tag foto 1 tag foto 2 tag foto 3 tag foto 4 tag foto 5

14 marzo 2010

• Le cose cambiano

"In questa primavera della democrazia e dell'alternativa noi vogliamo dire al paese che democrazia e lavoro sono parole gemelle. Lo dice la più bella Costituzione del mondo, l'articolo uno della nostra Costituzione e nella crisi lo vediamo con chiarezza: più picconi le regole, meno hanno voce e risposta i problemi della gente". Così Pier Luigi Bersani ha introdotto il suo intervento sul palco di Piazza del Popolo in quella che non è stata solo la giornata in cui le opposizioni al governo Berlusconi sono scese in piazza per manifestare contro il decreto interpretativo per le elezioni regionali. È stata soprattutto, la giornata delle persone che hanno a cuore la legalità, il rispetto delle leggi e del decoro istituzionale. Tutti insieme per ricordare che gli italiani si riconoscono nelle regole e non nei trucchi, nei diritti e non negli spot, nel lavoro e non nelle promesse sempre disattese o nella negazione della crisi. In altre parole, la manifestazione di oggi è stata “una bella giornata, una festa per l'alternativa”.

E così il Partito Democratico, Idv, Sinistra ecologia e Libertà,la Federazione della sinistra si sono ritrovati insieme al mondo dell’associazionismo, i sindacati, il popolo viola e tutte le persone che condividono l’amore per la democrazia e per le istituzioni.

Per Bersani “l'agenda di governo è in mano a uno solo. Berlusconi fa il capopopolo, il capopartito, il capolista, il caporedattore del Tg1. Fa tutto tranne il suo mestiere. Ma impediremo che Berlusconi nel suo livoroso e pericoloso tramonto travolga nel discredito le istituzioni e ferisca l'unità della nazione. Oggi da questa piazza diamo un messaggio forte, chiaro e positivo: cambiamo l'agenda del Paese, dobbiamo mettere il lavoro, la scuola e la sanità universalistici al centro della nostra campagna regionale. Teniamo su i nostri valori. Diremo che un'altra Italia è possibile”. Il senso della manifestazione di Roma? "Non è una lista in più che ci preoccupa. Noi vinciamo lista o non lista. È la legalità che ci preoccupa. Oggi con una vergognosa legge elettorale noi abbiamo deputati nominati. Dopo le regionali dobbiamo lottare tutti assieme per averne un'altra perché con questa non è il governo che risponde alla maggioranza, ma la maggioranza che risponde al Governo. E il governo mostra a tutti di poter fare quello che vuole, i soggetti sociali sono intimoriti e a volte zittiti, l'informazione è ridotta quasi al silenzio e l'agenda del governo è in mano a uno solo che la occupa con leggi per sé e per i suoi. L'agenda del governo è in mano a uno solo che la occupa con leggi per se' e per i suoi. Il governo fa quello che vuole, in questa legislatura ci sono stati 54 decreti, 29 voti di fiducia, 189 ordinamenti in deroga. Il governo fa quello che vuole".

“Berlusconi non può più parlare – ha continuato Bersani – al futuro del nostro Paese. È troppo forte per essere finito ma è già finito per essere davvero forte. Perchè Berlusconi, detto Carnera, non prende la carriola e va a togliere le macierie a L'Aquila che stanno li da un anno?". "Solo bolle di sapone", questa è la sostanza dell'attività di governo. "Da Berlusconi vengono solo chiacchiere, mentre la sala macchine del governo fa solo gli affari suoi”.

"Noi combatteremo questo governo, ma non avremo Berlusconi negli occhi, negli occhi avremo l'Italia del domani e la costruiremo con poche parole: lavoro, onestà, regole, civismo. Sono queste - ha ribadito il leader democratico - le parole di una grande riscossa democratica. Le cose cambiano – ha concluso Bersani - affrontiamo con fiducia l'appuntamento elettorale e andiamo a vincere. Viva il lavoro, viva la Costituzione, viva l'Italia di domani. Grazie a tutti per la vostra forza".

La cronaca della piazza. Maurizio Migliavacca, coordinatore della segreteria del Pd, alle 13 era già sicuro:“La manifestazione di piazza del Popolo sarà una grande manifestazione di popolo, civile e serena. Una manifestazione per la democrazia, per il lavoro e la libertà di informazione. Vedo che a Berlusconi, prima ancora che inizi, già ne parla male. Lui dice sempre che le manifestazioni di piazza sono il sale della democrazia, ma evidentemente gli piacciono solo le sue".

E alla fine si contano più di 200.000 persone in piazza.
"Cittadini e cittadine. Oggi mi piace chiamarvi così. Cittadini e non sudditi. Cittadini responsabili e consapevoli che serve un nuovo inizio a partire dal modo di vivere e di pensare la politica". Così Emma Bonino, candidata alla presidenza della regione Lazio per il Pd, ha aperto il suo intervento sul palco di Piazza del Popolo. “Noi dobbiamo essere la speranza – ha continuato la Bonino - la proposta e non solo la sterile protesta. Un mondo diverso è possibile, dipende da voi tutti ma occorre essere alternativi al vecchio e al regime da basso impero”.

“La forza di questa campagna – ha concluso la Bonino - non è il possesso della Rai o di Mediaset. La forza è di ogni singolo, ogni cittadino che decide che non è il momento dello sconforto ma della risposta democratica.
Per Nichi Vendola, leader di Sinistra ecologica e Libertà e candidato alla regione Puglia, “la manifestazione di oggi è un primo grande passo per la ricostruzione del cantiere dell'alternativa".

"Il centrosinistra ritrova la propria piazza – ha aggiunto - un popolo che ha vissuto troppo a lungo in una sorta di diaspora ritrova una relazione con la politica e con i partiti. Oggi siamo in grado di andare oltre la semplice denuncia del disfacimento provocato dal centrodestra, siamo all'inizio della costruzione di un racconto politico e culturale che è la proposta del centrosinistra al Paese".

"All'Italia stanca e sofferente dobbiamo dire che ora è il momento di riprendere il cammino dell'alternativa. Ci hanno raccontato che la ricchezza è innocente per ontologia ma il sogno berlusconiano si è infranto sulle macerie dell'Aquila. Noi – ha concluso Vendola – non possiamo limitarci ad attendere il cadavere di Berlusconi sulla sponda del fiume. Noi non abbiamo ancora un racconto coerente. Ma oggi, in questa piazza, il centrosinistra ritrova il proprio popolo, per lungo tempo smarrito. Da qui si deve ricominciare".