L'Italia continua a perdere posti di lavoro. Ieri sono arrivati i dati definitivi dell'Istat sulla disoccupazione nel 2009 che certificano il primo calo di posti su base annua dal 1995. Gli occupati sono infatti diminuiti di 380 mila unità rispetto alla media 2008 con un tasso di disoccupazione salito al 7,8% dal 6,8% del 2008. Come previsto le punte più critiche di mancanza di lavoro si concentrano nel sud dove si sono persi quasi 200 mila posti ma anche al nord sono senza occupazione 161 mila persone. Nel complesso il tasso di occupazione è pari al 57,1%, con una diminuzione dell' 1,4% rispetto al quarto trimestre 2008 mentre il numero delle persone in cerca di occupazione ha raggiunto quota 2milioni 145 mila unità (+369.000 unità), con un aumento del 20,8% rispetto al quarto trimestre 2008. Il Partito Democratico e sindacati sono assai preoccupati per le ricadute delle mancanza di lavoro sulla tenuta sociale del Paese.
Per Cesare Damiano, capogruppo Pd in commissione Lavoro della Camera «gli ultimi dati Istat confermano la gravità della caduta dell'occupazione. Tra il 2008 e il 2009 sono stati persi quasi 400 mila posti di lavoro ma soprattutto quello che il ministro Sacconi dimentica sempre di dirci è che il dato più rilevante è costituito dal tasso di attività che si attesta al 57,5% con un calo dell'1,2% ed è tra i più bassi dell'Ue. Sottovalutare ancora i problemi occupazionali sarebbe colpevole». Preoccupati i sindacati. la Cgil li giudica «impressionanti» e chiede al Governo di «non ignorarli» perché «continuare a far finta di niente non è accettabile».