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02 aprile 2013

• Bersani rilancia governo di cambiamento: "Ce lo chiede un Paese che non ha più fiducia"

"Il Paese chiede una guida perché ha dei problemi, ma manca di fiducia e ha bisogno di cambiamento. Con questa profonda convinzione ci siamo messi all'opera. Siamo maggioranza assoluta alla Camera e relativa al Senato. Questa situazione ci impone di prenderci delle responsabilità". Lo dice Pierluigi Bersani nel corso di una conferenza stampa con Enrico Letta. "Noi siamo per la corresponsabilità istituzionale - aggiunge - Che non si realizza con un governissimo Pd-Pdl-Scelta Civica: sarebbe una risposta sbagliata perché finirebbe per raffigurare politica che si chiude nel fortino e si protegge. Abbiamo avanzato un'altra proposta e il mio appello è a guardarla meglio. E' una proposta che tiene insieme la necessità di cambiamento e un percorso per le riforme istituzionali".
 "Affiniamola, vediamola meglio, ma per noi lavorare attorno a questo doppio registro è l'unica soluzione possibile e realistica", dice ancora il segretario del Pd. "Bersani è a disposizione per questa soluzione, ma se Bersani è un problema, Bersani è a disposizione perché prima c'è l'Italia", prosegue aprendo alla possibilità di un governo di cambiamento che sia guidato da un premier diverso dal leader democratico. Ipotesi, questa, che potrebbe forse rimuovere i veti posti dal M5S. Parlando poi dell'elezione del prossimo presidente della Repubblica, Bersani sottolinea: "Prendeteci in parola, noi siamo ligi alla Costituzione che ci chiama a lavorare onestamente per una soluzione di larga o larghissima convergenza parlamentare e fino a prova contraria lavoriamo così". "Noi - inisiste - abbiamo in testa solo di lavorare onestamente per avere un presidente di larga condivisione, fino a prova contraria di impossibilità a trovare a questa soluzione".
 Parlando ancora delle difficoltà di far partire il governo di cambiamento, Bersani aggiunge: "Il Movimento 5 Stelle ha un disimpegno conclamato e vuole mette in frigorifero i suoi otto milioni di voti. Non si preserva così la legislatura: non c'è insulto che cancelli questa elementare realtà". "Il presidente della Repubblica - ricorda - ha fatto quello che doveva e poteva fare: garantire all'Europa e all'Italia una continuità istituzionale". "Noi accompagniamo questa strada ma con fermezza ribadiamo il nostro punto di vista: affiniamo e discutiamo la posizione ma quella del doppio registro, governo di cambiamento e convenzione per le riforme, è secondo noi l'unica pista". "Non sono pessimista sulla possibilità di dare un governo", afferma. "Io immagino che il mio pre-incarico sia assorbito in questa nuova fase - afferma ancora Bersani - Il che non vuol dire che vado al mare. Ho detto prima che io ci sono, non intendo essere un ostacolo ma ci sono".
 "La crisi italiana non si risolve andando a nuove elezioni, ma dando governabilità", aggiunge il segretario del Pd. Quella delle ricroso anticipato alle urne "io la considero un'ipotesi disastrosa, così come gran parte del Parlamento. ". Il leader democratico parla poi della situazione interna al partito. "Credo di averlo con me, assolutamente, lavoriamo sul solco della direzione. Siamo un partito che discute, quando ci saranno altre cose da decidere faremo una direzione", mentre, quando una volta calmate le acque ci sarà il congresso, "la ruota girerà, io porto il partito fino al congresso".
Il segretario lancia poi una frecciata al M5S. "Non posso fare l'esegeta di quello che dice Crimi ogni giorno. Facessero una direzione anche loro in streaming così capiamo tutti... Non posso stare dietro a quello che dice uno o l'altro". "Dove sono le direzioni all'aperto di tutte le altre forze che dovrebbero concorrere alla vita democratica?", chiede polemicamente Bersani. Poi un altro affondo: l'idea che le Commissioni possano lavorare da subito senza un governo in carica, dice, "allude a una prospettiva utopica, qui ci vuole un governo". "Che una commissione parta una settimana prima... Di cosa stiamo parlando? Che lavorino senza un governo siamo fuori dal nostro ordinamento, sono affermazione che depistano dalla questione vera", rincara Bersani.
 Tornando poi al suo netto no al governissimo, il leader democratico spiega: "Sarebbe un governo immobile, la politica in una zattera sempre più piccola in un mare molto agitato. Con Berlusconi abbiamo già un'esperienza alle spalle, il governo Monti e abbiamo già visto l'impasse". L'indisponibilità a un esecutivo di larghe intese con il centrodestra, sottolinea, è una "decisione politica in nome dell'Italia, non è questione di non riconoscimento".