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09 giugno 2009

"Europee, una mezza disfatta per il PDL"

Da qualunque parte la si guardi, la risicata vittoria del Popolo della Libertà appare una mezza disfatta per Silvio Berlusconi, capolista in tutte le circoscrizioni.

Il suo partito, nato dalla fusione tra Forza Italia e Alleanza nazionale, è lontano dall’annunciato risultato del 43-45 % , arrivando solo al 35% dei voti .

La partecipazione di Berlusconi al compleanno della giovane diciottenne napoletana ha indebolito, checché se ne dica, il primo ministro. Così come l’inchiesta aperta contro di lui per indebito utilizzo di voli di stato, o come quella che ha portato alla condanna per corruzione del suo vecchio avvocato britannico.

Se è ancora presto per calcolare quanto abbia inciso nel risultato di Berlusconi (meno 2% rispetto alle legislative del 2008) la disaffezione dei cattolici, sembra comunque che l’astensione (più forte nel sud e nelle isole) abbia in primo luogo toccato proprio il suo elettorato. Tradizionale feudo del partito post-fascista di Allenza nazionale, l’Italia meridionale ha snobbato Berlusconi. “Ha fatto campagna per la Lega Nord”, s’è lamentato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che, con altri ex-membri di Alleanza nazionale, comincia a sottolineare gli “errori” del primo ministro.
In queste condizioni, ill Partito democratico, in caduta di 7 punti rispetto al 2008, è una “divina sorpresa” per i dirigenti del partito, tra i quali Dario Franceschini. “Il Pd non è affondato”, ha gioito il primo segretario, nominato questo inverno in piena catastrofe dopo una serie di sconfitte e di tensioni che avevano portato alle dimissioni di Walter Veltroni.
Indeboliti, centrodestra e centrosinistra hanno al loro fianco due partiti dagli appetiti crescenti. Alleati sempre più ingombranti, perché sempre più forti, Lega Nord e Italia dei valori renderanno complicata la vita ai loro alleati.
Il partito populista e xenofobo, che ha imposto al presidente del consiglio una politica di tipo securitario, ha condotto una campagna elettorale incentrata sull’immigrazione, ostentando una intesa di facciata con Berlusconi. La Lega raddoppia il risultato elettorale rispetto al 2004. “Gli elettori hanno premiato la coerenza”, commenta il leader Umberto Bossi. Contraria all’ingresso della Turchia in Europa (mentre Berlusconi è favorevole) la Lega potrebbe divenire il primo partito nel Veneto, pretendendo di governare la regione. I politologi pronosticano tensioni con il Pdl in vista delle elezioni regionali del 2010.

Questo scrutinio rappresenta anche uno scacco per la bipolarizzazione della vita politica voluta da centrosinistra e centrodestra. Il partito centrista di Casini si mantiene attorno al 6,5%: una posizione ideale per esistere e per pesare nelle future alleanze.


Philippe Ridet, Le Monde, 8.06.2009
(traduzione di Daniele Sensi)