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09 aprile 2009

•«Con Gianni Florido il centrosinistra gioca la sua sfida»





«In politica ricucire non sempre è facile. Ma più importante è riuscire a scorgere l’ordito complessivo della tela, superando anche le divisioni e le incomprensioni. E qui c’è una nuova Taranto da consolidare e rafforzare. Questo è il disegno che ci interessa cogliere, anche al di là delle momentanee incomprensioni: una Taranto che sia cuore pulsante di un Mezzogiorno che si rimette in piedi e che riprende a camminare, una Taranto capace di giocare al meglio la grande sfida di portata europea che le si para davanti, ovvero la possibilità di conciliare il lavoro e l’ambiente, anche superando il ricatto occupazionale che per anni ha costretto questa città a mandare giù una quantità enorme di veleni».
Scrosciano gli applausi per Nichi Vendola, alla convention del centrosinistra ionico che lancia ufficialmente la campagna elettorale per la rielezione di Gianni Florido alla guida della Provincia. E Vendola è abile nell’infiammare i cuori, nella sua affabulazione che irretisce un’aula magna del «Pacinotti» sovraffollata e surriscaldata all’inverosimile.

Per Vendola la riconferma di Gianni Florido alla Provincia rappresenta un elemento fondamentale per continuare un percorso virtuoso tutto giocato intorno alla grande potenzialità di Taranto: il suo porto. «Il porto di Taranto - ha detto Vendola - ha oggi la stessa importanza strategica che per cinque secoli ha avuto Rotterdam (e i suoi 500mila posti di lavoro) nel Mare del Nord. Taranto oggi gode di un cambiamo geopolitico epocale, col Mediterraneo che diventa il centro degli scambi commerciali mondiali, e il suo porto che è unico per posizione strategica e per disponibilità di territorio al servizio della retroportualità e della logistica».
La convention - che s’era aperta con gli interventi di tutti i segretari provinciali della coalizione di centrosinistra pro-Florido - aveva visto prima di Vendola gli interventi dell’ex ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, e del segretario regionale del Pd, Michele Emiliano. E se Fioroni aveva lanciato un segnale politico preciso all’Udc («ma sapendo - aveva detto - che il centrosinistra non è un albergo a ore dove si entra e si
esce a piacimento...»), Emiliano aveva riscaldato la platea portando Florido ad esempio di buongoverno, ricordandone l’impegno in fatto di strade, di scuole, di ambiente; esaltandone l’importante ruolo giocato nella battaglia per l’approvazione della legge sulle diossine; e fotografando complessivamente quello di Florido come un lavoro «serio, meticoloso, silenzioso e responsabile».
La chiusura della serata, d’obbligo, è per Gianni Florido. Che ricorda la figura di suo nonno, socialista e partigiano, e poi snocciola i risultati del suo governare. Mandando a dire ai poli «alternativi» che per essere alternativi al governo uscente della Provincia bisognerebbe essere, paradossalmente, portatori di inefficienza e nemici della trasparenza, visto che proprio efficienza e trasparenza sono state le due bandiere più evidenti del centrosinistra.