Bari - Sereno, determinato, tranquillo nonostante “tutta la sofferenza di questo anno e mezzo”. Dopo essere finito nel tritacarne di Giampi Tarantini, che ai magistrati raccontò d’avergli passato una tangente di diecimila euro, Michele Mazzarano sta per lasciare definitivamente un’indagine “per la quale non ho mai ricevuto alcun avviso di garanzia” e da cui esce completamente pulito.
Erano già trapelate da alcuni giorni le voci, poi confermate autorevolmente dallo sponsor politico di Michele, Massimo D’Alema, che la posizione di Mazzarano si avvia verso l’archiviazione: nessuna traccia di questa presunta tangente, niente a che fare, insomma, con il destino di un altro pezzo da 90 del pd pugliese, quel Sandro Frisullo caduto dagli altari nella polvere, sempre a causa del prosseneta di Berlusconi.
Ricordiamo che Sandro Frisullo era stato arrestato il 18 marzo del 2010 in piena campagna elettorale per le regionali. Fu una bomba mediatica che, sfiorando anche Mazzarano, lo indusse prima a sospendersi dalla consultazione, senza peraltro riuscire ad evitare l’elezione. Una marea di voti che lo “convinsero” a restare Consigliere, a uscire dal gruppo del Pd, a fare il capogruppo di se stesso “anche se non ho mai intascato la relativa indennità” precisa.
“Ma ora che tutto è chiarito intendo ritornare nel gruppo PD” ci anticipa: presenterà un’istanza al presidente del gruppo Pd in regione, Antonio Decaro e al segretario regionale, Sergio Blasi (con il quale è stato notato in lieta conversazione il sei settembre scorso, durante lo sciopero generale della CGIL a Bari).
E Michele Emiliano? Il sindaco di Bari che del Pd pugliese è presidente, lo ha attaccato violentemente quando seppe che Mazzarano non intendeva dimettersi da consigliere regionale. “Non intendo seguire Emiliano sul terreno dello scontro” è il suo commento.
Dal canto suo, Decaro è ben felice di questa decisione di Mazzarano. “Lui si sospese dal gruppo per non imbarazzare il partito e pur senza farne parte formalmente lo abbiamo avuto sempre al nostro fianco, anche nelle decisioni, come quella di ridurre a 50 il numero dei consiglieri regionali, che potrebbero danneggiarlo”.
“Ho imparato a dare il giusto peso alle cose” ci risponde quando gli chiediamo cosa gli sia rimasto di questa esperienza “ e a dare il valore che meritano alle persone che mi sono state vicine e che non hanno mai smesso di credere in me”.
Erano già trapelate da alcuni giorni le voci, poi confermate autorevolmente dallo sponsor politico di Michele, Massimo D’Alema, che la posizione di Mazzarano si avvia verso l’archiviazione: nessuna traccia di questa presunta tangente, niente a che fare, insomma, con il destino di un altro pezzo da 90 del pd pugliese, quel Sandro Frisullo caduto dagli altari nella polvere, sempre a causa del prosseneta di Berlusconi.
Ricordiamo che Sandro Frisullo era stato arrestato il 18 marzo del 2010 in piena campagna elettorale per le regionali. Fu una bomba mediatica che, sfiorando anche Mazzarano, lo indusse prima a sospendersi dalla consultazione, senza peraltro riuscire ad evitare l’elezione. Una marea di voti che lo “convinsero” a restare Consigliere, a uscire dal gruppo del Pd, a fare il capogruppo di se stesso “anche se non ho mai intascato la relativa indennità” precisa.
“Ma ora che tutto è chiarito intendo ritornare nel gruppo PD” ci anticipa: presenterà un’istanza al presidente del gruppo Pd in regione, Antonio Decaro e al segretario regionale, Sergio Blasi (con il quale è stato notato in lieta conversazione il sei settembre scorso, durante lo sciopero generale della CGIL a Bari).
E Michele Emiliano? Il sindaco di Bari che del Pd pugliese è presidente, lo ha attaccato violentemente quando seppe che Mazzarano non intendeva dimettersi da consigliere regionale. “Non intendo seguire Emiliano sul terreno dello scontro” è il suo commento.
Dal canto suo, Decaro è ben felice di questa decisione di Mazzarano. “Lui si sospese dal gruppo per non imbarazzare il partito e pur senza farne parte formalmente lo abbiamo avuto sempre al nostro fianco, anche nelle decisioni, come quella di ridurre a 50 il numero dei consiglieri regionali, che potrebbero danneggiarlo”.
“Ho imparato a dare il giusto peso alle cose” ci risponde quando gli chiediamo cosa gli sia rimasto di questa esperienza “ e a dare il valore che meritano alle persone che mi sono state vicine e che non hanno mai smesso di credere in me”.
Fonte GO bari.it del 13 settembre 2011