Il fenomeno del randagismo a Massafra è sottovalutato e continua ad essere ignorato dalle istituzioni. Sembra questo il segnale che arriva dall’opinione pubblica massafrese, dopo l’ennesima denuncia di un comitato di cittadini, che con un esposto si è rivolto alle autorità competenti per porre un argine al fenomeno.
Una denuncia però ancora caduta nel vuoto, visto che il portavoce del comitato, Giovanni Abbracciavento, continua a lamentare una diffusa insensibilità al problema.
«A distanza di quaranta giorni dalla nostra iniziativa – ha dichiarato lo stesso Abbracciavento – non è stata intrapresa alcuna azione per risolvere i problemi lamentati nell’esposto. Nessuno dei destinatari dello stesso si è fatto vivo né tramite contatti diretti, né tramite stampa. Chiedo allora proprio alla stampa, a nome di tutti i cittadini firmatari dell’iniziativa, di riprendere l’argomento per sensibilizzare e magari ottenere una risposta degna dalle autorità competenti». Un appello che mostra ancora la distanza della politica e delle istituzioni dai cittadini e dai loro problemi concreti che andrebbero risolti con più solerzia.
Sull’argomento è intervenuto con una nota anche il Partito Democratico locale, che commenta così: “sul randagismo l'attuale amministrazione comunale di Massafra, sta mostrando tutti i suoi limiti politici e le sue incapacità amministrativa a trovare una soluzione a questa piaga urbana”. Il partito chiede la convocazione urgente di una conferenza di servizi, alla presenza del prefetto, delle autorità sanitarie dell'Asl e delle associazioni per la protezione animale, per individuare le soluzioni necessarie. Tante famiglie e cittadini infatti sono da tempo costantemente minacciati da un fenomeno che sta assumendo una dimensione sempre più grave oltre che una angosciosa convivenza con il rischio.
Tra questi cittadini, il Pd cita moltissimi lavoratori e lavoratrici che si recano in campagna alle prime luci dell'alba e che sono costantemente minacciati e, in molti casi aggrediti, da centinaia di cani randagi, alla ricerca di cibo.
«La vita, le esigenze e la sicurezza di queste persone – prosegue la nota – sono ogni mattina sottoposti a grave rischio. Un rischio ancor più inquietante se pensiamo alla tragedia di Siracusa, ove madre e figlio furono sbranati da numerosi randagi». La dimensione del problema assume grande rilevanza in alcuni quartieri, dove puntualmente si aggirano branchi di 10 o 15 randagi affamati: ad esempio gli interi quartieri Belvedere e Santa Caterina (zona 167) stanno vivendo nel costante incubo di convivere con la paura. Ed in effetti il comitato sopracitato è composto da abitanti di queste zone, dove, in certe ore della sera, sembra essere calato il coprifuoco e le famiglie hanno paura di uscire di casa.
Ma sul tema vengono richiamate anche le non meno gravi responsabilità dell'Asl, che, per le competenze previste dalla legge 281/91, non assume nessuna determinazione che limiti il proliferare della popolazione canina e della profilassi sanitaria.
«Le giustificazioni del sindaco – conclude il Pd locale – nel gioco dello scarica barile con la Asl, sono ipocrite e non servono ad evitare gli sprezzanti giudizi dei cittadini nei confronti della sua giunta. Le numerose sentenze della cassazione, stanno imponendo ai comuni di assumere provvedimenti atti a risarcire i danni procurati ai cittadini. Questi provvedimenti devono essere stimolo per realizzare politiche di contrasto al randagismo”.
Angelo Nasuto - Quotidiano