"La sede di Taranto di Teleperformance rischia di essere venduta a nuovi acquirenti perché in passivo.
La grande multinazionale del call center è in difficoltà sul mercato perché nel 2007 recepì la circolare del Ministro Cesare Damiano (PD) che portò all'assunzione a tempo indeterminato di circa tremila dipendenti. Ma rischiano anche gli altri circa mille e cinquecento lavoratori a progetto.
Pertanto Teleperformance perde competitività sul mercato per l'esoso costo del lavoro.
Il caso è drammatico per le sue conseguenze sociali trattandosi per Taranto della seconda realtà industriale dopo l'Ilva per numero di occupati. Ma il caso è anche paradigmatico per un tipo di produzione che premia chi risparmia sul costo del lavoro e penalizza chi investe sulla valorizzazione del lavoro.
A Durazzo e Tirana un operatore dei call center di Teleperformance percepisce una retribuzione di quattrocento euro, meno della metà di quanto percepisce un operatore a tempo indeterminato di Taranto. La spietata legge del mercato suggerisce a Teleperformance che le cose vanno meglio in Albania che in Italia.
È amaro constatare come conquiste di diritti e di civiltà per il lavoro siano penalizzanti per la stessa azienda che coscientemente le ha sposate.
Ora serve una mobilitazione di tutte le forze e le istituzioni per evitare il peggio e per evitare di incendiare un clima sociale già rovente.
Ora serve uno sforzo straordinario che eviti lo sradicamento di una realtà innovativa e moderna che, in questi anni, ha innovato e qualificato il sistema produttivo del nostro territorio dando lavoro e speranza di vita a migliaia di ragazze e ragazzi".
Michele MAZZARANO