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08 ottobre 2010

• Tac ferma da giorni Il Pd: «È scandaloso»


Da molti giorni, la nuova Tac installata nel reparto di radiologia dell’ospedale di Massafra è inspiegabilmente ferma».
A denunciarlo è il Circolo cittadino del Partito Democratico.
«È scandaloso – affermano gli esponenti del partito di centrosinistra – che uno strumento radiologico così importante, costato alla collettività centinaia di migliaia di euro, stia fermo da settimane senza una ragione plausibile.
Nello stesso tempo, è inconcepibile che una direzione medica di presidio consenta “tacitamente” di far rimanere inutilizzata una Tac che è stata installata per accelerare le diagnosi e accorciare le lunghissime liste d’attesa».
«Non è serio – rimarcano – che, mentre la città intera è mobilitata per difendere l’ospedale, si consente a qualche “disinvolto ” dirigente di tenere bloccato uno strumento diagnostico di grande importanza per la collettività. La Tac che è stata montata deve funzionare al massimo delle sue possibilità tecniche. Le stesse modifiche strutturali apportate nel reparto di radiologia sono state fatte per permettere il suo utilizzo ottimale anche con mezzo di contrasto e anestesista presente. Da molte settimane, molti cittadini e parenti ricoverati sono costretti a penosi viaggi verso altri ospedali e a tempi lunghissimi di attesa».
Di qui, la richiesta al commissario dell’Asl di Taranto Colasanto e al direttore sanitario Scattaglia di «accertare le responsabilità per questo pesante disservizio, atteso che non ci sono impedimenti tecnici al funzionamento della Tac, già collaudata e resa operativa».
«Non si può sottacere – dicono dal Pd – che, da molto tempo, è in atto un progressivo “svuotamento” e una riduzione sensibile dell’offerta sanitaria tesa a mortificare l’attività del “Matteo Pagliari” ».
Il Pd di Massafra chiede pertanto alla Direzione generale «quali atti intende adottare per rendere immediatamente operativa la Tac installata e già collaudata » e ai consiglieri regionali del versante ionico di «intervenire con somma urgenza e chiedere chiarimenti all’assessore alla Salute Fiore».