Il costo della crisi finanziaria in termini di svalutazioni di asset globali sarà di 4mila miliardi di dollari entro il 2010, di cui due terzi in carico alle banche. Lo scrive il Fmi nel suo ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria globale (Gsfr).
Per le banche europee (Eurozona e Gran Bretagna) le svalutazioni su prestiti e titoli dovute alla crisi finanziaria ammonteranno nel periodo tra il 2007 e il 2010 a 737 miliardi di dollari.
Nel suo rapporto sulla stabilità finanziaria globale, diffuso in vista delli riunione del Fmi e della Banca mondiale in programma nel fine settimana, si afferma che «senza una totale ripulitura dei bilanci bancari, in termini di asset tossici», accompagnata da riorganizzazione e, se necessario, ricapitalizzazione degli istituti, i problemi delle banche potrebbero portare a nuove pressioni sull'economia reale.
Il sistema finanziario globale «resta sottoposto a pesanti tensioni - sottolinea il Fondo nelle sue conclusioni dice il Fondo nel rapporto - a fronte di una crisi ormai diffusa alle famiglie, alle società e al settore bancario nei Paesi avanzati e nei mercati emergenti». Con la continua flessione dell'attività economica aumentano le pressioni sui bilanci bancari a fronte del peggioramento della qualità degli asset e questo minaccia i ratio patrimoniali e scoraggia l'attività di impiego. I tassi di crescita del credito rallentano, o diventano addirittura negativi, esercitando ulteriori pressioni sull'attività produttiva.