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24 settembre 2008

EMERGENZA SCUOLA

In un’affollata conferenza stampa tenutasi presso la sede del PD di Sant’Andrea delle Fratte a Roma, il segretario Walter Veltroni attacca il governo, criticando aspramente i tagli operati nel settore della pubblica istruzione.
Secondo Veltroni, infatti, ciò che serve “è un patto forte tra le famiglie e la scuola”.
I punti su citati sono alcuni passaggi della Conferenza stampa che abbiamo voluto riportare. Il testo integrale è stato pubblicato su tutte le testate Nazionali.

Il direttivo del Partito Democratico di Massafra, convocato in data 17/9/2008, condivide tale testo dando anche un contributo dialettico che aiuti una elaborazione propositiva nella traccia data dal Segretario Nazionale del Partito Democratico.
Qui di seguito le considerazioni fatte:
Lo scenario:
Che esista da decenni un problema scuola è ormai certificato a tutti i livelli.
L’Europa considera e colloca i nostri studenti tra i livelli d’ignoranza più bassi.
Internazionalmente i nostri laureati sono considerati a livello del Cile: 20° posto tra i paesi cosiddetti civili. Nel contempo vantiamo un rapporto insegnanti/alunni più del doppio della media europea e di conseguenza un livello di retribuzione dei primi dimezzato in confronto con i parigrado continentali.
A riformare la scuola ci hanno provato tutti: ha incominciato Luigi Berlinguer; risultato: contestazioni a non finire e perdita delle elezioni in quell’anno. Ha continuato la Moratti, Fioroni, etc….
Tra i danni maggiori fatti dai vari ministri, ne citiamo uno molto lontano e uno molto vicino:
negli anni 70 la creazione della scuola media unificata : sono stati assunti oltre 80.000 insegnati non qualificati, per fare “applicazioni tecniche” , addirittura 2 per ogni classe (ognuna divisa tra maschi e femmine): un costo enorme che ha portato la sola spesa per il personale della scuola oltre il 97% del budget.
Ultimamente la creazione della “laurea breve” nelle università: un fallimento totale, una gran confusione tra “dottori brevi” e “dottori vecchi”, con il risultato che le aziende escludono i primi da ogni tipo di selezione etc….
Tra le cose buone:
la creazione delle materne, del “modulo” nelle scuole elementari , del “tempo pieno” etc. : tutte cose che erano vicine alle esigenze delle famiglie e che impostavano l’educazione dei ragazzi. C’è da chiedersi però anche che nello screening interno alla scuola stessa, tra elementare, media, superiore ed università, nel consesso generale la sola ad uscirne con un giudizio buono è la prima sessione: la scuola elementare ! La scuola media è ritenuta fallimentare e le superiori poco specialistiche e molto superficiali; infine l’università ha dei poli di grande efficienza e molti “laureefici” che sfornano titoli poco più che credibili.
Ci chiediamo allora perché si vuole cambiare proprio quella che va bene ! e la risposta è una sola.
Nell'onda di ridurre i costi si butta l'acqua sporca con il bambino dentro : abbattere il numero degli insegnanti per abbassare il costo del personale !
Senza pensare che proprio la formazione dovrebbe essere la leva per far risalire la china alla nazione.
Nelle scuole superiori il numero degli insegnanti è ritenuto attualmente congruo in rapporto al numero degli alunni e in base al piano di studi (le materie sono quelle e come nelle medie hanno bisogno del docente specialistico).
Quindi per tagliare il personale e portarlo ad un rapporto “europeo”, nell’ottica governativa, bisogna toccare le elementari e il modulo a tre.
Di questo dobbiamo essere certi ! gli occupati nella scuola nei prossimi anni saranno la metà di oggi. La promessa è che quelli che rimarranno si vedranno gli stipendi aumentati.
Quindi non si qualifica il ruolo distribuendolo su un ventaglio di formazione ampia e ricca, si taglia!
Cosa produrrà questo ?
E’ chiaro che il governo di destra, nell'ottica del cosiddetto risanamento non si fa alcun scrupolo, se ciò avrà un impatto sociale molto forte ed amaro per la classe lavoratrice: basta guardarsi in giro: l’aumento del precariato che avanza a ritmi sostenuti non preoccupa le alte sfere e dobbiamo dire che anche la Chiesa, mormora più che gridare, chiudendo gli occhi davanti a un futuro incerto per tutti. Sono di questi giorni i fallimenti colossali delle maggiori banche americane, per via che i debiti fatti, come i mutui per la casa, non vengono onorati dai debitori .
Un lavoratore precario non ha e non avrà una lira di prestito da nessuna banca e quindi come farà a sposarsi (Chiesa dove sei?) a fare debiti per la casa ? . Si chiuderanno ancor di più, se è possibile, i cordoni della borsa, visto che da sempre le banche non danno una lira se non hai un posto fisso o proprietà immobiliari a garanzia. Quindi torneremo alle “classi sociali” : gli "abbienti" e i "meno abbienti".
In ogni settore economico e di servizio quindi il nostro sforzo dovrà essere quello di produrre e sostenere proposte che salvaguardino il bene primario assieme alla razionalizzazione:
Come dare efficienza al sistema senza usare la facile falce del taglio delle risorse umane e in prospettiva la contrazione dei posti di lavoro.
Il CENSIS (Centro Studi Investimenti Sociali), attraverso il suo presidente nei giorni scorsi ha fotografato il "mondo della scuola" così:
Ci sono nella Scuola Italiana tre grandi forze che la spingono verso il baratro:

  1. L’incertezza dell’assetto : non si sa se si deve fruire della scuola materna o meno, se ci deve essere il maestro unico o il modulo, quale riforma fare nella scuola media, come indirizzare e scelte tra licei e istituti tecnici, cosa fare dopo il fallimento dell’università 3+2 e infine sui quali basi creare lo “zoccolo di competenze di base” nel periodo della scuola dell’obbligo (congresso di Lisbona).
  2. La disaffezione soggettiva: sia quella degli alunni (il bullismo,l’abbandono) sia quella degli insegnanti (impiegatizzazione, segmentazione) che impattano sulla qualità del rapporto educativo.
  3. I fattori esterni: la scuola subisce l’evoluzione di altri fenomeni esterni, come la crisi della educazione familiare (le nuove generazioni sono più indisciplinati e viziati), la conflittualità genitori/insegnati con scarsa tutela di quest’ultimi a tutti i livelli, lo sviluppo delle tecnologie e della televisione che offrono strumenti moderni e di “cattura” (video, filmati, reportage, giochi) su ogni argomento molto più appetibili dai ragazzi ,in confronto a quello che offre oggi la struttura scolastica (solo i libri).

La crisi della scuola italiana è profonda perché è in crisi di ruolo e di anima: di ruolo perché non è più attuale la sua originaria funzione di formazione collettiva a una cultura, una lingua, una coscienza nazionale; e d'anima, perché non sappiamo più quali fondamenti valoriali di base la scuola è tenuta - ed è capace - di dare alle giovani generazioni.
In questo scenario ci riconosciamo e su questi punti devono confluire le proposte risolutive.
Nella conferenza stampa su citata, dal PD sono venute queste linee guida :

  • attuazione del patto educativo tra le scuole e le famiglie e approvazione di nuove norme sugli organi collegiali della scuola
  • potenziamento dell’autonomia scolastica, dopo avere rilevato, esaminato e formato adeguatamente il gruppo dirigente che deve essere formato da manager esperti in formazione;
  • attivazione di un sistema di valutazione e controllo di tutte le istituzioni scolastiche;
  • riorganizzazione degli organici del personale in ogni scuola;
  • valorizzazione della professionalità degli insegnanti adeguando la posizione giuridico/economica con il riconoscimento del merito e con la realizzazione di un piano straordinario e permanente di aggiornamento;
  • azzeramento del precariato e nuove norme di accesso e reclutamento degli insegnanti;
  • attuazione corretta dell’obbligo d’istruzione con la conseguente riduzione a zero della dispersione scolastica; portare l’85% dei ragazzi al diploma e gli altri almeno ad una qualifica professionale, nonchè instaurazione di un diverso rapporto giuridico tra famiglia e scuola ;
  • attuazione dei provvedimenti sugli istituiti tecnici e professionali;
  • istituzione di una scuola per la formazione permanente per tutto l’arco della vita; una scuola più aperta alla comunità e integrata con il territorio che promuova cultura, alfabetizzazione informatica, sport, attività sociali e di volontariato.
  • sviluppo tecnologico degli ambienti scolastici.

Massafra 17/9/2008 PD MASSAFRA