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11 agosto 2008

Pil a crescita zero, ''Rischio recessione''


La crescita del Pil nel secondo trimestre di quest'anno è stata pari a zero rispetto allo stesso trimestre del 2007.
Sulla base delle informazioni finora disponibili, nel secondo trimestre del 2008 il prodotto interno lordo (PIL), corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,3 per cento rispetto al trimestre precedente
Si tratta del dato più basso dal terzo trimestre 2003 quando la crescita fu pari a -0,1%. Lo comunica l'Istat.
Il risultato congiunturale del Pil - spiegano dall'Istat - è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto dell'industria, di una sostanziale stazionarietà dei servizi e di un aumento dell'agricoltura. Il secondo trimestre del 2008 ha avuto una giornata lavorativa in meno rispetto al trimestre precedente e lo stesso numero di giornate del secondo trimestre del 2007.
Nel secondo trimestre - si ricorda - il Pil è cresciuto in termini congiunturali dello 0,5% negli Stati Uniti e dello 0,2% nel Regno Unito. In termini tendenziali, il Pil è cresciuto dell'1,8% negli Stati Uniti e dell'1,6% nel Regno Unito.
«Di fronte ai dati sul Pil consiglierei al governo di mettere fine alle autocelebrazioni e di dedicarsi un pò ai problemi di crescita del Paese». Lo dichiara Pierluigi Bersani, ministro dell'Economia nel governo ombra del PD commentando gli ultimi dati del Pil italiano. «Se nella legislatura 2001-2006 - prosegue l'ex ministro per lo Sviluppo Economico - il centrodestra ebbe bisogno di tre anni per portarci alla crescita zero, questa volta sarà molto più velocemente, secondo il nuovo stile. Siamo alla crescita zero per decreto. È evidente che la crisi è internazionale, ma qui la stiamo prendendo per il verso del pelo. Abbiamo semplicemente sbagliato manovra. È chiaro che paghiamo una grave difficoltà della produzione industriale e delle attività economiche legate ai consumi. Invece di concentrarci sulla sollecitazione agli investimenti e ai consumi interni si è avviata una operazione depressiva senza nemmeno poterne discutere. Bisognerà - conclude - assolutamente tornare sul tema e correggere Dpef e manovra se non vogliamo partire nel 2009 con il piede sbagliato».