«Mi rivolgo al presidente del Consiglio per dirgli: non ci faccia vivere con timori che riguardano la nostra Patria, la libertà e la democrazia». Sta tutto in una frase di Scalfaro il senso dell'affollatissima manifestazione indetta dal Pd a piazza Santi Apostoli a difesa della Costituzione e del Presidente Napolitano contro lo “strappo” istituzionale cercato, voluto, forse meditato con freddezza, da Silvio Berlusconi nei concitati ultimi giorni di vita di Eluana Englaro.
«Abbiamo deciso di fare così, sali solo tu e un gruppo di giovani ti sta dietro», spiega Veltroni accogliendo sotto il palco l'ex capo dello Stato al suo arrivo in piazza. «Ma io non rappresento nessuno», si schermisce Scalfaro e il segretario democratico pronto risponde: «Sicuramente rappresenti me».
«Il presidente del Consiglio in questi giorni ci ha preoccupato – dice sul palco, circondato dai ragazzi, il padre costituente e Presidente emerito della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro – ora mi rivolgo a lui per ricordargli che la Carta unisce e non divide». Nella sua “orazione civile”, in una piazza così piena da far mugugnare qualcuno per non averne scelta una più capiente, l'ex presidente, cattolico e antifascista, ricorda con passione la nascita e le circostanze della nascita della Costituzione e si rivolge a direttamente a Berlusconi: «Chi arriva a dire che la nostra Carta è nata da una filosofia comunista lo fa perché questo è frutto di assenza, di ignoranza e di reazioni varie».
Poi, tra gli applausi, il presidente si rivolge direttamente alla Costituzione, dandole del tu: «Ci sono stati in questi giorni commenti che non servono al tuo onore. Noi ti vogliamo bene, noi ti amiamo. Siamo qui per dirtelo un'altra volta e siamo qui anche per chiederti scusa - aggiunge l'ex capo dello stato- se qualche volta ci siamo serviti male di te». «Infine - dice Scalfaro chiudendo il suo discorso prima che tra gli applausi risuoni l'inno di Mameli - bisogna ricordare l'articolo 1 della Carta. La Costituzione italiana è fondata sul lavoro, ma in questo momento di crisi è una mortificazione, una umiliazione sapere che i sindacati saranno in piazza divisi - sottolinea riferendosi alle manifestazioni dei lavoratori della Cgil di venerdì -. È un momento di sofferenza per tutti perché questo vuol dire dare la vittoria alla controparte in un momento in cui sarebbe un profondo bene se ci fosse una forza, uno spirito unitario».
Tanti gli esponenti del Pd presenti in piazza, molti di loro mescolati tra la folla. «Questa manifestazione è stata fatta per difendere il valore fondamentale della Costituzione che è nata in un momento drammatico dopo la liberazione dal fascismo e ha ancora uno straordinario valore», dice il segretario del Pd Walter Veltroni a margine della manifestazione.
Massimo D'Alema ascolta Scalfaro da una parte della piazza. I capigruppo Antonello Soro e Anna Finocchiaro sono ai lati, Franco Marini un po' più in là. Bettini è un po' più indietro, vicino ad uno dei ristoranti che si affacciano su Santi Apostoli. Sono divisi e mescolati tra il popolo del Pd, ma è una occasione per sentire “dal vivo” la voce dei militanti. In tanti chiedono unità, chiedono più fermezza nell'opposizione. C'è qualche sostenitore dell'Italia dei Valori che avvicina i “big” democratici per spiegare che "vogliamo lavorare insieme, ma con Berlusconi non si può dialogare”. Da un lato c'è Bersani che annuisce, prende appunti, mentre Scalfaro conclude il suo discorso richiamandosi all'unità e al rispetto per le istituzioni.
Passano pochi minuti da quell'appello e dal centrodestra arriva una risposta degna del richiamo di Scalfaro. Tocca al ministro della Difesa Ignazio La Russa il primato della dichiarazione più aggressiva: «L'unico modo di offendere la Costituzione è quello di pensare che occorra una manifestazione, oltretutto con Scalfaro che è stato il peggior Presidente della storia della Repubblica, per difendere la Carta».
Quanto basta per giustificare l'ultima dichiarazione di Veltroni: «Ora serve una reazione delle forze sindacali e sociali perché la situazione del Paese è drammatica, è il momento più scuro che io ricordi».
12 febbraio 2009
«Costituzione comunista? E' una dichiarazione frutto di ignoranza»
di Cesare Buquicchio