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17 luglio 2008

PATEMISCO INQUINATO , IL PD RECLAMA LA VERITA'

Il Comune di Massafra è rimasto spiazzato dai dati forniti dall’Asl tarantina, circa l’ alto tasso d’inquinamento riscontrato nelle acque del fiume Patemisco. Dopo l’ordinanza sindacale, emessa d’intesa con l’Asl Ta dal Comune di Massafra, con la quale è stato disposto il divieto di balneazione della fascia costiera lunga un chilometro, a ridosso della foce del fiume Patemisco, la locale sezione del Partito Democratico, attraverso il coordinatore cittadino Vito Miccolis, chiede lumi agli organi competenti sulle cause fonte d’inquinamento.
Nel fiume Patemisco confluiscono le acque dell’impianto di depurazione MazzarelleAlla foce del fiume - aggiunge il coordinatore del Pd - si è registrata una situazione di “strozzatura” che non permette il regolare deflusso delle acque provenienti dai canali massafresi. La foce si liberò completamente durante l’ultima alluvione, ma col passar degli anni si è nuovamente intasata. L’aspetto più raccapricciante è che l’Amministrazione massafrese, quando ha ricevuto i dati allarmanti dall’Asl, è rimasta sbigottita. Il depuratore Mazzarelle, infatti, non può scaricare le acque nel fiume».Questa mattina il coordinatore Miccolis incontrerà l’ assessore provinciale all’Ambiente, Michele Conserva per capire meglio, attraverso la visione di alcuni documenti, quali sono i termini precisi della questione. «Partendo dalla certezza, che il Comune di Massafra non ha alcuna autorizzazione a far confluire le acque del depuratore nel fiume Patemisco, attraverso la consulenza degli organi istituzionali della Provincia, valuteremo le
opportune azioni, anche politiche, da intraprendere». Di fronte all’emergenza ambientale che potrebbe mettere a rischio l’estate dei massafresi, amanti del mare, il Pd chiede agli organi competenti di intervenire con la massima solerzia. «Vogliamo sapere con certezza chi sta inquinando il fiume Patemisco. Per tutta la stagione le spiagge di Massafra potrebbero essere non sicure, dal punto di vista igienico sanitario. Il chilometro di divieto coinvolge le zone di Verde Mare, Patemisco, La Macchia e parte di Chiatona». Per non parlare, poi, delle difficoltà dei pescatori nell’accedere a mare, in assenza di uno “scivolo” idoneo.«Gli hobbisti della pesca massafresi sono amareggiati. In campagna elettorale- conclude Miccolis - era stato promosso loro, da parte del sindaco Tamburrano, la realizzazione di un’apposita rampa d’accesso al mare».

[[A.Piccolo GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 15/07/2008 ]]