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16 luglio 2008

UNA FOCE PERSA ED INQUINATA

Stravolte le leggi dell’economia: una merce più è rara, meno è preziosa.Puglia che i geologi dicono sia una zolla d’Africa alla deriva poi agganciatasi all’Italia, è da sempre “sitibonda”.Ma da sempre non valorizza i pochi e vuoti fiumi che ha. Per restare in Terra ionica, sul Chidro, nel Manduriano, pende la sciagura di un dissalatore; il fiume Lato in agro di Castellaneta è stato devastato, gli hanno triplicato il letto ed è destinato ad essere una pozzanghera. Adesso il Corriere viene a sapere che anche il Patemisco, nell’estremo lembo del territorio di Massafra, sta passando i suoi guai, cioè ha perso la sua foce e sta diventando uno stagno, una piccola palude melmosa. E' inquinata: al punto che il sindaco di Massafra, Martino Tamburrano, dopo una relazione della Asl, insieme con il dirigente del settore Ecologia e Ambiente ha vietato la balneazione per 500 metri ai due lati della foce, quindi ha tolto ai bagnanti un km di spiaggia. Racconta Vito Miccolis, 51 anni, segretario cittadino del Pd, avvocato e nei suoi verdi anni anche cronista del suo paese, Massafra. Alcuni dei 100 pescatori per hobby nelle acque del Patemisco e dello Jonio, dice Miccolis, mi hanno detto che da mesi non possono più pescare, mi hanno descritto lo stato del fiume e della sua foce; ma per veder meglio venerdì scorso siamo andati sul posto con una decina di essi. Lo spettacolo è desolante. Fra il fiume e il mare non c’è quasi più comunicazione, un rigagnolo li unisce, ma solo se c’è alta marea; in pratica se il fiume non sbocca a mare è inevitabile che diventi uno stagno.Ma che cosa è successo?S’è innalzato l’arenile, la foce non è più profonda di una decina di centimetri...

Quindi per il rapporto delle pressioni, dovrebbe essere il mare ad entrare nel fiume e
non il fiume a sfociare nel mare...

Questo, dicono i pescatori quando sta l’alta marea, in bassa marea fume e mare sono quasi incomunicanti.
Ma perché s’è innalzata la sabbia?
Tre settimane fa son venuti i sanitari della Asl e hanno trovato elevati indici di inquinamento.Il Comune è stato interessato e si è interessato. Ha controllato e martedì scorso, 8 luglio 2008, ha emesso l’ordinanza nella quale si legge: d’intesa con l’Asl e con effetto immediato e fino a esplicita revoca, al fine di salvaguardia della salute pubblica, soprattutto dei più deboli, è vietata la balneazione per 500 metri a destra e 500 metri a sinistra del fiume. Le trasgressioni sono soggette a multe...
Avvocato, fin qui le carte, ma perché s’è riempita la foce del Patemisco?
Possiamo solo avanzare delle ipotesi. La prima è quella più semplice, fisiologica, cioè il fiume non è stato manutenuto, il letto non è mai stato né pulito, né dragato. La seconda è quella più inquietante: poiché nel fiume arriva l’acqua depurata dell’impianto Mazzarelle, è evidente che l’acqua depurata non è, se l’Asl ha trovato l’inquinamento in un così vasto raggio. E bisogna aggiungere che più è vasta la zona inquinata, più l’inquinamento viene da lontano, nel tempo...
Avvocato, ma i depuratori non possono sversare nei fiumi, anche se la loro è acqua depurata.
E infatti il Comune ebbe un’autorizzazione provvisoria per sversare le acque del depuratore nel Patemisco. Finito il tempo dello sversamento autorizzato, bisognava o farsi nuovamente autorizzare un’altra provvissorietà, o trovare i rimedi dovuti...
Ed invece il Patemisco è stato il grande serbatoio del depuratore...
Ma abusivo.
Ed ora che si fa?
Ora, a stagione ormai avanzata, prima di calcolare i danni, bisogna al più presto dragare
il fiume, ripristinare la foce, poi in base alla specie di inquinamento, interromperlo e bonificare...
Diceva dei danni, avvocato.
Vede Massafra ha solo tre marine e mezza: Verdemare, Patemisco, La Macchia e un po’ di Chiatona, che divide con Palagiano. Il chilometro di divieto di balneazione si prende tutta Patemisco e un po’ di Verdemare e un po’ di La Macchia...
Non ci vuol molto ad immaginare quanta gente può stare in un chilometro di spiaggia, per altro assai larga...
In più c’è anche un campeggio...
Un danno anche d’immagine fuori Massafra...
Esatto. E quel che è peggio è che 20 anni fa si presentò un caso analogo. L’allora sostituto Franco Sebastio mise sotto inchiesta un po’ di sindaci e di dirigenti industriali.
Avvocato, il Patemisco è un fiume noto solo alla gente del posto, dove nasce, quanto è lungo, che portata ha?
Nasce poco dopo la 106, a qualche chilometro dal mare.
Dev’essere l’emersione di un qualche fiume sotterraneo, tant’è che affianco al fiume s’è creato uno slargo d’acqua dolce, quasi un laghetto, da tutti chiamato appunto Laghetto,
che, per i bagnanti, assolveva ad un egregio compito, risparmioso e igienico: si usciva dal mare e invece di togliersi la salsedine con la doccia, ce la si toglieva con un’immersione nel Laghetto.
L’avvocato Miccolis conclude dicendo che giovedì prossimo il Pd terrà una riunione sul tema.
Finita l’intervista, si scopre che la denuncia della scomparsa e dell’inquinamento
della foce di un piccolissimo fiume ha messo a nudo il disinteresse del Sud, sempre assetato, delle sue poche fonti d’acqua dolce. In qualsiasi casa, e in qualsiasi mercato, ogni oggetto è caro o costoso in rapporto ala sua rarità. Al Sud questo principio economico, e affettivo, è stravolto: scarseggia, non merita né attenzione, né energie. Eppure quante cose si potrebbero fare di utili e interessanti con una fonte d’acqua dolce vicino al mare e nei campi?

[[Michele Cristella-CORRIERE DEL GIORNO -13/07/2008]]