Il Partito Democratico a confronto con le problematiche del Meridione. Oggi a Bari l’incontro regionale sul tema “il Pd e il Mezzogiorno”, cui hanno partecipato l’on. Massimo D’Alema, il Segretario regionale del Pd Puglia, Michele Emiliano, il Presidente della Provincia di Bari, Vincenzo Divella, il sen. Nicola Latorre, l’on. Michele Bordo e il Sindaco di Andria, Vincenzo Zaccaro.
Spazio ai saluti di Michele Emiliano e Vincenzo Divella, entrambi d’accordo sulle penalizzazioni del Governo Berlusconi nei confronti del Sud Italia. La revoca di 1.373 milioni di euro dalla finanziaria del 2007, oltre all’eliminazione del credito d’imposta per le imprese, determinano una netta preferenza nelle scelte politiche a vantaggio delle regioni del Nord. “In Puglia“, ha sottolineato il Segretario Emiliano, “ci sono città che costano molto meno all’erario dello Stato rispetto ad altre delle stesse dimensioni settentrionali”. Bari, ad esempio, pesa sulle casse nazionali il 30% in meno, se confrontata con capoluoghi del Nord. Si stima che l’intero corpo burocratico amministrativo barese costi la stessa spesa del corpo dei vigili urbani di Milano.
L’ex Ministro degli Esteri, di ritorno dalla Sicilia per un atto di solidarietà nei confronti dei sei operai morti nel depuratore di Mineo (Catania), ha esordito definendo “una tragedia meridionale” quella riguardante le vittime sul luogo di lavoro. “E’ un prezzo troppo alto, un dato di arretratezza”, ha sottolineato amareggiato. Poi, ha commenato le ultime operazioni del nuovo Esecutivo in chiave antimeridionale. “C’è una conferma chiara del fatto che il Governo rappresenta una svolta in senso nordista. Un copione già visto, mi sembra il classico atteggiamento di chi considera il Mezzogiorno una palla al piede”.
“E’ un copione già visto”, ha dichiarato D'Alema commentando le ultime operazioni del nuovo governo Berlusconi. Sotto accusa la volontà di tagliare i finanziamenti per le opere pubbliche nelle grandi regioni meridionali. Ma soprattutto, il credito d’imposta, inserito dallo stesso D’Alema. “Un fatto incomprensibile”, ha evidenziato, “perché è uno strumento non intermediato dalla politica e necessario per lo sviluppo delle imprese. Mi sembra il classico atteggiamento di chi considera il Mezzogiorno una palla al piede”.
Per quanto riguarda il Pd, D’Alema ha ribadito l’importanza dell’ Assemblea Nazionale che si terrà a Roma sabato e domenica prossimi, appuntamento determinante per il rilancio dell’azione politica in cui si definiranno gli Organi dirigenti del partito.
La sconfitta elettorale deve far riflettere. Certamente ha segnato un periodo di seria crisi della politica, che va oltre il confine italiano e vede una Europa impaurita di fronte alla sfida della globalizzazione. “C’è un bisogno diffuso di protezione e di sicurezza da parte della gente“, ha affermato D’Alema, “ecco perché è necessario impostare l’azione politica su diversi piani”. E’ necessario, dunque, riflettere sulla crisi politica degli ultimi 15 anni; trovare le ragioni di uno slancio dell’attività politica, di una seria opposizione, e marcare i punti che qualificano il confine tra Governo e Opposizione. Bene, quindi, il Governo Ombra, modello serio ed efficace per fare opposizione.
Sulla situazione attuale del Paese, “c’è una ondata di antimeridionalismo”, ha detto Massimo D’Alema, “ci vorrebbe una grande assemblea delle classi dirigenti del Sud, per misurare gli effetti e capire le cause e, di conseguenza, ci vorrebbe una forte opposizione con spirito meridionalista senza trascurare le grandi scelte nazionali”.
Sul tema dell’Europa, invece, è d’accordo con il Segretario Walter Veltroni. “Il Pd“, ha evidenziato, “non è un accampamento. La collocazione in Europa non può essere concepita come sfida identitaria, non può esserci una pretesa di annessione ai socialisti, per ragioni che attendono alla storia del nostro Partito. Lavoriamo per costruire qualcosa di nuovo, che tenga conto delle diversità”.
Per quanto riguarda il Pd, D’Alema ha ribadito l’importanza dell’ Assemblea Nazionale che si terrà a Roma sabato e domenica prossimi, appuntamento determinante per il rilancio dell’azione politica in cui si definiranno gli Organi dirigenti del partito.
La sconfitta elettorale deve far riflettere. Certamente ha segnato un periodo di seria crisi della politica, che va oltre il confine italiano e vede una Europa impaurita di fronte alla sfida della globalizzazione. “C’è un bisogno diffuso di protezione e di sicurezza da parte della gente“, ha affermato D’Alema, “ecco perché è necessario impostare l’azione politica su diversi piani”. E’ necessario, dunque, riflettere sulla crisi politica degli ultimi 15 anni; trovare le ragioni di uno slancio dell’attività politica, di una seria opposizione, e marcare i punti che qualificano il confine tra Governo e Opposizione. Bene, quindi, il Governo Ombra, modello serio ed efficace per fare opposizione.
Sulla situazione attuale del Paese, “c’è una ondata di antimeridionalismo”, ha detto Massimo D’Alema, “ci vorrebbe una grande assemblea delle classi dirigenti del Sud, per misurare gli effetti e capire le cause e, di conseguenza, ci vorrebbe una forte opposizione con spirito meridionalista senza trascurare le grandi scelte nazionali”.
Sul tema dell’Europa, invece, è d’accordo con il Segretario Walter Veltroni. “Il Pd“, ha evidenziato, “non è un accampamento. La collocazione in Europa non può essere concepita come sfida identitaria, non può esserci una pretesa di annessione ai socialisti, per ragioni che attendono alla storia del nostro Partito. Lavoriamo per costruire qualcosa di nuovo, che tenga conto delle diversità”.