«Mettere in chiaro le cose ».
E' con questo preciso obiettivo che Paolo Sarzana, direttore marketing e comunicazione di Teleperformance dall'aprile 2006, si è presentato all'incontro organizzato dall'assessore provinciale Vito Miccolis nella sua sede istituzionale di via Tirrenia.
Troppe, a suo dire, le voci infondate e le strumentali dichiarazioni rilasciate negli ultimi giorni, sul presunto trasferimento delle attività del call center all'estero, per dire di no all'invito.
Alla tavola rotonda hanno partecipato anche tutte le sigle sindacali firmatarie dell'accordo di solidarietà concluso a Roma il 24 giugno del 2010. Per la Slc Cgil c'era il segretario confederale Amedeo Pesce, per la Ulcom Uil Cosimo e Fabio Fusco e il segretario cittadino Giancarlo Turi e infine per la Fistel Cisl Giovanni Di Ricatti. Tutti hanno sollevato la necessità che Teleperformance continui ad operare sul territorio.
La posta in gioco è d'inestimabile valore.
«Non è vero - ha assicurato Sarzana - che l'azienda abbia l'intenzione di lasciarlo. Le notizie di questi giorni hanno leso l'immagine dell'azienda: Teleperformance desidera continuare ad investire a Taranto, come dimostrano le trattative in corso con diversi clienti. A differenza di quanto sta avvenendo in questi giorni a Mirafiori non poniamo alcun tipo di aut aut. Anzi credo che Teleperformance stia avendo un atteggiamento corretto».
Recentemente è stata acquisita un'altra commessa e la firma dovrebbe arrivare nei prossimi giorni. Da qualche mese, invece, è stato concluso un contratto con Alitalia. Solo che le postazioni italiane sono, ad ora, 65 (inizialmente erano 33) e tutte a Parco Leonardo a Fiumicino, che dista solo poche centinaia di metri dalla sede centrale della compagnia nazionale di bandiera.
Altre workstation, poi, sono presenti in Albania.
«Non mi fa assolutamente piacere - spiega il dirigente di Teleperformance Italia - che una parte delle attività vada all'estero. A me piace l'Italia e Taranto e qui vogliamo continuare ad operare.
Nel 2011 effettueremo una serie d'investimenti strutturali che non sarebbero in programma se non ci fosse la volontà di rimanere sul posto. Naturalmente abbiamo bisogno che le istituzioni ci diano una mano».
Vale a dire che lo Stato contribuisca a rimuovere gli ostacoli che inficiano il mercato delle telecomunicazioni. Su tutto incentivi e normative utili a punire i concorrenti sleali.
«Il sistema delle gare al massimo ribasso - prosegue Sarzana, dal 2009 direttore acquisti e responsabile delle relazioni istituzionali con la delega al coordinamento dei progetti di finanza agevolata a livello europeo - ci crea molti problemi. Anche per risolverli, qualche giorno fa, ero a Roma ad una riunione dell'AssoContact (associazione di settore, ndc). Al ministro del lavoro Sacconi abbiamo chiesto d'intervenire, ma al momento non ci ha ricevuto.
L'85% delle spese sostenute dalle imprese del settore, infatti, sono assorbite dal costo del lavoro. Per questa ragione nel decreto “mille proroghe” della finanziaria avevamo chiesto di ridurre l'aggravio dell'Irap».
Nelle tre sedi italiane (due romane oltre a quella tarantina) la solidarietà vige dal 5 luglio e sembra con buoni risultati.
Due giorni fa i vertici della multinazionale francese hanno incassato i complimenti del dott. Cipriani del ministero del lavoro (presente alla firma di Roma), che ha il compito di controllare la corretta applicazione dell'accordo. «Sinora, tranne in un caso, proprio a Taranto - ha concluso Sarzana - nessun operatore ha mai fatto più solidarietà del dovuto».
Giuseppe Di Cera- Corriere del Giorno