"Ieri, all'assemblea dei Deputati del Pd, Roberto Speranza si è dimesso da Presidente del Gruppo. La scelta nasce da un dissenso profondo sulla nuova legge elettorale.
Conosco Roberto da molti anni. Il nostro rapporto, caratterizzato da una costante sintonia culturale e politica, si alimenta di un vero sentimento di amicizia che ci rende reciprocamente importanti nella vita dell'altro.
Le sue dimissioni da Presidente dei Deputati, pertanto, mi lasciano un tale senso di amarezza che mi attraversa profondamente e mi colpisce direttamente.
Il suo gesto merita di essere valutato a prescindere dall'opinione che si può avere sulle ragioni che lo hanno determinato.
Renzi e il suo governo hanno proposto, prima con il concorso di Berlusconi, ora con la sua opposizione, una riforma della legge elettorale che l'Italia attende da anni.
Una legge elettorale, quella precedente, che ha contribuito a sfibrare il tessuto della rappresentanza democratica del Paese.
Di questa nuova legge, definita Italicum, si è discusso a lungo addivenendo a varie modifiche.
Tranne su un punto: la presenza di un meccanismo che consentirebbe un numero ancora molto alto di nominati anziché di eletti direttamente dal popolo.
Questo è il merito della proposta che ha prodotto lo strappo di ieri.
Personalmente penso che sia condivisibile l'urgenza con cui si chiede di votare le riforme e penso anche che l'urgenza non escluda la ricerca della massima condivisione.
Roberto si è dimesso perché ha ritenuto che, stante il suo acclarato dissenso su una parte di merito (i troppi nominati) e sul metodo (ristretta base di condivisione), il suo ruolo di capogruppo diventasse incompatibile con le sue convinzioni.
La scelta di Roberto fa emergere il tratto di un dirigente politico dalla cristallina lucidità, dalla rigorosa coerenza e dalla indiscutibile lealtà.
Nello sconfortante quadro della politica politicante abitata spesso da sfrenate ambizioni e da bieco carrierismo, qui siamo di fronte ad una rarità.
Il gesto di Roberto ci consegna un certo modo di intendere la politica, un certo modo di intendere le relazioni umane, un certo modo di intendere la lealtà.
Un modo forse antico.
Un modo di cui, però, la politica ha ancora straordinario bisogno.
Per tornare ad essere la Politica".
Michele MAZZARANO