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01 marzo 2010

•Michele Mazzarano :"La politica torni ad essere la chiave del futuro"

"La Puglia deve andare avanti, Vendola ha costruito una Regione migliore. Palese rappresenta la faccia modesta della Puglia di ieri. Taranto può far valere la sua centralità strategica per lo sviluppo e la crescita del sistema Puglia."

Trentacinque anni, figlio di un operaio dell’ex Italsider e di una casalinga, Michele Mazzarano è tra i volti nuovi del PD pugliese: già segretario regionale degli ex DS, vice segretario regionale del PD, dall’altro ieri ha assunto la carica di segretario regionale organizzativo del Partito Democratico.
Ama la politica e ha deciso di scendere in campo anche e soprattutto perché ama il suo territorio e la sua gente. A Massafra il PD con la sua entrata in scena ha registrato nel giro di due anni una escalation di consensi, tanto che il partito ha eletto ben due consiglieri provinciali: Vito Miccolis, nel frattempo nominato assessore provinciale al Lavoro e alla Formazione Professionale, e Carmine Montemurro.

Ora Mazzarano vuol dare continuità a quella scia di consensi, di qui la decisione di candidarsi al consiglio regionale. Con un duplice obiettivo: ridare una postazione chiave in Regione a Massafra e un punto di riferimento a tutto il PD ionico sul piano politico. PD che, a sua volta, conta su importanti figure parlamentari, regionali e provinciali che potranno così interagire nell’ambito di un progetto che dia sempre più voce all’area ionica. "A me – dice Mazzarano – non interessa la politica per scalare postazioni di potere o per ambire a postazioni amministrative. La politica per me è passione, è spirito di servizio. È comprensione dei fenomeni e impegno per dare speranze ai giovani e alle fasce deboli e sostegno a chi propone, sul versante imprenditoriale, iniziative in grado di dare risposte: nella trasparenza e nella ecocompatibilità. Oggi più che mai." Già, speranze. Proprio l’area ionica vive una drammatica crisi sociale. "La condizione socio-economica è allarmante. Serve – sottolinea Mazzarano – l’armonia delle migliori forze del territorio per far fronte ad una crisi senza precedenti."

Come uscire dal guado?

Taranto deve diventare la Porta d’Europa nel Mediterraneo, dismettendo la retorica e puntando su concretezza e progettualità, meno conflitti e più unità di intenti può salvare questo territorio. Il sapere, la cultura, la conoscenza è la chiave che può aprire una fase di modernizzazione di questa terra, superare i limiti di una vecchia economia fondata sull’industria di Stato e puntare su uno sviluppo policentrico. Costruire l’Università delle vocazioni.

Le nuove generazioni potranno avere un ruolo?

I giovani sono il grande giacimento di oro di questa terra. Lasciarli fuggire è delittuoso e ci priva della risorsa principale per costruire futuro. Noi siamo la forza politica del futuro, che non deve essere sinonimo di paura di un tempo peggiore, ma speranza di un tempo migliore.

Lei è un giovane, ma ha già maturato un’esperienza: perché ora decide di scendere in campo?

Ho 35 anni, la politica mi ha offerto occasioni di crescita umana ed esperienze che mi fanno sentire pronto per la sfida di una Puglia che cambia. Le prossime elezioni regionali sono un banco di prova di straordinario valore per continuare l’esperienza di cambiamento della Puglia e per rafforzare l’originalità della vicenda pugliese nello scacchiere politico nazionale e meridionale.

Come e cosa proponete agli elettori?

Ci presentiamo al voto dopo aver inciso profondamente, in cinque anni di governo, in settori nevralgici della vita dei pugliesi, ma soprattutto abbiamo saputo offrire una diversa idea del Mezzogiorno, per qualità della spesa, per misure in grado di frenare la tendenza alla precarietà di vita e di lavoro con tante stabilizzazioni nel mondo del lavoro, soprattutto nella sanità, per aver puntato su misure concrete sulla valorizzazione dei talenti giovani, provando ad arrestare il fenomeno endemico della fuga dei cervelli e delle braccia, per aver dimostrato che le ragioni della vita e della salute non sono meno importanti delle ragioni del lavoro, ma viaggiano di pari passo. Noi abbiamo realizzato tutto questo e altro ancora. Ribadisco noi, non solo Vendola che è il simbolo di questa stagione. Il PD, in modo particolare, è stato artefice principale di questa opera. Io ho 35 anni ma sono educato a rispettare le decisioni di un corpo collettivo qual è un partito politico. Non capisco la logica dell’io, capisco la logica del noi.


dal Quotidiano del 28 febbraio 2010