“Ci sono aree sulle quali è necessario operare tagli. Ma non è certo quello della scuola il settore in cui portare la spesa pubblica al di sotto della media europea. Il futuro dell’Italia si gioca su formazione, scuola, ricerca e università”. In un’affollata conferenza stampa tenutasi presso la sede del PD di Sant’Andrea delle Fratte a Roma, il segretario Walter Veltroni attacca il governo, criticando aspramente i tagli operati dal governo nel settore della pubblica istruzione. 7 miliardi e 800 milioni di euro di tagli in tre anni. 87mila insegnanti in meno, 42mila di personale Ata.
La scuola passa da settore strategico a solo capitolo di spesa. Con conseguenze disastrose. “Non c’è nessuna ispirazione strategica dietro queste scelte, ma solo drammatici effetti. Il primo – spiega Veltroni – è la conclusione o la netta diminuzione del tempo pieno alle elementari e il tempo prolungato alle scuole medie”. Nonostante le vuote rassicurazioni del ministro Gelmini, infatti, “non ci sono le possibilità di mantenere gli standard attuali, ponendo così fine ad un’esperienza educativa e sociale importantissima”.Sì, perché, sottolinea il leader del PD, “la scuola non deve essere un ammortizzatore sociale ma è il primo grande luogo che fa della giustizia sociale e delle pari opportunità il proprio obiettivo prioritario. Altro effetto indesiderato dei tagli alla scuola, “è la chiusura degli istituti in tanti piccoli centri, nelle isole minori e nei comuni di montagna. Le conseguenze avranno un aumento dei costi per gli enti locali, un aumento dei numeri nelle scuole, e, ancora più grave, un aumento dell’abbandono scolastico”. Il terzo drammatico effetto della cura Tremonti-Gelmini è la “riduzione del numero degli insegnanti di sostegno, all’interno del taglio del corpo insegnanti”. All’interno di questo desolante quadro, la cosa più assurda è che “a pagare il prezzo più alto saranno ancora una volta le donne. Donne insegnanti che lavorano, e donne che devono prendersi cura dei figli o degli anziani e che a causa del cambio di abitudini quotidiane, dettate dalla fine del tempo pieno, avranno mille difficoltà in più”. Ultima conseguenza di questa scellerata politica è che “si continua a penalizzare il lavoro degli insegnanti, degli insegnanti precari in particolare”. Il messaggio lanciato oggi da Veltroni, affiancato dal ministro ombra dell’Istruzione Mariapia Garavaglia, dall’ex ministro Giuseppe Fioroni, dal ministro ombra per le Politiche giovanili Pina Picierno, e da Maria Coscia, deputato PD in commissione Cultura alla Camera, è chiaro: il tema della scuola, della formazione, dell’università rappresenterà una piattaforma politica per quanto riguarda l’azione politica del PD. “E’ per questo – annuncia Veltroni – che abbiamo indetto per il 26, 27 e 29 settembre lo scuola day, in cui parlamentari ed esponenti del Partito Democratico incontreranno gli studenti e le famiglie”. Secondo Veltroni, infatti, ciò che serve “è un patto forte tra le famiglie e la scuola”, altro che il voto in condotta e il maestro unico. “Governare – spiega – è qualcosa di diverso dal fare annunci. Tanti annunci, ma una politica seria che trasformi la scuola in una risorsa invece che in un problema non si vede assolutamente”.E’ a questo fine che il ministro ombra dell’Istruzione Mariapia Garavaglia rivolge “un accorato appello alla stampa per spiegare bene ai cittadini e all’opinione pubblica ciò che accadrà alla scuola italiana. Le norme che il governo ha messo in atto per decreto legge – evitando così il confronto parlamentare – sono una rovina per la scuola. Decreti che fermano il tempo, e che non danno futuro”. Secondo Garavaglia il governo vuole ripristinare “una scuola che non c’è più, quella di decine di anni fa. Si parla di merito – aggiunge – ma l’unico criterio che c’è dietro la riforma è quello economico-finanziaria. Come si potrà garantire il tempo pieno e prolungato se si tagliano classi, personale, insegnanti e intere scuole?”.Secondo l’ex ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni è impossibile. “Avevamo già incontrato mille difficoltà senza fare tagli al settore, ora è impossibile. Serve una riqualificazione della spesa pubblica, non tagli indiscriminati. Fare lo sconvolgimento della scuola tramite decreto è una vergogna”. L’ultimo regalo del ministro Gelmini, dunque “è una scuola più vecchia, in cui i precari che mandano avanti le classi da decine di anni sono visti come ‘parcheggiatori abusivi’ e vengono invitati a dedicarsi al settore turistico, invece che a quello dell’istruzione”. Maria Coscia, dati alla mano, non può fare a meno di analizzare “l’effetto che questi provvedimento avranno sulle abitudini quotidiane dei cittadini italiani. Alle 12,30 i bambini saranno a casa e rappresenteranno un problema soprattutto per le donne che lavorano. Vi sarà una riduzione drastica di tempo pieno e prolungato e delle attività pomeridiane dei ragazzi. Con la riduzione degli insegnanti, inoltre, aumenteranno le difficoltà di integrazione dei bambini rom e immigrati”. Addio anche ad aspirazioni meritocratiche: “Per la valutazione del merito c’è bisogno di un piano straordinario di aggiornamento e formazione degli insegnanti”. Piano che ovviamente non è neppure stato messo in agenda dal governo. Conclude Pina Picierno: “Società della conoscenza e diritto allo studio per noi non sono slogan, ma obiettivi. Nel merito e nella formazione sta il futuro buono del nostro Paese. Faremo di tutto in Parlamento per evitare questo sfregio”.
Stefano Cagelli