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18 settembre 2010

• Formazione? Pochi quelli che investono

«In Italia il problema della formazione è culturale: i fondi ci sono ma le imprese non investono mentre le istituzioni e le categorie non si impegnano abbastanza». La pensa così Gianni Principe, ex direttore generale dell'Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori, intervenuto ieri al dibattito sul tema “Più formazione per una migliore e maggiore occupazione”, organizzato nell'ambito della Festa Nazionale Democratica sul Lavoro.
Il quadro presentato dall'esperto è sconcertante: «Il nostro Paese è agli ultimi posti in tutte le graduatorie internazionali per quanto riguarda gli investimenti nella formazione, le competenze e i titoli di studio posseduti».
Un altro dato dà l'idea di quanto sia grave la situazione: «Nelle casse dei fondi interprofessionali c'è un miliardo di euro - ha spiegato Principe - soldi che purtroppo restano inutilizzati».
Secondo l'esperto esiste una scarsa consapevolezza dell'importanza della formazione, a tutti i livelli. Il problema è quindi culturale, come è emerso nel corso dell'incontro che ha visto la partecipazione dell'assessore al Lavoro della Regione Marche Marco Luchetti, dell'assessore provinciale al Lavoro Vito Miccolis e dell'onorevole Ludovico Vico, coordinati da Enrico Ceccotti, area Lavoro del Pd.
Miccolis ha insistito sulla necessità di rendere la formazione più fruttuosa da un punto di vista occupazionale puntando sulla qualità e la capacità di innovazione degli enti di formazione.
«Il sistema della formazione non deve rappresentare un carrozzone che spreca risorse - ha detto - proprio per questo motivo la Provincia propone di creare una cittadella della formazione, in cui concentrare l'attività di tutti gli enti operanti nel settore. In tale maniera si avrebbe un abbattimento dei costi». L'onorevole Vico ha spostato l'attenzione su quel patrimonio umano formato da persone che si trovano in cassa integrazione o in mobilità. «Oltre ad occuparci della formazione di chi è inoccupato - ha sollecitato Vico - dobbiamo chiederci cosa possiamo fare per tutelare coloro che il lavoro lo hanno perso. Questo per evitare conflitti sociali».

Alessandra CONGEDO -CORRIERE DEL GIORNO