Modello sanitario e crisi economico-finanziaria. La Puglia dei prossimi anni dovrà dirimere queste due questioni.Controversie che fungono da spartiacque tra la ricerca del buon governo e la rassegnazione all’ineluttabile avanzata del declino. Tertium non datur: vincere la sfida della modernità o fallire miseramente.
Michele Mazzarano, consigliere regionale alla sua prima legislatura, delinea le coordinate ideali e programmatiche in grado di segnare il profilo riformista della giunta Vendola: “I pugliesi si aspettano da noi risposte chiare e concrete, di stampo europeo, sui temi della crisi finanziaria e, nondimeno, su quale modello di welfare state consegnare alle future generazioni”.
Il Piano di rientro sanitario, a proposito di welfare state, sacrifica sull’altare della regolarità
contabile e della pura ragioneria il diritto dei cittadini a ricevere prestazioni sanitarie in linea con gli standard raggiunti in altri Paesi europei.
“La responsabilità della situazione attuale è del governo, e non certamente della Regione. Si penalizza la Puglia perché è una regione amministrata dal centrosinistra, una delle poche a non avere la sanità commissariata e in grado di ripianare con proprie risorse il debito accumulato”.
Chi vuole penalizzare la Regione Puglia?
“Il ministro Fitto attraverso la longa manus di Tremonti. Che senso avrebbe chiudere gli ospedali, annullare le assunzioni e il turnover, bandire le internalizzazioni, anche quelle effettuate prima del varo del Piano di rientro, se non si legasse tutto ciò a becere strumentalità politiche. Non sono più d’accordo con il profilo adottato, su questa vicenda, da Vendola e Fiore: di fronte al’irresponsabilità del Governo nazionale è da stupidi continuare a mostrarsi educati e responsabili”.
Lasciamo per un attimo le questioni sanitarie. Qual è la sua opinione sulla possibile istituzione delle regione Salento nel più ampio contesto pugliese?
“Ritengo questa idea assurda, inadeguata sia dal punto di vista temporale che per quel che concerne gli aspetti meramente logici.
Un conto è che le provincie di Taranto, Brindisi e Lecce ricerchino forme di collaborazione sui temi del governo territoriale, penso per esempio al nodo infrastrutturale, altra cosa e ricercare soluzioni istituzionali bizzarre.
La baricentricità non la si combatte con l’istituzione di una nuova regione…”.
Tornando ai temi sanitari, Massafra, la comunità che le ha dato i natali, rischia di perdere la propria struttura sanitaria qualora il nuovo Piano regionale dovesse essere approvato. L’epilogo di questa vicenda, tra l’altro, peserà sul risultato delle amministrative che si celebreranno nella prossima Primavera.
“L’ospedale di Massafra deve conservare la sua vocazione di struttura filtro del SS Annunziata, di centro per il trattamento delle patologie cosiddette acute. Le specificità locali si preservano, non si sviliscono con scelte del tutto illogiche e arbitrarie.
In qualità di Consigliere regionale, qualora l’ospedale della mia città non dovesse essere salvaguardato, non avrei problemi a votare contro il varo del nuovo Piano. Gli interessi del territorio di riferimento vengono prima di tutto, prim’ancora delle logiche di schieramento”.
E le amministrative della prossima Primavera? La sinistra è pronta a raccogliere la sfida del governo cittadino?
“Massafra è una delle realtà più dinamiche della provincia.
Attività imprenditoriali ed iniziative culturali la rendono un laboratorio assai interessante. Peccato che, in questi anni, sia mancato un progetto politico-amministrativo in grado di accompagnare processi virtuosi di questo tipo. La sinistra può invertire questa tendenza, siamo consci del lavoro fatto in questi anni e delle tante aspettative riposte nei nostri confronti.
Attraverso lo strumento delle Primarie sceglieremo tutti quanti assieme il candidato sindaco dello schieramento progressista”.
TARANTO OGGI --Vincenzo Carriero