Marino, cosa la ha spinta a ricorrere a questo gesto?
Il mio gesto di protesta è il tentativo di impedire che una realtà altamente produttiva come l’ospedale di Massafra subisca ancora una volta un’ingiustizia.
Noi consideriamo che il Matteo Pagliari debba e possa dare ancora moltissimo alla salute dei massafresi e di tutto il territorio provinciale. Quella del Pagliari è una realtà che ha sempre avuto dalla parte sua la capacità di erogare servizi e di essere un ospedale facilmente raggiungibile. Chiudere l’ospedale di Massafra semplicemente per un problema di conti e in maniera scriteriata è ancora una volta un delitto sulla pelle dei massafresi. Il piano di rientro di Vendola prevede, sostanzialmente, la riconversione del Pagliari in poliambulatorio.
Vendola imputa questi tagli alle politiche di Tremonti e il Pd pugliese è in sintonia su questa linea di condanna delle politiche “nordiste”.
Come mai, allora, non c’è stata una mobilitazione di piazza contro il governo?
Io credo che la mobilitazione di piazza sarebbe stata la naturale conclusione di un movimento dei pugliesi che avrebbe dovuto rigettare, con in testa il presidente Vendola e tutti i partitiche compongono la sua maggioranza ,i cappi di Tremonti e di Berlusconi.
Mi sarebbe piaciuto rivolgere una domanda al governo nazionale: se a governare la Puglia ci fosse stato un presidente leghista, Tremonti avrebbe messo in campo le sue proposte capestro?
Io credo di no. Si tratta solo di un ricatto al governo pugliese e si soddisfa in questo modo il desiderio di Fitto, che ha perso le elezioni, e che attraverso l’azione del governo centrale vuole recuperare spazio e credibilità.
Il punto è: la sinistra riesce o no a mobilitare il suo popolo contro le politiche da voi definite scellerate?
Noi siamo impegnati in molti comuni, da Mottola a Manduria a Grottaglie, con iniziative che respingono i tagli.
Io credo che su Massafra debba essere fatta un’operazione importante e cioè di determinare una proposta, come quella che abbiamo già portato sul tavolo dell’assessore Fiore, di fare del Matteo Pagliari un ospedale di decongestionamento dell’ospedale Nord e del Santissima Annunziata di Taranto. Questa proposta è l’unica che, credo, possa ridare slancio alla sanità del territorio ed è stata fatta dal Pd di Massafra. Dalla nostra parte ci sono i cittadini, mentre il Sindaco non ha mai dimostrato alcun interesse nei confronti dell’ospedale di Massafra tanto che ogni iniziativa è stata boicottata. Io credo che, se si boicottano le persone che vanno a mettere i manifesti per salvare il Pagliari, magari multandole, siamo di fronte a un primo cittadino che non vuol bene al proprio ospedale.
Questo per quanto riguarda il rapporto con l’altra parte del cielo. Tuttavia si percepisce una difficoltà di comunicazione tra il Pd e Vendola, a volte tira aria da separati in casa.
È una difficoltà che va colmata, credo che il Presidente abbia la maturità necessaria per riempire questo deficit. Ma una cosa è importante: vanno evitati fanatismi antipartitici e antipolitici. Io l’antipolitica la escludo, che venga da destra o da sinistra essa è un elemento negativo per la cultura politica dell’Italia.
Quanto peso avrà questa battaglia nella campagna elettorale per le prossime amministrative? Io terrei fuori l’Ospedale dalla contesa.
I cittadini saranno in grado di giudicare in maniera autonoma e, in più, ritengo che il Pd stia facendo fino in fondo la sua parte e non mollerà fino a quando a Massafra non sarà assicurata una proposta che vada negli interessi della collettività.
Ai tempi del piano Fitto lei fu promotore, assieme ad altri, del comitato “Salviamo l’ospedale”.Che fine ha fatto quel comitato?
Il comitato non esiste più perché non c’è stata la volontà di farlo sopravvivere.
Io ne fui un componente, contribuii a farlo nascere, altri hanno cambiato idea sull’ospedale e sulla sua salvaguardia, io no.
di Ivano Stelluto -Extra magazine