aeroporto di Grottaglie e il progetto di farlo diventare il principale aeroporto industriale del Mediterraneo con la sperimentazione di innovazioni tecnologiche per la realizzazione dei velivoli a pilotaggio remoto (cd droni), ha aperto per il nostro territorio la prospettiva di una vocazione che merita di essere supportata da processi formativi di eccellenza. Tale prospettiva potrebbe consentire ai nostri giovani, di predisporsi ad una sfida di crescita e di sviluppo di grande valore e dai significativi risvolti economici e sociali».
«L’apertura avviata dal Politecnico di Bari – ha aggiunto Mazzarano – dovrebbe sollecitare sul territorio le istituzioni affinché anche gli istituti scolastici superiori possano provvedere a dare vita ad indirizzi con specializzazione sia nell’ambito della logistica che dell’aerospazio. Solo così si potrà connettere il sistema formativo locale, con l’offerta occupazionale avanzata dalle aziende che operano nel settore aerospaziale e della logistica, già insediate o che si stabiliranno nell’area aeroportuale di Grottaglie».
«A tal fine – ha concluso il consigliere regionale del Pd – si rende necessario istituire un Tavolo Istituzionale al quale chiamare gli assessorati regionali competenti, l’Istituto scolastico regionale, la Provincia di Taranto e il Comune di Grottaglie. Un tavolo che possa avviare una fase di concertazione e discussione, attraverso la quale dar vita ad un centro formativo, su Grottaglie, che faccia dell’aerospazio e della logistica un reale polo di sviluppo per il nostro territorio a trecentosessanta gradi».
01 dicembre 2014
CON IL 77% EMILIANO VINCE LE PRIMARIE ! GRAZIE A TUTTI!
Michele Emiliano stravince le primarie del centrosinstra con il 77% delle preferenze dei massafresi , 659 hanno scelto il "Sindaco di Puglia" più dietro , molto dietro gli altri due sfidanti , Stefàno con il 19,7% ( 168 voti) e Minervini con il 3,3% (28 voti). Si sono recati nel seggio al Palazzo della Cultura 859 massafresi .
GRAZIE A TUTTI!
GRAZIE A TUTTI!
30 novembre 2014
TUTTI AL PALAZZO DELLA CULTURA PER VOTARE ALLE PRIMARIE
Domenica 30 Novembre si terrà il voto delle elezioni primarie della coalizione di centrosinistra. In Puglia si voterà dalle ore 8:00 alle ore 22:00. I candidati sono tre: Guglielmo Minervini, Michele Emiliano e Dario Stefàno.
Si deve scegliere tra uno dei tre.
Chi può votare e come?
I cittadini residenti in Puglia che abbiano compiuto 18 anni al 30 novembre 2014; presentandosi al seggio con documento d’identità e codice fiscale e contribuendo con almeno 1 euro.
Dove si vota?
Ogni cittadino pugliese può votare nel proprio comune di residenza. A Massafra si può votare nel PALAZZO DELLA CULTURA in piazza Garibaldi
Chi si troverà nei seggi elettorali? E come funzionano?
Ogni seggio elettorale è composto da un presidente, un segretario, almeno due scrutatori. Del seggio fanno parte anche i rappresentanti dei candidati. Ogni seggio deve avere un collegamento a internet funzionante e almeno 2 Personal computer collegati ad internet.
Come saranno comunicati i risultati?
Il 30 Novembre, alla fine delle operazioni di voto, saremo nelle condizioni di rendere pubblici i dati in tempo reale.
Si deve scegliere tra uno dei tre.
Chi può votare e come?
I cittadini residenti in Puglia che abbiano compiuto 18 anni al 30 novembre 2014; presentandosi al seggio con documento d’identità e codice fiscale e contribuendo con almeno 1 euro.
Dove si vota?
Ogni cittadino pugliese può votare nel proprio comune di residenza. A Massafra si può votare nel PALAZZO DELLA CULTURA in piazza Garibaldi
Chi si troverà nei seggi elettorali? E come funzionano?
Ogni seggio elettorale è composto da un presidente, un segretario, almeno due scrutatori. Del seggio fanno parte anche i rappresentanti dei candidati. Ogni seggio deve avere un collegamento a internet funzionante e almeno 2 Personal computer collegati ad internet.
Come saranno comunicati i risultati?
Il 30 Novembre, alla fine delle operazioni di voto, saremo nelle condizioni di rendere pubblici i dati in tempo reale.
28 novembre 2014
27 novembre 2014
#PUGLIAinProgress
#PUGLIAinProgress Dopo dieci anni di buon governo del centrosinistra, dobbiamo continuare il percorso intrapreso con nuovi e più ambiziosi obiettivi, insieme. Ora è il tempo di determinare le future prospettive per la nostra Regione e per l'intera Provincia di Taranto! Le nuove opportunità di lavoro dovranno non solo garantire un futuro ai tanti giovani inoccupati e ai tanti che da troppo tempo hanno perso il lavoro, ma bisognerà garantire qualità di vita, sviluppo, riqualificazione dell'ambiente e valorizzazione del nostro territorio. L'occasione è quella giusta: lo sblocco per 1,2 miliardi di euro, da parte del Tribunale di Milano, delle risorse finanziare dei Riva, sottoposte a sequestro preventivo, per il risanamento ambientale dell'Ilva di Taranto, permetterà, in ottemperanza al principio del "chi inquina paga" di avviare finalmente tutte le opere di bonifica e risanamento ambientale che Taranto e provincia aspettano da due anni! Le condizioni per dare una svolta ci sono tutte: con il Governo Renzi si sono finalmente avviate le riforme costituzionali, la semplificazione della p.a., il Jobs Act, e si potrà attingere ai fondi che si libereranno grazie allo "Sblocca Italia". Cogliere tutte queste opportunità: questa la vera sfida che ci attende! Con la presente, pertanto, VI INVITIAMO a partecipare al dibattito che terremo a Massafra (TA) sabato 29 novembre 2014, presso il Teatro Comunale sito in Piazza Garibaldi, dal titolo “#PUGLIAinProgress – lavoro-sviluppo-sostenibilità: le sfide per il nostro futuro” e che vedrà la presenza, tra gli altri, dell’On.le Michele PELILLO, dell’On.le Micaela CAMPANA della Segreteria Nazionale PD e del Sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali On.le Teresa BELLANOVA. Certi di una Vostra gradita presenza, porgiamo distinti saluti. In allegato inviamo il programma dell’iniziativa.
25 novembre 2014
"DI GENERE SÌ MUORE", IL PD CON TRE LA VIOLENZA SULLE DONNE
Si terrà questa sera martedì 25 novembre alle 18.30 presso il castello De Falconibus a Pulsano la annunciata manifestazione pubblica del PD provinciale in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne intitolata "Di genere si muore".
All'iniziativa interverranno: Walter Musillo, segretario provinciale del PD, Antonella Demarco, segreteria provinciale PD e responsabile politiche comunitarie, Francesca Viggiano, segreteria provinciale PD e responsabile politiche abitative, Michele Mazzarano, consigliere regionale PD, il dott. Ciro De Angelis, psicoterapeuta.
Il dibattito sarà moderato da Annamaria D'Erchie, segretario del circolo PD di Montemesola.
Sono previste, inoltre, testimonianze della madre di Fiorenza De Luca e di donne vittime di violenza.
22 novembre 2014
SEMERARO:IL COMUNE NON DA 101MILA EURO DI FONDI REGIONALI ALLE FAMIGLIE DISAGIATE
La Regione Puglia con determina n. 693 del 20.10.2014 ha erogato 101.000,00 euro al Comune di Massafra per il sostegno agli affitti delle famiglie disagiate aventi diritto.
Ebbene, è passato un mese e, quotidianamente, riceviamo richieste di aiuto da parte di cittadini massafresi che lamentano forti ritardi nella elargizione delle suddette erogazioni da parte degli Uffici Comunali preposti.
Ancora una volta l'amministrazione comunale e la sua lenta macchina burocratica non tengono conto degli enormi disagi economici di svariate famiglie massafresi per le quali questi contributi sono essenziali per il contesto scio-economico in cui versano.
I ritardi accumulati dagli uffici comunali non possono gravare sulle spalle di famiglie che per poter avere un tetto sulla propria testa hanno chiesto un aiuto sociale!
NON CI SONO SCUSE CHE TENGANO!
I fondi regionali sono stati erogati e, pertanto, si deve immediatamente provvedere alla loro liquidazione in favore degli aventi diritto! Non si può temporeggiare, nè si possono nascondere con pretesti burocratici quelle che in realtà sono MERE criticità e lentezze organizzative tutte interne agli uffici comunali! Chiediamo, pertanto, che l'Amministrazione Comunale intervenga immediatamente per porre rimedio e recuperare ogni ritardo accumulato!
Il Segretario del Circolo PD Massafra
Imma SEMERARO
NON CI SONO SCUSE CHE TENGANO!
I fondi regionali sono stati erogati e, pertanto, si deve immediatamente provvedere alla loro liquidazione in favore degli aventi diritto! Non si può temporeggiare, nè si possono nascondere con pretesti burocratici quelle che in realtà sono MERE criticità e lentezze organizzative tutte interne agli uffici comunali! Chiediamo, pertanto, che l'Amministrazione Comunale intervenga immediatamente per porre rimedio e recuperare ogni ritardo accumulato!
Il Segretario del Circolo PD Massafra
Imma SEMERARO
18 novembre 2014
08 novembre 2014
MICHELE EMILIANO INCONTRA MASSAFRA
Nel suo tour per le primarie rivolte alla conquista del governo regionale, per l’ex primo cittadino di Bari, Michele Emiliano, è la volta di Massafra e lo farà con quel piglio di dialettica politica che lo contraddistingue, quello di dire le cose come stanno e senza tanti fronzoli.
In una nota il Partito Democratico, comunica che,sabato 8 novembre ore 18,30 il Teatro Comunale in piazza Garibaldi ospiterà l’evento #PUGLIAinProgress – lavoro-sviluppo-sostenibilità: le sfide per il nostro futuro” con Michele Emiliano, segretario regionale del PD e candidato alle primarie di coalizione per la presidenza della Regione”. Ci sarà il contributo di Michele Mazzarano, Consigliere Regionale PD , Vito Miccolis, capogruppo comunale e provinciale PD ,on. Michele Pelillo, Deputato PD e on. Teresa Bellanova, Sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali. Scrivono ancora i democratici che sarà una occasione per parlare di lavoro e del futuro di Taranto e della Puglia,e dopo dieci anni di buon governo del centrosinistra regionale, bisogna continuare il percorso intrapreso con nuovi e più ambiziosi obiettivi. "Le nuove opportunità di lavoro" -concludono i democratici - "dovranno non solo garantire un futuro ai tanti giovani inoccupati e ai tanti che da troppo tempo hanno perso il lavoro, ma bisognerà garantire qualità di vita, sviluppo, riqualificazione dell'ambiente e valorizzazione del nostro territorio. L'occasione è quella giusta: lo sblocco per 1,2 miliardi di euro, da parte del Tribunale di Milano, delle risorse finanziare dei Riva, sottoposte a sequestro preventivo, per il risanamento ambientale dell'Ilva di Taranto, ermetterà, in ottemperanza al principio del "chi inquina paga" di avviare finalmente tutte le opere di bonifica e risanamento ambientale che Taranto e provincia aspettano da due anni."
vivimassafra.it
vivimassafra.it
05 novembre 2014
Emergenza rifiuti a Massafra: "Grave rischio per la salute pubblica"
Abbiamo ragione. A Massafra è in pericolo la salute dei cittadini. Questa volta non siamo solo noi del Partito Democratico a lanciare l’allarme. E’ il Dipartimento di Prevenzione dell’Asl di Taranto che con una nota del responsabile del Servizio Igiene e Sanità Pubblica del distretto di Massafra, Martina Franca e Ginosa, dott. Luigi Mastronuzzi, ritiene la situazione assolutamente non accettabile e rappresenta un grave rischio per la salute pubblica.
05.11.2014
SI ALLEGANO LA NOTA E IL VERBALE DI SOPRALLUOGO DELL’ASL DI TARANTO (Dipartimento di Prevenzione - Servizio Igiene degli Ambienti di Vita e Medicina di Comunità)
05.11.2014
SI ALLEGANO LA NOTA E IL VERBALE DI SOPRALLUOGO DELL’ASL DI TARANTO (Dipartimento di Prevenzione - Servizio Igiene degli Ambienti di Vita e Medicina di Comunità)
Emergenza rifiuti a Massafra: "situazione assolutamente non accettabile e rappresenta un grave rischio per la salute pubblica"
Abbiamo ragione. A Massafra è in pericolo la salute dei cittadini. Questa volta non siamo solo noi del Partito Democratico a lanciare l’allarme. E’ il Dipartimento di Prevenzione dell’Asl di Taranto che con una nota del responsabile del Servizio Igiene e Sanità Pubblica del distretto di Massafra, Martina Franca e Ginosa, dott. Luigi Mastronuzzi, ritiene la situazione assolutamente non accettabile e rappresenta un grave rischio per la salute pubblica.
05.11.2014
SI ALLEGANO LA NOTA E IL VERBALE DI SOPRALLUOGO DELL’ASL DI TARANTO (Dipartimento di Prevenzione - Servizio Igiene degli Ambienti di Vita e Medicina di Comunità)
05.11.2014
SI ALLEGANO LA NOTA E IL VERBALE DI SOPRALLUOGO DELL’ASL DI TARANTO (Dipartimento di Prevenzione - Servizio Igiene degli Ambienti di Vita e Medicina di Comunità)
03 novembre 2014
31 ottobre 2014
Lanfranco Rossi: Subito la copertura dei Parchi minerali!
Lo sblocco dell’utilizzo del 1.2 miliardi di euro, che la famiglia Riva aveva trasferito in un paradiso fiscale delle isole inglesi dello stretto della Manica, danno nuovo impulso alle opere di ambientalizzazione dell’Ilva.
Con la sentenza del Gip di Milano, gli investimenti ambientali prescritti dall’AIA, divenuta legge dello Stato l’8 maggio 2014, hanno una nuova spinta ed un nuovo vigore per l'ambientalizzazione dell o Stabilimento siderurgico.
Con l’utilizzo, di questa grande quantità di denaro, le opere di costruzione delle coperture dei Parchi dei Minerali, che i cittadini del rione Tamburi per primi, e l’intera città di Taranto, con l’intera comunità Jonica aspettano da tempo, finalmente saranno realizzati.
Il crono programma allegato all’approvazione del piano ambientale, prevede tempi certi per la realizzazione. La prima grande opera, che la comunità tarantina vuole vedere da subito, è la copertura dei Parchi, sia il Parco Minerali area stoccaggio (ferro) che i Parchi dell’agglomerato nord e agglomerato sud. Il parco più grande, ha una dimensione progettuale: 700 mt di lunghezza, di 262 mt di larghezza ed una altezza di 80 mt, per una superficie coperta di 183.400 mq. Questa opera di ingegneria, doveva iniziare a costruirsi a settembre 2014, assegnata alla ditta Cimolai, con un importo di 99 milioni di euro. Questa può essere iniziata da subito, dopo l’ultima e definitiva approvazione del Ministero dell’Ambiente.
Il costo complessivo delle coperture dei parchi, approvati dal piano ambientale è di 405.159.000 euro, di questi sono stati emessi ordini per 208.512.000 euro. Tengo a dire che l’intero piano ambientale approvato ha emesso ordini fino al maggio del 2014 per somme complessive di 575.580.000 euro.
La sentenza del giudice di Milano, dà una grande speranza per la realizzazione di queste immense opere di ammodernamento della più grande fabbrica del mezzogiorno e della Puglia.
In virtù di quanto accaduto con la sentenza di Milano, la quale dà una prima risposta al processo concreto di ambientalizzazione, il Partito Democratico di Taranto, con il suo intero gruppo dirigente, vigilerà sull' attuazione del piano ambientale e sul processo di vendita che si avvierà successivamente.
In merito alle trattative di vendita che il governo sta portando avanti, il PD tarantino pone molta attenzione sui pretendenti, i quali devono chiarire gli aspetti cruciali dei loro piani di acquisto.
Ad esempio, Arcelor Mittal deve spiegare, perché intende aggiungere alla capacità produttiva degli 8 milioni di tonnellate previsti dall’ AIA, altri due milioni raggiungendo i 10 milioni di tonnellate annue, quando ha eccedenze di produzione negli altri stabilimenti sparsi in Europa, dove ne produce complessivamente 90 milioni.
Il Piano Industriale è strategico al processo di vendita, in quanto deve stabilire le effettive condizioni in grado di garantire che non si tratti di una acquisizione aggressiva, magari orientata alla prospettiva di ridimensionamento del centro siderurgico di Taranto.
Relativamente alle notizie di trattative in corso, con più gruppi industriali interessati all’acquisto dell’ILVA in cui si propone di costituire una new company che acquisisca gli impianti e il personale senza i pesi della vecchia Ilva (conteziosi, risarcimenti ecc.) da mettere in una bad company, a nostro parere occorre che siano introdotte severe garanzie ambientali per la futura produzione industriale; insomma: si vende per produrre acciaio che non inquina.
Il tema è individuare un partner industriale in grado di accogliere la sfida di trasformare Taranto nel laboratorio più avanzato di Europa della produzione di acciaio verde, della massima qualità e rispettoso tanto dell’ambiente quanto della salute umana. Così come previsto dal piano ambientale, approvato con il decreto che recepisce il piano Ronchi dove si fa riferimento all’uso del pre-ridotto, che riduce il peso nel ciclo produttivo di agglomerato e cokerie, responsabili della emissione di diossina e benzoapirene e consentirebbe di produrre acciaio pulito, come sottolinea lo stesso DPCM sul piano ambientale.
Taranto deve essere la capitale dell’acciaio con i più elevati standars di qualità ecosostenibile.
In tal senso, sarebbe opportuno che lo Stato sia presente nel capitale sociale con una significativa quota di sorveglianza, per presidiare gli interessi pubblici rilevanti. Sarebbe opportuno che questa presenza pubblica sia condivisa anche dalla Regione Puglia.
Lanfranco Rossi
Responsabile provinciale ambiente e territorio PD Taranto
30 ottobre 2014
Sblocco di 1,2 miliardi per l'ILVA
Il partito democratico esprime la sua grande soddisfazione per lo sblocco del miliardo e 200 milioni, sequestrati dalla magistratura di Milano, che saranno utilizzati per l’ambientalizzazione dell’ILVA di Taranto. Per la prima volta, il principio che chi inquina paga, recepito dalle leggi per Taranto, viene concretamente attuato.
Si tratta di un risultato straordinario che ripaga dell’impegno profuso il PD e tutti coloro che si sono battuti per tenere insieme due diritti fondamentali: l’ambiente e il lavoro.
Questa scommessa, in cui i democratici hanno caparbiamente creduto e che ha prodotto ben 5 provvedimenti legislativi, oggi sta avendo successo. Le leggi approvate per Taranto stanno funzionando non solo perché consentono di mettere a disposizione del risanamento ambientale importanti risorse, ma anche perché consentono di snellire le procedure burocratiche e, quindi, di procedere in tempi brevi ad attuare le prescrizioni dell’A.I.A. - diventata legge -, che rappresentano l’unico modo per rendere l’azienda siderurgica ecosostenibile.
Invece, chi ha scommesso sul fallimento della possibilità di coniugare ambiente e lavoro ed ha puntato sulla chiusura della fabbrica, oggi non può che riconoscere la validità delle leggi approvate per Taranto.
Il provvedimento di sbocco di 1,2 miliardi rappresenta l’apertura di una fase nuova che contribuisce a salvaguardare i posti di migliaia di lavoratori, ma rappresenta, con i lavori di ambientalizzazione, anche una importante opportunità per l’economia del territorio.
il segretario provinciale del PD di Taranto
Walter Musillo
il segretario provinciale del PD di Taranto
Walter Musillo
IL 118 DI MASSAFRA NON CHIUDE !!
Gazzetta del Mezzogiorno del 30/10/2014
Estratto dalla proposta di Riorganizzazione della Rete dell'Emergenza Urgenza della Regione Puglia
Mazzarano: Ilva, finalmente chi inquina paga.
La decisione del Tribunale di Milano di sbloccare le risorse finanziarie, sottoposte a sequestro preventivo, per il risanamento ambientale dell'Ilva di Taranto rappresenta un fatto eccezionale dal punto di vista giuridico e sancisce in modo evidente l'applicazione del sacrosanto principio secondo cui "chi inquina paga".
Il tribunale spiega con chiarezza che nel conflitto tra i diritti proprietari e gli interessi costituzionalmente rilevanti al diritto all'ambiente salubre, al lavoro e alla salute, i secondi primeggiano sui primi.
Siamo di fronte ad una decisione di grande rilievo giuridico resa possibile dalla forza legislativa dei provvedimenti che i Governi Letta e Renzi hanno messo in fila e dal lavoro correttivo svolto dal parlamento e in modo particolare dai parlamentari del Pd.
Lo sblocco dei 1.2 miliardi di Euro di risorse viene accolto con un grande sospiro di sollievo. Una decisione diversa avrebbe fatto ripiombare Taranto in una drammatica spirale che avrebbe messo in angoscia migliaia di famiglie di lavoratori e azzerato le speranze di chi crede che si possa conciliare produzione e salute.
Ora bisogna accelerare sulla strada del risanamento ambientale dello stabilimento e della rigorosa ottemperanza, in un cronoprogramma certo, delle prescrizioni dell'AIA.
Non ci sono più alibi. Non c'è più tempo da perdere.
Bari, 29 ottobre 2014
Michele Mazzarano
Consigliere regionale Pd
28 ottobre 2014
27 ottobre 2014
MAZZARANO: “IL PD È PIÙ GRANDE DELLA LEOPOLDA E DI PIAZZA SAN GIOVANNI”
“Non siamo costretti a dover scegliere
tra la Leopolda e Piazza San Giovanni. Assecondare slanci avanguardisti
o riflessi minoritari sarebbe un errore di fronte alle emergenze del
Paese.
Non si può contemporaneamente sostenere un governo e presidiare la piazza che protesta contro quello stesso governo. Così come non si può pensare che la formula aperta e innovativa della Leopolda debba essere concepita come il contraltare ad una manifestazione sindacale.
Il 25 Ottobre di Firenze e Roma possono essere, se non assolutizzate, due facce della costruzione di un grande partito riformista, autonomo e democratico.
Di fronte alla necessità di fare riforme profonde per cambiare un Paese fermo da trent'anni, sfida incoraggiata, per la prima volta, da un consenso inedito per la sua grandezza, è sbagliato immaginare che il richiamo della foresta di una grande e bella piazza sindacale possa far scaturire un progetto politico più marcatamente identitario della sinistra.
Le piazze si ascoltano, non si demonizzano né tantomeno si strumentalizzano con finalità politiche; quando centinaia di migliaia di persone si mettono in marcia per rivendicare la difesa di un diritto, il più grande torto che si può fare loro è utilizzare quello straordinario atto di libertà di espressione come leva per costruire una nuova aggregazione politica.
In passato, tentativi ben più ridondanti di questo, sono falliti clamorosamente.
Sembrerà paradossale ma la costruzione di una forza compiutamente riformista, che l'Italia non ha mai avuto, deve poter fare proprie le istanze provenienti da Firenze e da Roma qualificandole in un progetto politico che si impoverisca nella suggestione dello scontro tra vecchio e nuovo.
In un momento di drammatica crisi economico-sociale-istituzionale, non tende a placarsi il conflitto tra politica e antipolitica, tra democrazia e populismo, nonostante l'affievolirsi dell'efficacia mediatico-politica del Movimento 5Stelle. E in questi anni di crisi, la leadership carismatica è stata, per un verso, la scorciatoia a cui far ricorso per far fronte alla fine della democrazia rappresentativa; per altro verso, invece, i leader forti hanno incoraggiato il riavvicinamento alla politica di tanti cittadini delusi.
A me sembra che il presupposto per rivendicare il primato della democrazia rappresentativa sia il riconoscere, senza timori reverenziali, la profonda crisi di rappresentanza che colpisce inesorabilmente i cosiddetti ‘corpi intermedi’, soprattutto i sindacati. Così come colpisce i partiti e le istituzioni democratiche di cui si parla tanto. Far finta di non sapere che il sindacato stenti, da anni, a rappresentare i giovani lavoratori precari e le nuove forme di povertà, con una parola gli ‘outsider’, significa aprire le praterie a chi crede di poter fare a meno della concertazione.
Per questa ragione penso che la difesa strenua e corporativa di un diritto storico come l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, di fronte ad un provvedimento che si sforza di semplificare la selva dei contratti precari, sostituendoli con ‘il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti’ rappresenta più il tentativo di ritagliarsi lo spazio a difesa di una riserva indiana, piuttosto che incoraggiare, come hanno fatto i sindacati confederali nei momenti difficili del Paese, un processo riformatore utile ai più giovani e al futuro dell'Italia. Avere questa lettura delle ragioni della mobilitazione della CGIL, non può precludere, però, al riconoscimento che dalla manifestazione di sabato siano giunti molti messaggi di cui tener conto; il più importante di tutti è che molti italiani spaventati dalla crisi e dai suoi effetti, confidano nella rete di protezione-assistenza del sindacato.
‘Creare nuovo lavoro anziché tagliare i diritti di chi il lavoro ce l'ha’, è stato uno degli slogan più insistenti.
La creazione di nuovo lavoro, come sa bene la CGIL, passa principalmente dal rilancio degli investimenti e dello sviluppo che, evidentemente, è legato alla fine delle politiche di rigore e di austerity dell'Europa e, secondariamente, può trovare facilitazione nelle scelte strategiche introdotte dalla Legge di Stabilità. Indurre le imprese italiane, attraverso gli sgravi e il taglio del costo del lavoro, a ritenere conveniente l'applicazione di tipologie contrattuali stabili, significa invertire la tendenza, dei tanti governi succedutisi in questi anni, a rendere selvaggia e incivile l'attuale legislazione in materia di lavoro. Non riconoscere l'apertura di un percorso nuovo in queste misure del Governo, compresa la dura trattativa con Bruxelles sulla necessaria flessibilità per liberare risorse per lo sviluppo, suscita molte perplessità.
Alfredo Reichlin ha parlato, dopo l'esito delle recenti elezioni europee, del Pd come del Partito della Nazione. Un partito di popolo che ha una visione del futuro dell'Italia e che fa coincidere il proprio destino con quello del Paese. Concordo pienamente.
Mi permetto di dire, a questo proposito, che questo orizzonte, non esclusivamente legato ad una congiuntura elettorale, sarà raggiungibile se il Pd non sarà costretto a scegliere tra la Leopolda e Piazza San Giovanni. Il Pd sarà utile all'Italia se saprà raccogliere, dagli eventi del 25 Ottobre, le ragioni della sua vocazione ideale e della sua missione riformatrice”.
Non si può contemporaneamente sostenere un governo e presidiare la piazza che protesta contro quello stesso governo. Così come non si può pensare che la formula aperta e innovativa della Leopolda debba essere concepita come il contraltare ad una manifestazione sindacale.
Il 25 Ottobre di Firenze e Roma possono essere, se non assolutizzate, due facce della costruzione di un grande partito riformista, autonomo e democratico.
Di fronte alla necessità di fare riforme profonde per cambiare un Paese fermo da trent'anni, sfida incoraggiata, per la prima volta, da un consenso inedito per la sua grandezza, è sbagliato immaginare che il richiamo della foresta di una grande e bella piazza sindacale possa far scaturire un progetto politico più marcatamente identitario della sinistra.
Le piazze si ascoltano, non si demonizzano né tantomeno si strumentalizzano con finalità politiche; quando centinaia di migliaia di persone si mettono in marcia per rivendicare la difesa di un diritto, il più grande torto che si può fare loro è utilizzare quello straordinario atto di libertà di espressione come leva per costruire una nuova aggregazione politica.
In passato, tentativi ben più ridondanti di questo, sono falliti clamorosamente.
Sembrerà paradossale ma la costruzione di una forza compiutamente riformista, che l'Italia non ha mai avuto, deve poter fare proprie le istanze provenienti da Firenze e da Roma qualificandole in un progetto politico che si impoverisca nella suggestione dello scontro tra vecchio e nuovo.
In un momento di drammatica crisi economico-sociale-istituzionale, non tende a placarsi il conflitto tra politica e antipolitica, tra democrazia e populismo, nonostante l'affievolirsi dell'efficacia mediatico-politica del Movimento 5Stelle. E in questi anni di crisi, la leadership carismatica è stata, per un verso, la scorciatoia a cui far ricorso per far fronte alla fine della democrazia rappresentativa; per altro verso, invece, i leader forti hanno incoraggiato il riavvicinamento alla politica di tanti cittadini delusi.
A me sembra che il presupposto per rivendicare il primato della democrazia rappresentativa sia il riconoscere, senza timori reverenziali, la profonda crisi di rappresentanza che colpisce inesorabilmente i cosiddetti ‘corpi intermedi’, soprattutto i sindacati. Così come colpisce i partiti e le istituzioni democratiche di cui si parla tanto. Far finta di non sapere che il sindacato stenti, da anni, a rappresentare i giovani lavoratori precari e le nuove forme di povertà, con una parola gli ‘outsider’, significa aprire le praterie a chi crede di poter fare a meno della concertazione.
Per questa ragione penso che la difesa strenua e corporativa di un diritto storico come l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, di fronte ad un provvedimento che si sforza di semplificare la selva dei contratti precari, sostituendoli con ‘il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti’ rappresenta più il tentativo di ritagliarsi lo spazio a difesa di una riserva indiana, piuttosto che incoraggiare, come hanno fatto i sindacati confederali nei momenti difficili del Paese, un processo riformatore utile ai più giovani e al futuro dell'Italia. Avere questa lettura delle ragioni della mobilitazione della CGIL, non può precludere, però, al riconoscimento che dalla manifestazione di sabato siano giunti molti messaggi di cui tener conto; il più importante di tutti è che molti italiani spaventati dalla crisi e dai suoi effetti, confidano nella rete di protezione-assistenza del sindacato.
‘Creare nuovo lavoro anziché tagliare i diritti di chi il lavoro ce l'ha’, è stato uno degli slogan più insistenti.
La creazione di nuovo lavoro, come sa bene la CGIL, passa principalmente dal rilancio degli investimenti e dello sviluppo che, evidentemente, è legato alla fine delle politiche di rigore e di austerity dell'Europa e, secondariamente, può trovare facilitazione nelle scelte strategiche introdotte dalla Legge di Stabilità. Indurre le imprese italiane, attraverso gli sgravi e il taglio del costo del lavoro, a ritenere conveniente l'applicazione di tipologie contrattuali stabili, significa invertire la tendenza, dei tanti governi succedutisi in questi anni, a rendere selvaggia e incivile l'attuale legislazione in materia di lavoro. Non riconoscere l'apertura di un percorso nuovo in queste misure del Governo, compresa la dura trattativa con Bruxelles sulla necessaria flessibilità per liberare risorse per lo sviluppo, suscita molte perplessità.
Alfredo Reichlin ha parlato, dopo l'esito delle recenti elezioni europee, del Pd come del Partito della Nazione. Un partito di popolo che ha una visione del futuro dell'Italia e che fa coincidere il proprio destino con quello del Paese. Concordo pienamente.
Mi permetto di dire, a questo proposito, che questo orizzonte, non esclusivamente legato ad una congiuntura elettorale, sarà raggiungibile se il Pd non sarà costretto a scegliere tra la Leopolda e Piazza San Giovanni. Il Pd sarà utile all'Italia se saprà raccogliere, dagli eventi del 25 Ottobre, le ragioni della sua vocazione ideale e della sua missione riformatrice”.
Michele Mazzarano - Consigliere Regionale PD
22 ottobre 2014
Emergenza igienico-sanitaria a Massafra: richiesta di intervento alla ASL Taranto
Il Partito Democratico, dopo il comizio di domenica 19/10/2014 atto a denunciare tutte le inefficienze e la disorganizzazione del servizio di raccolta differenziata porta a porta e atto a promuovere soluzioni rapide affinché la differenziata possa finalmente procedere nel migliore dei modi, è preoccupato per l'emergenza igenico-sanitaria che si è venuta a determinare nella città, ormai diventata una discarica a cielo aperto.
Pertanto ieri 21/10/2014 ha ritenuto opportuno inviare una richiesta di intervento alla ASL di Taranto.
20 ottobre 2014
FINALMENTE UN REGOLAMENTO SULLE PALESTRE SCOLASTICHE
E’ stato approvato , dal consiglio comunale dell’ 8 ottobre il regolamento per la concessione in uso degli impianti sportivi annessi agli edifici scolastici di proprietà della Comune.
Grazie al lavoro del gruppo consiliare del Partito Democratico di Massafra, è disciplinato l'uso delle palestre ubicate nelle scuole comunali, in orario extrascolastico.
Il regolamento, promosso ed elaborato dal consigliere comunale Giuseppe Miraglia e dal gruppo consiliare PD, darà trasparenza ai rapporti di gestione e concessione delle palestre tra il Comune e le tante Società che a Massafra si occupano di sport.
Il regolamento mette ordine nella gestione degli impianti e permette a tutte le società sportive e associazioni , in possesso di determinati requisiti, di poter concorrere all'utilizzo delle Palestre ubicate nei plessi scolastici.
L’obiettivo del regolamento proposto dal PD è di favorire lo sviluppo delle attività sportive sul territorio e consentire a tutti di poter fruire al meglio gli impianti sportivi. Ma soprattutto c’è un importante vantaggio sociale in quanto si darà priorità alle realtà che propongono sport per disabili, a chi offre corsi di avviamento allo sport per i più giovani, attività per la terza età etc. Inoltre i concessionari degli impianti sportivi dovranno accogliere gratuitamente cittadini in situazioni di indigenza o disagio sociale nella misura di almeno il 20% dei partecipanti alle attività .
L’iter per l’approvazione del regolamento è stato molto lungo , c’è voluto oltre un anno e mezzo , ma la caparbietà e il lavoro dei consiglieri del PD ha prodotto uno strumento per rilanciare lo sport attraverso una più ampia offerta di attività sportive per il benessere psicofisico di tutti i cittadini .
LEGGI QUI IL REGOLAMENTO
LEGGI QUI IL REGOLAMENTO
19 ottobre 2014
COMIZIO DEL PARTITO DEMOCRATICO PER DIRE BASTA AL CAOS SULLA RACCOLTA DIFFERENZIATA
Domani, domenica 19 ottobre alle ore 19,30 in Piazza Vittorio Emanuele II a Massafra si terrà un pubblico comizio del Partito Democratico: - sul problema del servizio di raccolta dei rifiuti; -
- per invitare i cittadini a fare la raccolta differenziata o a farla meglio;
- perchè l'Amministrazione Comunale di Massafra migliori il servizio di raccolta al più presto;
- perchè i responsabili di questo scempio vadano a casa subito;
- perchè i cittadini non possono continuare a pagare per l'incompetenza di chi ci amministra.
16 ottobre 2014
14 ottobre 2014
Miccolis: Da giugno a settembre scomparsi 500mila kg di rifiuti.
Giallo sulla raccolta differenziata. Da giugno a settembre sono scomparsi 570.267
L’allarme viene leggendo i dati pubblicati dal Comune di Massafra. A giugno il totale dei rifiuti prodotti dai massafresi era di 1.486.329 kg ed ogni cittadino ne aveva prodotto 47,69 kg. Il dato di settembre è da allarme rosso. Si passa da una produzione di 47,69 Kg di giugno a solo 36,22 Kg procapite per il mese di settembre. I rifiuti raccolti a settembre sono scesi a soli 1.131.522 kg. A luglio, quando è iniziata la raccolta differenziata porta a porta per tutta Massafra, i rifiuti raccolti in città erano stati 1.400.768 kg, ad agosto erano scesi a 1.356.430 Kg ed a settembre il grande salto a soli 1.131.522 Kg.
Come è possibile che in soli tre mesi i massafresi abbiano diminuito la produzione dei rifiuti di ben 11,35 chilogrammi a testa. Da una parte si potrebbe esultare per il notevole risparmio per le casse di Palazzo di Città che potrebbe portare anche dei benefici a tutti i cittadini.
Se i rifiuti scomparsi venissero smaltiti come indifferenziato ci sarebbe stato un risparmio per il solo mese di settembre di quasi 30 mila euro.
Ma si ha il sospetto che i rifiuti scomparsi si trovino sparsi in tutto il territorio cittadino. Infatti basta fare un giro sia in città che nelle periferie per scoprire le tante buste di spazzatura abbandonate.
Certo la responsabilità principale è quella dei cittadini incivili che cospargono tutto il territorio di rifiuti, ma credo che maggiore responsabilità vada agli amministratori comunali i quali ancora non riescono ad organizzare una raccolta differenziata efficiente. Il servizio è in pieno caos. La città è stracolma di rifiuti abbandonati. Centinaia e centinaia di cittadini stanno collaborando per rendere la raccolta differenziata utile all’intera città, ma la disorganizzazione mette a dura prova la grande voglia di collaborazione di tutti i massafresi.
Bisogna continuare a differenziare i rifiuti. Sono gli amministratori incapaci che stanno trasformando la nostra Tebaide d’Italia in una grande discarica a cielo aperto.
I responsabili devono dimettersi perché dopo tre anni dall’inizio della sperimentazione della differenziata non si può continuare a sbagliare.
Basta! Chi ha prodotto questo scempio deve andare a casa.
Massafra 12.10.14
Vito Miccolis
Capogruppo del PD
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